§ 98.1.35711 - Circolare 17 aprile 1996, n. 147 .
Direttiva - direttive generali per l'azione amministrativa e la gestione per l'anno 1996.


Settore:Normativa nazionale
Data:17/04/1996
Numero:147

§ 98.1.35711 - Circolare 17 aprile 1996, n. 147 .

Direttiva - direttive generali per l'azione amministrativa e la gestione per l'anno 1996.

 

Emanata dal Ministero per la pubblica istruzione.

 

 

 

 

 

 

 

Premessa 

I 

Norme comuni 

1.1 

Autonomia delle istituzioni scolastiche. Qualità dell'istruzione. 

 

Sistema di valutazione. Apertura della scuola ai giovani. 

1.2 

Ordinamento degli studi, innovazione e sperimentazione Sviluppo delle  

 

tecnologie didattiche. Parità delle istituzioni scolastiche non statali. 

1.3 

Orientamento - Rapporti scuola-lavoro. 

1.4 

Educazione civica e cultura costituzionale. Valori civili e sociali. 

1.5 

Educazione interculturale. 

1.6 

Programmi dell'Unione Europea e iniziative internazionali. 

1.7 

Educazione ambientale. 

1.8 

Sviluppo della documentazione. 

1.9 

Funzione ispettiva. 

1.10 

Principi che devono ispirare l'organizzazione degli uffici e l'attività 

 

Amministrativa. 

1.11 

Razionalizzazione della rete scolastica. 

1.12 

Gestione del personale. 

1.13 

Formazione e Aggiornamento - Riconversione professionale - Acquisti di 

 

materiale didattico e pubblicazioni. 

1.14 

Informatizzazione dei servizi. 

1.15 

Gestione delle risorse finanziarie. 

II Disposizioni Specifiche Per Ciascun Ufficio Centrale. 

2.1 

Direzione Generale del Personale e degli Affari Generali e Amministrativi; 

 

obiettivi da perseguire, programmi da attuare e criteri di gestione delle 

 

disponibilità finanziarie. 

2.2 

Direzione Generale dell'Istruzione Elementare; obiettivi da perseguire, 

 

programmi da attuare e criteri di gestione delle disponibilità 

 

Finanziarie. 

2.3 

Direzione Generale dell'Istruzione Secondaria di Primo Grado; obiettivi da 

 

perseguire e programmi da attuare. 

2.4 

Direzione Generale dell'Istruzione Classica, Scientifica e Magistrale; 

 

obiettivi da perseguire, programmi da attuare e gestione delle  

 

disponibilità finanziarie. 

2.5 

Direzione Generale dell'Istruzione Tecnica; obiettivi da perseguire, 

 

programmi da attuare e gestione delle disponibilità finanziarie. 

2.6 

Direzione Generale dell'Istruzione Professionale; obiettivi da perseguire, 

 

programmi da attuare e gestione delle disponibilità finanziarie. 

2.7 

Direzione Generale degli scambi Culturali; obiettivi da perseguire, 

 

programmi da attuare e criteri di gestione delle disponibilità 

 

Finanziarie. 

2.8 

Direzione Generale della Scuola Media non Statale; obiettivi da  

 

perseguire, programmi da attuare e gestione delle disponibilità  

 

finanziarie. 

2.9 

Ufficio Studi, Bilancio e programmazione; obiettivi da perseguire e  

 

programmi da attuare. 

2.10 

Ispettorato per l'Istruzione Artistica; obiettivi da perseguire, 

 

programmi da attuare e gestione delle disponibilità finanziarie. 

2.11 

Ispettorato Educazione Fisica; obiettivi da perseguire programmi da  

 

attuare e criteri di gestione delle disponibilità finanziarie. 

2.12 

Ispettorato Pensioni; obiettivi da perseguire e programmi da attuare. 

2.13 

Servizio per la Scuola Materna; obiettivi da perseguire, programmi da  

 

attuare e gestione delle disponibilità finanziarie. 

III Norme Finali 

3.1 

Relazione finale. 

3.2 

Proposte per il 1997 

Allegati 

Allegato A - Piano di ripartizione dei fondi dal Cap. 1019 - A.F. 1996 

Allegato B - Piano di ripartizione dei fondi del Cap. 1130 - A.F. 1996 

Allegato C - Piano di ripartizione dei fondi del Cap. 1206 - A.F. 1996 

 

 

Visto il decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 e successive modifiche ed integrazioni, recante: "Razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma dell'articolo 2 della legge 23 ottobre 1992, n. 421" ed in particolare l'art. 14 comma 1;

visto il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, contenente il testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione;

vista la legge 23 dicembre 1994, n. 724, contenente misure di razionalizzazione della finanza pubblica;

vista la legge 28 dicembre 1995, n. 549, contenente misure di razionalizzazione della finanza pubblica;

vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20, contenente disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei Conti;

visto il D.P.R. 20 aprile 1994, n. 367, ed in particolare l'art. 3 che disciplina l'assegnazione degli stanziamenti di bilancio;

vista la precedente direttiva per l'azione amministrativa e la gestione 15 giugno 1995, n. 209 relativa all'anno 1995;

ritenuta la necessità di definire, anche sulla base delle proposte dei Dirigenti Generali e dei Capi degli Ispettorati e del Servizio Scuola Materna, gli obiettivi e i programmi dell'azione amministrativa da attuare per il 1996 e di indicare i criteri e le priorità cui attenersi;

sentito il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 10 aprile 1996;

Premesso che:

a) È compito fondamentale dell'istruzione:

- sviluppare la capacità di autonomia, di giudizio, di senso critico e di innovazione dei giovani;

- consentire a ciascun giovane di realizzare pienamente le proprie attitudini e potenzialità nella crescita personale e nella vita attiva;

- rafforzare la formazione culturale e professionale di base degli studenti;

- collaborare alla formazione professionale che va finalizzata in coerenza con gli sviluppi territoriali;

- partecipare alla formazione permanente e ricorrente dei lavoratori;

- conferire a ciascun allievo il senso della responsabilità in una società solidale;

- promuovere l'uguaglianza delle opportunità per tutti;

- sviluppare la formazione continua e a distanza;

b) Il miglioramento della qualità dell'istruzione va perseguito e realizzato attraverso;

- la promozione e la diffusione dell'innovazione;

- l'impiego delle nuove tecnologie;

- l'aggiornamento professionale di coloro che operano nella scuola;

- la maggiore mobilità intellettuale e delle conoscenze all'interno dell'Unione Europea;

- l'eliminazione di ogni forma di discriminazione determinata da ragioni di sesso, razza, religione, nazionalità o da condizioni culturali, economiche e sociali;

- la promozione di un più efficace raccordo tra scuola e mondo del lavoro;

- lo sviluppo della dimensione organizzativa e relazionale della scuola;

- l'integrazione dei sistemi formativi con particolare riferimento alla formazione professionale regionale;

- una maggiore apertura della scuola alle esigenze dei giovani, anche per favorire l'educazione alla creatività;

Emana la seguente direttiva generale per l'azione amministrativa e per la gestione:

 

 

Le linee di governo del sistema dell'istruzione nell'anno 1996 dovranno perseguire gli obiettivi e realizzare i programmi di seguito indicati:

I Norme comuni

1.1. Autonomia delle istituzioni scolastiche. Qualità dell'istruzione. Sistema di valutazione. Apertura della scuola ai giovani.

1.1.1. Autonomia delle istituzioni scolastiche. L'azione amministrativa e la gestione devono essere coerenti con le prospettive di autonomia organizzativa, finanziaria, didattica, di ricerca e sviluppo delle istituzioni scolastiche. Contestualmente vanno ulteriormente sviluppati i progetti in atto rivolti a migliorare la qualità dell'istruzione attraverso la valorizzazione del ruolo centrale delle singole istituzioni scolastiche, effettive erogatrici del servizio educativo.

L'autonomia delle istituzioni scolastiche deve essere realizzata e garantita anche attraverso una revisione dei compiti dell'Amministrazione centrale e periferica che dovrà assumere il ruolo di supporto alle istituzioni scolastiche. A tal fine sarà avviato un progetto di riordinamento sulla base delle linee che emergeranno dall'attività di analisi affidata alla Direzione Generale del Personale di cui al successivo punto 2.1., lettera b).

In tale contesto, da un canto deve essere rafforzato il processo in corso volto ad attribuire l'effettiva responsabilità delle decisioni agli organi di autogoverno delle istituzioni scolastiche, dall'altro devono essere sviluppati sia modalità e procedure per una più efficace ed efficiente gestione del servizio da parte delle singole scuole, sia strategie, indicatori e strumenti per il governo ed il controllo dell'intero sistema per migliorare la qualità del servizio medesimo.

1.1.2. Qualità dell'istruzione. La diffusione e lo sviluppo del progetto "qualità nella scuola" vanno perseguiti attraverso iniziative assunte con la collaborazione di enti locali, istituzioni ed altri soggetti che operano nel campo della formazione e nel modo del lavoro e della produzione, rivolte al miglioramento dell'organizzazione e del servizio scolastico, promuovendo l'attivazione di reti di scuole, a partire da quelle che hanno già realizzato esperienze significative, che funzionino come poli per la diffusione della qualità.

Deve essere riconosciuto e sostenuto il ruolo di tutti i soggetti e organi cui è affidato, all'interno della scuola, il compito di promuovere e gestire il progetto educativo sia sul piano didattico che su quello organizzativo, responsabilizzando le varie componenti scolastiche e valorizzandone la professionalità e la funzione, in modo da suscitare motivazione e partecipazione. Dette componenti devono acquisire una diversa e nuova consapevolezza del ruolo che distintamente e concordemente sono sciamate a svolgere, in modo, da sviluppare attorno e dentro ciascuna istituzione scolastica un forte "spirito di appartenenza", per cui la scuola dove si studia o si lavora, dove si inviano i figli, venga vista come qualcosa a cui devono essere dedicate attenzioni ed energie, del cui destino si è artefici e di cui si è orgogliosi. Il miglioramento del servizio, infatti, è legato alla crescita della scuola come "comunità", dove tutti coloro che vi appartengono si sentano impegnati in prima persona per svolgere in modo più efficace e innovativo le attività educative.

