§ 80.9.222 - Legge 18 marzo 1968, n. 249.
Delega al Governo per il riordinamento dell'Amministrazione dello Stato, per il decentramento delle funzioni e per il riassetto delle carriere e [...]


Settore:Normativa nazionale
Materia:80. Pubblica amministrazione
Capitolo:80.9 governo e ministeri
Data:18/03/1968
Numero:249


Sommario
Art. 1.  [1]
Art. 2.      Le direzioni generali e gli uffici centrali assimilabili sono ordinati in divisioni o uffici equivalenti ai quali è assegnata competenza per ampi settori di attività. Le [...]
Art. 3.  [7]
Art. 3 bis.  [8]
Art. 3 ter.  [9]
Art. 4.  [10]
Art. 5.      Le istanze o i ricorsi rivolti, nel termine previsto dalla legge, a organi diversi da quello competente ma appartenenti alla medesima amministrazione centrale non sono [...]
Art. 6.      Alla convalida degli atti viziati di incompetenza può provvedersi anche in pendenza di gravame in sede amministrativa e giurisdizionale
Art. 7.      All'art. 146 dello statuto degli impiegati civili dello Stato, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, sono apportate le seguenti [...]
Art. 8.      Il consiglio di amministrazione oltre ad esercitare le attribuzioni previste dall'art. 146 dello statuto degli impiegati civili dello Stato, approvato con decreto del [...]
Art. 9.      Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, decreti aventi valore di legge ordinaria relativi [...]
Art. 10.      Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro il 31 dicembre 1970, decreti aventi valore di legge ordinaria per il riordinamento delle carriere degli [...]
Art. 11.      Le carriere degli impiegati civili e le categorie degli operai dello Stato saranno riordinate con effetto dal 1° luglio 1970 sulla base di qualifiche funzionali, [...]
Art. 12.      In materia di assunzione in ruolo degli impiegati civili amministrativi e tecnici, saranno adottate nuove norme intese a snellire e semplificare le procedure [...]
Art. 13.  [25]
Art. 14.      Saranno disciplinati in relazione alle disposizioni contenute nella presente legge, gli effetti dei nuovi stipendi, paghe e retribuzioni sui compensi per lavoro [...]
Art. 15.      Le competenze accessorie attualmente previste per particolari categorie di personali, saranno conservate, modificandone eventualmente la disciplina e la misura, solo se [...]
Art. 16.  [28]
Art. 16 bis.  [29]
Art. 16 ter.  [30]
Art. 16 quater.  [31]
Art. 17.      Per le cessazioni dal servizio successive al 31 agosto 1971 sarà disposta la liquidazione dei trattamenti ordinari di quiescenza sulla base degli stipendi, paghe o [...]
Art. 18.      Il trattamento economico delle categorie sottoindicate sarà riveduto in modo da apportarvi gli adeguamenti eventualmente necessari, anche per quanto riguarda la [...]
Art. 19.      Potranno essere emanate le opportune norme intese a favorire l'esodo volontario del personale dello Stato delle varie carriere
Art. 20.      Con decorrenza dal 1° marzo 1968 e fino alla data dalla quale avranno effetto le nuove misure degli stipendi, paghe e retribuzioni di cui all'ultimo comma del precedente [...]
Art. 21.      Con effetto dalla data di entrata in vigore della presente legge, coloro i quali, comunque assunti o denominati, con retribuzione su fondi stanziati nel bilancio di [...]
Art. 22.  [37]
Art. 23.  [38]
Art. 24.      I posti dei militari di truppa dell'Arma dei carabinieri, del Corpo della guardia di finanza, del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza e del Corpo degli agenti di [...]
Art. 25.  [41]
Art. 26.      Il passaggio di personale previsto dall'art. 199, secondo comma, del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, è [...]
Art. 27.      Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro per il tesoro, sentito il Consiglio superiore della pubblica amministrazione, è [...]
Art. 28.      Con successiva legge si provvederà alla disciplina dell'orario di lavoro per i dipendenti civili dello Stato al fine di assicurare maggiore produttività e rendimento
Art. 29.      Per le cessazioni dal servizio che avverranno a partire dal 1° marzo 1968 e fino al 31 agosto 1971, la liquidazione dei trattamenti ordinari di quiescenza si effettua [...]
Art. 30.      L'assunzione di responsabilità di Governo da parte di dipendente dello Stato, non comporta modifiche di coefficienti nel trattamento di quiescenza a lui spettante nella [...]
Art. 31.      Le pensioni ordinarie e gli assegni vitalizi, temporanei e rinnovabili, a carico dello Stato, del Fondo pensioni delle ferrovie dello Stato o dell'amministrazione [...]
Art. 32.      La riliquidazione prevista dal precedente articolo si effettua
Art. 33.      Nei riguardi dei pensionati ex dipendenti delle cessate gestioni statali del dazio di consumo contemplati dalla legge 22 dicembre 1952, n. 3595, la riliquidazione della [...]
Art. 34.      Le pensioni, le quote di pensioni e gli assegni di cui al primo comma dell'art. 28 del decreto del Presidente della Repubblica 11 gennaio 1956, n. 20, sono aumentati, [...]
Art. 35.      L'assegno mensile di cui all'art. 26, ultimo comma, della legge 8 aprile 1952, n. 212, dovuto, in aggiunta al nuovo trattamento di quiescenza, al personale militare al [...]
Art. 36.      Con effetto dal 1° marzo 1968 sono abrogati: la legge 27 settembre 1963, n. 1315; l'art. 4 della legge 10 agosto 1964, n. 662; la legge 26 maggio 1965, n. 583 ed il [...]
Art. 37.      Nei riguardi dei titolari di pensioni o assegni, cessati dal servizio con decorrenza anteriore al 1° marzo 1968, viene conservata a titolo di assegno personale, non [...]
Art. 38.      I precedenti articoli dal 29 al 37 si applicano anche ai titolari di pensione a carico del fondo per il trattamento di quiescenza al personale degli uffici locali, ai [...]
Art. 39.      L'aumento di pensione e l'eventuale assegno personale derivanti dall'applicazione dei precedenti articoli dal 31 al 37 non vanno computati
Art. 40.      Nei riguardi del personale contemplato dall'art. 7 della legge 13 giugno 1952, n. 690, nonchè dall'art. 26 della legge 13 marzo 1958, n. 165, dall'art. 7 della legge 16 [...]
Art. 41.      Sulle quote di pensioni liquidate o da liquidarsi a carico dello Stato ai titolari di pensione ad onere ripartito con altri enti, per cessazioni dal servizio alle [...]
Art. 42.      Il supplemento di pensione di cui all'art. 2 del regio decreto 7 dicembre 1923, n. 2590, è liquidato, a decorrere dal 1° marzo 1968, in valore capitale da determinare [...]
Art. 43.      Per accelerare la riliquidazione delle pensioni prevista nel precedente art. 31 ed il pagamento delle pensioni stesse, sono autorizzate prestazioni straordinarie da [...]
Art. 44.  [43]
Art. 44 bis.  [44]
Art. 45.  [45]
Art. 46.  [46]
Art. 47.  [47]
Art. 48.  [48]
Art. 49.      Nelle sedi centrali e periferiche delle Amministrazioni di cui al precedente art. 45 è concesso alle varie organizzazioni sindacali del personale civile dello Stato [...]
Art. 50.      I dipendenti civili dello Stato hanno facoltà di rilasciare delega esente da tassa di bollo e dalla registrazione, a favore della propria organizzazione sindacale, per [...]
Art. 51.  [49]
Art. 52.      All'onere di lire 100 miliardi per l'anno finanziario 1968 - comprensivo di quello derivante dall'attribuzione di una indennità mensile alle categorie di cui alla legge [...]
Art. 53.      Il Ministro per il tesoro è autorizzato ad apportare negli anni finanziari 1968, 1969, 1970 e 1971, con propri decreti, le occorrenti variazioni al bilancio dello Stato [...]


§ 80.9.222 - Legge 18 marzo 1968, n. 249.

Delega al Governo per il riordinamento dell'Amministrazione dello Stato, per il decentramento delle funzioni e per il riassetto delle carriere e delle retribuzioni dei dipendenti statali.

(G.U. 30 marzo 1968, n. 83)

 

 

     Art. 1. [1]

     Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro il 30 giugno 1972, decreti aventi valore di legge ordinaria per la revisione e l'ordinamento dei servizi centrali dei Ministeri, con l'osservanza dei seguenti criteri direttivi:

     1) il numero delle direzioni generali, degli uffici centrali assimilabili e delle divisioni sarà ridotto in conseguenza del trasferimento alle regioni delle attribuzioni degli organi centrali dello Stato nelle materie indicate all'art. 117 della Costituzione nonchè della delega alle regioni stesse dell'esercizio di altre funzioni amministrative a norma dell'art. 118, secondo comma, della Costituzione;

     2) le direzioni generali, gli uffici centrali assimilabili e le divisioni saranno contenuti nel numero strettamente indispensabile e comunque non superiore a quello esistente al 31 maggio 1970, sopprimendo quelli che non risultino rispondenti ad un rigoroso criterio di funzionalità e prescindendo dai profili di carriera delle rispettive carriere direttive;

     3) alle direzioni generali, agli uffici centrali assimilabili e alle divisioni saranno attribuite competenze per distinti rami di attività concernenti materie e compiti omogenei anche per quanto riguarda le residue competenze dello Stato precedentemente attribuite alle direzioni generali o agli uffici centrali assimilabili soppressi in applicazione di quanto previsto dal precedente numero 1). Analogamente saranno definite le competenze delle unità organiche costituite ai sensi delle vigenti leggi da più uffici centrali, assimilabili alle direzioni generali, nonchè le competenze di questi ultimi uffici. Saranno, altresì, con gli stessi criteri riordinati gli uffici centrali autonomi attualmente esistenti, non assimilabili alle direzioni generali;

     4) saranno riordinati i servizi ispettivi, configurando l'ispezione come istituto inteso non soltanto all'accertamento della regolarità, ma anche al perfezionamento e ad un migliore coordinamento dell'azione amministrativa. Saranno altresì definiti i compiti e le responsabilità degli ispettori.

     Nella revisione dell'ordinamento dei servizi dei Ministeri dovranno essere eliminate ad ogni livello le duplicazioni di uffici e servizi fra più dicasteri in base al criterio della prevalente competenza.

     Con criteri analoghi a quelli di cui ai precedenti commi, si provvederà al riordinamento della Ragioneria generale dello Stato e degli uffici centrali e periferici da essa dipendenti, avuto riguardo alla peculiarità delle sue funzioni ed ai particolari compiti ispettivi demandati a detto organo.

     Per i servizi delle Amministrazioni degli affari esteri e della difesa ordinati secondo le disposizioni emanate rispettivamente con i decreti del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, e 18 novembre 1965, n. 1478, la delega prevista dal presente articolo si limiterà alle eventuali norme di coordinamento e di adeguamento alle disposizioni del presente articolo e dei successivi.

