Settore: | Codici regionali |
Regione: | Umbria |
Materia: | 4. assetto del territorio e dell'ambiente |
Capitolo: | 4.1 urbanistica |
Data: | 21/10/1997 |
Numero: | 31 |
Sommario |
Art. 1. (Piano regolatore generale). |
Art. 2. (Parte strutturale del P.R.G.). |
Art. 3. (Parte operativa dei P.R.G.). |
Art. 4. (Elementi del P.R.G.). |
Art. 5. (Indirizzi della parte strutturale). |
Art. 6. (Conferenza partecipativa). |
Art. 7. (Adozione del P.R.G.). |
Art. 8. (Verifica di carattere igienico-sanitario). |
Art. 9. (Conferenza istituzionale). |
Art. 10. (Approvazione del P.R.G.). |
Art. 11. (Approvazione della parte operativa del P.R.G.). |
Art. 12. (Varianti del P.R.G.). |
Art. 13. (Assistenza per la formazione del P.R.G.). |
Art. 14. (Regolamento edilizio ed urbanistico). |
Art. 15. (Definizione del piano attuativo). |
Art. 16. (Ambito di applicazione e modalità di elaborazione). |
Art. 17. (Piano attuativo di iniziativa pubblica). |
Art. 18. (Piano attuativo di iniziativa privata). |
Art. 19. (Contenuti del Piano attutivo). |
Art. 20. (Elementi del Piano attuativo). |
Art. 21. (Adozione ed approvazione del Piano attuativo). |
Art. 22. (Verifica di carattere igienico-sanitario del piano attuativo). |
Art. 23. (Validità del Piano attuativo). |
Art. 24. (Nulla osta regionale e autorizzazione amministrativa comunale). |
Art. 25. (Concessione ed autorizzazione edilizia). |
Art. 26. (Standards obbligatori per gli insediamenti commerciali). |
Art. 27. (Sospensione e decadenza dell'autorizzazione amministrativa). |
Art. 28. (Modifiche di destinazione d'uso a fini commerciali). |
Art. 29. (Verifica del Piano attuativo comunale. Previsioni commerciali). |
Art. 30. (Norma transitoria del P.R.G.). |
Art. 31. (Norma transitoria del Piano attuativo). |
Art. 32. (Norma transitoria per gli insediamenti commerciali). |
Art. 33. (Norma finale). |
Art. 34. (Modifica dell'articolo 8 della legge regionale 2 settembre 1974, n. 53). |
Art. 35. (Istituzione del S.I.TER.). |
Art. 36. (Funzioni e compiti del S.I.TER.). |
Art. 37. (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 10 aprile 1995, n. 28). |
Art. 38. (Attribuzione e deleghe di funzioni amministrative alle Province). |
Art. 39. (Delega di funzioni amministrative ai Comuni). |
Art. 40. (Richiesta di atti). |
Art. 41. (Standards urbanistici al servizio degli insediamenti residenziali del P.R.G.). |
Art. 42. (Standards urbanistici di interesse generale del P.R.G.). |
Art. 43. (Standards urbanistici per insediamenti commerciali, direzionali, produttivi, residenziali turistici e produttivi turistici). |
Art. 44. (Dimensionamento degli standards urbanistici per l'attuazione del P.R.G.). |
Art. 45. (Limiti temporali). |
Art. 46. (Iniziative a favore dei Comuni). |
Art. 47. (Norma finanziaria). |
Art. 48. (Norma finale). |
Art. 49. (Organizzazione). |
Art. 50. (Poteri sostitutivi regionali). |
Art. 51. (Abrogazioni). |
Art. 52. (Testo unico coordinato). |
§ 4.1.43 - L.R. 21 ottobre 1997, n. 31. [1]
Disciplina della pianificazione urbanistica comunale e norme di modificazione delle LL.RR. 2 settembre 1974, n. 53, 18 aprile 1989, n. 26, 17 aprile 1991, n. 6 e 10 aprile 1995, n. 28.
(B.U. n. 52 del 29 ottobre 1997 - suppl. ord. n. 1).
TITOLO I
PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE
CAPO I
P.R.G. REGOLAMENTAZIONE DELLA
DISCIPLINA URBANISTICA COMUNALE
Art. 1. (Piano regolatore generale). [2]
[1. Il Piano regolatore generale (P.R.G.) è lo strumento di pianificazione territoriale con il quale il Comune disciplina la tutela, la valorizzazione e la trasformazione del territorio.
2. Il P.R.G. è composto da:
a) parte strutturale, che individua le specifiche vocazioni territoriali a livello di pianificazione generale in conformità con gli obbiettivi ed indirizzi urbanistici regionali e di pianificazione territoriale provinciale, espressi dal Piano urbanistico territoriale (P.U.T.) e dal Piano territoriale di coordinamento provinciale (P.T.C.P.);
b) parte operativa, che individua e disciplina le previsioni urbanistiche nelle modalità, forme e limiti stabiliti nella parte strutturale.
3. Il P.R.G. di norma è redatto da un gruppo multidisciplinare di progettazione.]
Art. 2. (Parte strutturale del P.R.G.). [3]
[1. La parte strutturale del P.R.G. definisce le strategie per il governo dell'intero territorio comunale.
2. In particolare la parte strutturale del P.R.G.:
a) individua gli ambiti territoriali ove sono localizzabili gli insediamenti residenziali, quelli per le attività turistiche, produttive, estrattive, commerciali ed agricole, i parchi urbani e territoriali, nonché la rete delle infrastrutture per i servizi e la mobilità, sulla base di valutazioni critiche delle condizioni esistenti, mediante la individuazione fondiaria di macro aree comprendenti una o più destinazioni di zona. Nel caso di previsioni di più destinazioni deve esserne valutata la reciproca compatibilità;
b) delimita gli ambiti urbani e periurbani soggetti al mantenimento degli insediamenti o alla loro trasformazione;
c) definisce per ogni ambito i requisiti quantitativi e qualitativi ed i relativi parametri, quali gli standards urbanistici, i limiti massimi della densità edilizia, della popolazione insediabile e delle superfici commerciali e produttive e le altezze ammissibili
d) definisce l'uso dei beni ambientali e paesistici, comprensivi anche di quelli vincolati dalla
e) delimita e disciplina gli ambiti di tutela e conservazione dei centri storici;
f) determina i parametri ecologici di ogni ambito urbano in ordine almeno alla superficie minima non pavimentabile;
g) individua le aree dove gli interventi edilizi possono essere eseguiti direttamente previa stipula di convenzione o atto d'obbligo, in ragione delle opere di urbanizzazione già esistenti o da completare;
h) definisce i limiti di compatibilità e di sviluppo del territorio comunale in funzione delle sue caratteristiche geomorfologiche, idrogeologiche ed idrauliche, ne disciplina lo sviluppo in funzione dell'eventuale rischio sismico, individua le aree per le quali sono necessari ulteriori studi ed indagini di carattere particolareggiato, ai fini di ridurre il rischio ambientale;
i) valuta ed analizza le azioni di trasformazione previste in base ad un bilancio degli effetti sulle risorse essenziali del territorio, verificandone la compatibilità igienico-sanitaria;
l) fissa gli indirizzi per la formazione della parte operativa e definisce i criteri per la elaborazione di piani e programmi di settore, previsti dalla legge, aventi effetti sull'uso e la tutela delle risorse territoriali;
m) delimita le aree destinate ad impianti produttivi a rischio di incidente rilevante, nel rispetto dei criteri stabiliti nel P.U.T. e nel P.T.C.P.]