1.1.3. Sistema di valutazione. L'attribuzione di maggiore autonomia alle Istituzioni scolastiche richiede l'istituzione di un sistema di valutazione che consenta di verificare l'efficacia dell'azione amministrativa finalizzata all'erogazione del servizio scolastico.

Sulla base dei risultati emersi dai lavori dell'apposito Comitato saranno formulate proposte per l'individuazione delle strutture e dei soggetti responsabili, sia a livello centrale sia a livello periferico, la partecipazione del personale ispettiva, le metodologie e i criteri per le analisi, le verifiche e le valutazioni, gli obiettivi da raggiungere e le risorse necessarie.

Per quanto concerne in particolare la valutazione delle prestazioni del personale scolastico, le soluzioni dovranno essere adeguate ai risultati degli accordi in corso di svolgimento per l'ARAN a completamento del contratto scuola relativo al quadriennio 1994-97.

1.1.4. Apertura della scuola ai giovani. Nel quadro delle indicazioni contenute nella direttiva 3 aprile 1996, n. 133 le istituzioni scolastiche nell'ambito della propria autonomia, potranno definire iniziative complementari e integrative di accoglienza e accompagnamento degli studenti nell'iter formativo, la creazione di occasioni e spazi di incontro da riservare ai giovani, le modalità di apertura della scuola ai bisogni socio-culturali del territorio, in coerenza con le finalità formative istituzionali.

Potranno essere promosse collaborazioni con le associazioni degli studenti e degli ex studenti, dei genitori, con associazioni culturali e di volontariato, in modo da offrire ai giovani ulteriori occasioni per la crescita umana e civile e per un proficuo utilizzo del tempo libero.

Sulle materie di comune interesse con le Amministrazioni comunali, al fine di assicurare la funzionalità delle istituzioni scolastiche, gli interventi dell'Amministrazione scolastica dovranno adeguarsi alle indicazioni che deriveranno dei lavori del "Forum permanente sulla scuola e la città", constituito con la partecipazione di rappresentanti del Ministero e dei Comuni, a seguito di un protocollo di intesa tra questo Ministero e l'ANCI.

Per la realizzazione delle finalità sopraindicate le scuole dovranno aprirsi al territorio circostante mediante un'offerta formativa integrata e diversificata, favorendo tutte le iniziative che realizzano la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile.

In attuazione del protocollo d'intesa sottoscritto in data 6 settembre 1995 con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Spettacolo - e l'Ente Teatrale Italiano, andrà valorizzata l'educazione al teatro quale occasione di educazione ai linguaggi anche non verbali ed alla creatività.

 

 

1.2. Ordinamento degli studi, innovazione e sperimentazione. Sviluppo delle tecnologie didattiche. Parità delle istituzioni scolastiche non statali.

1.2.1. Ordinamento degli studi, innovazione e sperimentazione. È necessario promuovere e sviluppare progetti di innovazione coordinati a livello nazionale con l'intento di ammodernare i curricoli di studio, di facilitare i raccordi tra scuola e mondo del lavoro e di favorire la progressiva integrazione tra i sistemi formativi allo scopo di innalzare i livelli di formazione dei giovani e degli adulti.

I suddetti progetti, anche nella prospettiva della formazione continua, dovranno perciò ispirarsi a criteri di flessibilità e di personalizzazione dei percorsi scolastici e prevedere il riconoscimento dei crediti formativi maturati, ivi compresi quelli acquisiti sul lavoro.

Per tutte le sperimentazioni e per le altre iniziative in atto volte a sviluppare le innovazioni didattiche, vanno realizzati dei piani per il monitoraggio e la valutazione e vanno promossi il coordinamento, l'intesa e la collaborazione tra istituzioni scolastiche per la produzione e lo sviluppo di modelli, di materiali e di strumenti da diffondere a livello nazionale, avviando le necessarie iniziative per il passaggio ad ordinamento - dopo un ragionevole periodo di tempo e alla luce dei risultati acquisiti e delle valutazioni già condotte - delle sperimentazioni coordinate a livello nazionale.

In linea con gli ordinamenti e gli indirizzi delle politiche dell'Unione Europea e in attuazione degli obiettivi contenuti nel libro bianco della Commissione sull'educazione e la formazione "Insegnare ed apprendere, verso la società cognitiva", che ha dichiarato il 1996 "Anno europeo dell'istruzione e della formazione", deve essere dato rilievo nei programmi formativi all'insegnamento a distanza e ai sistemi multimediali per migliorare la qualità e la produttività del servizio scolastico.

La scuola deve aiutare i giovani e, potenzialmente, ogni persona a fronteggiare le esigenze connesse alla rapidità dei cambiamenti tecnologici e sociali, fornendo gli strumenti necessari per sostenere la loro capacità di apprendere, di orientarsi e di inserirsi nella vita attiva.

L'insegnamento aperto e a distanza, come, già evidenziato dalla Commissione dell'Unione Europea nel libro verde sulla dimensione europea dell'istruzione del 29 settembre 1993, racchiude tutta una gamma di possibilità in grado di dare alle giovani generazioni le capacità di adattarsi alle evoluzioni professionali o ad eventuali riconversioni e di favorire il trasferimento delle conoscenze. In questo quadro, l'utilizzo dei sistemi multimediali può svolgere un ruolo molto importante nella trasmissione delle conoscenze e nella diversificazione dei luoghi d'apprendimento, che potrebbero avvalersi, in via sperimentale, anche della comunicazione satellitaria.

Nell'elaborazione dei progetti di sperimentazione e delle altre iniziative rivolte a promuovere innovazioni didattiche vanno utilizzate le risorse offerte dal corpo ispettivo, dal Centro Europeo dell'Educazione, dalla Biblioteca di Documentazione Pedagogica, dagli Istituti Regionali di Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento Educativo e dall'Ufficio Studi, Bilancio e Programmazione.

Occorre promuovere e attuare i progetti di formazione a distanza, anche in convenzione con l'Ente radiotelevisivo pubblico, che favoriscono l'accesso all'istruzione, particolare nelle regioni meno favorite, l'arricchimento, dell'offerta formativa, l'efficacia dell'apprendimento e dell'insegnamento, l'aggiornamento continuo del personale scolastico, con l'ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie disponibili.

1.2.2. Sviluppo delle tecnologie didattiche. Al fine di consentire un'alfabetizzazione informatica e telematica delle nuove generazioni va potenziato e diffuso il "Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche nel sistema scolastico", avviato con la direttiva 4 ottobre 1995, n. 318. Com'è noto, il Programma prevede inizialmente l'avvio di una specifica sperimentazione con l'allestimento un altrettante scuole di almeno 140 mila aule multimediali su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo i diversi ordini e gradi di scuole.

L'indicazione e il coordinamento delle metodologie didattiche, dei contenuti e metodi formativi, delle iniziative per la diffusione del Programma sono affidati ad un gruppo di lavoro interdirezionale e ad un nucleo operativo delle tecnologie didattiche che operano presso il Gabinetto. Con decreto ministeriale 19 gennaio 1996, n. 27 si è provveduto ad assicurare un finanziamento di base alle scuole interessate alla sperimentazione da destinare all'acquisto o riscatto di hardware, software e altre attrezzature. La sperimentazione si propone di costituire un "laboratorio" destinato a creare modelli validi per lo sviluppo delle tecnologie didattiche, a formare docenti esperti capaci di favorire la diffusione dell'innovazione, a produrre materiali didattici validati e sperimentati e a diffondere conoscenze sulla funzionalità, sui limiti e sui costi delle diverse tecnologie.

Per quanto riguarda il futuro sviluppo delle tecnologie didattiche vanno tenuti presenti i seguenti principi:

- ciascun Ufficio Centrale, all'interno delle linee di indirizzo già fissate, dovrà attuare un utilizzo più intensivo e mirato delle tecnologie dell'informazione e comunicare, nell'ambito delle finalità formative specifiche dei diversi ordini e gradi di istruzione;

- con il concorso del nucleo operativo delle tecnologie didattiche e dell'apposito gruppo interdirezionale, dovrà essere avviata attività di coordinamento tra i progetti dei diversi Uffici centrali del Ministero al fine di identificare gli standard tecnici e metodologici comuni e di evitare duplicazioni e sprechi di risorse;

- ciascun Ufficio Centrale, con il concorso del nucleo operativo delle tecnologie didattiche, definirà nuovi progetti di sviluppo dell'utilizzo delle tecnologie medesime, al fine di predisporre concretamente le iniziative da assumere al momento della spendibilità delle risorse aggiuntive accantonate per la formazione e l'innovazione;

- dovrà essere sviluppato l'utilizzo di Internet come strumento di comunicazione di tutti gli Uffici ministeriali con le scuole e con i cittadini, fornendo indicazioni sull'impiego più mirato del medesimo strumento, assicurando il coordinamento con tutti i sistemi in atto e con quelli da realizzare in attuazione della direttiva 9 febbraio 1996, n. 62.

1.2.3. Parità delle istituzioni scolastiche non statali. Nella considerazione che le istituzioni scolastiche non statali legalmente riconosciute svolgono un servizio essenziale, non può disconoscersi che la loro attività rientra nelle finalità perseguite dallo Stato per l'istruzione dei giovani.

Nel rispetto del principio del pluralismo, occorre dare piena attuazione all'art. 33 della Costituzione che assicura a dette istituzioni piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali.

In attesa che il Parlamento assuma le necessarie decisioni legislative in materia, l'Amministrazione nella sua azione quotidiano dovrà tener conto di tali pincipi, anche se nei limiti delle disposizioni vigenti.

Conseguentemente dovrà essere emanata una nuova disciplina per i riconoscimenti legali e si dovrà tendere a facilitare la partecipazione del personale operante nelle suddette istituzioni alle iniziative di formazione e aggiornamento del personale delle istituzioni statali.

Dovrà altresì essere assicurata un'ampia informazione presso le istituzioni non statali legalmente riconosciute delle iniziative di innovazione che si realizzano nelle istituzioni scolastiche statali al fine di favorire la loro partecipazione alle iniziative medesime, come pure si dovrà tener conto della situazione del settore delle scuole non statali nell'elaborazione delle proposte di modifica degli ordinamenti.