 

          Art. 2.

     Le direzioni generali e gli uffici centrali assimilabili sono ordinati in divisioni o uffici equivalenti ai quali è assegnata competenza per ampi settori di attività. Le divisioni sono ordinate in sezioni.

     Dopo la prima applicazione della presente legge, il numero e le competenze delle divisioni sono stabilite, per ogni amministrazione, con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro competente e con il Ministro per il tesoro [2] .

     Il numero delle sezioni e le rispettive competenze sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro competente [3] .

     Gli uffici periferici dello Stato sono istituiti con legge, anche ai fini della determinazione delle qualifiche dei funzionari dirigenti da preporre alle loro direzioni [4] .

     Gli uffici periferici equiparati a direzioni generali sono ordinati in divisioni o uffici equiparati e questi in sezioni [5] .

     Il numero delle divisioni, in cui sono ordinati gli uffici periferici equiparati a direzioni generali e le loro competenze, ed il numero delle sezioni in cui sono ordinate le divisioni e le loro competenze, sono stabiliti nei modi previsti per le divisioni e le sezioni delle amministrazioni centrali nel secondo e terzo comma precedenti [6] .

 

          Art. 3. [7]

     Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro il 30 giugno 1972, decreti aventi valore di legge ordinaria per il riordinamento dei servizi periferici dello Stato, con l'osservanza dei seguenti criteri direttivi:

     1) il numero degli uffici periferici sarà ridotto in conseguenza del trasferimento alle regioni delle funzioni amministrative nelle materie indicate nell'art. 117 della Costituzione, nonchè della delega alle regioni stesse dell'esercizio di altre funzioni amministrative a norma dell'art. 118, secondo comma della Costituzione;

     2) agli uffici periferici dello Stato sarà attribuita, in relazione alle esigenze del più ampio decentramento amministrativo previsto nell'art. 5 della Costituzione, la esplicazione di tutte le funzioni amministrative, ad eccezione di quelle che attengono ad affari di interesse nazionale o interregionale o che comportino un rilevante impegno di spesa;

     3) agli organi periferici dovranno essere conferiti larghi poteri decisionali;

     4) in particolare dovrà essere attribuito carattere definitivo agli atti vincolati da norme di legge e di regolamenti, così come le norme delegate potranno attribuire tale carattere anche a provvedimenti discrezionali attribuiti alla competenza di detti organi ai sensi dell'art. 16, secondo comma, lettera c).

     In relazione alle nuove funzioni attribuite agli organi periferici dovrà provvedersi al decentramento dei controlli.

 

          Art. 3 bis. [8]

     Nel riordinamento delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato si dovrà di norma osservare il criterio di configurare le competenze dei vari uffici in modo che si realizzi nei confronti dei capi di uffici equiparati una sostanziale parità qualitativa di attribuzione di compiti e di responsabilità, anche in relazione alla eguaglianza di retribuzione complessiva prevista dalle lettere a) e b) dell'art. 16-bis.

 

          Art. 3 ter. [9]

     La delega al Governo per la revisione e l'ordinamento dei servizi centrali dei Ministeri e per il riordinamento degli uffici periferici dello Stato sarà esercitata di norma contestualmente all'emanazione dei provvedimenti concernenti il trasferimento di funzioni, uffici e personale dello Stato alle regioni e di delega ad esse di funzioni amministrative statali.

 

          Art. 4. [10]

     Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare entro il 30 giugno 1972 uno o più decreti aventi valore di legge ordinaria per disciplinare i singoli procedimenti amministrativi nei vari settori.

     Le norme di tali decreti dovranno ispirarsi al modello della disciplina generale della azione amministrativa da approvarsi con legge con gli adeguamenti resi necessari dalle specifiche esigenze proprie dei singoli settori. Si dovrà sempre tendere alla semplificazione ed allo snellimento delle procedure, in modo da rendere quanto più possibile sollecita ed economica l'azione amministrativa, e a tal fine dovrà realizzarsi, tra l'altro, l'eliminazione delle duplicazioni di competenze, dei concerti non necessari e dei pareri, dei controlli e degli adempimenti in genere, che non siano essenziali per una adeguata valutazione del pubblico interesse o per la consistente tutela degli interessi dei cittadini.

     Il Governo della Repubblica è parimenti delegato a provvedere, entro il 31 dicembre 1973, alla raccolta in testi unici, aventi valore di leggi ordinarie, delle disposizioni in vigore concernenti le singole materie, apportando ove d'uopo alle stesse le modificazioni ed integrazioni necessarie per il loro coordinamento ed ammodernamento, ai fini di una migliore accessibilità e comprensibilità delle norme medesime e sempre con i criteri indicati nel comma precedente.

 

          Art. 5.

     Le istanze o i ricorsi rivolti, nel termine previsto dalla legge, a organi diversi da quello competente ma appartenenti alla medesima amministrazione centrale non sono soggetti a dichiarazione di irricevibilità per scadenza di termine. Tali istanze e ricorsi sono trasmessi d'ufficio all'organo competente.

 

          Art. 6.

     Alla convalida degli atti viziati di incompetenza può provvedersi anche in pendenza di gravame in sede amministrativa e giurisdizionale.

 

          Art. 7.

     All'art. 146 dello statuto degli impiegati civili dello Stato, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, sono apportate le seguenti modificazioni:

     la lettera d) del primo comma è sostituita dalla seguente:

     “d) da rappresentanti del personale in numero pari ad un terzo e comunque non inferiore a quattro, dei componenti di cui alle lettere a), b) e c), da nominare, all'inizio di ogni biennio, con decreto del Ministro. I rappresentanti predetti sono eletti direttamente da tutto il personale secondo un regolamento che sarà emanato sentite le organizzazioni sindacali dei lavoratori. Con la stessa procedura e contestualmente vengono eletti i supplenti. Il supplente sostituisce il rappresentante titolare in caso di assenza o di impedimento di quest'ultimo";

     il secondo comma è sostituito dal seguente:

     "I membri di cui alle lettere a) e b), nei casi di assenza o di legittimo impedimento o di vacanza dei relativi posti sono sostituiti da coloro che secondo i rispettivi ordinamenti ne fanno le veci. Qualora gli stessi membri siano in numero inferiore ad otto, il consiglio di amministrazione è integrato con gli impiegati delle carriere direttive di qualifica più elevata, aventi maggiore anzianità di qualifica";

     l'ottavo comma è sostituito dal seguente:

     "Qualora la situazione dei ruoli dei personali dipendenti non consenta la costituzione del consiglio di amministrazione secondo le norme del primo comma, questo è composto dagli otto impiegati delle carriere direttive di qualifica più elevata, comunque in servizio presso l'amministrazione interessata, aventi maggiore anzianità di qualifica e dai rappresentanti del personale di cui alla lettera d) del primo comma";

     l'ultimo comma è sostituito dal seguente:

     "Il consiglio di amministrazione esercita le attribuzioni stabilite dalla legge in materia di personale anche per quanto riguarda quello ausiliario e quello operaio" [11] .

     Alla ricostituzione dei consigli di amministrazione secondo le norme del presente articolo si provvederà entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.

     Le norme contenute nei precedenti commi, nonchè quelle contenute nel successivo art. 8 sono applicate ai consigli di amministrazione di tutti i Ministeri. Le rappresentanze, con le relative modalità, di cui alla lettera d) del primo comma, sono estese agli organi collegiali comunque denominati che esercitano in tutto o in parte le attribuzioni dei consigli di amministrazione presso il Consiglio di Stato, la Corte dei conti, l'Avvocatura generale dello Stato, l'Istituto centrale di statistica nonchè alle commissioni di avanzamento del personale e organismi similari [12] .

     Nulla è innovato per quanto concerne i consigli di amministrazione delle amministrazioni e aziende autonome dello Stato, che restano disciplinati dai rispettivi ordinamenti salvo quanto previsto alla lettera d) del primo comma per quanto attiene il numero minimo dei rappresentanti del personale e dei membri supplenti [13] .

 

          Art. 8.

     Il consiglio di amministrazione oltre ad esercitare le attribuzioni previste dall'art. 146 dello statuto degli impiegati civili dello Stato, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, esprime parere:

     a) in materia di ordinamento dell'amministrazione centrale e degli organi periferici;

     b) sui conflitti di attribuzione insorti tra direzioni generali;

     c) sulle disposizioni di carattere generale riguardanti l'amministrazione del personale, nonchè sui criteri per la erogazione di interventi assistenziali a favore del personale.

 

          Art. 9.

     Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, decreti aventi valore di legge ordinaria relativi alla composizione dei Gabinetti e delle segreterie particolari dei Ministri e delle segreterie particolari dei sottosegretari di Stato, nonchè alla dotazione di personale degli uffici predetti per ciascuna amministrazione.

     Nella emanazione di tali norme dovranno osservarsi i criteri di cui all'art. 3, primo e terzo comma, ed all'art. 5 del decreto legislativo 10 luglio 1924, n. 1100.

     Agli incarichi di segretario particolare e di capo dell'ufficio stampa potranno essere nominati anche estranei alla pubblica amministrazione.

 

          Art. 10.

     Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro il 31 dicembre 1970, decreti aventi valore di legge ordinaria per il riordinamento delle carriere degli impiegati civili amministrativi e tecnici e delle categorie degli operai delle amministrazioni dello Stato, comprese quelle ad ordinamento autonomo, e per il riassetto del trattamento economico dei dipendenti statali in attività di servizio ed in quiescenza, con l'osservanza dei princìpi e criteri direttivi stabiliti dai successivi articoli da 11 a 15 e 17 e 18 [14] .

     La carriera diplomatica continua ad essere regolata dall'ordinamento speciale di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, salvo le eventuali norme di coordinamento e di adeguamento con le disposizioni da emanarsi in virtù del precedente comma [15] .

     Nel limite dell'attuale consistenza organica complessiva le carriere del personale del CNEL, regolate dal decreto del Presidente della Repubblica 5 agosto 1966, n. 826, saranno riordinate con criteri analoghi a quelli contenuti nelle disposizioni da emanarsi in virtù del primo comma [16] .

 

          Art. 11.

     Le carriere degli impiegati civili e le categorie degli operai dello Stato saranno riordinate con effetto dal 1° luglio 1970 sulla base di qualifiche funzionali, prevedendo, di massima, una riduzione del numero delle attuali qualifiche per tutte le carriere [17] .

     Per le nuove qualifiche che potranno risultare dalla fusione di due o più qualifiche attuali saranno previste di norma altrettante classi di stipendio, paga o retribuzione, raggiungibili allo scadere di adeguati periodi di servizio senza demerito, fermi restando, nell'ambito di ciascuna qualifica o classe, i normali aumenti periodici. Analoghe classi potranno essere previste anche per altre qualifiche, avuto riguardo alla natura del servizio, alla permanenza richiesta nella qualifica ed alla possibilità di ulteriore progressione in carriera [18] .