Art. 3. (Parte operativa dei P.R.G.). [4]
[1. La parte operativa del P.R.G. è lo strumento con cui l'amministrazione comunale specifica la parte strutturale del piano e individua le trasformazioni del territorio da eseguirsi nel periodo corrispondente al mandato amministrativo del Consiglio comunale e, comunque, non superiore a otto anni, fatta salva l'efficacia temporale dello strumento urbanistico attuativo.
2. La parte operativa del P.R.G. in particolare:
a) delimita le singole zone per le quali detta norme d'uso e modalità d'attuazione;
b) disciplina il recupero delle zone territorialmente degradate e delle aree produttive dismesse, attraverso normative per la riqualificazione urbana o piani di settore coordinati;
c) definisce le scelte relative alla viabilità ed ai parcheggi, nonché alla qualificazione edilizia e alla dotazione e organizzazione dei servizi, delle attività di carattere collettivo, degli spazi verdi, nonché il sistema delle reti tecnologiche con riferimento anche a quelle necessarie al cablaggio urbano;
d) individua il patrimonio storico, culturale e ambientale di cui alle leggi 29 giugno 1939, n. 1497 e 8 agosto 1985, n. 431 stabilendone la disciplina nel rispetto dei relativi provvedimenti di tutela. Stabilisce altresì, anche per le aree e gli immobili diversi da quelli vincolati ai sensi delle predette leggi, le specifiche norme di compatibilità ambientale degli interventi comprensive di quanto previsto all'articolo 2, comma 2, lettere f) e i);
e) [5];
f) individua gli ambiti nei quali il mutamento d'uso degli edifici, volto alla destinazione commerciale, attuato senza opere edilizie, è subordinato ad autorizzazione edilizia;
g) individua le aree da sottoporre a previsioni particolareggiate, definendone standards, tipologie urbanistico-edilizie e destinazioni d'uso in relazione alla natura del sito ed a quella orografica del suolo e in rapporto con le preesistenze storiche ed insediative, con indicazioni planivolumetriche del colore, delle alberature autoctone e dei materiali;
h) individua le opere pubbliche costituenti il sistema delle infrastrutture e del complesso dei servizi pubblici e privati, nonché i tempi d'attuazione e le risorse finanziarie disponibili.
3. La parte operativa del P.R.G. ha valore di programma pluriennale di attuazione, ai sensi dell'articolo 13 della
Art. 4. (Elementi del P.R.G.). [6]
[1. Sono elementi della parte strutturale del P.R.G.:
a) la relazione, che illustra lo stato di attuazione del piano vigente, gli obbiettivi generali e specifici, evidenziando i fabbisogni e le conseguenti scelte strutturali operate, ed in particolare la corrispondenza con gli obbiettivi e gli indirizzi contenuti nel P.U.T. e nel P.T.C.P. La relazione contiene altresì gli elementi conoscitivi e normativi di cui all'articolo 2, comma 2, lettere h) e i);
b) le cartografie idonee a rappresentare lo stato attuale del territorio, le previsioni del piano ed i relativi vincoli;
c) le norme di attuazione per la disciplina degli indirizzi e dei parametri da rispettare nella redazione della parte operativa del P.R.G., dei piani attuativi e per gli interventi diretti.
2. Sono elementi della parte operativa del P.R.G.:
a) la relazione illustrativa sulle scelte compiute e sulla loro congruità con quanto stabilito nella parte strutturale, contenente altresì il dettaglio degli elementi conoscitivi e normativi di cui all'articolo 2, comma 2, lettere g), h) e i);
b) le cartografie, in numero adeguato ed in rapporto non inferiore a 1:2000, per illustrare le scelte del piano;
c) le norme tecniche che, per ogni zona omogenea, area o immobile inclusi nel piano, disciplinano le destinazioni d'uso, le modalità di attuazione delle previsioni, i parametri edilizi, urbanistici e ambientali ed i requisiti tecnici. Nelle aree vincolate ai sensi delle leggi 29 giugno 1939, n. 1497 e 8 agosto 1985, n. 431, le norme prevedono il rispetto dei contenuti dei relativi provvedimenti di tutela.]
CAPO II
NORME IN MATERIA DI APPROVAZIONE DEL P.R.G.
Art. 5. (Indirizzi della parte strutturale). [7]
[1. Il Consiglio comunale, ai fini della adozione della parte strutturale del P.R.G., delibera gli indirizzi per la redazione del progetto di piano costituenti il documento programmatico.]
Art. 6. (Conferenza partecipativa). [8]
[1. Il Comune, al fine di adottare il P.R.G., parte strutturale, convoca una Conferenza partecipativa sulla base del documento programmatico di cui all'articolo 5, alla quale sono invitati:
a) la Regione, la Provincia territorialmente competente, i Comuni e la Provincia i cui territori confinano con il Comune interessato;
b) i soggetti titolari di pubblici servizi;
c) le amministrazioni dello Stato interessate;
d) i soggetti portatori di interessi collettivi, nonché di rilevanza sociale.
2. Entro i termini di cui al comma 4 il Comune acquisisce le notizie concernenti interventi e procedure di vincolo eventualmente avviate sul territorio comunale.
3. Il Comune da adeguata pubblicità alla convocazione ed all'oggetto della Conferenza almeno venti giorni prima della data fissata, stabilendo tempi e modalità per la consultazione degli atti relativi.
4. La Conferenza si conclude entro il termine di dieci giorni dalla sua convocazione ed entro il termine perentorio di venti giorni dalla convocazione i soggetti invitati possono presentare proposte scritte e memorie, che il Comune è tenuto a valutare in sede di adozione del P.R.G., ove siano pertinenti all'oggetto del procedimento. Dei risultati della Conferenza il Comune redige apposito verbale.]
Art. 7. (Adozione del P.R.G.). [9]
[1. Entro il termine di centottanta giorni dalla data di chiusura dei lavori della Conferenza di cui all'articolo 6 il progetto di P.R.G. è adottato dal Consiglio comunale ed è depositato nella segreteria del Comune per la durata di trenta giorni consecutivi, durante i quali chiunque ha facoltà di prenderne visione [10].
2. L'effettuato deposito è tempestivamente reso noto al pubblico mediante l'affissione di un avviso all'Albo pretorio, la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale delle Regione (B.U.R.) e l'inserimento nel Foglio degli annunci legali della provincia (F.A.L.), con l'annotazione degli estremi di pubblicazione nel B.U.R. e nell'Albo pretorio, nonché mediante idonea pubblicità, in sede locale, a mezzo stampa ed emittenti radio televisive.
3. Entro trenta giorni dalla data di inserzione nel F.A.L. gli interessati possono presentare al Comune le proprie osservazioni.
4. Le osservazioni sono depositate presso la segreteria del Comune e chiunque può prenderne visione ed estrarne copia.
5. Entro dieci giorni successivi alla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni chiunque ne abbia interesse può presentare una breve replica.
6. Sulle osservazioni, anche conseguenti alla verifica di cui all'articolo 8, nonché sulle eventuali repliche, si pronuncia il Consiglio comunale entro il termine di centoventi giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 5 [11].
6 bis. Qualora nel PRG vengano introdotte, ai sensi dei comma 6, modifiche conseguenti all'accoglimento di osservazioni, le misure di salvaguardia sono applicabili con riferimento alle nuove previsioni [12].
7. L'accoglimento delle osservazioni allo strumento urbanistico generale non comporta la sua ripubblicazione ai fini di ulteriori osservazioni.]