Si dovrà tendere gradualmente ad una parificazione del servizio prestato dal personale delle predette istituzioni a quello del personale delle istituzioni statali.

 

 

1.3. Orientamento - Rapporti scuola - lavoro.

1.3.1. Orientamento. Il problema dell'orientamento assume un ruolo cruciale nel contesto attuale in relazione alla preoccupante dimensione assunta dalla dispersione scolastica a partire dalla scuola dell'obbligo e fino all'Università e alle difficoltà sempre crescenti che incontrano i giovani per inserirsi nel mercato del lavoro. L'orientamento deve pertanto costituire parte integrante di un più ampio processo formativo indirizzato a potenziare nei giovani la capacità di conoscere se stessi e l'ambiente in cui vivono.

Le iniziative rivolte all'orientamento dei giovani, sia durante la scuola dell'obbligo che nel corso della scuola secondaria devono essere organizzate in modo sistematico e coordinato, d'intesa con gli enti locali e le Università, e devono essere indirizzate a sviluppare nei giovani la capacità di adattarsi al cambiamento e fornire loro gli strumenti per poterlo capire e governare. Il documento prodotto dall'apposito gruppo interministeriale di lavoro per il coordinamento tra istruzione universitaria e istruzione scolastica prevede iniziative congiunte finalizzate a favorire il passaggio degli studenti dalla scuola all'Università. Tra gli interventi sono previste la formazione di pacchetti multimediali da dare alle scuole per assicurare un'informazione completa ed aggiornata sul sistema universitario e la realizzazione, all'interno delle Università, di appositi servizi di accoglienza ed orientamento.

1.3.2. Rapporti scuola-lavoro. Nel quadro degli orientamenti e delle direttive dell'Unione Europea e sulla base delle intese con gli enti locali, occorre realizzare un rapporto organico tra scuola, mondo del lavoro e della produzione, al fine anche di diffondere le esperienze di alternanza scuola-lavoro, in attuazione dell'art. 9, commi 15 e 16, del decreto legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito dalla legge 19 luglio 1993, n. 236.

In questo contesto vanno promossi e attuati, a livello provinciale, accordi di programma - come previsto dal protocollo d'intesa tra il Ministero della Pubblica Istruzione e l'Unione delle Province d'Italia stipulato in data 15 dicembre 1995 - tra Provveditorati agli Studi e Province al fine di favorire un efficace rapporto tra scuola e realtà produttiva ed occupazionale del territorio, promuovendo un'adeguata programmazione dell'orientamento in rapporto alle esigenze occupazionali ed interventi ed esperienze di raccordo scuola-lavoro sia in ambito curricolare che extracurricolare.

Al fine di rendere sistematico il rapporto tra scuola e mondo del lavoro, i Provveditori agli Studi, anche in collegamento tra loro, organizzeranno a livello provinciale o interprovinciale idonei servizi (esempio sportelli) a supporto delle iniziative di integrazione tra scuola e mondo del lavoro quali:

- la consulenza e l'assistenza alla progettazione degli interventi e alla realizzazione degli stage e delle attività di alternanza;

- la diffusione dei modelli organizzativi e delle esperienze più innovative, nonché la selezione, il monitoraggio e la valutazione delle iniziative realizzate.

Dovranno essere inoltre sperimentate modalità per collegare in rete tali servizi.

Per la formazione professionale dei giovani a livello post-secondario devono essere ulteriormente sviluppati progetti rivolti a realizzare - anche con l'utilizzo di risorse dell'Unione Europea e d'intesa con le regioni e il mondo del lavoro e della produzione, secondo quanto previsto dall'accordo quadro con la Conferenza del Presidenti delle Regioni in materia di integrazione dei sistemi formativi in data 16 febbraio 1994 - corsi post-diploma, riservando una particolare attenzione alle aree in ritardo di sviluppo ovvero interessate a processi di riconversione produttiva. A tal fine occorre adeguare l'azione amministrativa alle linee di indirizzo previste dai protocolli sottoscritti, oltre con con l'UPI, con la Confindustria, con l'ENEA, con gli enti locali, con la Confederazione delle Cooperative, con le Confederazioni Sindacali e con altri soggetti pubblici e privati operanti in campo sociale ed economico. Per realizzare un coordinamento delle iniziative in materia sarà costituito un Comitato Nazionale scuola-lavoro, presieduto dal Ministro della Pubblica Istruzione, ove saranno rappresentati le Regioni, gli Enti locali e le parti sociali, quale sede permanente di confronto, monitoraggio e valutazione delle esperienze in atto, con lo scopo di produrre idonee linee di intervento e di coordinamento nei seguenti ambiti:

- programmi dell'Unione Europea;

- tirocini orientativi e formativi;

- progetti di istruzione-formazione destinati agli adulti, ivi compresi le "150 ore";

- revisione dei modelli dei titoli finali d'istruzione per favorire la trasparenza delle conoscenze e delle competenze acquisite a conclusione dei percorsi formativi e della loro circolazione nell'ambito dell'U.E.;

- produzione di studi e ricerche per il riconoscimento dei crediti formativi maturati anche sul lavoro.

 

 

1.4. Educazione civica e cultura costituzionale. Valori civili e sociali.

La direttiva 8 febbraio 1996, n. 58 ha sancito l'esigenza di un rafforzamento del ruolo dell'educazione civica.

A tal fine è previsto che i progetti educativi d'istituto assicurino modalità, spazi e tempi idonei alla realizzazione di proposte e di azioni educative e didattiche, che siano capaci di aiutare i giovani ad affrontare le sfide del nostro tempo.

La direttiva ha diffuso un documento - prodotto da un apposito Gruppo di lavoro - intitolato: "Nuove dimensione formative, educazione civica e cultura costituzionale", che si propone di ricostruire sinteticamente l'ampio quadro di riferimento culturale, pedagogico e didattico rintracciabile nella normativa vigente, entro il quale acquistano senso sia il complesso delle discipline della scuola, sia l'educazione civica.

Questa fondamentale attività educativa, che ha finora sofferto di una incerta collocazione culturale e istituzionale, viene ora ridefinita sia come dimensione comune all'intera vita scolastica, sia come autonomo insegnamento, che si qualifica anche come cultura costituzionale per il rilievo strategico, civile, politico, formativo che la Costituzione italiana è venuto manifestando in questi quasi cinquant'anni di vita democratica.

Si richiama l'attenzione su detto documento che contiene una formulazione sintetica dei nuovi bisogni formativi e dei valori costituzionali, anche alla luce delle acquisizioni culturali, giuridiche e pedagogiche maturate negli ultimi anni, sia in sede interministeriale sia nel nostro ordinamento, per fornire alle scuole una chiave di lettura dei problemi e di compiti da diffondere in questo periodo, caratterizzato da difficoltà culturali, istituzionali e psicologiche.

Si intende in tal modo sollecitare una riflessione sul ruolo dell'educazione e della scuola odierna, in connessione con gli obiettivi educativi e didattici contenuti nelle premesse generali dei programmi scolastici di ogni ordine e grado.

In tale contesto sono ripensate e riproposte le iniziative riguardanti l'educazione alla salute, con i relativi "Progetto Giovani 2000", "Progetto Ragazzi 2000", "Progetto Genitori", "Progetto Arcobaleno", "Centri di Informazione e Consulenza", oltre che i progetti concernenti l'educazione stradale e l'educazione alla legalità.

 

 

1.5. Educazione interculturale

Devono essere potenziati gli interventi diretti a diffondere l'educazione interculturale, come risposta complessiva della scuola alle esigenze di una società sempre più connotata in senso multiculturale e come forma più alta e globale di prevenzione e contrasto del razzismo nelle sue diverse manifestazioni.

I più recenti riferimenti sono sostituiti dalla C.M. 9 febbraio 1996, n. 64, concernente la "Campagna europea dei giovani contro il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo e l'intolleranza" e il Programma di azione dell'Unione Europea "Socrates" che completa, tra l'altro, "azione di istruzione interculturale rivolte a tutti gli alunni" e l'introduzione di "metodi pedagogici interculturali".

 

 

1.6. Programmi dell'Unione Europea e iniziative internazionali.

Sarà sviluppata - d'intesa tra la Direzione Generale Scambi Culturali e gli altri Uffici centrali interessati - la partecipazione delle istituzioni scolastiche, del personale ispettivo, direttivo e docente e degli studenti ai programmi di scambi internazionali a carattere bilaterale o multilaterale.

In particolare dovranno essere promosse iniziative rivolte a porre in essere progetti comuni per lo sviluppo di partenariati scolastici multilaterali, con particolare riferimento ai Programmi dell'Unione Europea "Socrates" e "Leonardo". Andranno, altresì, promossi progetti pilota di ricerca sui temi delle nuove conoscenze e competenze linguistiche, scientifiche e tecnologiche richieste dalla società e dal mondo del lavoro, nonché per la ricognizione, la validazione e la certificazione di quelle attualmente conseguite a conclusione dei curricoli formativi previsti dagli ordinamenti vigenti nei paesi dell'Unione Europea.

L'attuazione del Programma operativo "Plurifondo" dovrà essere condotta in modo da favorire lo sviluppo sociale ed economico del Mezzogiorno in un quadro di azioni che, seppure riferite proditoriamente agli istituti d'istruzione tecnica e professionale, potenzialmente coinvolgano gli istituti di ogni ordine e grado e siano concertate con le Regioni e gli Enti locali in modo da valorizzare ogni opportunità di utilizzazione delle risorse disponibili.

Dovrà essere assicurata anche la più ampia circolazione di informazioni e documenti riguardo ai contenuti e alle modalità di partecipazione ai Programmi internazionali e ai risultati raggiunti.

 

 

1.7. Educazione ambientale.

Al fine di promuovere e rafforzare nei giovani lo sviluppo di una cultura ambientale devono essere valorizzati i contenuti di tale insegnamento già presenti nei piani di studio e nei programmi dei diversi gradi e ordini di scuola.