     I periodi minimi di permanenza in ciascuna qualifica o classe di stipendio ed i sistemi di avanzamento saranno determinati in relazione alle nuove strutture delle carriere ed in modo che le promozioni siano effettuate in base ad obiettivi criteri di valutazione ed ai fini della selezione del personale anche con la eliminazione degli esami di avanzamento [19] .

     Il passaggio alla carriera superiore, con esclusione dei casi nei quali siano richiesti specifici requisiti tecnico-professionali, sarà consentito, anziché alla qualifica iniziale delle carriere direttive e di concetto, alle qualifiche o classi, o posizioni corrispondenti, rispettivamente, alle attuali qualifiche di direttore di sezione e di primo segretario, o assimilati, mediante concorso per esami nella misura di un sesto dei posti disponibili. L'ammissione al concorso sarà subordinata al possesso del titolo di studio richiesto per la carriera superiore, oppure al possesso di requisiti di merito, di anzianità e di qualifica ed al parere favorevole del consiglio di amministrazione. Con gli stessi criteri e modalità sarà consentito il passaggio dalle carriere ausiliarie e dalle qualifiche di operaio o capo operaio a quelle esecutive, alla qualifica, o classe, o posizione corrispondente alla attuale qualifica di primo archivista o assimilata. Le disposizioni del presente comma si applicano anche alle carriere del personale del Ministero degli affari esteri con esclusione di quella diplomatica. Norme di adeguamento saranno disposte, ove occorra, per i personali disciplinati da ordinamenti particolari, compresi quelli delle amministrazioni ad aziende autonome dello Stato [20] .

     Sarà prevista la possibilità, per gli operai comuni, e qualificati, di conseguire il passaggio alla categoria immediatamente superiore, mediante riserva del cinquanta per cento dei posti vacanti. Tale aliquota di posti sarà coperta mediante inquadramento degli operai che, con provvedimento formale, siano stati adibiti per un periodo non inferiore a tre anni, a mansioni della categoria superiore; i posti eventualmente non coperti saranno conferiti mediante concorso prescindendo dal possesso del requisito avanti indicato. Nella prima attuazione, la riserva comprenderà tutti i posti disponibili più un soprannumero pari al dieci per cento della dotazione organica [21] .

     Saranno dettate opportune norme per l'inquadramento del personale nelle nuove qualifiche e classi, garantendo la piena valutazione del servizio prestato e la conservazione delle posizioni giuridiche ed economiche acquisite.

     In relazione alle nuove strutturazioni delle carriere ed a quanto altro potrà derivare dall'applicazione della presente legge, saranno apportate le eventuali necessarie variazioni negli organici dei singoli ruoli. Dovrà, di norma, assicurarsi una struttura uniforme dei ruoli organici, rispettivamente delle carriere di concetto, esecutive e del personale ausiliario delle Amministrazioni dello Stato, tale che alla qualifica terminale delle carriere di concetto ed esecutive sia attribuito un numero di posti pari al dieci per cento della dotazione organica complessiva del rispettivo ruolo ed a quella intermedia pari al quarantacinque per cento, nonchè alla qualifica superiore alla iniziale della carriera del personale ausiliario un numero di posti pari al trenta per cento [22] .

     Con effetto dal 1° gennaio 1971 analoga struttura, con gli opportuni adattamenti più favorevoli in relazione a particolari esigenze, sarà stabilita per i ruoli organici delle carriere di concetto, esecutiva, ausiliaria e per quelle dell'esercizio delle amministrazioni e aziende autonome dello Stato, salvo che per la carriera ausiliaria dell'esercizio dell'Amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni e dell'Azienda di Stato per i servizi telefonici alle cui qualifiche terminale e intermedia saranno attribuiti, rispettivamente, un numero di posti pari al 10 ed al 60 per cento della dotazione organica complessiva [23] .

     Per la prima applicazione della presente legge, nei ruoli in cui esistono soprannumerari le percentuali del 10 per cento e del 45 per cento previste per la terza e la seconda qualifica delle carriere di concetto ed esecutive, e la percentuale del 30 per cento prevista per la seconda qualifica delle carriere ausiliarie vengono proporzionalmente aumentate in maniera da facilitare l'accesso al grado superiore. Tale aumento verrà riassorbito in ragione di un decimo delle vacanze future, a partire dalla qualifica iniziale [24] .

 

          Art. 12.

     In materia di assunzione in ruolo degli impiegati civili amministrativi e tecnici, saranno adottate nuove norme intese a snellire e semplificare le procedure concorsuali, allo scopo di assicurare un più immediato inserimento nella pubblica amministrazione dei giovani, al termine dei corsi di studio.

     A tal fine potranno essere previsti, per le carriere direttive tecniche, concorsi anche per soli titoli, integrati da colloquio e basati in modo particolare sulla valutazione dei giudizi conseguiti nella carriera scolastica.

     La nomina in ruolo dei vincitori sarà subordinata al superamento di appositi corsi di formazione intesi ad integrare la preparazione degli interessati in relazione alle specifiche funzioni cui saranno destinati.

     I concorsi pubblici di ammissione in carriera potranno essere banditi anche per posti d'impiego riferiti a singole regioni, compartimenti o altre circoscrizioni superiori a quella della provincia, con l'obbligo per i vincitori di permanere nella sede di prima assegnazione per un determinato numero di anni.

     Potrà essere prevista la possibilità di concorsi unici per ruoli di carriere corrispondenti, anche se appartenenti a diverse amministrazioni, tenendo conto, ai fini della nomina, delle preferenze indicate dal candidato nella domanda di partecipazione al concorso.

 

          Art. 13. [25]

     Saranno determinati nuovi stipendi, paghe o retribuzioni, ed i relativi periodi di anzianità per conseguirli, per ogni funzione, grado, qualifica o classe, da comprendere in una tabella unica.

     Ai fini suddetti sarà stabilita una scala parametrica nella quale, considerato 100 il valore da attribuire alla qualifica iniziale della carriera ausiliaria, il parametro iniziale e quello terminale delle varie carriere o gruppi di carriere o di categorie non potranno superare quelli indicati nella tabella allegata alla presente legge, salvo le differenziazioni che potranno essere ammesse per le carriere che iniziano o terminano attualmente con uno stipendio, paga o retribuzione superiore a quello normalmente previsto per le corrispondenti carriere o categorie nonchè in relazione a diverse attribuzioni o a particolari collocazioni funzionali.

     I parametri relativi ai singoli gradi o qualifiche saranno determinati, valutando le rispettive attribuzioni e responsabilità, in modo che a parità o equivalenza di mansioni corrisponda uguale trattamento, qualunque sia l'amministrazione o l'azienda di appartenenza.

     Le nuove misure degli stipendi, paghe o retribuzioni, determinate sulla base dei parametri di cui ai precedenti commi e nei limiti di spesa consentiti dalla presente legge, avranno effetto dal 1° luglio 1970.

 

          Art. 14.

     Saranno disciplinati in relazione alle disposizioni contenute nella presente legge, gli effetti dei nuovi stipendi, paghe e retribuzioni sui compensi per lavoro straordinario, sui cottimi e soprassoldi e sui trattamenti aventi carattere di retribuzione, rapportati allo stipendio, paga o retribuzione, fermi restando i normali effetti sugli aumenti periodici, sulla tredicesima mensilità e sulle indennità di licenziamento e di buonuscita.

     Al personale a pieno impiego sarà assicurato, con i nuovi stipendi, paghe o retribuzioni, un miglioramento minimo mensile di lire 10.000 mediante attribuzione, ove occorra, degli aumenti periodici strettamente necessari [26] .

     Ove occorra, saranno attribuiti gli aumenti periodici necessari per evitare che i nuovi stipendi, paghe o retribuzioni, alla data della loro integrale attribuzione, risultino inferiori a quelli che sarebbero spettati qualora l'interessato, alla stessa data, si fosse ancora trovato nella qualifica immediatamente inferiore a quella rivestita o nella qualifica iniziale della carriera.

     Al personale dell'Azienda autonoma delle ferrovie dello Stato saranno applicati i criteri previsti dall'art. 3 della legge 18 febbraio 1963, n. 304 [27] .

 

          Art. 15.

     Le competenze accessorie attualmente previste per particolari categorie di personali, saranno conservate, modificandone eventualmente la disciplina e la misura, solo se rispondano ad uno dei seguenti requisiti:

     a) attengano a prestazioni di lavoro che comportino continua e diretta esposizione a rischi pregiudizievoli per la salute o l'incolumità personale;

     b) competano per funzioni che richiedano in prevalenza maneggio di valori di cassa, quando possano derivarne rilevanti danni patrimoniali;

     c) attengano a prestazioni di lavoro rese in condizioni di particolare disagio, avuto riguardo al luogo, al tempo ed alle modalità delle prestazioni medesime, ovvero comportino assunzione di particolari responsabilità verso terzi per danni alla persona;

     d) compensino oneri direttamente connessi all'esercizio della carica o all'espletamento del servizio;

     e) abbiano carattere incentivante e derivino da effettive economie nelle spese di personale, dovute a maggiore impegno e rendimento delle unità in servizio.

     I criteri stabiliti col precedente comma serviranno altresì di principio generale ai fini delle eventuali successive leggi in materia di indennità accessorie del personale statale.

     Le rimanenti competenze accessorie attualmente previste per particolari categorie di personale saranno conservate, con la stessa disciplina, in misura non superiore nel complesso al 10 per cento dello stipendio, paga o retribuzione tabellari in vigore al 31 dicembre 1968; l'eventuale eccedenza, permanendo le condizioni che avrebbero dato diritto alla competenza accessoria, sarà corrisposta al solo personale in servizio alla data di applicazione della nuova disciplina e sarà riassorbita con i successivi aumenti di stipendio, paga o retribuzione a qualsiasi titolo.

     Le economie che deriveranno dal riassorbimento dell'eccedenza prevista dal precedente comma saranno accantonate per essere periodicamente destinate a favore del personale civile dello Stato.

 

          Art. 16. [28]

     Con uno o più decreti aventi valore di legge ordinaria, da emanare entro il 30 giugno 1972, con l'osservanza dei criteri e principi direttivi appresso indicati, il Governo della Repubblica provvederà a stabilire una nuova disciplina delle funzioni dirigenziali - comprese quelle relative alle amministrazioni ad ordinamento autonomo - e delle attribuzioni esterne ed interne degli uffici centrali e periferici delle Amministrazioni dello Stato in attuazione degli articoli 5, 95, 97 e 98 della Costituzione ed in armonia con la realizzazione del decentramento regionale.