Art. 8. (Verifica di carattere igienico-sanitario). [13]
[1. Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 20, lett. f) della
2. La verifica di cui al comma 1 è resa entro il termine di pubblicazione dello strumento urbanistico.]
Art. 9. (Conferenza istituzionale). [14]
[1. Il Comune, entro trenta giorni dalla data di esecutività della delibera di cui all'articolo 7, comma 6, trasmette alla Provincia competente la parte strutturale del P.R.G. adottato.
2. Il Presidente della Provincia, entro e non oltre il termine perentorio dei successivi 90 giorni e previa istruttoria tecnica dei propri Uffici, convoca una Conferenza istituzionale con il Comune per verificare i contenuti del PRG sotto il profilo della sua compatibilità con la pianificazione e programmazione regionale e con le previsioni della pianificazione provinciale vigente al momento dell'adozione del PRG. La Regione è invitata alla Conferenza istituzionale [15].
3. Su richiesta motivata del Presidente della Provincia e solo per i Comuni con popolazione superiore a diecimila abitanti, il termine massimo di cui al comma 2 può essere raddoppiato per una sola volta.
4. I lavori della Conferenza istituzionale si concludono entro quindici giorni dalla convocazione.
5. Degli esiti della Conferenza istituzionale è redatto apposito verbale a cura della Provincia. Entro il termine perentorio di venti giorni dalla conclusione della Conferenza, la Provincia, sulla base degli esiti della stessa, delibera in attuazione delle finalità di cui al comma 2, dettando le eventuali prescrizioni. Copia della deliberazione della Provincia, con allegato il verbale, è immediatamente trasmessa al Comune.]
Art. 10. (Approvazione del P.R.G.). [16]
[1. Entro il termine di quarantacinque giorni dal ricevimento della deliberazione della Provincia, con allegato il verbale di cui al comma 5 dell'articolo 9, il Consiglio comunale approva il P.R.G., parte strutturale, in conformità ad essa [17].
2. I pareri, i visti e le autorizzazioni previsti dalla vigente legislazione per gli strumenti urbanistici generali sono espressi dal Consiglio comunale con la deliberazione di approvazione di cui al comma 1 [18].
3. E' fatto salvo quanto disposto all'articolo 10 della
4. La deliberazione consiliare di approvazione del P.R.G. è pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione.]
Art. 11. (Approvazione della parte operativa del P.R.G.). [19]
[1. La parte operativa del P.R.G. è adottata ed approvata dal Consiglio comunale con le procedure partecipative, di deposito e pubblicazione previste dagli articoli 6, 7 e 8, nel rispetto delle previsioni contenute nella parte strutturale del P.R.G.
2. I Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti possono adottare e approvare la parte operativa del P.R.G. contestualmente alla parte strutturale.]
Art. 12. (Varianti del P.R.G.). [20]
[1. Le varianti della parte strutturale del P.R.G. seguono le procedure previste agli articoli 6, 7, 8, 9 e 10.
2. Le varianti alla parte operativa del P.R.G. sono adottate ed approvate dal Consiglio comunale con le procedure di deposito e pubblicazione previste dagli articoli 7 e 8.]
Art. 13. (Assistenza per la formazione del P.R.G.). [21]
[1. La Giunta regionale e le Province, per favorire la formazione e l'attuazione del P.R.G., coadiuvano i Comuni interessati, fornendo gli studi, le indagini e le ricerche necessarie, nonché l'eventuale consulenza tecnica. A tal fine la Giunta regionale organizza corsi di aggiornamento professionale con il supporto dell'Università degli studi, degli organismi professionali e delle strutture di interesse collettivo operanti in materia urbanistica e fornisce, qualora richiesto dall'Ente interessato, personale per il gruppo multidisciplinare di progettazione del P.R.G., previsto all'articolo 1, comma 3.]
CAPO III
REGOLAMENTO EDILIZIO ED URBANISTICO
Art. 14. (Regolamento edilizio ed urbanistico). [22]
[1. Il regolamento edilizio ed urbanistico comunale disciplina l'attività edilizia e gli interventi ad attuazione diretta. Esso disciplina, tra l'altro:
a) il funzionamento della Commissione edilizia comunale e la sua composizione;
b) le normative edilizie relative alle singole tipologie di intervento e la disciplina per il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente, nonché per gli interventi di completamento o ampliamento degli edifici in coerenza ai contenuti ed ai parametri stabiliti dal P.R.G.;
c) le norme specifiche per la realizzazione degli impianti tecnologici, per la sicurezza delle costruzioni, per il contenimento energetico e per l'abbattimento delle barriere architettoniche;
d) le norme di riferimento per l'apertura di nuovi accessi ai fabbricati sulla via pubblica e per le aperture esterne degli edifici, nonché quelle per la realizzazione di corpi aggettanti su spazi pubblici;
e) le norme per l'esatto calcolo dei parametri edilizi ed urbanistici.
2. Il regolamento edilizio è approvato con delibera del Consiglio comunale.
3. La Giunta regionale, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, detta indirizzi per la formazione del regolamento edilizio comunale.
3 bis. Il regolamento edilizio ed urbanistico comunale è trasmesso alla Regione che, attraverso il SITER, provvede alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Umbria, dalla quale decorre l’effettiva applicazione e ne rende possibile la consultazione [23].]
TITOLO II
NORME PER L'ATTUAZIONE DEL P.R.G.
Art. 15. (Definizione del piano attuativo). [24]
[1. Il Piano attuativo è lo strumento di attuazione delle previsioni del P.R.G., secondo le modalità e negli ambiti in esso stabiliti ed assolve ai fini previsti dalla
2. Il Piano attuativo può essere:
a) di iniziativa pubblica se promosso dal Comune;
b) di iniziativa privata se promosso da soggetti privati;
c) di iniziativa mista, se promosso da soggetti pubblici e privati.]
Art. 16. (Ambito di applicazione e modalità di elaborazione). [25]
[1. La redazione del piano attuativo, fatta salva la disciplina statale in materia, è obbligatoria nelle zone di tipo A, C e D di cui al D.M. del 2 aprile 1968 e nelle zone dove sono previsti nuovi insediamenti commerciali o ampliamenti di quelli esistenti con superficie lorda complessiva di calpestio pari o superiore a mq. 1500. Nelle zone F il progetto esecutivo dell'opera deve contenere previsioni relative alla sistemazione complessiva dell'intero comparto funzionale.
2. Per le zone di tipo A sono consentiti, in assenza del piano attuativo, gli interventi previsti dalle lettere a), b) e c) del comma 1 dell'articolo 31 della
3. Per le zone di tipo D, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, con il concorso dei Comuni e delle Province, individua tipologie e tecniche costruttive innovative per consentire una ottimizzazione dell'uso dei manufatti, un loro migliore inserimento ambientale e favorire il recupero delle aree dismesse.]
Art. 17. (Piano attuativo di iniziativa pubblica). [27]
[1. L'approvazione del Piano attuativo di iniziativa pubblica equivale a dichiarazione di pubblica utilità delle opere infrastrutturali e dei servizi in esso previsti e riguarda:
a) le aree da acquisire per destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico e popolare, se adottato ed approvato ai sensi della
b) le aree da acquisire per destinare ad insediamenti produttivi, se adottato ed approvato ai sensi e per gli effetti dell'articolo 27 della
c) le zone di recupero, se adottato ed approvato ai sensi e per gli effetti della
d) gli interventi di cui ai programmi di recupero urbano, di cui all'articolo 11 del
Art. 18. (Piano attuativo di iniziativa privata). [28]
[1. Il Piano attuativo di iniziativa privata riguarda:
a) la lottizzazione di aree a scopo edilizio di cui all'articolo 28 della
b) la realizzazione di interventi di recupero, se adottato ed approvato ai sensi e per gli effetti della
c) la realizzazione di programmi integrati d'intervento di cui all'art. 16 della
2. I piani di cui alle lettere b) e c) del comma 1 possono essere promossi da soggetti misti, pubblici e privati, anche con gli effetti di cui all'articolo 17.