La strategia della scuola italiana nel campo dell'educazione ambientale deve ispirarsi alle seguenti linee guida:

- promuovere nel campo dell'educazione ambientale una efficace educazione alla conoscenza;

- valorizzare la sinergia ambiente-educazione in modo da rafforzare il ruolo della scuola nell'educazione ambientale e esplorare, nel contempo, la potenzialità inversa di che cosa può fare "l'educazione ambientale per la scuola";

- cercare di utilizzare al meglio le opportunità offerte dall'attuale organizzazione curricolare, innescando poi, mano a mano, l'interazione "innovazione didattica - nuove strutture scolastiche";

- valorizzare il bagaglio di esperienze della fase pionieristica, il ruolo dei soggetti (docenti, enti vari) che hanno operato, i materiali validi finora prodotti;

- fare assegnamento sui progetti educativi e sulla programmazione a livello d'istituto, valorizzando il ruolo di coloro che operano sul terreno, piuttosto che affidarsi a progetti rigidi proposti dall'esterno.

A tale strategia che valorizza il ruolo della periferia deve accompagnarsi un'azione di guida e di comportamento da parte del centro (Direzioni Generali, Ispettorati, Servizio Scuola Materna e Ufficio Studi, Bilancio e Programmazione).

Vanno assunte iniziative che facilitino il conseguimento di tali obiettivi, attraverso la progettazione, la realizzazione e la diffusione di materiali e supporti didattici, prodotti in collaborazione anche con altri paesi dell'Unione Europea, nonché con l'intervento, per effetto di specifiche intese, di qualificati Enti che operano per la salvaguardia dell'ambiente in campo nazionale, tenendo conto del Protocollo con il Ministero dell'Ambiente in data 6 febbraio 1996 rivolto a promuovere e coordinare tutte le iniziative curricolari ed extracurricolari sul tema dell'ambiente.

Vanno altresì esercitate azioni mirate alla diffusione della cultura scientifica sulle tematiche dell'innovazione tecnologica, dell'energia e dell'ambiente, allo scopo di suscitare nei giovani comportamenti coerenti con lo sviluppo sostenibile.

 

 

1.8. Sviluppo della documentazione.

Ciascun ufficio, per la parte di competenza, deve elaborare materiali e documenti volti a far conoscere all'estero il settore amministrativo con riferimento alle caratteristiche fondamentali dell'ordinamento, ai dati ed elementi quantitativi e qualitativi che illustrano la sfera di attività di competenza, ai progetti in atto nel settore della sperimentazione, dell'aggiornamento e della valutazione e alle altre iniziative finalizzate a migliorare il servizio.

Sarà avviata l'istituzione presso ciascun ufficio di un servizio di documentazione che da un canto serva da supporto agli interventi degli uffici medesimi e dall'altro metta a disposizione degli utenti dati e documenti che riflettano i contenuti e le modalità di accesso alle prestazioni fruibili.

Occorre promuovere, in particolare, anche a livello degli uffici periferici e delle istituzioni scolastiche, la produzione di materiali rivolti all'orientamento scolastico e professionale dei giovani.

Va garantita la diffusione dell'informazione sulle innovazioni didattiche realizzate dalle singole unità scolastiche attraverso un momento di sintesi e di monitoraggio da parte degli uffici centrali competenti.

Allo scopo di assicurare l'unicità di indirizzo il materiale documentario va elaborato in collaborazione tra gli Uffici centrali del Ministero, utilizzando le risorse offerte dalla Biblioteca di Documentazione Pedagogica e dall'Ufficio Statistico del Ministero.

Ciascun Ufficio presterà la propria collaborazione per favorire la conservazione e la diffusione della normativa secondaria attraverso l'utilizzo degli strumenti informatici e telematici, secondo le istruzioni contenute nella circolare ministeriale n. 66 del 7 marzo 1996, prot. n. 18775/LM.

 

 

1.9. Funzione ispettiva

La funzione ispettiva tecnica, in conformità a quanto previsto del D.M. 12 settembre 1991, n. 274 come modificato dal D.M. 5 febbraio 1992, deve essere finalizzata - attraverso l'elaborazione di progetti ad hoc - ad assicurare la predisposizione di adeguate forme di sostegno e di controllo dell'attività secondaria, alla realizzazione degli interventi didattici ed educativi integrativi. In particolare essa deve contribuire alla promozione di attività di aggiornamento del personale direttivo e docente e alla formulazione di proposte e pareri relativi ai programmi di insegnamento e di esame e all'impiego di sussidi didattici e tecnologie educative. Gli Ispettori tecnici hanno altresì il compito di prestare assistenza tecnico-didattica alle istituzioni scolastiche impegnate in esperienze di sperimentazione e innovazione, di contribuire alla valutazione dei risultati formativi e della qualità del servizio scolastico e di favorire l'adozione di tutte quelle iniziative che siano in grado di migliorare la qualità e l'efficienza del servizio formativo e di prevenire situazioni di disagio scolastico e, comunque, patologiche.

Al fine di dare concretezza ai compiti del personale ispettivo tecnico e assicurare il necessario coordinamento degli interventi dovrà procedersi periodicamente alla convocazione della Conferenza nazionale dei coordinatori regionali degli ispettori tecnici e delle Conferenze regionali.

La funzione ispettiva amministrativa e quella ispettiva amministrativo-contabile - attraverso l'elaborazione di uno o più progetti ad hoc - devono essere indirizzate al sostegno, al controllo e alla vigilanza dell'attività gestionale degli uffici e delle istituzioni, in modo da assecondare il miglioramento del servizio, da garantire la qualità e l'efficienza, da prevenire situazioni patologiche e da assicurare l'effettivo governo del sistema. In particolare entrambe le funzioni hanno il compito di svolgere attività di monitoraggio e di contribuire a promuovere le necessarie iniziative per attuare i principi che devono ispirare l'organizzazione degli uffici, l'attività amministrativa e l'attività amministrativo-contabile di cui ai successivi punti 1.10 e 1.15.

 

 

1.10. Principi che devono espirare l'organizzazione degli uffici e l'attività amministrativa.

Gli Uffici dell'Amministrazione centrale e periferica della Pubblica Istruzione ispirano la propria attività ai principi di economicità, di efficace, di responsabilità, di pubblicità e di trasparenza, secondo quanto disposto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, recante: "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi" e dal decreto legislativo n. 29 del 1993 citato.

Ciascun Ufficio adotta al proprio interno idonee misure organizzative per consentire - in via ordinaria ed in modo efficace e tempestivo - l'analisi dei costi e dei rendimenti dell'attività amministrativa, della gestione e della realizzabilità delle decisioni organizzative a norma dell'art. 18, comma 1 e dell'art. 64 del decreto legislativo n. 29 del 1993.

Gli Uffici centrali del Ministero si coordinano tra di loro per il perseguimento di obiettivi comuni anche attraverso appositi gruppi di lavoro interdirezionali.

L'Amministrazione centrale e periferica deve adoperarsi per approntare ed emanare tempestivamente tutti gli atti e provvedimenti necessari ad assicurare il governo del sistema dell'istruzione e il corretto svolgimento del servizio scolastico. In particolare i responsabili degli uffici devono curare, tra l'altro, tutti gli adempimenti di rispettiva competenza per tempo in materia di previsione e formazione delle classi, determinazione degli organici, razionalizzazione della rete scolastica, movimento, reclutamento e utilizzazione del personale della scuola.

Il Servizio di controllo interno, istituito con regolamento ministeriale del 16 gennaio 1996 presso il Gabinetto del Ministro, opera in posizione di autonomia e risponde esclusivamente al Ministro.

Le funzioni del Servizio di controllo interno sono quelle indicate nell'art. 20 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni e nell'art. 3 del regolamento istitutivo citato. Esso ha il compito, in particolare, di verificare la realizzazione degli obiettivi, la correttezza e l'economicità della gestione, l'imparzialità e il buon andamento dell'azione amministrativa.

Gli Uffici centrali e periferici daranno ogni possibile, efficace e tempestiva collaborazione al Servizio di controllo interno nel caso in cui disponga accertamenti o richieda informazioni o collaborazioni.

 

 

1.11. Razionalizzazione della rete scolastica.

Il processo di razionalizzazione della rete scolastica deve conformarsi agli obiettivi e ai criteri indicati dall'art. 1, commi 19, 20 e 21, della legge 28 dicembre 1995, n. 549 - contenente misure di razionalizzazione della finanza pubblica - in modo da assicurare una efficace ed equilibrata distribuzione territoriale dell'offerta formativa, garantendo, altresì, pari opportunità educative nelle zone caratterizzate da situazioni di disagio economico geo-morfologico e socio-culturale. Contemporaneamente, a norma delle stesse disposizioni legislative, deve essere perseguito l'obiettivo dell'ulteriore elevazione del rapporto medio alunni/classi.

 

 

1.12. Gestione del personale.

La gestione delle risorse umane disponibili all'interno degli Uffici e delle Istituzioni scolastiche è rivolta prioritariamente a garantire:

a) l'ottimale distribuzione ed impiego del personale, in modo da evitare sprechi ed esuberi, come pure carenze o vuoti, utilizzando a tal fine la mobilità, proseguendo, per quanto riguarda il personale docente e direttivo, nell'azione di progressiva equiparazione tra mobilità professionale (passaggi di cattedra, di ruolo e di presidenza) e mobilità territoriale;

b) contenimento della spesa pubblica attraverso la programmazione del reclutamento del personale che deve mirare a soddisfare le necessità a cui non si è potuto provvedere attraverso gli istituti della mobilità e delle utilizzazioni;

c) le pari opportunità tra uomini e donne;

d) la tutela di coloro che si trovano in situazioni di svantaggio;

e) l'aggiornamento;

f) la realizzazione di progetti finalizzati all'attuazione del diritto allo studio, con particolare riferimento alla prevenzione della dispersione scolastica, all'integrazione degli alunni portatori di handicap, alla prevenzione delle tossicodipendenze, all'educazione alla salute e allo sport, al raccordo tra la scuola ed il mondo del lavoro, all'innovazione tecnologica.