     La nuova disciplina, nell'osservanza ed in attuazione dei principi fissati negli articoli 1, 2 e 3 della presente legge, dovrà prevedere:

     a) la determinazione delle funzioni dirigenziali dei funzionari preposti agli uffici centrali e periferici dei diversi livelli e le loro attribuzioni in ragione della preposizione ad uffici con compiti di direzione amministrativa e tecnica, dei compiti di ricerca e studi, nonchè della responsabilità della vigilanza sull'adempimento degli atti da parte degli uffici dipendenti;

     b) la definizione dei capi delle direzioni generali e degli uffici centrali equiparati e superiori, delle divisioni nonchè dei capi degli uffici periferici, quali organi esterni delle Amministrazioni dello Stato;

     c) l'attribuzione di poteri decisionali, anche definitivi, ai capi degli uffici previsti nella lettera b), fermi i poteri connessi alla supremazia gerarchica generale spettante ai Ministri su tutti gli uffici ed in ordine ad ogni attività del dicastero cui sono preposti, ai sensi dell'art. 95 della Costituzione. In particolare saranno deferiti, nelle materie di competenza dei rispettivi uffici:

     1) ai capi delle direzioni generali e degli uffici centrali e periferici equiparati e superiori: provvedimenti discrezionali che non incidono su scelte ed orientamenti di carattere generale, da determinarsi con le norme delegate, per categorie, genere o specie e limiti di spesa, ferma la facoltà di delega del Ministro per atti di valore superiore, nonchè gli atti vincolati, anche se comportino impegni di spesa;

     2) ai capi delle divisioni o uffici centrali e periferici equiparati e superiori: provvedimenti discrezionali di importanza minore da determinarsi con le norme delegate secondo i criteri di cui al precedente n. 1), nonchè gli atti vincolati, che non eccedano i limiti di spesa da determinarsi con le stesse norme delegate, salvo la facoltà di delega del Ministro o, col suo consenso, del superiore gerarchico per atti di valore superiore.

     Il Ministro ha facoltà di procedere all'annullamento d'ufficio, entro 40 giorni, di propria iniziativa o su denuncia, per vizi di legittimità e alla revoca, per vizi di merito, degli atti emanati dagli stessi funzionari;

     d) la determinazione del numero dei dirigenti, tale che esso non superi quello degli uffici cui possono essere preposti, aumentato del 10 per cento a livello di qualifiche funzionali corrispondenti a direttore generale od equiparato e superiore e del 10 per cento per le altre qualifiche funzionali, corrispondenti a quelle attuali di ispettore generale e capo divisione;

     e) le modalità di conferimento delle funzioni dirigenziali: in particolare sarà previsto che la preposizione alle direzioni generali ed agli uffici centrali e periferici equiparati e superiori sarà conferita o revocata con decreto del Ministro sentito il Presidente del Consiglio dei Ministri ai funzionari aventi la corrispondente qualifica funzionale; quando si tratta di estranei alla amministrazione o di altri dipendenti dello Stato aventi funzioni o qualifica equipollenti o superiori a direttore generale, la preposizione all'ufficio o la revoca sarà effettuata con deliberazione del Consiglio dei Ministri; in questo ultimo caso i prescelti non ricopriranno il posto di ruolo previsto per la qualifica funzionale corrispondente delle amministrazioni interessate.

     La dirigenza d'ufficio a livello inferiore sarà attribuita o revocata con provvedimento del Ministro, sentito il consiglio di amministrazione;

     f) la regolamentazione dei peculiari aspetti dello stato giuridico dei dirigenti che dovrà contenere, tra l'altro, ferma restando la responsabilità penale, civile, amministrativo-contabile e disciplinare la definizione della responsabilità degli stessi per l'esercizio delle rispettive funzioni.

     In particolare sarà previsto che essi sono responsabili sia dell'osservanza degli indirizzi politico-amministrativi emanati dal Governo, sia della rigorosa osservanza dei termini di procedimento previsti dalle disposizioni di legge o di regolamento, sia del conseguimento dei risultati.

     Per i direttori generali o funzionari di qualifica equiparata e superiore, sarà prevista la responsabilità nei confronti del Governo, che potrà disporre in casi particolari il loro collocamento a disposizione o a riposo di autorità, garantendo, in quest'ultimo caso, un particolare trattamento di quiescenza.

     Sarà stabilito un particolare orario di lavoro per i dirigenti;

     g) le nuove denominazioni da attribuirsi alle qualifiche dirigenziali in modo da diversificarle dai titoli con cui verranno denominati i capi degli uffici di cui sopra;

     h) sarà riordinata e potenziata la scuola superiore della pubblica amministrazione in relazione alla necessità di determinare nuovi sistemi di formazione e selezione del personale.

     Sarà previsto l'accesso alla carriera direttiva dei dipendenti appartenenti ad altre carriere che, prescindendo dal titolo di studio, dimostrino di possedere il grado di cultura generale, giuridica e tecnica necessario, fermo restando quanto già previsto all'art. 11.

     Sarà poi previsto che l'accesso a livello dirigenziale corrispondente all'attuale qualifica di direttore di divisione, avvenga mediante corso di formazione dirigenziale con esami finali. Il corso dovrà avere una durata non inferiore ad un anno durante il quale i candidati saranno applicati per congrui periodi di tempo a servizi di amministrazioni pubbliche diverse da quelle di provenienza o inviati presso grandi aziende pubbliche o private per compiere studi di organizzazione aziendale;

     i) le norme transitorie dirette ad attuare il graduale passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento garantendo ai funzionari direttivi in servizio al 30 giugno 1970 la piena valutazione del servizio prestato, la conservazione dei trattamenti economici e delle posizioni giuridiche conseguite e le attuali possibilità di carriera previste dalle norme in vigore e dalle attuali dotazioni organiche; in particolare sarà agevolato l'avanzamento all'attuale qualifica di direttore di divisione dei direttori di sezione che siano tali alla data del 31 dicembre 1970 e che a tale data abbiano prestato almeno dieci anni di servizio o abbiano superato il concorso di merito distinto o l'esame di idoneità.

     Saranno inoltre dettate norme per agevolare l'avanzamento alla qualifica immediatamente superiore degli impiegati che a domanda passeranno alle dipendenze delle regioni, salvo la competenza delle stesse in materia di organizzazione degli uffici.

     Per adeguare il numero degli impiegati direttivi alle esigenze future, oltre alle riduzioni di personale conseguenti al trasferimento alle regioni degli uffici centrali e periferici dello Stato per effetto dell'attuazione dell'ordinamento regionale e per la delega di funzioni amministrative ai sensi dell'art. 118 della Costituzione, e di quelle conseguenti all'applicazione della legge 24 maggio 1970, n. 336, saranno dettate norme per favorire l'esodo volontario, con concessione di particolari incentivi anche ai fini del trattamento di previdenza e di quiescenza.

     Sarà, infine, agevolato il passaggio da una ad altra amministrazione.

     La struttura della residua carriera direttiva inferiore a quella dirigenziale sarà articolata in modo che gli impiegati, che non conseguano l'accesso al primo livello dirigenziale, abbiano una qualifica terminale, con connesso trattamento economico superiore a quello iniziale di dirigente.

 

          Art. 16 bis. [29]

     Contemporaneamente alle norme di cui al precedente art. 16, il Governo della Repubblica è autorizzato ad emanare, anche con separati decreti, norme aventi il valore di legge ordinaria per stabilire:

     a) il trattamento economico dei funzionari direttivi aventi qualifiche di direttore generale o equiparata e superiore, che, mediante la realizzazione dello stipendio onnicomprensivo, attui il principio della chiarezza retributiva; sarà previsto tra l'altro il divieto di percepire indennità, proventi e compensi spettanti ai predetti funzionari a qualsiasi titolo in connessione con la loro carica, salvo che abbiano carattere di generalità per tutti gli impiegati civili dello Stato; l'importo delle indennità, proventi e compensi dei quali è vietata la percezione sarà versato in conto entrate al Tesoro;

     b) il trattamento economico dei funzionari preposti agli altri livelli dirigenziali inferiori (ispettori generali, capi divisione) sarà ispirato al principio della chiarezza retributiva e sarà costituito da due voci:

     la prima costituita dallo stipendio base, che sarà determinato in relazione e secondo l'importanza delle funzioni, senza alcun riferimento ai rapporti interni indicati nel successivo articolo 16-ter;

     la seconda, da una indennità di funzione connessa all'effettivo esercizio delle funzioni dirigenziali sostitutiva di tutte le indennità, proventi e compensi, spettanti ai predetti funzionari a qualsiasi titolo in connessione alla loro carica, salvo che abbiano carattere di generalità per tutti gli impiegati civili dello Stato.

     L'importo dell'indennità, dei proventi e dei compensi, dei quali è vietata la percezione, dovrà essere versato in conto entrate del Tesoro.

     Il nuovo trattamento economico per il personale di cui alle lettere a) e b) del precedente primo comma avrà attuazione graduale a decorrere dal 1° gennaio 1971 e fino al 31 dicembre 1972, e comunque non prima del conferimento della funzione dirigenziale.

     Con effetto dalla data di attribuzione del trattamento definitivo, sarà disposta, sulla base del trattamento stesso, la riliquidazione del personale già in quiescenza effettuando le relative operazioni non oltre il 31 dicembre 1973.

 

          Art. 16 ter. [30]

     Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare entro il 31 dicembre 1970 uno o più decreti aventi valore di legge ordinaria per la disciplina del trattamento economico del personale di cui alla legge 24 maggio 1951, numero 392; esso sarà determinato, con effetto dal 1° luglio 1970, secondo il criterio della chiarezza retributiva e della onnicomprensività di cui alla lettera a) dell'art. 16-bis, in relazione alle scale dei rapporti risultanti dalla legge 24 maggio 1951, n. 392, per le categorie di magistrati di cui alla tabella A e per le corrispondenti qualifiche del personale di cui alla tabella D, equiparandosi, a tutti gli effetti, il trattamento dei consiglieri di Cassazione a quello definitivamente spettante in applicazione del precedente art. 16-bis ai funzionari con qualifica di direttore generale o equiparata.

     Sarà previsto l'adeguamento automatico del trattamento economico come sopra fissato alle variazioni del trattamento dei funzionari con qualifica di direttore generale o equiparata.

     Restano ferme le disposizioni dell'art. 21 del regio decreto 30 ottobre 1933, n. 1611.

     Ai fini dell'applicazione delle norme di cui al presente articolo dovranno osservarsi le norme dettate dall'art. 14, ultimo comma, nonchè quelle relative alla conservazione dei trattamenti economici e delle posizioni giuridiche conseguite, previste dalla lettera i) dell'art. 16.

 

          Art. 16 quater. [31]

     Con legge da presentare entro il 31 ottobre 1972 saranno emanate per gli ufficiali delle forze armate e dei Corpi di polizia dello Stato disposizioni che:

     attuino, con gli adattamenti richiesti dalle caratteristiche peculiari degli ordinamenti militari, criteri analoghi a quelli indicati nel precedente art. 16;

     stabiliscano riduzioni di talune categorie di personale compatibilmente con la piena efficienza delle forze armate e dei Corpi di polizia, necessaria per l'assolvimento dei compiti istituzionali;

     estendano il trattamento economico e la disciplina previsti per il personale di cui alla lettera a) dell'art. 16-bis ai generali di divisione o gradi corrispondenti e superiori;

     adeguino, con i necessari adattamenti in rapporto ai diversi profili di carriera ed alle particolari condizioni di impiego, il trattamento economico degli ufficiali dei restanti gradi a quello del personale direttivo.