3. I proprietari di almeno il 51 per cento del valore catastale degli immobili e delle aree comprese in un comparto definito nel P.R.G. possono presentare una proposta di piano attuativo ai sensi del presente articolo, purché contenuta in un comparto funzionale.]
Art. 19. (Contenuti del Piano attutivo). [29]
[1. Il Piano attuativo riguarda aree e immobili costituenti un tessuto urbanistico edilizio con dimensioni di intervento ampie, delimitato dal P.R.G. in uno o più comparti funzionali.
2. Il Piano attuativo prevede la realizzazione degli obiettivi fissati dal P.R.G. attraverso:
a) la delimitazione degli spazi collettivi, destinati ad infrastrutture e servizi pubblici o di interesse generale;
b) la realizzazione e la localizzazione del complesso degli interventi previsti, nonché la relativa articolazione per comparti o unità minime d'intervento;
c) L'individuazione delle proprietà interessate attraverso elenchi catastali aggiornati.
3. Il Piano attuativo di interventi ricadenti in zone vincolate dalle leggi 29 giugno 1939, n. 1497 e 8 agosto 1985, n. 431, deve contenere:
a) analisi ed indagini conoscitive atte a definire i caratteri e le qualità degli elementi che costituiscono l'ambiente tutelato;
b) la definizione degli interventi consentiti, nonché delle caratteristiche tecniche e delle modalità di esecuzione nel rispetto dei relativi provvedimenti di tutela emanati ai sensi delle predette leggi.
4. Il Piano attuativo che contenga previsioni di insediamenti commerciali deve precisare la puntuale localizzazione degli esercizi commerciali, la relativa superficie lorda di calpestio e la tipologia commerciale prevista, nonché la localizzazione delle ulteriori destinazioni d'uso previste dal P.R.G. nel comparto.]
Art. 20. (Elementi del Piano attuativo). [30]
[1. Il Piano attuativo è costituito da:
a) relazione tecnica illustrativa degli interventi, delle motivazioni e dei criteri seguiti dal piano, con riferimento alle previsioni del P.R.G.;
b) rappresentazioni grafiche con contenuto planimetrico, altimetrico e planivolumetrico per riprodurre le previsioni del piano in scala non inferiore al rapporto 1:500, ed in particolare per indicare dettagliatamente:
I - gli elementi di arredo edilizio ed urbano, comprese le sedi necessarie per la raccolta dei rifiuti;
II - il sistema del verde pubblico e privato con la tipologia e quantità delle alberature da scegliere tra quelle autoctone e comunque più comunemente usate nell'arredo urbano;
III - il sistema della viabilità veicolare, pedonale ed eventualmente di quella ciclabile, nonché dei parcheggi nel rispetto delle diverse esigenze di mobilità;
IV - le aree di sosta del sistema di trasporto pubblico;
c) il programma indicante le opere e gli interventi da effettuare da parte della pubblica amministrazione;
d) uno schema di convenzione per disciplinare i rapporti connessi all'attuazione del piano attuativo, come previsto dall'articolo 8 della
e) norme di attuazione per assicurare il rispetto delle previsioni e dei contenuti del P.R.G.;
f) gli elenchi delle proprietà e la individuazione delle aree destinate all'acquisizione;
g) relazione geologica, idrogeologica e geotecnica, relativa alle aree interessate, redatta secondo le direttive nazionali e regionali;
h) relazione agroforestale, ove previsto dal P.R.G., che indirizzi, nelle aree destinate a verde, la scelta e la collocazione delle specie da utilizzare in tali ambiti;
i) dichiarazione del tecnico abilitato attestante la conformità delle previsioni del piano al P.R.G., al regolamento edilizio comunale ed alla pianificazione comunale di settore vigenti, nonché il rispetto delle norme di sicurezza, delle norme igienico sanitarie, di quelle previste per l'abbattimento delle barriere architettoniche e per il contenimento dei consumi energetici, ove applicabili.]
Art. 21. (Adozione ed approvazione del Piano attuativo). [31]
[1. Il Piano attuativo è adottato con deliberazione del Consiglio comunale ed è depositato presso la segreteria del Comune per la durata di giorni dieci.
2. L'effettuato deposito è tempestivamente reso noto al pubblico mediante l'affissione di un avviso all'Albo pretorio, la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione e l'inserimento nel F.A.L. della provincia, con l'annotazione degli estremi di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione e nell'Albo pretorio, nonché mediante idonea pubblicità, in sede locale, a mezzo stampa ed emittenti radio televisive.
3. Fino a venti giorni dopo la scadenza del periodo di deposito chiunque può presentare osservazioni ed opposizioni al piano.
4. Nei successivi dieci giorni possono essere presentate repliche alle osservazioni ed opposizioni eventualmente pervenute.
5. Limitatamente alle zone sottoposte ai vincoli indicati all'articolo 1 della
6. Il Piano attuativo è approvato con deliberazione del Consiglio comunale, con la quale vengono valutate le osservazioni e le opposizioni presentate, nonché le repliche e le eventuali osservazioni conseguenti alla verifica di cui all'articolo 22.
7. L'accoglimento delle osservazioni ed opposizioni non comporta la ripubblicazione del piano attuativo ai fini di ulteriori osservazioni.
8. Il parere di cui all'art. 13 della
9. Copia degli atti amministrativi e tecnici che compongono il piano e sue successive varianti è trasmessa alla Regione e alla Provincia competente per territorio, ai fini di un costante aggiornamento dei dati territoriali. Nel caso in cui il Piano attuativo riguardi insediamenti commerciali l'avvenuta approvazione dello stesso è comunicata alle associazioni di categoria del commercio riconosciute a livello nazionale rappresentate nel CNEL.
10. E' fatto salvo quanto disposto all'articolo 10 della
11. La deliberazione consiliare di approvazione del Piano attuativo è pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione.]
Art. 22. (Verifica di carattere igienico-sanitario del piano attuativo). [32]
[1. Agli effetti dell'articolo 20 lettera f) della
2. La verifica di cui al comma 1 è resa entro il termine di pubblicazione del piano attuativo.]
Art. 23. (Validità del Piano attuativo). [33]
[1. La delibera di approvazione del Piano attuativo è depositata nella segreteria comunale e notificata tempestivamente nelle forme delle citazioni a ciascun proprietario degli immobili vincolati dal piano stesso.
2. La delibera di approvazione e gli atti di convenzione fissano il tempo non superiore a dieci anni, entro il quale il piano attuativo deve essere attuato e i termini entro cui dovranno essere compiute le relative espropriazioni.
3. Decorso il termine di cui al comma 2 per l'attuazione del piano attuativo, lo stesso perde efficacia per la parte non attuata.
4. I piani attuativi, approvati ai sensi della
5. Per quanto non previsto dalla presente legge valgono le norme di cui alla
6. La deliberazione del Consiglio comunale di approvazione del piano attuativo costituisce autorizzazione per la realizzazione delle opere di urbanizzazione previste, compresi gli elementi di arredo urbano ed il sistema del verde, purché sia stata stipulata l'apposita convenzione.]
TITOLO III
NORME DI URBANISTICA COMMERCIALE
Art. 24. (Nulla osta regionale e autorizzazione amministrativa comunale).