Ai fini di una qualificata preparazione del personale scolastico che sia rispondente alle caratteristiche delle innovazioni di ordinamento, si rende necessario procedere alla revisione delle procedure di reclutamento, garantendo nel contempo celerità nello svolgimento delle medesime e la selezione dei migliori.

È consentita l'utilizzazione nei Provveditori agli Studi di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola in mansioni corrispondenti alla qualifica di appartenenza fino alla revisione delle tabelle annesse al D.P.R. n. 420 del 1974 prevista dal comma 1, lettera c), dell'art. 31 del decreto legislativo n. 29 del 1993.

L'utilizzazione può essere disposta dai Provveditori agli Studi fino al limite delle vacanze delle dotazioni organiche agli Uffici scolastici provinciali a norma del comma 6-bis del medesimo art. 31.

Va più compiutamente attivata la consultazione tra Provveditori agli Studi ed Enti locali per realizzare una più adeguata utilizzazione del personale tecnico e amministrativo da destinare alle istituzioni scolastiche, conformemente a quanto previsto dal protocollo d'intesa tra il Ministro della Pubblica Istruzione e l'Unione delle Province d'Italia stipulato in data 15 dicembre 1995.

Va esaminata la possibilità di utilizzare personale in quiescenza in possesso di specifiche competenze nei casi in cui sia consentito dalle disposizioni vigenti.

 

 

1.13. Formazione e Aggiornamento. Riconversione professionale - Acquisti di materiale didattico e pubblicazioni.

1.13.1. Formazione e aggiornamento. In relazione alle iniziative sulla formazione e sull'aggiornamento per il 1996 si fa rinvio ai contenuti della specifica direttiva 11° febbraio 1996, n. 43 registrata dalla Corte dei Conti in data 10 febbraio 1996, reg. 1 fg. 48, con cui è stato definitivamente recepito il protocollo d'intesa sulla formazione trasmesso con C.M. n. 376 del 23 dicembre 1995.

Si richiama in particolare la rilevata necessità di promuovere progressivamente, insieme alle azioni proprie di ciascun settore, i previsti interventi ed obiettivi trasversali, per i quali sia possibile realizzare sinergie ed economie di spesa.

Al fine di poter raggiungere il maggior numero di destinatari delle azioni formative previste dal piano di cui alla precitata direttiva n. 43 del 1996, dovranno essere utilizzate ed ampliate, mediante apposite convenzioni, le opportunità di collaborazione con l'Ente radiotelevisivo pubblico.

1.13.2. Riconversione professionale. Per quanto concerne la riconversione professionale degli insegnanti, prevista dall'art. 473 del decreto legislativo n. 297 del 1994 come attività propedeutica ed una più ampia attuazione della mobilità professionale, va sviluppata l'azione già svolta nel 1995, estendendo la possibilità di riconversione professionale dei docenti appartenenti a ruoli con eccedenza di personale.

Va altresì operata con le disponibilità previste dal P.N. A. 1996, un'azione di riequilibrio dei finanziamenti erogati, al fine di rispondere ai fabbisogni di riconversione anche in quelle province in cui tale domanda risulti parzialmente insoddisfatta. Un'analoga azione di riconversione va poi attuata anche per i docenti appartenenti a classi di concorso le quali, per effetto della ridefinizione della loro tipologia, siano state oggetto di modifiche e/o revisione dei relativi insegnamenti a seguito del decreto ministeriale 24 novembre 1994, n. 334, e successive modificazioni.

Si richiama l'esigenza di promuovere la più ampia e tempestiva circolazione dei materiali formativi già prodotti e validati, assicurandone, ove prevista, la necessaria assistenza tutoriale.

1.13.3. Acquisto di materiale didattico e pubblicazioni. In relazione all'acquisto di materiale didattico e pubblicazione si fa rinvio ai contenuti della specifica direttiva 9 febbraio 1996, n. 60 che affida a ciascun Ufficio centrale il compito di definire un progetto complessivo per l'acquisto e la diffusione di pubblicazioni, riviste, materiale multimediale e altri strumenti, in coerenza con gli obiettivi di formazione specificatamente perseguiti e degli specifici destinatari da raggiungere. In tale prospettiva può essere prevista anche la creazione di poli di documentazione serventi di "reti" più ampie di istituzioni scolastiche o amministrative.

 

 

1.14. Informatizzazione dei servizi.

Per quanto riguarda l'informatizzazione dei servizi di questo Ministero si ribadiscono i seguenti principi:

a) proseguire - sulla base della previsione di specifiche dotazioni organiche - nella linea rivolta al superamento della condizione attuale di dipendenza dalla Società di consulenza verso la realizzazione di un sistema in cui la progettazione, la conduzione dei progetti e la gestione del sistema informativo siano affidati principalmente al personale del Ministero, in conformità a quanto previsto dall'art. 2, comma 1, della legge 12 febbraio 1993, n. 39 e secondo le direttive dell'Autorità per l'informatica, la quale ha raccomandato alle Pubbliche Amministrazioni di gestire gli interventi rivolti all'informatizzazione utilizzando "risorse interne", in modo da realizzare contestualmente soluzioni organizzative maggiormente valide ed economiche di gestione, ferma restando l'esigenza dell'adeguamento dei profili professionali del personale e delle relative dotazioni organiche;

b) potenziare, dal punto di vista tecnico e professionale, la struttura centrale che ha la responsabilità di coordinare la pianificazione e la gestione dell'informatizzazione e attuare, al tempo stesso, il massimo decentramento nelle decisioni e nella gestione, realizzando in concreto soluzioni di informatica distribuita;

c) dare la priorità tra le aree di intervento e quella della formazione, sviluppando indirizzi e linee di azione funzionali alla realizzazione degli obiettivi di cui al precedente punto a); svolgere l'attività di aggiornamento e di formazione in modo capillare al fine di coinvolgere nel processo di informatizzazione dei servizi, il personale nella maniera più ampia possibile, a partire da quello di livello dirigenziale; così da intervenire, sia sul versante culturale attraverso azioni mirate a diffondere una cultura del cambiamento, sia sul versante tecnico-operativo mediante iniziative orientate allo sviluppo e all'utilizzo di procedure automatizzate;

d) perseguire in modo regolare e continuativo gli obiettivi dell'efficacia dell'azione amministrativa e del miglioramento del servizio pubblico, del contenimento dei costi della gestione, dell'integrazione dei sistemi informativi, del collegamento sistematico con il servizio statistico del Ministero e con il sistema statistico nazionale;

e) valorizzare il sistema di supporto alle decisioni, dando priorità al livello politico del Ministero, in modo che diventi una strumento effettivo e continuativo a disposizione degli Uffici per orientare le strategie e gli interventi.

 

 

1.15. Gestione delle risorse finanziarie.

La concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e di ausili finanziari e l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati dovrà essere subordinata - a norma dell'art. 12 della legge n. 241 del 1991 citata - alla predeterminazione ed alla pubblicazione dei criteri e delle modalità di concessione cui ciascun Ufficio si atterrà.

Nell'assegnazione ai diversi centri di spesa dei fondi afferenti tanto alla corresponsione degli emolumenti fissi e continuativi al personale con contratto a tempo determinato, quanto a quelle relativi ai compensi accessori, si deve tener conto della consistenza del personale da retribuire per Provincia. Nella gestione di detti fondi occorre adoperarsi perché venga assicurata la tempestività sia nella liquidazione delle competenze che nella effettuazione degli adempimenti contributivi. In ogni caso non vanno retribuite prestazioni per lavoro straordinario in forma forfetaria.

Gli stanziamenti per il funzionamento amministrativo e didattico saranno assegnati, di norma, in parte a titolo di contributo ordinario, in parte a titolo di contributo perequativo. Un'ulteriore quota dello stanziamento potrà eventualmente essere riservata alla partecipazione a progetti elaborati d'intesa anche con soggetti esterni sulla base di protocolli che attengano prevalentemente alla diffusione di tecnologie didattiche nella scuola, ovvero destinata ad interventi eccezionali che si dovessero presentare nel corso dell'anno; riferiti, ad esempio, a calamità, partecipazione a convegni, fiere e mostre o ad altre iniziative di particolare rilievo e significato. La quota relativa al contributo ordinario sarà ripartita tenendo conto di parametri oggettivi, quali la consistenza della popolazione scolastica, la tipologia di scuola o istituto presente in ciascuno provincia, ecc.. Nella ripartizione del contributo perequativo si terrà conto, in linea di principio, sia a livello dell'Amministrazione centrale che a livello dei Provveditorati agli Studi, dei seguenti elementi:

a) livello di reddito medio pro-capite della popolazione;

b) tasso di disoccupazione;

c) tassi di abbandono, di ripetenza e di disperazione scolastica;

d) condizioni dell'edilizia scolastica.

Gli acquisti di beni e servizi dovranno ispirarsi a criteri di trasparenza ed economicità ed essere effettuati nel rispetto della normativa in vigore.

Le convenzioni, che compongono il conferimento di incarichi di ricerca, devono essere finalizzate all'approfondimento di tematiche strettamente connesse con i processi di innovazione degli ordinamenti scolastici, ivi compresi quelli finalizzati ad un più efficace raccordo tra scuola e mondo del lavoro, il loro monitoraggio e valutazione e devono comunque riferirsi all'attività di istituto. La scelta del contraente dovrà ispirarsi all'osservanza rigorosa di principi di trasparenza ed economicità, nonché al pieno rispetto delle norme di contabilità generale dello Stato. I risultati delle ricerche dovranno essere pubblicati e diffusi e quindi inoltrati, per essere raccolti, all'Ufficio Studi, Bilancio e Programmazione, che ne curerà la trasmissione ai membri delle Commissioni Parlamentari, come previsto dell'O.d.G. n. 0/1446/Tab. 7/1 dell'ottobre 1992 presentato alla Commissione Cultura della Camera in occasione della discussione del bilancio ed accolto dal Governo.