     Le disposizioni di carattere economico dovranno avere le stesse decorrenze che saranno stabilite per i funzionari direttivi. Con effetto dalla data di attribuzione del trattamento definitivo, sarà disposta, sulla base del trattamento stesso, la riliquidazione delle pensioni del personale già in quiescenza, effettuando le relative operazioni non oltre il 31 dicembre 1973.

 

          Art. 17.

     Per le cessazioni dal servizio successive al 31 agosto 1971 sarà disposta la liquidazione dei trattamenti ordinari di quiescenza sulla base degli stipendi, paghe o retribuzioni in vigore alla data della cessazione dal servizio e degli altri eventuali assegni pensionabili spettanti alla data stessa. Gli stessi stipendi, ridotti del 10 per cento, saranno considerati anche ai fini della determinazione dell'assegno mensile spettante, in aggiunta al trattamento di quiescenza, al personale militare al quale è dovuto il trattamento economico di sfollamento [32] .

     Con effetto dal 1° settembre 1971, sarà disposta la riliquidazione delle pensioni e degli altri assegni ordinari relativi a cessazioni dal servizio verificatesi anteriormente a tale data, sulla base degli stipendi, paghe o retribuzioni che risulteranno, alla data medesima, dall'attuazione della presente legge e degli altri eventuali assegni pensionabili in vigore alla stessa data. Sulle pensioni ed assegni non assoggettabili a riliquidazione sarà disposta la concessione, con la predetta decorrenza dal 1° settembre 1971, di un aumento percentuale in relazione al miglioramento che deriverà sulle pensioni e sugli assegni soggetti a riliquidazione. Fino a quando non sarà in pagamento la nuova pensione risultante dalla riliquidazione prevista dal presente comma, sarà corrisposto, con effetto dal 1° settembre 1971, un acconto sul beneficio conseguente alla riliquidazione stessa ragguagliato ad una aliquota della pensione in godimento, salvo conguaglio all'atto del pagamento della nuova pensione [33] .

     Per l'attuazione di quanto previsto nei precedenti commi saranno osservati, in quanto applicabili e con le modifiche che si renderanno necessarie, i criteri stabiliti dai successivi articoli per la liquidazione e riliquidazione delle pensioni dal 1° marzo 1968.

     Con effetto dal 1° settembre 1971 sarà provveduto al coordinamento, con le modifiche che si renderanno necessarie, anche per quanto attiene al diritto, delle norme riguardanti l'attribuzione degli assegni accessori previsti per i pensionati, compresa la tredicesima mensilità [34] .

     Con successiva legge sarà provveduto al riordinamento della materia concernente la liquidazione delle pensioni ad onere ripartito fra lo Stato ed altri enti relative a cessazioni dal servizio alle dipendenze di questi ultimi, prevedendo eventualmente il versamento all'ente, in valore capitale, della quota di pensione dovuta dallo Stato per i servizi ad esso resi, da liquidarsi in base alle norme statali.

     La perdita della cittadinanza italiana non comporta per i dipendenti dello Stato la perdita del diritto al trattamento di quiescenza.

 

          Art. 18.

     Il trattamento economico delle categorie sottoindicate sarà riveduto in modo da apportarvi gli adeguamenti eventualmente necessari, anche per quanto riguarda la disciplina e la misura, in relazione a quanto previsto dalla presente legge per il trattamento economico delle categorie o qualifiche prese a riferimento ai fini della determinazione dell'attuale trattamento:

     a) ricevitori del lotto ed altro personale statale retribuito ad aggio o in base a coefficienti riferiti alla entità e durata delle prestazioni;

     b) assuntori ferroviari di cui agli articoli 1 e 8 della legge 30 dicembre 1959, n. 1236, e successive modificazioni;

     c) ufficiali giudiziari e aiutanti ufficiali giudiziari;

     d) personale aggregato delle carceri;

     e) incaricati marittimi e delegati di spiaggia;

     f) personale impiegatizio non di ruolo, anche a contratto, il cui trattamento di carattere fondamentale non sia stabilito con le tabelle allegate al decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1965, n. 749.

 

          Art. 19.

     Potranno essere emanate le opportune norme intese a favorire l'esodo volontario del personale dello Stato delle varie carriere.

 

          Art. 20.

     Con decorrenza dal 1° marzo 1968 e fino alla data dalla quale avranno effetto le nuove misure degli stipendi, paghe e retribuzioni di cui all'ultimo comma del precedente art. 13, al personale in attività di servizio delle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, compreso quello di cui alla legge 24 maggio 1951, n. 392, e successive modificazioni, è concesso un assegno integrativo mensile non pensionabile, da corrispondersi anche con la tredicesima mensilità, in misura ragguagliata al 3 per cento dello stipendio, paga o retribuzione mensili iniziali e comunque non superiore a lire 8.000, assicurando, al personale a pieno impiego, un minimo di lire 3.000, elevato a lire 5.000 per il personale di cui agli articoli 1 e 8 della legge 30 dicembre 1959, n. 1236, e successive modificazioni [35] .

     L'assegno integrativo di cui al precedente comma è ridotto nella stessa proporzione della riduzione dello stipendio nei casi di aspettativa, di congedo straordinario o di altra posizione di stato che importi riduzione dello stipendio, ed e sospeso in tutti i casi di sospensione del medesimo.

     Con decreti dei Ministri interessati, di concerto con quello per il tesoro, saranno disciplinate, sulla base dei criteri e nei limiti stabiliti dai precedenti commi, l'attribuzione e la misura dell'assegno integrativo mensile di cui al presente articolo nei riguardi dei personali di cui al precedente art. 18.

     Resta fermo il disposto di cui alla legge 1° agosto 1969, n. 464 [36] .

 

          Art. 21.

     Con effetto dalla data di entrata in vigore della presente legge, coloro i quali, comunque assunti o denominati, con retribuzione su fondi stanziati nel bilancio di previsione della spesa del Ministero delle finanze, prestino servizio presso gli uffici dell'amministrazione stessa almeno dal 1° marzo 1968 e siano in possesso di tutti i requisiti prescritti ad eccezione dei limiti di età, sono collocati con la qualifica di diurnista, a seconda del titolo di studio posseduto e delle mansioni svolte, nelle categorie del personale non di ruolo previste dalla tabella I allegata al regio decreto-legge 4 febbraio 1937, n. 100 , e successive modificazioni ed integrazioni.

     Al personale predetto è attribuito il trattamento giuridico e quello economico iniziale stabilito per gli impiegati non di ruolo della corrispondente categoria di inquadramento. Agli stessi si applicano le disposizioni di cui al decreto legislativo 7 aprile 1948, n. 262, e successive modificazioni ed integrazioni.

 

          Art. 22. [37]

     Al personale delle Amministrazioni dello Stato, comprese quelle ad ordinamento autonomo, è attribuito dal 1° luglio 1970, se più favorevole, lo stipendio, paga o retribuzione che gli sarebbe spettato qualora fosse stato promosso alla qualifica rivestita dopo tale data.

     Nei confronti dello stesso personale cessato dal servizio prima del 2 luglio 1970, si considera goduto, se più favorevole, ai fini della riliquidazione delle pensioni e degli altri assegni ordinari di cui al secondo comma dell'art. 17 e della indennità di buonuscita l'ultimo stipendio o paga o retribuzione che gli sarebbe spettato nella ipotesi contemplata dal precedente comma.

     Il personale che abbia titolo ai benefici previsti dai precedenti commi deve farne richiesta, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, all'amministrazione di appartenenza per i dipendenti in attività di servizio, o all'ufficio che liquida la pensione per quelli in quiescenza.

     Per quanto concerne gli operai delle Amministrazioni dello Stato, comprese quelle ad ordinamento autonomo, è attribuita loro, dal 1° maggio 1968, nella categoria di appartenenza, se più favorevole, la paga che sarebbe spettata se il passaggio o la nomina o l'inquadramento alle categorie superiori fosse avvenuto con effetto dal 2 maggio 1968. Restano ferme le decorrenze degli eventuali successivi passaggi a categorie superiori.

 

          Art. 23. [38]

     Con effetto dal primo giorno del mese successivo a quello di entrata in vigore della presente legge, le disposizioni contenute negli articoli 2, 10, 11, 12, 13, 14, 15 e 17 e nella tabella B del decreto del Presidente della Repubblica 18 novembre 1965, n. 1480, riguardanti il personale operaio del Ministero della difesa, estese al corrispondente personale del Ministero degli affari esteri con il decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, nonchè al personale operaio del Ministero dei lavori pubblici, con la legge 6 agosto 1967, n. 698, si applicano, altresì, nei confronti del personale operaio delle rimanenti amministrazioni dello Stato, comprese quelle con ordinamento autonomo, ove regolato fondamentalmente dalla legge 5 marzo 1961, n. 90.

     Gli operai che, alla data medesima risultino inquadrati nella 4 e 5 categoria di cui all'art. 2 della legge 5 marzo 1961, n. 90, sono collocati, anche in soprannumero, nella categoria degli operai comuni della rispettiva pianta organica, ferma restando, anche agli effetti degli aumenti periodici della paga, l'anzianità di servizio posseduta nella categoria di provenienza.

     Con effetto dalla stessa data cessano di avere applicazione le disposizioni di cui: agli articoli 11, primo comma, punti 1) e 2), e 14 della legge 19 gennaio 1942, n. 22; agli articoli 1 e 2 della legge 12 febbraio 1948, n. 147; all'art. 8 della legge 30 ottobre 1953, n. 841; all'art. 10, quarto e quinto comma, del decreto del Presidente della Repubblica 11 gennaio 1956, n. 19; agli articoli 29 e 30 della legge 5 marzo 1961, n. 90, salvo quanto previsto dall'art. 13, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 18 novembre 1965, n. 1480.

     Con decreto del Ministro per il tesoro, di concerto con il Ministro per il lavoro e la previdenza sociale, saranno trasferite alla gestione assistenza sanitaria dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza ai dipendenti dello Stato tutte le attività della gestione indennità ed assegni ai salariati dell'ente medesimo.

     L'importo della paga annua lorda dell'operaio specializzato previsto dall'art. 12, settimo comma, della legge 6 agosto 1967, n. 698, è rettificato, con effetto dal 1° gennaio 1968, in lire 956.600.

     Entro il 31 marzo 1971 sarà emanata la tabella dei mestieri degli operai dello Stato da disporsi ai sensi dell'art. 2 della legge 5 marzo 1961, n. 90, con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministro per il tesoro [39] .

 

          Art. 24.

     I posti dei militari di truppa dell'Arma dei carabinieri, del Corpo della guardia di finanza, del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza e del Corpo degli agenti di custodia sono resi cumulativi in unico organico per l'Arma e per ciascuno dei Corpi predetti.