1. L'approvazione del piano attuativo nonché il rilascio delle concessioni e delle autorizzazioni edilizie relative a grandi strutture di vendita, di cui all'art. 4, comma 1, lettera f) del
2. L'espressione del parere del Comune, nell'ambito della Conferenza di servizi di cui all'art. 9 del
3. L'autorizzazione amministrativa per l'apertura, il trasferimento e l'ampliamento degli esercizi di vendita può essere rilasciata soltanto in conformità agli strumenti urbanistici e previa verifica delle condizioni di compatibilità e delle dotazioni di standards urbanistici in relazione alla tipologia dell'esercizio insediato o risultante dall'ampliamento.
4. Nelle ipotesi in cui l'attività commerciale è subordinata alla comunicazione al Sindaco nella relazione allegata è asseverato anche il rispetto degli standards di cui alla presente legge.
Art. 25. (Concessione ed autorizzazione edilizia).
1. Fino all'adeguamento degli strumenti urbanistici generali alle previsioni di cui alla presente legge, per gli interventi diretti che attuano nuove destinazioni commerciali, ampliamenti di insediamenti commerciali esistenti non subordinati a piano attuativo, la concessione o l'autorizzazione edilizia è rilasciata previa verifica del rispetto della sussistenza degli standards di cui alla presente legge.
2. Il richiedente deposita, oltre al titolo da cui deriva la disponibilità delle aree a parcheggio atto unilaterale d'obbligo a mantenere tale destinazione delle aree per tutta la durata dell'esercizio commerciale, debitamente trascritto nei registri immobiliari. Qualsiasi ampliamento è consentito subordinatamente alla disponibilità degli spazi a parcheggio determinati dall'ampliamento stesso.
3. Nei progetti allegati all'istanza di concessione o di autorizzazione edilizia sono indicate le diverse destinazioni d'uso, differenziando le superfici destinate alla vendita, ad uffici, a depositi o magazzini, a servizi e parcheggi, al carico ed allo scarico delle merci, nonché a verde.
Art. 26. (Standards obbligatori per gli insediamenti commerciali). [36]
[1. La dotazione minima di aree per attrezzature al servizio degli insediamenti commerciali, di cui all'articolo 5 del D.M. 2 aprile 1968, è determinata in 100 mq. ogni 100 mq. di superficie totale lorda di calpestio. Tale dotazione minima è elevata del cinquanta per cento per insediamenti commerciali la cui superficie totale lorda di calpestio è compresa tra mq. 600 e mq. 4500 e del cento per cento per insediamenti la cui superficie totale lorda di calpestio è superiore a mq. 4500.
2. La dotazione minima di cui al comma 1, è destinata a parcheggio escluse le sedi viarie in misura non inferiore al 30 per cento e non superiore all'80 per cento in relazione alla ubicazione e alla tipologia di vendita. Per insediamenti commerciali la cui superficie di vendita è superiore a mq. 5.500, deve essere comunque prevista la dotazione minima, comprensiva dei parcheggi di cui al comma 2 dell'art. 2 della
3. Le attività commerciali all'ingrosso, che svolgono anche commercio al dettaglio, sono equiparate alle attività di commercio al dettaglio ai fini della dotazione degli standards di cui al presente articolo.
4. Ai fini dell'applicazione degli standards di cui ai commi 1, 2 e 3 sono computabili, oltre alle aree pubbliche, anche quelle di uso pubblico in base a convenzione o atto d'obbligo.
5. I Comuni possono prevedere che, con provvedimento motivato in relazione alla ubicazione degli insediamenti commerciali nelle zone A di cui al D.M. 2 aprile 1968, quota parte delle aree per standards, previste dal presente articolo, siano sostituite da adeguati servizi ed infrastrutture, che garantiscano migliori soluzioni urbanistiche.
6. I Comuni, nei propri strumenti urbanistici, possono stabilire, relativamente ai soli esercizi di vicinato ubicati nei centri storici individuati nell'apposito strumento di promozione, l'esenzione, totale o parziale, dagli standards di cui al comma 1 [38].]
Art. 27. (Sospensione e decadenza dell'autorizzazione amministrativa).
1. Fermi restando i provvedimenti sanzionatori per abusi edilizi ed urbanistici, in caso di mancato rispetto, anche parziale, degli standards previsti ed accertati all'atto del rilascio del nulla osta regionale, il Sindaco sospende l'efficacia dell'autorizzazione ed invita l'interessato a provvedere all'adeguamento, assegnando il termine massimo di un anno. Decorso inutilmente tale termine il Sindaco dichiara la decadenza dell'autorizzazione amministrativa [39].
2. Il Sindaco, entro trenta giorni, dà comunicazione al Presidente della Giunta regionale dell'adozione dei provvedimenti di cui al comma 1.
Art. 28. (Modifiche di destinazione d'uso a fini commerciali).
1. La modifica di destinazione d'uso per l'insediamento di attività commerciali è ammissibile solo se ricorrono le seguenti condizioni:
a) conformità alle specifiche previsioni degli strumenti urbanistici generali e attuativi e ai regolamenti edilizi;
b) conformità al piano regionale e al piano comunale del commercio;
c) presenza degli standards di cui all'articolo 26.
Art. 29. (Verifica del Piano attuativo comunale. Previsioni commerciali). [40]
TITOLO IV
DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE
Art. 30. (Norma transitoria del P.R.G.).
1. [In sede di prima applicazione della presente legge il P.R.G., parte operativa, è approvato contestualmente al P.R.G., parte strutturale. In tal caso il P.R.G., parte operativa, può essere redatto con modalità e contenuti diversi da quelli indicati agli articoli 3 e 4, purché corrispondenti alla
2. Agli strumenti urbanistici generali o loro varianti adottati dai Comuni prima della approvazione del P.T.C.P., si applicano le norme di leggi sta tali e regionali vigenti alla data di adozione.
3. I Comuni possono adottare varianti parziali agli strumenti urbanistici generali approvati in base alla normativa previgente, anche a mezzo di piano attuativo di iniziativa pubblica o mista, purché non comportino la riduzione complessiva degli standards e limitatamente ai seguenti casi:
a) varianti relative alla viabilità;
b) varianti necessarie per realizzare opere o servizi pubblici e quelle per apporre vincoli espropriativi;
c) varianti di adeguamento alla legislazione statale e regionale;
d) varianti volte a modificare le previsioni e le perimetrazioni di zone già incluse nei P.R.G. vigenti nel rispetto della capacità edificatoria prevista, non interessanti le zone agricole di pregio [42];
e) varianti finalizzate alla tutela dei beni ambientali, storici e paesaggistici.
4. Le varianti o i Piani attuativi di cui al comma 3 sono adottati con deliberazione del Consiglio comunale e depositati alla segreteria del Comune per la durata di giorni dieci.
5. L'effettuato deposito è tempestivamente reso noto al pubblico mediante l'affissione di un avviso all'Albo pretorio, la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale delle Regione (B.U.R.) e l'inserimento nel Foglio degli annunci legali della provincia (F.A.L.), con l'annotazione degli estremi di pubblicazione nel B.U.R. e nell'Albo pretorio, nonché mediante idonea pubblicità, in sede locale, a mezzo stampa, ed emittenti radio televisive.
6. Chiunque ne abbia interesse, fino a venti giorni dopo la scadenza del periodo di deposito, può presentare osservazioni od opposizioni [43].
7. Nei successivi dieci giorni chiunque può presentare repliche alle osservazioni ed opposizioni eventualmente pervenute.