 

 

II Disposizioni specifiche per ciascun ufficio centrale

Coerentemente con i principi e le priorità indicati al precedente punto I, la Direzioni Generali, gli Ispettori e il Servizio Scuola Materna devono perseguire gli obiettivi e attuare le iniziative di cui appresso e gestire le disponibilità finanziarie dei capitoli di bilancio compresi nelle rubriche di rispettiva competenza secondo i criteri di seguito specificati:

2.1. Direzione Generale del Personale e degli Affari Generali e Amministrativi; obiettivi da perseguire, programmi da attuare e criteri di gestione delle disponibilità finanziarie:

a) attuare gli opportuni interventi rivolti a garantire la funzionalità dei nuovi Provveditorati agli Studi, istituiti con il decreto legge 14 dicembre 1995, n. 529, convertito dalla legge 15 febbraio 1996, n. 59, in articolare per quanto riguarda le esigenze di locali, personale, attrezzature e mezzi finanziari;

b) analizzare le attuali competenze degli Uffici Centrali dell'Amministrazione e proporre una loro diversa articolazione, che assicuri un funzionale coordinamento delle attività di competenza, da realizzare mediante l'emanazione del regolamento governativo che individua gli uffici di livello dirigenziale generale e le relative funzioni e del regolamento ministeriale che individua gli uffici corrispondenti ad altro livello dirigenziale e delle relative funzioni, come previsto dagli artt. 6 e 31 del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 29;

c) portare a conclusione, continuando a tenere i contatti con il Dipartimento della Finanza Pubblica e con il Ministero del Tesoro, i procedimenti delineati dal decreto legislativo n. 29 del 1993 e dalla legge n. 241 del 1990 ed in particolare:

- gli adempimenti di cui all'art. 22, comma 16 del decreto legislativo n. 724 del 1994, per la definizione delle piante organiche di questo Ministero;

- gli adempimenti necessari per la definizione dei criteri per determinare i carichi di lavoro a norma dell'art. 31, comma 2, del decreto legislativo n. 29 del 1993;

- gli adempimenti di cui all'art. 32, commi 1 e 3, del decreto legislativo n. 29 del 1993 relativi alla determinazione della consistenza del personale e delle conseguenti carenze ed esuberi;

d) garantire il regolare ed efficace funzionamento degli uffici per le relazioni con il pubblico, sia a livello centrale che periferico, a norma dell'art. 12 del decreto legislativo n. 29 del 1993;

e) elaborare in via sperimentale - d'intesa con le competenti Direzioni Generali scolastiche - un progetto per la valutazione degli apprendimenti nei settori matematico-linguistico;

f) procedere, nell'esercizio della funzione di vigilanza, alla valutazione dei risultati ed alla verifica della coerenza della progettazione ed esecuzione delle attività degli enti vigilati con i fini istituzionali;

g) proseguire, nella gestione del sistema informativo, secondo le linee di governo indicate al precedente punto 1.14, continuando, altresì la sistematica attività di monitoraggio e di valutazione dell'attività realizzata secondo le modalità concordate con l'Autorità per l'Informatica;

h) proseguire il processo di integrazione organica del servizio statistico con quello informatico, come previsto dal precedente punto 1.14. e indirizzarne l'attività conoscitiva tenendo conto delle necessità dell'Ufficio Studi, Bilancio e Programmazione e del Gabinetto, nonché dell'esigenza di diffondere tanto all'interno che all'esterno i dati riferiti al sistema scolastico, così da realizzare una gestione consapevole, trasparente e finalizzata del sistema scolastico medesimo;

i) attuare la legge 11 gennaio 1996, n. 23 (legge quadro sull'edilizia scolastica) per la parte di competenza di questa Amministrazione, provvedendo a tal fine all'istituzione di un'anagrafe nazionale per l'edilizia scolastica e di un osservatorio con compiti di promozione, indirizzo e coordinamento delle attività di studio, ricerca e normazione tecnica nel campo delle strutture edilizie scolastiche; attivare e portare a compimento le procedure per la definizione dei piani relativi all'utilizzo delle disponibilità finanziarie previste dalla predetta legge n. 23 del 1996, di quelle assegnate dal CIPE per interventi urgenti di edilizia scolastica nelle aree depresse del territorio nazionale, nonché di altre eventuali disponibilità derivanti da fondi non utilizzati previsti da precedenti leggi di finanziamento dell'edilizia scolastica;

l) attivare gli adempimenti e le procedure necessarie, in modo che a partire dal 1997 con l'approvazione del bilancio possa procedersi subito all'assegnazione agli uffici di livello direzionale generale di una quota-parte del bilancio per i capitoli i cui stanziamenti si riferiscono a più uffici centrali;

m) portare a compimento la raccolta coordinata delle disposizioni attualmente in vigore in materia di acquisti di beni e servizi, da diramare con apposita circolare contenente i criteri cui gli uffici centrali e periferici devono ispirarsi;

n) promuovere uno o più incontri con i coordinatori delle Segreterie degli Ispettori centrali del Ministero e delle Sovrintendenze scolastiche regionali per un esame approfondito delle problematiche inerenti all'esercizio della funzione ispettivo-tecnica in relazione a quanto previsto dal decreto ministeriale 12 settembre 1991, n. 724 come modificato dal decreto ministeriale 5 febbraio 1992, che regola l'espletamento della funzione tecnica ispettiva, al fine di pervenire alla formulazione di concrete proposte per un migliore assetto funzionale del servizio ispettivo in relazione alle funzioni istituzionali; al riguardo devono essere impartite specifiche istruzioni alle Sovrintendenze scolastiche regionali perché vengano messi a disposizione degli Ispettori Tecnici operanti nelle Segreterie regionali una spazio lavoro, strumenti e strutture di supporto;

o) ultimare - d'intesa con gli altri uffici centrali interessati e sentito il Ministero del Tesoro - l'elaborazione di uno schema di circolare che raccolga le disposizioni legislative e regolamentari in vigore in materia di trattamento economico di missione in Italia e all'estero e di trasferimento del personale dipendente, con particolare riferimento a quello del comparto scuola, al fine di raccordare le tabelle A, B, C, E ed F, di cui alla legge n. 836 del 1973 ancora vigenti, ma articolate per parametri, con l'attuale progressione di carriera organizzata per aree funzionali.

p) per quanto riguarda la gestione delle responsabilità finanziarie (Rubrica 1 e Rubrica 19) si rinvia a quanto stabilito al precedente punto 1.15, salvo le ulteriori disposizioni di cui appresso:

- n. 1) Capp. 1018 e 1046 (Compensi per lavoro straordinario e indennità varie). Si fa riferimento a quanto disposto in sede di contrattazione decentrata nazionale, ove prevista. Capp. 1029, 1030, 1032, 1034, 1035, 1036 (Spese per supplenze). In attuazione dell'art. 4, comma 18, della legge n. 537 del 1993, la gestione finanziaria dei capitoli per le supplenze annuali, temporanee e brevi e dei corrispondenti oneri riflessi dovrà essere svolta con criteri che, previa valutazione dei fabbisogni eventualmente segnalati, tengano conto di parametri oggettivi, quali la consistenza del personale non di ruolo e la relativa dislocazione provinciale, prevedendo altresì la possibilità di operare interventi correttivi mirati a soddisfare eventuali esigenze di riequilibrio tra le province e proponendo, se del caso, gli atti per le variazioni compensative tra i capitoli 1030, 1032 e 1034. Si dovrà tendere comunque alla ricerca di accorgimenti amministrativi e tecnici volti a ridurre l'incidenza delle supplenze.

- n. 2) Valutare le proposte formulate dalla Direzione Generale del personale, a seguito di apposita conferenza di servizio con gli altri uffici centrali, agli organi di vertice di ciascun ufficio centrale vengono attribuiti, a norma del comma 2 dell'art. 3 e degli artt. 16 e 17 del decreto legislativo n. 29 del 1993 e successive modificazioni ed integrazioni e dell'art. 3 del D.P.R. 20 aprile 1994, n. 367, autonomi poteri di spesa in relazione ai capitoli di seguito elencati:

Capitolo 1019 (Indennità e rimborsi per missioni): le quote assegnate a ciascun ufficio centrale sono quelle risultanti dall'unito prospetto (Allegato A);

Capitolo 1021 (Compensi, indennità di missione, rimborso spese di trasporto.....): la Direzione Generale del Personale assegnerà agli uffici centrali interessati quote dello stanziamento tenuto conto dei concorsi a posti direttivi in corso;

Capitolo 1113 (Spese per il funzionamento di consigli, comitati e commissioni): la Direzione Generale del Personale assegnerà agli uffici centrali interessati quote dello stanziamento in relazione alle richieste motivate che perverranno;

Capitolo 1121 (Spese per la formazione, l'aggiornamento ed il perfezionamento di tutto il personale dipendente.. .) si fa rinvio alla C.M. n. 376 del 23 dicembre 1995 con cui è stata trasmessa la direttiva 11° febbraio 1996, n. 43 sulla formazione e l'aggiornamento del personale per il 1996;

Capitolo 1122 (spese per studi, indagini, rilevazioni ecc.): si fa riserva di disporre la ripartizione con separato provvedimento successivamente all'acquisizione delle proposte definitive di ripartizione, da formulare a seguito di una apposita Conferenza di servizio che sarà coordinata dal Capo di Gabinetto. Le proposte di ripartizione delle disponibilità del capitolo daranno priorità agli studi e alle ricerche riguardanti:

- progetti di innovazione didattica con particolare riferimento all'utilizzo delle tecnologie;

- progetti finalizzati alla partecipazione dell'Italia ai programmi internazionali, in particolare a quelli dell'Unione Europea;

- progetti per l'avvio di esperienze indirizzate ad istituire un sistema nazionale di valutazione;

- indagini rivolte ad accertare lo stato delle biblioteche scolastiche e le condizioni di funzionamento;

- progetti di ricerca correlati a innovazioni organizzative e didattiche introdotte dalla riforma della scuola elementare, nonché alla verifica dei risultati delle sperimentazioni in atto al fine del passaggio ad ordinamento;

Capitolo 1124 (Spese per affitto locali e attrezzature, per trasporti...): la Direzione Generale del Personale assegnerà agli uffici interessati quote dello stanziamento in relazione alle richieste motivate che perverranno;

Capitolo 1130 (Spese d'ufficio): le quote assegnate a ciascun ufficio centrale sono quelle risultanti dall'unito prospetto (Allegato B);

Capitolo 1205 (Equo indennizzo): la Direzione Generale del Personale assegnerà quote di stanziamento a ciascun Ufficio centrale per la liquidazione delle spese a favore del personale direttivo. Per una maggiore speditezza delle procedure gli organi di vertice degli Uffici centrali emetteranno, ai sensi dei commi 1 e 2 dell'art. 9 del D.P.R. n. 349 del 1994, i decreti di delega ai Provveditori agli Studi ai fini dell'adozione del provvedimento finale nei confronti del personale docente, educativo ed A.T.A.. Le relative provviste di fondi a favore dei citati funzionari delegati saranno disposte direttamente dalla Direzione Generale del Personale ai sensi del D.P.R. n. 367 del 1994;

Capitolo 1206 (Provvidenze a favore del personale dipendente): le quote assegnate a ciascun ufficio centrale sono quelle risultanti dall'unito prospetto (Allegato C);

Capitolo 1291 (Spese per liti): saranno attribuite quote di stanziamento, in via ordinaria, proporzionalmente alle esigenze rappresentate ed alle disponibilità esistenti;

Capitolo 1292 (fondo per le esigenze relative alla formazione del personale ecc): le modalità di utilizzazione delle disponibilità vengono determinate con separato provvedimento.