     Fermo restando il possesso degli altri requisiti prescritti dalle rispettive norme di avanzamento, nell'Arma e Corpi predetti l'ammissione al giudizio per la promozione a ruolo aperto ad appuntato ha luogo al compimento dei seguenti periodi di servizio prestati nell'Arma o Corpo di appartenenza: 20 anni nel 1968; 19 anni nel 1969; 18 anni nel 1970; 17 anni nel 1971; 16 anni nel 1972; 15 anni nel 1973; 14 anni dal 1974 in poi [40] .

     Agli effetti del raggiungimento del limite di servizio di cui al comma precedente, per le guardie scelte del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza sono computati anche i servizi temporanei ed ausiliari di polizia resi anteriormente alla data di inquadramento nel ruolo.

 

          Art. 25. [41]

     Entro un biennio dalla data di entrata in vigore della legge concernente provvedimenti finanziari per l'attuazione delle regioni a statuto ordinario, il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, anche con separati decreti, norme aventi valore di legge ordinaria, allo scopo di provvedere alla revisione dei ruoli organici degli impiegati civili e degli operai delle Amministrazioni dello Stato, con osservanza dei seguenti criteri direttivi:

     1) le dotazioni organiche in particolare delle amministrazioni centrali dovranno essere determinate esclusivamente in relazione alle effettive esigenze di servizio ed in base a rigorosi criteri di funzionalità e con la effettiva riduzione o soppressione dei posti richiesta dal trasferimento di funzioni, uffici e personale dello Stato alle regioni o dalla delega ad esse di funzioni amministrative statali;

     2) dovrà procedersi all'unificazione dei ruoli, centrali e periferici, della stessa amministrazione, quando essi si riferiscano a carriere dello stesso ordine con funzioni analoghe.

     Sarà sentito il Consiglio superiore della pubblica amministrazione, che dovrà pronunciarsi anche sulla possibilità di provvedere alle sopravvenute esigenze dei servizi mediante il trasferimento di personale da una amministrazione all'altra. Si prescinderà dal parere del Consiglio superiore se non sarà espresso entro trenta giorni dalla richiesta.

     Alla revisione e, ove occorra, all'ampliamento dei ruoli organici degli impiegati civili e degli operai delle Amministrazioni della pubblica istruzione, dell'aviazione civile e delle partecipazioni statali nonchè dei ruoli del personale civile degli istituti di prevenzione e pena e di quelli del personale di dattilografia ed ausiliario degli uffici giudiziari dell'Amministrazione della grazia e giustizia, si provvederà comunque entro il 31 marzo 1971. I posti saranno ricoperti con trasferimento da altre amministrazioni e, ove ciò non sia possibile, con assunzione mediante pubblico concorso.

     A successive eventuali modificazioni dei ruoli organici di una o più amministrazioni -- comprese quelle ad ordinamento autonomo -- in relazione al mutare delle effettive esigenze dei servizi ed alla ulteriore delega di funzioni amministrative statali alle regioni potrà provvedersi con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con i Ministri interessati e quello per il tesoro, sentito il Consiglio superiore della pubblica amministrazione, sempre che dalle modifiche stesse non consegua un aumento del personale ma una diminuzione dell'onere globale previsto per le spese del personale di ruolo delle amministrazioni interessate.

     Il numero dei dirigenti del livello intermedio non potrà superare il numero degli uffici centrali e periferici da dirigere, aumentato di tre unità per ogni direzione generale o ufficio centrale equiparato e da una unità per ogni ufficio periferico retto da dirigente con qualifica equiparata a direttore generale.

 

          Art. 26.

     Il passaggio di personale previsto dall'art. 199, secondo comma, del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, è consentito anche per il personale appartenente alle carriere direttive.

 

          Art. 27.

     Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro per il tesoro, sentito il Consiglio superiore della pubblica amministrazione, è annualmente stabilito, per tutte le amministrazioni dello Stato, comprese quelle con ordinamento autonomo, il numero dei posti da mettere a concorso per i singoli ruoli delle carriere degli impiegati civili amministrativi e tecnici e degli operai dello Stato, in relazione alle effettive esigenze di ciascuna amministrazione.

 

          Art. 28.

     Con successiva legge si provvederà alla disciplina dell'orario di lavoro per i dipendenti civili dello Stato al fine di assicurare maggiore produttività e rendimento.

     Con appositi provvedimenti legislativi saranno dettate norme per la graduale revisione degli orari di lavoro dei settori di attività che comportano attualmente, per il personale impiegatizio e salariato, una durata superiore alle 40 ore settimanali.

 

          Art. 29.

     Per le cessazioni dal servizio che avverranno a partire dal 1° marzo 1968 e fino al 31 agosto 1971, la liquidazione dei trattamenti ordinari di quiescenza si effettua sulla base degli stipendi, delle paghe o delle retribuzioni e degli altri eventuali assegni pensionabili in vigore alla predetta data del 1° marzo 1968. Gli stessi stipendi, paghe o retribuzioni, ridotti del 10 per cento, si considerano ai fini della determinazione dell'assegno mensile spettante, in aggiunta al trattamento di quiescenza, al personale militare al quale e dovuto il trattamento economico di sfollamento [42] .

 

          Art. 30.

     L'assunzione di responsabilità di Governo da parte di dipendente dello Stato, non comporta modifiche di coefficienti nel trattamento di quiescenza a lui spettante nella qualifica di appartenenza.

     Restano salvi i diritti spettanti al dipendente dello Stato inerenti alla funzione parlamentare.

 

          Art. 31.

     Le pensioni ordinarie e gli assegni vitalizi, temporanei e rinnovabili, a carico dello Stato, del Fondo pensioni delle ferrovie dello Stato o dell'amministrazione ferroviaria, del Fondo per il culto, del Fondo di beneficenza e di religione della città di Roma, dell'Azienda dei patrimoni riuniti ex economali, degli Archivi notarili e del cessato Commissariato dell'emigrazione, relativi a cessazioni dal servizio verificatesi anteriormente al 1° marzo 1968 sono riliquidati d'ufficio con effetto dalla data medesima, dalle amministrazioni competenti con decreto ministeriale soggetto al controllo della Corte dei conti.

     Il decreto di riliquidazione delle pensioni, all'atto dell'inoltro agli organi di controllo, è comunicato con ruolo provvisorio di variazione alla direzione provinciale del tesoro per la disposizione del pagamento della nuova pensione, salvo conguaglio per eventuali rettifiche.

 

          Art. 32.

     La riliquidazione prevista dal precedente articolo si effettua:

     1) considerando, in sostituzione degli stipendi, paghe o retribuzioni ed altri eventuali assegni calcolati nella precedente liquidazione o riliquidazione, gli stipendi, paghe o retribuzioni e gli altri eventuali assegni pensionabili in vigore al 1° marzo 1968;

     2) applicando le disposizioni in vigore al 1° marzo 1968;

     3) lasciando invariato il numero di anni di servizio e la percentuale considerati nella precedente liquidazione o riliquidazione;

     4) mantenendo fermo il grado, o, in mancanza, la qualifica, nonchè la posizione giuridica rivestiti alla data di cessazione dal servizio;

     5) lasciando invariato l'importo degli assegni personali pensionabili considerati nella precedente liquidazione o riliquidazione, che derivino dall'applicazione dell'art. 4 del regio decreto-legge 11 novembre 1923, n. 2395, dall'art. 202 del decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, o da altre analoghe disposizioni;

     6) adottando per il personale delle Ferrovie dello Stato le opportune norme allo scopo di tener conto delle competenze accessorie da computare ai fini della ritenuta per il fondo pensioni ai sensi del regio decreto-legge 19 luglio 1924, n. 1322, nonchè ai fini della liquidazione delle pensioni stesse.

     Nei riguardi dei professori universitari di ruolo cessati dal servizio anteriormente al 31 ottobre 1961 e dei loro superstiti, nonchè del personale insegnante della scuola elementare, dei direttori didattici e degli ispettori scolastici, del personale direttivo ed insegnante della scuola secondaria ed artistica, del personale direttivo dei convitti nazionali e degli educandati femminili dello Stato cessati dal servizio anteriormente al 30 settembre 1961 e dei loro superstiti, la riliquidazione delle pensioni si effettua tenendo conto:

     a) per i professori universitari, della classe di stipendio spettante, in relazione all'anzianità di servizio utile per la progressione in carriera, secondo quanto previsto dalla tabella B annessa alla legge 18 marzo 1958, n. 311, modificata negli ex coefficienti e relativi stipendi in applicazione dell'art. 1 della legge 26 gennaio 1962, n. 16, e successive disposizioni;

     b) per il restante personale indicato nel presente comma, della classe di stipendio spettante, in relazione all'anzianità di servizio utile per la progressione in carriera, secondo quanto previsto dalle tabelle A, B, C, C1, D ed E annesse alla legge 13 marzo 1958, n. 165, modificate negli ex coefficienti e relativi stipendi in applicazione dell'art. 1 della legge 28 luglio 1961, n. 831, e successive disposizioni.

     Nei confronti dei graduati e militari di truppa dell'Arma dei carabinieri, del Corpo della guardia di finanza, del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza, del Corpo degli agenti di custodia e del personale dei gradi corrispondenti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato, cessati dal servizio anteriormente al 1° gennaio 1964, l'assimilazione delle paghe si effettua con i criteri stabiliti dall'art. 3 della legge 3 novembre 1963, n. 1543.

 

          Art. 33.

     Nei riguardi dei pensionati ex dipendenti delle cessate gestioni statali del dazio di consumo contemplati dalla legge 22 dicembre 1952, n. 3595, la riliquidazione della pensione prevista dal precedente art. 31 si effettua sulla base della totalità del servizio prestato e le pensioni risultanti dalla riliquidazione medesima sono a carico dello Stato, salvo per la somma già a carico dei comuni alla data del 29 febbraio 1968. Analogo criterio è seguito nei riguardi degli altri titolari di pensioni o assegni a onere ripartito per i quali abbia trovato applicazione il disposto dell'art. 4 della legge 27 settembre 1963, n. 1315.

 

          Art. 34.

     Le pensioni, le quote di pensioni e gli assegni di cui al primo comma dell'art. 28 del decreto del Presidente della Repubblica 11 gennaio 1956, n. 20, sono aumentati, con effetto dal 1° marzo 1968, in ragione del 65 per cento. Tale aumento si applica, con la predetta decorrenza, anche sul sussidio di quiescenza, di cui all'art. 22 della legge 18 ottobre 1942, n. 1047, e successive modificazioni, escludendo dall'aumento stesso il carovita previsto dall'art. 1 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 21 settembre 1947, n. 1088, e successive modificazioni; il relativo onere è a carico del fondo di cui all'art. 77 del decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1952, n. 656.

     L'aliquota del 65 per cento prevista dal precedente comma non si applica nei confronti dei titolari di pensioni o quote di pensioni od assegni che non avevano titolo all'integrazione temporanea ed è ridotta al 33 per cento nei casi in cui non si aveva titolo all'elevazione dell'integrazione temporanea disposta con decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1965, n. 754.