8. L'atto deliberativo di adozione e quello di esame delle osservazioni e opposizioni, esecutivo ai sensi di legge, nonché la relativa documentazione, sono inviati alla Provincia entro e non oltre il termine perentorio di venti giorni dalla data di esecutività dell'atto deliberativo di esame delle osservazioni-opposizioni.
9. La Provincia, per quanto di competenza, nei successivi sessanta giorni, su apposita istruttoria degli uffici, può formulare osservazioni sulle previsioni della variante o del Piano attuativo che contrastino con i contenuti del P.U.T., del P.T.C.P. e dei piani di settore o attuativi regionali e provinciali [44].
10. La Provincia nel termine e con le modalità di cui al comma 9 formula eventuali prescrizioni vincolanti sulle previsioni della variante o del piano attuativo, ai sensi della
11. La variante o il Piano attuativo sono approvati, decorso il termine di cui al comma 10, con de liberazione del Consiglio comunale, con la quale vengono valutate le eventuali osservazioni formulate dalla Provincia e vengono recepite le prescrizioni a carattere vincolante.
12. L'accoglimento delle osservazioni, opposizioni e prescrizioni non comporta la ripubblicazione della variante o del piano attuativo ai fini di ulteriori osservazioni.
13. Il parere di cui all'art. 13 della
14. Le competenze della Provincia previste agli articoli 9 e 10, nonché dal presente articolo, fino alla approvazione del P.T.C.P., sono espletate dalla Giunta regionale.
Art. 31. (Norma transitoria del Piano attuativo).
1. Per gli strumenti urbanistici attuativi o loro varianti adottati dai Comuni prima della data di entrata in vigore della presente legge si applicano le norme procedurali e di approvazione previste da leggi statali e regionali vigenti alla data suddetta.
2. [Per i Piani attuativi di cui al Titolo II, fino alla data di adozione del P.R.G. ai sensi della presente legge, si applicano le norme procedurali di approvazione previste dall'articolo 9 della
Art. 32. (Norma transitoria per gli insediamenti commerciali).
1. Le domande di nulla osta per insediamenti commerciali, già presentate alla data di entrata in vigore della
[1. La deliberazione di adozione, approvazione del P.R.G., del Piano attuativo e delle relative varianti, comprese quelle di cui all’articolo 30, comma 3, copia della relativa documentazione, nonché le deliberazioni della Provincia, con allegato il verbale di cui all’art. 9 comma 5 e al comma 10 dello stesso articolo 30, sono inviati dai rispettivi enti, entro il termine perentorio di giorni trenta dalla data della loro adozione, al Presidente della Giunta regionale ai fini della conoscenza, della vigilanza e dell'aggiornamento dei dati relativi alla trasformazione del territorio e per lo svolgimento di ricerche statistiche volte alla elaborazione di dati per la programmazione territoriale [47].]
TITOLO V
MODIFICHE ED INTEGRAZIONI ALLE LEGGI REGIONALI
2 SETTEMBRE 1974, N. 53 E 10 APRILE 1995, N. 28
Art. 34. (Modifica dell'articolo 8 della
[1. [49].
2. Gli ampliamenti di fabbricati destinati ad abitazione, previsti al comma 7 dell'articolo 8 della
3. Il P.U.T. di cui alla
Art. 35. (Istituzione del S.I.TER.).
1. Ai fini di favorire la conoscenza e la diffusione delle informazioni attinenti al territorio, è istituito il Sistema informativo territoriale (S.I.TER.), nell'ambito del Sistema informativo regionale (S.I.R.).
2. La Giunta regionale, per le finalità indicate al comma 1, realizza sistemi informativi geografici, supporti tematici unificati ed emana apposite direttive e regolamenti, favorendo la redazione di norme tecniche unificate.
3. La Giunta regionale, di intesa con gli enti aventi competenze territoriali, coordina lo sviluppo dei sistemi informativi territoriali.
4. Le funzioni del S.I.TER., di cui all'articolo 36, sono assegnate all'Area operativa assetto del territorio - Piano urbanistico territoriale.
5. Le strutture informative regionali, che dispongono di informazioni di interesse regionale, si coordinano con il S.I.TER.
Art. 36. (Funzioni e compiti del S.I.TER.).
1. Il S.I.TER., d'intesa con gli enti aventi competenze territoriali ed in attesa dell'attuazione di un sistema informativo regionale, con il quale si coordina, esercita le seguenti funzioni:
a) la promozione, con le Province e i Comuni, della rete informativa delle autonomie locali per il territorio;
b) la definizione degli standards e delle codifiche unificate necessarie per attuare un efficiente interscambio di dati tra le Amministrazioni, riguardanti i caratteri, le risorse, i piani ed i progetti che interessano le diverse aree e la regione nel suo complesso;
c) la promozione, con Province e Comuni, del collegamento informativo e telematico di tutte le Amministrazioni locali con gli enti territoriali operanti in Umbria, con gli organi dello Stato, con le strutture della ricerca, le Università, la Unione europea e le altre Regioni;
d) la diffusione dell'uso delle nuove tecniche applicate alle scienze territoriali nelle amministrazioni locali;
e) L'emanazione, di concerto con le Province e i Comuni, di metodi, norme e standards minimi per la fornitura di servizi territoriali all'utenza da parte delle Amministrazioni locali, stipulando anche le necessarie intese con le Amministrazioni statali interessate;
f) la diffusione delle conoscenze e dei dati territoriali già acquisiti dalle Amministrazioni locali;
g) la realizzazione e l'aggiornamento delle cartografie di base e l'esecuzione di riprese aerofotogrammetriche necessarie alla restituzione cartografica e di riprese aeree speciali per studi scientifici, per soddisfare le esigenze connesse alla conoscenza, allo studio e alla pianificazione e progettazione di interesse regionale;
h) la raccolta dei dati relativi alle trasformazioni urbanistiche del territorio ed alle sue caratteristiche geoambientali, anche ai fini del controllo dell'abusivismo edilizio.
2. Il S.I.TER. provvede alla definizione degli standards per la rappresentazione e la elaborazione dei dati dei piani urbanistici, a cui Province e Comuni hanno accesso gratuito.
Art. 37. (Modifiche ed integrazioni alla
TITOLO VI
ATTRIBUZIONE E DELEGA A PROVINCE E COMUNI
Art. 38. (Attribuzione e deleghe di funzioni amministrative alle Province). [51]
[1. Sono attribuite alle Province per i rispettivi territori le seguenti funzioni:
a) [la emissione di nulla osta al rilascio di concessioni edilizie in deroga alle norme del P.R.G. e dei regolamenti edilizi, ivi comprese le deroghe alle altezze stabilite dalle norme urbanistico-edilizie per le costruzioni alberghiere] [52];
b) la richiesta ai Comuni, ai sensi del comma 3 dell'articolo 51 della
c) [la sospensione o demolizione di opere non rispondenti alle prescrizioni di piani urbanistici vigenti o alle norme di regolamento edilizio, di cui all'articolo 26 della
d) la sospensione dei lavori prevista dal comma 2 dell'articolo 1 della
e) [i poteri di annullamento di cui all'articolo 27 della
1 bis. [Le funzioni di cui al comma 1, lett. c) ed e) attribuite alle Province, sono esercitate anche in relazione alla violazione di norme legislative o regolamentari in materia urbanistica ed alla inosservanza di prescrizioni del Piano urbanistico territoriale o del Piano territoriale di coordinamento provinciale ed in genere di ogni altro piano urbanistico vigente] [55].