 

 

2.2. Direzione Generale dell'Istruzione Elementare; obiettivi da perseguire, programmi da attuare e criteri di gestione delle disponibilità finanziarie:

a) per quanto riguarda la revisione dei percorsi formativi, la sperimentazione e l'innovazione pedagogico-didattica si rinvia al precedente punto 1.2.. In particolare si rende necessario proseguire nell'impegno rivolto al completamento ed al consolidamento del processo di riforma della scuola elementare, provvedendo contestualmente alla diffusione sistematica di attività di monitoraggio e di valutazione nell'attuazione della riforma e dei programmi, così da identificare le aree problematiche e studiare ipotesi di interventi migliorativi a breve e nel medio periodo;

b) proseguire nell'esecuzione del piano di sostegno agli interventi per l'estensione dell'insegnamento della lingua straniera, con particolare riferimento alle seguenti questioni ritenute essenziali:

- organizzazione metodologica - didattica dei corsi di formazione del personale in servizio con attenzione prioritaria alla qualità dell'insegnamento;

- coordinamento con i programmi europei ed esplorazione delle possibilità offerte dalle iniziative comunitarie;

- individuazione di aree prioritarie di intervento, ai fini della riduzione dei divari territoriali esistenti;

- funzionalità dell'organizzazione amministrativa e tecnica del piano attraverso un'opportuna rete di referenti nel territorio (ispettori, IRRSAE, uffici periferici ecc...)

- continuazione della collaborazione con i centri linguistici universitari;

- ottimizzazione dell'utilizzazione delle risorse e delle produttività quantitative e qualitative dei corsi;

c) ricercare ogni opportuna forma di collaborazione e di coordinamento con la scuola dell'infanzia e, soprattutto nel campo dell'insegnamento delle lingue straniere, con la scuola secondaria di primo grado nella prospettiva di realizzare linee di continuità, coerenti e funzionali, sostenute azioni organizzative e di formazione dei Capi d'Istituto a supporto delle operazioni di verticalizzazione (effettuate o da effettuare) tra le scuole elementari e scuole di istruzione secondaria di primo grado;

d) utilizzando l'apposito gruppo di lavoro costituito per l'adeguamento della vigente normativa alla mutata realtà scolastica e sociale, portare a compimento l'elaborazione di un progetto rivolto all'istituzione di corsi per adulti e giovani di età superiore a quindici anni, anche in collaborazione con la Direzione Generale per l'Istruzione Secondaria di I° grado, d'intesa con enti locali, centri professionali e privati;

e) collaborare - all'interno dell'apposito gruppo di lavoro interministeriale - con la Direzione Generale della Scuola Media non Statale alla elaborazione degli atti normativi previsti dal decreto legislativo n. 297 del 1994, con la scopo di definire, tra l'altro, per quanto riguarda le scuole materne, le scuole elementari, le scuole di istruzione secondaria di I e II grado, non statali;

- condizioni e modalità per la stipula delle comunicazioni, nonché requisiti degli enti gestori e del personale docente;

- assetto didattico e organizzativo;

- condizioni per l'autorizzazione al funzionamento;

f) avviare un'organica attività di analisi dei libri di testo che, nel rispetto delle disposizioni contenute negli artt. 151 e seguenti del decreto legislativo n. 297 del 1994, miri a definire nel tempo un sistema di governo degli standard qualitativi dei libri stessi e la loro corrispondenza agli obiettivi educativi della scuola elementare;

g) elaborare studi e ricerche finalizzati all'approfondimento degli aspetti strutturali e qualitativi della scuola elementare parificata, anche sotto il profilo delle innovazioni introdotte dalla legge di riforma, al fine di pervenire ad una più analitica e coordinata conoscenza del livello generale e degli indici qualitativi del servizio scolastico offerto dalla scuola non statale;

h) ricercare ogni opportuna forma di collaborazione attraverso convenzioni, protocolli d'intesa ed accordi di programma, con le rappresentanze nazionali degli enti di governo territoriale, come supporto alle sinergie da realizzare in sede locale tra scuole e singoli enti per la elevazione della qualità dei servizi e per il migliore assolvimento dei rispettivi compiti istituzionali;

i) realizzare, anche avvalendosi di appositi gruppi di lavoro, studi di fattibilità, simulazioni statiche ed applicazioni controllate in alcuni circoli didattici di nuovi parametri giuridico-amministrativi ed organizzativi per la determinazione dell'organico di circolo;

l) per quanto riguarda la gestione delle disponibilità finanziarie (Rubrica 11 e Rubrica 12) si rinvia a quanto stabilito al precedente punto 1.15, precisando che per la utilizzazione dei fondi stanziati sul cap. 1625 occorre procedere alla revisione delle disposizioni che disciplinano le modalità ed i termini per la stipula di nuove convenzioni e della misura dei contributi.

 

 

2.3. Direzione Generale dell'Istruzione Secondaria di Primo Grado; obiettivi da perseguire e programmi da attuare:

a) per quanto riguarda la revisione dei percorsi formativi, la sperimentazione e l'innovazione pedagogico-ditattica si rinvia al precedente punto 1.2.. In particolare, in relazione all'obiettivo di assecondare i processi di rinnovamento in atto nella scuola elementare ed in relazione alle esigenze di continuità educativa con i segmenti di istruzione che precedono e seguono la scuola media, si rende necessario proseguire l'azione volta a istituzionalizzare lo studio di una seconda lingua straniera e sviluppare ulteriori iniziative sperimentali, elaborando modelli originali e flessibili effettivamente innovativi ed in sintonia con i bisogni formativi emergenti (informatica, tempo scuola, educazione musicale ecc);

b) attivare specifiche iniziative rivolte all'orientamento dei giovani dopo la scuola dell'obbligo sia ai fini della prosecuzione degli studi sia ai fini dell'inserimento nel mondo del lavoro in conformità a quanto stabilito al precedente punto 1.3;

c) utilizzare l'apposito "Comitato di studio" per proseguire l'approfondimento e la riflessione sull'attuale situazione dell'Istruzione Secondaria di I Grado, anche alla luce della riforma della scuola elementare, e del possibile innalzamento di due anni della scuola dell'obbligo, secondo un'azione dinamica che tenga conto dell'esigenza di adeguamento dei programmi e delle discipline d'insegnamento; alla fine dei lavori del Comitato di studio dovrà essere presentata una relazione contenente proposte concrete di intervento sia a livello legislativo che amministrativo;

d) sostenere azioni organizzative e di formazione dei Capi d'Istituto a supporto delle operazioni di verticalizzazione (effettuate o da effettuare) tra scuole elementari e scuole di istruzione secondaria di primo grado;

e) rivolgere attenzione a taluni temi emergenti dello specifico segmento di istruzione, in particolare a quello della valutazione, con speciale riferimento all'uso della nuova scheda;

f) per quanto riguarda la gestione delle disponibilità finanziarie (Rubrica 6) si rinvia a quanto stabilito al precedente punto 1.15.

 

 

2.4. Direzione Generale dell'Istruzione Classica, Scientifica e Magistrale: obiettivi da perseguire, programmi da attuare e gestione delle disponibilità finanziarie:

a) per quanto riguarda la revisione dei percorsi formativi, la sperimentazione e l'innovazione pedagogico-didattica si rinvia al precedente punto 1.2.. In particolare, in relazione all'esigenza di rafforzare la formazione generale e la professionalità di base degli studenti, di aggiornare i curricoli e i programmi e di favorire l'introduzione di nuove metodologie didattiche da indirizzare in particolare al potenziamento dell'autonoma iniziativa degli allievi, si rende necessario elaborare, attuare e diffondere progetti di sperimentazione e innovazione coordinati a livello nazionale con l'intento di migliorare l'offerta formativa. Avviare - attraverso un'opportuna verifica dei risultati delle sperimentazioni in atto - lo studio per il passaggio ad ordinamento dei progetti che siano stati studio per il passaggio ad ordinamento dei progetti che siano stati positivamente sperimentati per l'intero ciclo;

b) avviare specifiche iniziative rivolte all'orientamento dei giovani in relazione ai possibili sbocchi professionali in conformità a quanto previsto al precedente punto 1.3, in maniera coordinata con le iniziative degli altri uffici centrali del settore dell'istruzione secondaria superiore ed artistica;

c) estendere - sulla base della verifica dei risultati delle sperimentazioni in atto - i progetti sperimentali di liceo classico europeo e di liceo ad opzione internazionale al fine di favorire il processo di integrazione europea in atto attraverso la diffusione tra i giovani della conoscenza della cultura, della storia e delle lingue dei popoli europei;

d) incentivare opportunamente le iniziative per l'istituzione di corsi post-secondari in aree professionali specifiche cui possono accedere coloro i quali conseguono la maturità classica, scientifica e magistrale;

e) promuovere e attivare gli interventi necessari, anche in natura legislativa, per riforma degli istituti magistrali in relazione all'introduzione del corso di laurea in scienze della formazione primaria, in modo tale da assicurare agli studenti dell'istruzione magistrale la prosecuzione degli studi nella fascia universitaria. Analogamente si dovrà procedere con riferimento alla scuola magistrale;

f) elaborare proposte - d'intesa con la Direzione Generale dell'Istruzione Elementare, con la Direzione Generale della Scuola Media non Statale e con il Servizio per al Scuola Materna - per la predisposizione delle norme transitorie previste dall'art. 3, comma 8, della legge 19 novembre 1990, n. 341, ai fini della validità dei titoli di studio rilasciati dagli istituti magistrali e dalle scuole magistrali, con riferimento all'introduzione del corso di laurea in scienze della formazione primaria;

g) per quanto riguarda la gestione delle disponibilità finanziarie (Rubrica 7 e Rubrica 11) si rinvia a quanto stabilito al precedente punto 1.15, salvo le ulteriori disposizioni di cui appresso:

- compensi e indennità per esami di maturità. Esaminare

- d'intesa con gli altri Uffici centrali interessati - la possibilità di unificare, dall'anno finanziario 1997, i capitoli relativi ad indennità e compensi per esami di maturità, inserendo il nuovo capitolo nella Rubrica 7.