     Le pensioni tabellari dei graduati e militari di truppa e dei loro superstiti, già liquidate o da liquidarsi, sono aumentate nella misura del 15 per cento, con effetto dal 1° marzo 1968.

     Le pensioni, le quote di pensioni, gli assegni ed il sussidio di quiescenza di cui al presente articolo non sono soggetti alla riliquidazione prevista dal precedente art. 31.

 

          Art. 35.

     L'assegno mensile di cui all'art. 26, ultimo comma, della legge 8 aprile 1952, n. 212, dovuto, in aggiunta al nuovo trattamento di quiescenza, al personale militare al quale compete il trattamento economico di sfollamento, è riliquidato, con effetto dal 1° marzo 1968, tenendo conto, per quanto riguarda il trattamento di attività, delle seguenti competenze:

     stipendio o paga in vigore al 1° marzo 1968, ridotto del 10 per cento;

     quote di aggiunte di famiglia;

     indennità militare nelle misure vigenti al 1° marzo 1968;

     assegno personale di sede, nei confronti di coloro per i quali l'assegno stesso sia calcolato e che al 1° marzo 1968 risiedono in comune con popolazione non inferiore a 700.000 abitanti.

 

          Art. 36.

     Con effetto dal 1° marzo 1968 sono abrogati: la legge 27 settembre 1963, n. 1315; l'art. 4 della legge 10 agosto 1964, n. 662; la legge 26 maggio 1965, n. 583 ed il decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1965, n. 754, nonchè l'art. 6 della legge 30 gennaio 1963, n. 43.

     L'integrazione temporanea e l'assegno temporaneo previsti dalle norme di cui al precedente comma continuano ad essere corrisposti a titolo di acconto, anche dopo il 1° marzo 1968, salvo successivi conguagli, sino al pagamento della nuova pensione o assegno di pensione e dell'eventuale assegno personale di cui al successivo art. 37.

 

          Art. 37.

     Nei riguardi dei titolari di pensioni o assegni, cessati dal servizio con decorrenza anteriore al 1° marzo 1968, viene conservata a titolo di assegno personale, non riversibile, da riassorbire in occasione di successivi miglioramenti, l'eventuale differenza fra l'importo complessivo mensile netto del trattamento di quiescenza in godimento al 29 febbraio 1968, e quello risultante dopo l'applicazione dei precedenti articoli dal 31 al 36. Nel raffronto fra i due trattamenti non si considerano le quote di aggiunta di famiglia e l'indennità integrativa speciale di cui alla legge 27 maggio 1959, n. 324, e successive modificazioni, né l'assegno di caroviveri.

     L'assegno personale di cui al precedente comma è soggetto soltanto al bollo per tassa di quietanza e va corrisposto anche con la tredicesima mensilità spettante ai titolari di pensioni ordinarie ai sensi della legge 26 novembre 1953, n. 876.

     Nei confronti del personale al quale si applica l'art. 5 del decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1965, n. 758, la pensione risultante dalla riliquidazione o dall'aumento percentuale è corrisposta nei limiti del trattamento netto in godimento al 29 febbraio 1968.

 

          Art. 38.

     I precedenti articoli dal 29 al 37 si applicano anche ai titolari di pensione a carico del fondo per il trattamento di quiescenza al personale degli uffici locali, ai titolari di agenzia, ai ricevitori ed ai portalettere, di cui all'art. 77 del decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1952, n. 656, nonchè ai titolari di assegni integrativi di carattere continuativo a carico della cassa integrativa di previdenza per il personale telefonico statale di cui al decreto legislativo 22 gennaio 1947, n. 134. Il relativo onere è a carico del fondo e della cassa predetti.

 

          Art. 39.

     L'aumento di pensione e l'eventuale assegno personale derivanti dall'applicazione dei precedenti articoli dal 31 al 37 non vanno computati:

     ai fini di quanto disposto dagli articoli 2, ultimo comma, e 3, ultimo comma, del decreto legislativo luogotenenziale 21 novembre 1945, n. 722, e successive modificazioni, dall'art. 2, secondo comma, del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 27 novembre 1947, n. 1331, e successive modificazioni, nonchè dall'art. 7 della legge 10 febbraio 1962, n. 66;

     per la determinazione del limite di reddito previsto dall'art. 6 della legge 25 novembre 1964, n. 1266.

 

          Art. 40.

     Nei riguardi del personale contemplato dall'art. 7 della legge 13 giugno 1952, n. 690, nonchè dall'art. 26 della legge 13 marzo 1958, n. 165, dall'art. 7 della legge 16 luglio 1960, n. 727 e dall'art. 1 della legge 20 dicembre 1962, n. 1743, la differenza tra il trattamento di quiescenza dovuto secondo le norme dei regolamenti comunali e quello previsto dalle norme concernenti gli impiegati civili dello Stato resta a carico delle amministrazioni comunali ed è determinata e corrisposta direttamente dalle stesse, agli aventi diritto, per le pensioni decorrenti dal 1° agosto 1954 in poi con effetto dalla stessa data.

 

          Art. 41.

     Sulle quote di pensioni liquidate o da liquidarsi a carico dello Stato ai titolari di pensione ad onere ripartito con altri enti, per cessazioni dal servizio alle dipendenze degli enti stessi, non è dovuta, dal 1° gennaio 1968, la tredicesima mensilità prevista a favore dei pensionati dalla legge 26 novembre 1953, n. 876, quando nella liquidazione della pensione siano state o vengano considerate mensilità aggiuntive allo stipendio annuo.

 

          Art. 42.

     Il supplemento di pensione di cui all'art. 2 del regio decreto 7 dicembre 1923, n. 2590, è liquidato, a decorrere dal 1° marzo 1968, in valore capitale da determinare moltiplicando per dieci l'importo annuo del supplemento stesso per gli aventi diritto nei casi di cessazione dal servizio anteriori alla suddetta data e per quindici nei casi di cessazione a partire dalla data medesima.

 

          Art. 43.

     Per accelerare la riliquidazione delle pensioni prevista nel precedente art. 31 ed il pagamento delle pensioni stesse, sono autorizzate prestazioni straordinarie da retribuire con i compensi per lavoro straordinario, nei limiti massimi di orario e di spesa mensili previsti dalle vigenti disposizioni nonchè con i compensi speciali di cui all'art. 6 del decreto legislativo presidenziale 27 giugno 1946, n. 19, per le prestazioni eccezionali, rese con il sistema del cottimo, in eccedenza ai limiti mensili predetti.

     Il Ministro per il tesoro stabilirà, d'intesa con le amministrazioni interessate, i criteri e le modalità per la esecuzione dei lavori inerenti alla riliquidazione delle pensioni e, con propri decreti, provvederà alle occorrenti variazioni di bilancio.

 

          Art. 44. [43]

     Ai fini dell'attuazione della presente legge e dei provvedimenti delegati connessi, l'onere a carico del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 1968 resta stabilito in lire 100 miliardi e -- tenuto anche conto degli oneri di cui alla legge 1° agosto 1969, n. 464 -- la spesa aggiuntiva per ciascuno degli anni successivi, rispetto al precedente, resta fissata in lire 134,4 miliardi per l'anno 1969, in lire 195 miliardi per l'anno 1970, in lire 277,6 miliardi per l'anno 1971, in lire 105,7 miliardi per l'anno 1972, in lire 13,5 miliardi per l'anno 1973 ed in lire 8,4 miliardi per l'anno 1974.

     Per le materie di cui alle lettere a) e b) dell'art. 16-bis ed all'art. 25, i provvedimenti delegati determineranno l'onere conseguente ed i relativi mezzi di copertura.

 

          Art. 44 bis. [44]

     I dipendenti civili dello Stato hanno diritto di riunione nell'unità amministrativa, o di esercizio di servizi o di produzione industriale, durante l'orario di lavoro nei limiti di dieci ore annue. Per le ore di partecipazione alle assemblee verrà corrisposta la normale retribuzione.

     Le riunioni - che possono riguardare la generalità dei lavoratori o gruppi di essi - sono indette singolarmente o congiuntamente dalle organizzazioni sindacali rappresentate nel consiglio d'amministrazione con ordine del giorno su materie di interesse sindacale e del lavoro, secondo l'ordine di precedenza delle convocazioni, comunicate al dirigente l'unità di cui sopra.

     Alle riunioni possono partecipare, previo preavviso, dirigenti della organizzazione sindacale, anche non dipendenti dalla pubblica amministrazione.

 

          Art. 45. [45]

 

          Art. 46. [46]

 

          Art. 47. [47]

 

          Art. 48. [48]

 

          Art. 49.

     Nelle sedi centrali e periferiche delle Amministrazioni di cui al precedente art. 45 è concesso alle varie organizzazioni sindacali del personale civile dello Stato l'uso gratuito di appositi spazi per l'affissione di giornali murali, notiziari, circolari, manifesti ed altri scritti o stampati, conformi alle disposizioni generali sulla stampa e contenenti notizie di carattere esclusivamente sindacale.

     A ciascuna delle organizzazioni sindacali a carattere nazionale maggiormente rappresentative è, altresì, concesso nella sede centrale dei singoli Ministeri e delle aziende autonome, l'uso gratuito di un locale da adibire ad ufficio sindacale, tenuto conto delle disponibilità obiettive e secondo le modalità che saranno determinate dalle amministrazioni interessate, sentite le organizzazioni sindacali.

 

          Art. 50.

     I dipendenti civili dello Stato hanno facoltà di rilasciare delega esente da tassa di bollo e dalla registrazione, a favore della propria organizzazione sindacale, per la riscossione di una quota mensile dello stipendio, paga o retribuzione per il pagamento dei contributi sindacali nella misura stabilita dai competenti organi statutari. Resta fermo il disposto di cui all'art. 70 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1950, n. 180.

     La delega ha validità dal primo giorno del mese successivo a quello del rilascio al 31 dicembre di ogni anno e si intende tacitamente rinnovata ove non venga revocata dall'interessato entro la data del 31 ottobre. La revoca della delega va inoltrata, in forma scritta, all'amministrazione di appartenenza e alla organizzazione sindacale interessata.

     Le trattenute operate dalle singole amministrazioni sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, in base alle deleghe presentate dalle organizzazioni sindacali, sono versate alle stesse organizzazioni secondo modalità da concordare.

 

          Art. 51. [49]

     Le norme delegate previste dagli articoli 1, 3 e 25 della presente legge saranno emanate con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri competenti e con quelli per l'interno, il tesoro, le finanze e il bilancio e la programmazione economica e con l'obbligo di sentire preventivamente le regioni per quanto attiene all'ordinamento degli uffici periferici dello Stato; le regioni potranno comunicare le proprie osservazioni entro e non oltre 60 giorni dalla comunicazione delle norme proposte. Decorso tale termine le norme verranno sottoposte, unitamente alle eventuali osservazioni delle regioni, al parere della commissione parlamentare per le questioni regionali di cui all'art. 52 della legge 10 febbraio 1953, n. 62.