2. [Sono attribuite al Presidente della Giunta provinciale le funzioni del Presidente della Giunta regionale di cui all'articolo 7 della
3. E' delegata alle Province l'emissione del parere vincolante, preliminare all'approvazione dei Piani attuativi comunali di cui al Titolo II, limitatamente alle zone sottoposte ai vincoli indicati agli artt. 139 e 146 del
4. La Provincia invia alla Regione semestralmente una relazione informativa sulla gestione delle deleghe e sui provvedimenti adottati ai sensi del presente articolo.
5. Copia degli atti adottati dal Presidente della Giunta provinciale ai sensi dell'articolo 7 della
Art. 39. (Delega di funzioni amministrative ai Comuni). [58]
[1. Sono delegate ai Comuni le funzioni amministrative di cui agli articoli 7, 8, 9, 11, 13, 14 e 15 della
2. [Le autorizzazioni ed i provvedimenti di cui al presente articolo sono adottati e rilasciati dal Sindaco, sentita la Commissione edilizia comunale, obbligatoriamente integrata da due esperti in materia di beni ambientali, quali membro effettivo e supplente nominati dal Consiglio comunale, scelti nell'elenco regionale di esperti in beni ambientali ed assetto del territorio, di cui alla
2 bis. [Ai fini del rilascio della autorizzazione di cui all'art. 151 del
3. [Le autorizzazioni, di cui all'articolo 7 della
4. [Il Sindaco dà immediata comunicazione dell'avvenuto rilascio dell'autorizzazione al Ministero per i beni culturali e ambientali ed alla Provincia, inviando la relativa documentazione] [62].
5. [Per la determinazione dell'indennità di cui agli articoli 14 e 15 della
5 bis. [I proventi delle indennità di cui all'art. 164 del
Art. 40. (Richiesta di atti). [65]
[1. E' facoltà della Regione di richiedere agli enti interessati copia degli atti relativi alle materie oggetto di delega o attribuzione ai sensi della presente legge.
2. Gli atti di cui al comma 1 devono essere trasmessi entro il termine di giorni venti dalla richiesta.]
TITOLO VII
STANDARDS URBANISTICI
Art. 41. (Standards urbanistici al servizio degli insediamenti residenziali del P.R.G.). [66]
[1. Le quantità minime di spazi pubblici al servizio di insediamenti residenziali previsti dal P.R.G. sono determinate applicando i valori minimi contenuti nella seguente tabella espressi in mq. per abitante insediato o da insediare:
Popolazione residente o prevista |
|
fino a da 5.001 sopra |
5.000 a 20.000 20.000 |
abitanti abitanti abitanti |
Istruzione: scuola materna e 4 mq/ab. 4 mq/ab. 4 mq/ab. |
dell'obbligo |
Attrezzature di interesse 2 mq/ab. 3 mq/ab. 4 mq/ab. |
comune |
Spazi pubblici attrezzati a 5 mq/ab. 8 mq/ab. 12,5 |
parchi per il gioco e lo mq/ab. |
sport |
Parcheggi 3 mq/ab. 3 mq/ab. 3,5 |
mq/ab. |
Totali 14 mq/ab. 18 mq/ab. 24 mq/ab. |
2. Le aree di cui al presente articolo sono dimensionate nella parte strutturale del P.R.G. di cui all'articolo 2 della presente legge e sono perimetrate nella parte operativa del P.R.G., o in sede di formazione dei piani attuativi.
3. Ai fini del dimensionamento degli spazi necessari agli standards di cui al presente articolo, i fabbisogni derivanti dagli abitanti insediati nelle zone «A» di cui al D.M. del 2 aprile 1968, sono ridotti al 50 per cento.]
Art. 42. (Standards urbanistici di interesse generale del P.R.G.). [67]
[1. Nella redazione del P.R.G. che prevede una popolazione superiore a 20.000 abitanti, le zone F per attrezzature di interesse generale, sia pubbliche che private di interesse collettivo, debbono raggiungere i seguenti valori minimi:
a) grandi infrastrutture per parcheggio anche di interscambio tra sistemi di trasporto: 4,00 mq/ab.;
b) per l'istruzione superiore all'obbligo ed universitaria: 6,00 mq/ab.;
c) per la salute e l'assistenza: 4,00 mq/ab.;
d) per verde pubblico in parchi urbani e territoriali: 10,00 mq/ab.;
e) per attrezzature per lo sport: 10,00 mq/ab.;
f) per infrastrutture tecnologiche e di distribuzione
dell'elettricità, del gas o metano, dell'acqua, di quelle relative alla
raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti, ai servizi di trasporto ed altri
servizi del genere, alla protezione civile, nonché ad impianti di
distribuzione di merci quali depositi, mercati generali, autostazione e
scali ferroviari: 10,00 mq/ab.
2. Nella redazione del P.R.G. che preveda una popolazione inferiore a 20.000 abitanti i valori di cui al comma precedente sono ridotti alla metà ed è escluso l'obbligo per la previsione delle aree previste ai paragrafi a) e b) del comma 1.
3. Le aree di cui al presente articolo sono dimensionate nella parte strutturale del P.R.G. di cui all'articolo 2 della presente legge e sono perimetrate nella parte operativa del P.R.G., distinguendo quelle per le quali è prevista l'attuazione pubblica da quelle ad attuazione privata.]
Art. 43. (Standards urbanistici per insediamenti commerciali, direzionali, produttivi, residenziali turistici e produttivi turistici). [68]
[1. Le quantità minime di spazi, al servizio di insediamenti a carattere commerciale sono determinate applicando le disposizioni di cui all'articolo 26.
2. Le quantità minime di spazi al servizio di insediamenti a carattere direzionale e per la ristorazione sono definite come appresso:
a) a 100 mq. di superficie lorda di pavimento adibita alla attività deve corrispondere la quantità minima di 50 mq. di spazio per parcheggio, escluse le sedi viarie e di mq. 50 per verde.
3. Le quantità minime di spazi al servizio di insediamenti a carattere produttivo industriale ed artigianale sono definite come appresso:
a) aree per parcheggio pubblico, escluse le sedi viarie, in misura non inferiore al 10 per cento dell'intera superficie della zona destinata agli insediamenti ed aree per verde pubblico in misura non inferiore al 5 per cento della stessa superficie, da utilizzare come verde ornamentale.
4. La quantità minima di spazi al servizio di insediamenti residenziali turistici, per la realizzazione di verde attrezzato, parcheggio, escluse le sedi viarie e attrezzature di interesse comune, è quantificata nella misura minima del 40 per cento della intera superficie della zona destinata a tali insediamenti.
5. La quantità minima di spazi al servizio di insediamenti produttivi turistici, alberghieri ed extralberghieri, per la realizzazione di parcheggi è quantificata nella misura minima di un posto macchina per ogni due posti letto previsti e per verde nella misura minima di mq. 4 per ogni 100 mc. di volume destinato all'attività.
6. Nel caso degli insediamenti di cui commi 2, 4, 5 una quota non inferiore al 50 per cento degli spazi previsti deve essere pubblica.
7. All'interno dei singoli lotti, nel caso di insediamenti di cui al presente articolo, negli spazi destinati a verde privato, le alberature di alto e medio fusto debbono corrispondere almeno al rapporto di una ogni 40 mq. di superficie di area libera dalle costruzioni. Il Sindaco in sede di rilascio del certificato di agibilità o abitabilità accerta la sussistenza di tale requisito.
8. I Comuni possono prevedere che, con provvedimento motivato in relazione alla ubicazione degli insediamenti di cui ai commi 2 e 5 nelle zone A di cui al D.M. 2 aprile 1968, quota parte delle aree per standards siano sostituite da adeguati servizi ed infrastrutture, che garantiscano migliori soluzioni urbanistiche.]
Art. 44. (Dimensionamento degli standards urbanistici per l'attuazione del P.R.G.). [69]
[1. Le quantità di spazi per standards urbanistici di cui al presente titolo e quelli previsti all'articolo 26 sono rispettate nella fase attuativa del P.R.G. anche a livello di interventi concernenti singoli comparti, nonché per soddisfare le necessità di aree per verde e parcheggio di urbanizzazione primaria, di cui all'articolo 4 della
2. E' facoltà del Comune stabilire, in base a motivate ragioni, i casi in cui il piano attuativo di comparti residenziali non debba obbligatoriamente prevedere le aree per l'istruzione e di interesse comune, di cui all'articolo 41, definendo in tal caso oneri di urbanizzazione compensativi.]
Art. 45. (Limiti temporali). [70]
[1. Le disposizioni di cui agli articoli 41, 42, 43 e 44 si applicano fino alla approvazione del P.U.T. di cui alla
TITOLO VIII
NORME FINALI E FINANZIARIE
Art. 46. (Iniziative a favore dei Comuni). [71]
[1. La Giunta regionale, mediante ausili tecnico conoscitivi e finanziari, promuove iniziative volte a realizzare intese tra Comuni per elaborare studi, progetti e programmi di ambito sovracomunale.
2. La Giunta regionale con le stesse modalità di cui al comma 1, anche in attuazione dei principi della
Art. 47. (Norma finanziaria).
1. Per l'attuazione degli interventi previsti dalla presente legge sono istituiti per memoria nello stato di previsione della spesa del bilancio regionale i seguenti capitoli:
- per le finalità di cui agli articoli 13, 33, 34 e 46, il cap. 5815 denominato: «Spese per studi, indagini e ricerche finalizzate a favorire la formazione del P.R.G., l'aggiornamento dei dati relativi alla trasformazione del territorio e la tutela del territorio agricolo, nonché per promuovere intese fra i Comuni per la realizzazione di progetti e programmi di ambito sovracomunale»;
- per le finalità di cui all'articolo 35, il cap. 5816 denominato: «Spese per il funzionamento e la realizzazione del sistema informativo territoriale (S.I.TER.)».
2. Con leggi di bilancio o di variazione allo stesso sarà provveduto alle necessarie dotazioni finanziarie.
Art. 48. (Norma finale).
1. Entro il termine perentorio di centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge la Provincia predispone il documento preliminare del P.T.C.P. e lo invia alla Regione ed agli enti di cui al comma 3 dell'articolo 15 della
2. Entro dodici mesi dall'avvenuta approvazione del P.T.C.P. i Comuni adeguano il proprio strumento urbanistico generale alle norme della presente legge.
3. [Il P.R.G. approvato ai sensi della presente legge sostituisce ogni altro strumento urbanistico generale, a livello comunale, previsto dalle vigenti disposizioni di legge] [72].
Art. 49. (Organizzazione).
1. La Giunta regionale, entro novanta giorni dal la approvazione della presente legge, definisce l'organizzazione degli uffici e dei servizi regionali in conformità alle disposizioni della presente legge, individuando le strutture ed il personale da assegnare alle Province ed ai Comuni, secondo le modalità stabilite nel protocollo generale per la mobilità di personale definito con le Organizzazioni sindacali confederali.
Art. 50. (Poteri sostitutivi regionali). [73]
[1. In caso di mancato rispetto dei termini perentori previsti dalla presente legge, la Giunta regionale invita gli Enti inadempienti a provvedere entro trenta giorni, decorsi inutilmente i quali, al compimento dei singoli atti provvede direttamente la Giunta regionale, nominando un apposito commissario ad acta, con oneri a carico degli Enti inadempienti.
2. In caso di inerzia di Province e Comuni nell'esercizio delle funzioni amministrative ad essi delegate la Giunta regionale invita gli stessi a provvedere entro sessanta giorni, decorsi inutilmente i quali alla formazione dei singoli atti amministrativi provvede direttamente la Giunta regionale nominando un apposito commissario ad acta con oneri a carico dell'ente inadempiente.
3. Le funzioni, le competenze ed i singoli atti sui quali si attua il potere sostitutivo regionale, sono disciplinati con apposito regolamento da emanarsi entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge.]
Art. 51. (Abrogazioni).
1. Sono abrogati:
a) il comma 3 dell'articolo 3 e gli articoli 1, 2, 5, 7 e 9 della
b) L'articolo 33 della
c) l'articolo 20 delle norme di attuazione del P.U.T., approvato con
d) gli articoli 3, 8 e 9 della
e) L'articolo 9 della
f) gli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 9 della
g) la
h) gli articoli 20, 21, 22, 23, 24 e 31 della
i) la
l) la
Art. 52. (Testo unico coordinato).
1. La Regione, entro centoventi giorni dall'approvazione della presente legge, provvede a raccogliere in un unico testo l'intera legislazione regionale in materia urbanistica.
[1] Abrogata dall'art. 271 della
[2] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[3] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[4] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[5] Lettera abrogata dall’art. 22 della
[6] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[7] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[8] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[9] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[10] Comma così modificato dall'art. 1 della
[11] Comma così modificato dall'art. 1 della
[12] Comma aggiunto dall'art. 1 della
[13] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[14] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[15] Comma così sostituito dall'art. 1 della
[16] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[17] Comma così modificato dall'art. 1 della
[18] Per un'interpretazione autentica del presente comma, vedi l'art. 22 della
[19] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[20] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[21] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[23] Comma aggiunto dall’art. 35 della
[24] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[25] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[26] Comma così modificato dall'art. 1 della
[27] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[28] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[29] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[30] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[31] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[32] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[33] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[34] Comma così sostituito dall'art. 41, comma 1, lett. a) della
[35] Comma così modificato dall'art. 41, comma 1, lett. b) della
[36] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[37] Comma così sostituito dall'art. 41, comma 1, lett. c) della
[38] Comma aggiunto dall'art. 41, comma 1, lett. d) della
[39] Comma così modificato dall'art. 41, comma 1, lett. e) della
[40] Articolo abrogato dall'art. 70 della
[41] Comma abrogato dall’art. 73 della
[42] Lettera così modificata dall'art. 17 della
[43] Per la riduzione dei termini di cui al presente comma vedi art. 12, comma 1, della
[44] Per la riduzione dei termini di cui al presente comma vedi art. 12, comma 1, della
[45] Comma abrogato dall’art. 73 della
[46] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[47] Articolo così modificato dall’art. 34 della
[48] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[49] Il testo di modifica è riportato nella
[50] Modifica gli artt. 3, 5, 8, 11, 12, 13, 15, 16, 17, 18 e 19 e aggiunge l'art. 15 bis nel testo della
[51] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[52] Lettera abrogata dall’art. 57 della
[53] Lettera abrogata dall’art. 49 della
[54] Lettera abrogata dall’art. 49 della
[55] Comma aggiunto dall'art. 1 della
[56] Comma abrogato dall’art. 49 della
[57] Comma così modificato dall'art. 1 della
[58] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[59] Comma abrogato dall’art. 57 della
[60] Comma aggiunto dall'art. 1 della
[61] Comma abrogato dall’art. 57 della
[62] Comma abrogato dall’art. 57 della
[63] Comma abrogato dall’art. 57 della
[64] Comma aggiunto dall'art. 1 della
[65] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[66] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[67] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[68] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[69] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[70] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[71] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[72] Comma abrogato dall’art. 73 della
[73] Articolo abrogato dall’art. 73 della
[74] Il rinvio all’articolo 31, comma 2, della