     Le altre norme delegate previste dalla presente legge saranno emanate con decreti del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con i Ministri competenti e con quello per il tesoro, previo parere di una commissione composta da nove senatori e da nove deputati, in rappresentanza proporzionale dei gruppi parlamentari, nominati dai Presidenti delle rispettive Camere su designazione dei Presidenti dei gruppi stessi.

     Per i pareri sulla materia riguardante i dipendenti dello Stato, escluso il personale di cui al successivo comma, la commissione è integrata da:

     sei dipendenti dello Stato con qualifica non inferiore a direttore di divisione o equiparata, nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro incaricato per la riforma della pubblica amministrazione;

     sei rappresentanti degli impiegati civili dello Stato nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri su designazione delle organizzazioni sindacali a carattere nazionale.

     Per i pareri sulla materia riguardante il personale di cui alla legge 24 maggio 1951, n. 392, la commissione è integrata da dodici membri, di cui otto nominati dal Consiglio superiore della magistratura tra i magistrati ordinari e quattro nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri tra i magistrati delle magistrature speciali e gli avvocati dello Stato.

     Si prescinde dal parere della commissione di cui al primo comma qualora questo non sia espresso entro 60 giorni dalla richiesta del Governo e dal parere della commissione di cui al secondo comma e successivi qualora non sia espresso entro 30 giorni.

     Alle esigenze di servizio connesse all'attuazione della presente legge e di quella sui provvedimenti finanziari per l'attuazione delle regioni a statuto ordinario, ed all'applicazione dei decreti in esse previsti si provvede con personale delle Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, da collocare fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai sensi degli articoli 58 e 59 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, nel limite di un contingente da determinare con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministro per il tesoro.

 

          Art. 52.

     All'onere di lire 100 miliardi per l'anno finanziario 1968 - comprensivo di quello derivante dall'attribuzione di una indennità mensile alle categorie di cui alla legge 24 maggio 1951, n. 392, e successive modificazioni, previsto da separato provvedimento legislativo - si provvede quanto a lire 25 miliardi a carico del fondo di cui al capitolo 3523 dello stato di previsione del Ministero del tesoro per l'anno finanziario 1967 e quanto a lire 75 miliardi mediante riduzione del corrispondente fondo per l'anno finanziario 1968.

 

          Art. 53.

     Il Ministro per il tesoro è autorizzato ad apportare negli anni finanziari 1968, 1969, 1970 e 1971, con propri decreti, le occorrenti variazioni al bilancio dello Stato ed agli stati di previsione dell'entrata e della spesa delle amministrazioni autonome dello Stato.

 

     Tabella - Parametri iniziali e terminali degli stipendi, paghe e retribuzioni del personale delle varie carriere o gruppi di carriere o categorie delle amministrazioni statali, comprese quelle ad ordinamento autonomo.

 

 

Parametro iniziale

Parametro terminale

Personale operaio [1]

115

210

Personale delle carriere ausiliarie [2]

100

165

Personale delle carriere esecutive [2]

120

245

Personale delle carriere di concetto [3]

160

370

Personale delle carriere direttive (dall'ex coeff. 229 al 1040) [3] [4]

190

825

Personale civile non di ruolo di cui al regio decreto-legge 4 febbraio 1937, n. 100

100

190

Personale direttivo e docente della scuola elementare, secondaria ed artistica; personale docente della università [5]

165

825

Personale militare o personale con trattamento assimilato:

 

 

a) graduati e militari di truppa (da carabiniere ausiliario ad appuntato e gradi corrispondenti) [6]

100

150

b) sottufficiali (da sergente volontario ad aiutante di battaglia) [7] [8]

105

245

c) ufficiali in s.p.e. (da sottotenente a generale di corpo d'armata) [9]

175

820

 

 

 

[1] Sarà pari a 100 il parametro per gli apprendisti e a 230 per i capi draga e per i comandanti di rimorchiatori e i capi macchinisti del servizio escavazione porti, nonché per i padroni di rimorchiatori e i padroni marittimi per il traffico [50]

[2] Per i dipendenti civili delle Amministrazioni delle poste e delle telecomunicazioni, dell'Azienda di Stato per i servizi telefonici e dei Monopoli di Stato appartenenti alle carriere esecutive ed ausiliarie le cui mansioni non rientrino in quelle previste rispettivamente dall'art. 181 e dal primo comma dell'art. 189 del testo unico 10 gennaio 1957, n. 3, nonchè per i cantonieri dell'ANAS, l'inserimento del nuovo ordinamento dovrà tener conto della natura delle mansioni attribuite, prescindendo dalla carriera di provenienza.

[3] Le carriere speciali sono soppresse con trasformazione delle stesse in apposite carriere ordinarie.

[4] Per gli ispettori generali e altre qualifiche equiparabili il parametro sarà pari a 530. Per i provveditori agli studi e per gli ispettori centrali del Ministero della pubblica istruzione il parametro terminale sarà pari a 535. Per i trattamenti riferiti agli ex coefficienti 1070 e 1040 il parametro sarà pari, rispettivamente, a 850 e 825. Il parametro sarà pari a 370 per gli ispettori principali delle ferrovie dello Stato attualmente in servizio nonché per gli appartenenti alla carriera direttiva delle ferrovie dello Stato delle qualifiche inferiori attualmente in servizio allorché in base alle norme in vigore maturerebbero la promozione alla qualifica di ispettore principale [51]

[5] Per il preside di 1ª categoria il parametro terminale sarà pari a 535.

[6] Con assoggettamento dei nuovi stipendi alle comuni ritenute previdenziali (con esclusione del carabiniere ausiliario) ed erariali e con l'applicazione di una aliquota di detrazione dell'anzianità di servizio, ai fini del computo degli aumenti periodici, di sei anni per gli appuntati e di due anni per i carabinieri con oltre nove anni di anzianità di servizio [52]

[7] Per il sergente di leva il parametro sarà pari a 100.

[8] Il parametro dell'aiutante di battaglia potrà essere previsto anche per i marescialli maggiori e gradi corrispondenti ai quali sia conferita, previa opportuna selezione, apposita qualifica per un'aliquota non superiore al dieci per cento dei posti di organico di sottufficiale; per quest'ultima qualifica la detrazione dell'anzianità di servizio, ai fini del computo degli aumenti periodici, fissata a diciotto anni. Per i restanti sottufficiali la detrazione predetta stabilita come segue: sergente maggiore, anni due; vice brigadiere e brigadiere, anni zero; maresciallo ordinario, maresciallo capo, maresciallo maggiore e aiutante di battaglia, rispettivamente, anni sei, dieci, dodici e dodici [53]

[9] Per il sottotenente di complemento il parametro sarà pari a 160, se di prima nomina o richiamato a domanda, o a 165, se trattenuto o richiamato d'autorità. La detrazione dall'anzianità di servizio, ai fini del computo degli aumenti periodici, così modificata per gli ufficiali dei seguenti gradi e di quelli corrispondenti: tenente e capitano, anni zero; maggiore e tenente colonnello, rispettivamente, anni sei e diciassette [54]

 

 


[1]  Articolo così sostituito dall'art. 1 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[2]  Comma così sostituito dall'art. 2 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[3]  Comma così sostituito dall'art. 2 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[4]  Comma così sostituito dall'art. 2 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[5]  Comma aggiunto dall'art. 2 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[6]  Comma aggiunto dall'art. 2 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[7]  Articolo così sostituito dall'art. 3 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[8]  Articolo inserito dall'art. 4 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[9]  Articolo inserito dall'art. 5 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[10]  Articolo così sostituito dall'art. 6 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[11]  Comma così modificato dall'art. 7 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[12]  Comma aggiunto dall'art. 7 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[13]  Comma così modificato dall'art. 7 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[14]  Comma così modificato dall'art. 8 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[15]  Comma così modificato dall'art. 8 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[16]  Comma aggiunto dall'art. 8 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[17]  Comma così modificato dall'art. 9 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[18]  Comma così modificato dall'art. 9 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[19]  Comma così modificato dall'art. 9 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[20]  Comma così sostituito dall'art. 9 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[21]  Comma aggiunto dall'art. 9 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[22]  Comma così modificato dall'art. 9 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[23]  Comma aggiunto dall'art. 9 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[24]  Comma aggiunto dall'art. 9 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[25]  Articolo così sostituito dall'art. 10 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[26]  Comma così sostituito dall'art. 11 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[27]  Comma aggiunto dall'art. 11 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[28]  Articolo così sostituito dall'art. 12 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[29]  Articolo inserito dall'art. 12 della L. 28 ottobre 1970, n. 775. La Corte costituzionale, con sentenza 17 luglio 1975, n. 219, ha dichiarato la illegittimità del presente articolo, nella parte in cui, con le decorrenze ivi indicate, non estende ai professori universitari di ruolo aventi diritto all'ultima classe di stipendio (di cui al parametro 825) il trattamento retributivo stabilito per la qualifica A ed ex parametro 825.

[30]  Articolo inserito dall'art. 12 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[31]  Articolo inserito dall'art. 12 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[32]  Comma così modificato dall'art. 13 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[33]  Comma così sostituito dall'art. 13 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[34]  Comma così modificato dall'art. 13 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[35]  Comma così modificato dall'art. 14 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[36]  Comma aggiunto dall'art. 14 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[37]  Articolo così sostituito dall'art. 15 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[38]  La Corte costituzionale, con sentenza 5 novembre 1984, n. 247, ha dichiarato la illegittimità del presente articolo, nella parte in cui non determina nello stesso modo previsto per gli impiegati dello Stato la durata massima dell'assenza, con conservazione del posto, degli operai dello Stato per motivi di salute e la dispensa dal servizio dei medesimi quando, per infermità, risultino in condizione di non poter riprendere la propria attività.

[39]  Comma aggiunto dall'art. 16 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[40]  Comma così sostituito dall'art. 1 della L. 11 dicembre 1971, n. 1090.

[41]  Articolo così sostituito dall'art. 17 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[42]  Comma così modificato dall'art. 18 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[43]  Articolo sostituito dall'art. 19 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[44]  Articolo inserito dall'art. 20 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[45]  Articolo abrogato dall'art. 6 del D.P.C.M. 27 ottobre 1994, n. 770.

[46]  Articolo abrogato dall'art. 6 del D.P.C.M. 27 ottobre 1994, n. 770.

[47]  Articolo abrogato dall'art. 6 del D.P.C.M. 27 ottobre 1994, n. 770.

[48]  Articolo abrogato dall'art. 6 del D.P.C.M. 27 ottobre 1994, n. 770.

[49]  Articolo così sostituito dall'art. 21 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[50]  Nota così sostituita dall'art. 22 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[51]  Nota così modificata dall'art. 22 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[52]  Nota così sostituita dall'art. 22 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[53]  Nota così sostituita dall'art. 22 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.

[54]  Nota così sostituita dall'art. 22 della L. 28 ottobre 1970, n. 775.