 

 

2.5. Direzione Generale dell'Istruzione Tecnica; obiettivi da perseguire, programmi da attuare e gestione delle disponibilità finanziarie:

a) per quanto riguarda la revisione dei percorsi formativi, la sperimentazione e l'innovazione pedagogico-didattica si rinvia al precedente punto 1.2.. In particolare, al fine di potenziare la formazione generale e la formazione professionale, per corrispondere ai bisogni formativi espressi dalla società e dal mondo del lavoro e della produzione, si rende necessario continuare, come nel passato, nel processo di elaborazione di progetti coordinati a livello nazionale che costituiscono anche occasione di valorizzazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche o che conducano all'ulteriore ricomposizione in filoni unitari delle specializzazioni attualmente previste o che promuovano la configurazione di nuovi percorsi formativi nel settore tecnologico. Occorre proseguire nell'opera volta a realizzare il passaggio in ordinamento dei progetti assistiti che siano stati positivamente sperimentati per l'intero ciclo;

b) avviare gradualmente in coerenza con il sistematico e progressivo passaggio in ordinamento dei progetti assistiti, una specifica azione di verifica delle iniziative che, nel rispetto delle autonome determinazioni degli organi collegiali, presentino elementi significativi di innovazione nella ricerca di nuovi modelli organizzativi della didattica;

c) corrispondere alle nuove esigenze di formazione continua, crescenti in relazione ai processi di mobilità della forza- lavoro. In tal senso sarà disposta la progressiva diffusione del nuovo modello formativo assistito denominato "Sirio", che, in quanto caratterizzato da flessibilità e modularità si adatta alle specifiche esigenze formative dei giovani adulti e degli adulti;

d) avviare specifiche iniziative rivolte all'orientamento dei giovani in relazione ai possibili sbocchi professionali in conformità a quanto previsto al precedente punto 1.3, al fine di contrastare l'elevato tasso di dispersione scolastica;

e) favorire la transizione dei giovani nella vita attiva e il rientro degli adulti nei sistemi formativi, facilitando i passaggi da un sistema all'altro, attraverso lo sviluppo di intese - da concordare con gli altri uffici centrali che hanno la responsabilità della gestione nei settori dell'istruzione secondaria e artistica - volte all'integrazione del sistema d'istruzione con quello della formazione professionale regionale, nonché di iniziative volte a consolidare organici rapporti tra scuola e mondo del lavoro e della produzione;

f) sviluppare, anche con il concorso delle risorse dell'Unione Europea - in collaborazione con le Regioni e con il mondo del lavoro, della ricerca e della produzione - la formazione post- diploma, con particolare riferimento alle aree dove è più accentuata la disoccupazione giovanile. Nella prospettiva di promuovere la formazione post-secondaria non universitaria, ulteriori specifiche iniziative andranno assunte all'entrata in vigore del regolamento che istituisce i corsi di perfezionamento negli istituti tecnici industriali e di specializzazione negli istituti tecnici agrari, ai sensi dell'art. 205 del decreto legislativo n. 297 del 1994;

g) portare a compimento l'attività avviata per elaborare - d'intesa con gli altri uffici centrali interessati - uno schema di direttiva che contenga i criteri per assicurare il corretto e proficuo utilizzo dei revisori dei conti delle istituzioni scolastiche dotate di personalità giuridica, in modo da garantire l'unità di indirizzo e il coordinamento in materia tra i vari uffici;

h) per quanto riguarda la gestione delle disponibilità finanziarie (Rubrica 8) si rinvia a quanto stabilito al precedente punto 1.15.

 

 

2.6. Direzione Generale dell'Istruzione Professionale; obiettivi da perseguire, programmi da attuare e gestione delle disponibilità finanziarie:

a) per quanto riguarda la revisione dei percorsi formativi, la sperimentazione e l'innovazione pedagogico-didattica si rinvia al precedente punto 1.2.;

b) generalizzare e consolidare il nuovo impianto formativo dell'Istruzione Professionale, come definito dal decreto ministeriale 24 aprile 1992, decreto ministeriale 15 aprile 1994 e decreto ministeriale 23 aprile 1992.

In particolare, in collegamento con tale obiettivo, porre particolare attenzione all'azione di aggiornamento del personale, conformemente al passato, in modo da raggiungere obiettivi definiti quali la capacità di progettazione modulare da parte degli insegnanti in coerenza e secondo le direttrici del nuovo impianto formativo;

c) rendere operativo l'impegno progettuale derivante dall'approvazione da parte della Commissione dell'Unione Europea del programma Interfondo di intervento nel mezzogiorno a sostegno dell'innovazione finanziaria del Fondo Sociale Europeo di Sviluppo Regionale, avviando delle attività di monitoraggio e valutazione delle iniziative;

d) attivare e diffondere specifiche iniziative rivolte all'orientamento dei giovani in relazione ai possibili sbocchi professionali in conformità a quanto previsto al precedente punto 1.3, in maniera coordinata con le iniziative degli altri uffici centrali del settore dell'istruzione secondaria superiore ed artistica e consolidare i rapporti con le Regioni, gli enti locali e il mondo produttivo in funzione di un raccordo sistematico tra scuola, territorio e mondo del lavoro e tra istruzione professionale e formazione professionale.

Al fine di attivare sul territorio servizi per facilitare e potenziare il raccordo tra scuola e mondo del lavoro occorre che, nell'ambito del contingente di cui al D.M. 6 agosto 1994 assegnato alla Direzione Generale per l'Istruzione Professionale, siano previsti specifici incarichi di studio, di ricerca e di consulenza da attribuire, ai sensi dell'art. 453 del T.U. n. 297 del 1994 a personale direttivo e docente particolarmente qualificato;

e) attuare, in collaborazione con la Direzione Generale dell'Istruzione Tecnica e d'intesa con il ministero del lavoro, il programma comunitario "Leonardo." Promozione di attività di sostegno alla progettazione delle iniziative e monitoraggio e valutazione delle iniziative stesse in collaborazione con i predetti Uffici. Promozione e informazione degli obiettivi del programma presso le istituzioni scolastiche interessate;

f) sviluppare il processo di adeguamento delle strutture tecnologiche ai nuovi obiettivi dell'istruzione professionale, anche attraverso la definizione di possibili moduli di riferimento nelle diverse aree di tipologia formativa e correlati piani di formazione dei docenti;

g) si rinnova l'invito a predisporre uno o più schemi di regolamento - come previsto dall'art. 205 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 - per l'esecuzione delle disposizioni relative agli scrutini e agli esami, da adottare secondo la procedura prevista dall'art. 17, commi 3 e 4, della legge 23 agosto 1988, n. 400, utilizzando al riguardo l'apposito gruppo di lavoro;

h) per quanto riguarda la gestione delle disponibilità finanziarie (Rubrica 8) si rinvia a quanto stabilito al precedente punto 1.15.

 

 

2.7. Direzione Generale degli Scambi Culturali; obiettivi da perseguire, programmi da attuare e criteri di gestione delle disponibilità finanziarie:

a) la partecipazione ai progetti degli Organismi Internazionali (Unione Europea, Consiglio d'Europa, OCSE, UNESCO, ONU, NATO) deve consentire una ricaduta all'interno del sistema scolastico italiano delle elaborazioni scientifiche e delle esperienze realizzate in tali sedi;

b) gli scambi educativi all'interno dei progetti dell'Unione Europea e del Consiglio d'Europa o derivanti da intese a carattere bilaterale devono essere indirizzati a conseguire una diretta conoscenza di culture, sistemi pedagogico - didattici, ambienti famigliari e sociali diversi, allo scopo di diffondere una dimensione interculturale nell'insegnamento ed indurre i giovani ed in coloro che operano nella scuola un atteggiamento di comprensione e di accettazione verso le altre culture e gli altri popoli (vedi precedente punto 1.5.). Devono essere, altresì, diretti a sviluppare lo studio delle lingue, a diffonderne l'insegnamento e a migliorare le metodologie didattico-pedagogiche;

c) l'attività di formazione in servizio del personale scolastico italiano e straniero sarà orientata alla realizzazione dei seguenti obiettivi:

1. sostegno - in collaborazione con gli altri Uffici centrali competenti - delle attività di sperimentazione didattico - metodologica delle scuole italiane all'estero;

2. potenziamento della metodologia di insegnamento della lingua italiana come lingua straniera;

3. miglioramento delle condizioni di diffusione della lingua e della cultura italiana all'estero;

d) nel corso del periodo di presidenza italiana dell'Unione Europea concentrare il confronto con gli altri Paesi in particolare sulle seguenti tematiche:

- ottimizzazione delle risorse umane e qualità dell'istruzione ai fini dello sviluppo dell'occupazione;

- evoluzione dei sistemi educativi in rapporto all'utilizzo delle tecnologie didattiche;

- mobilità e trasparenza delle certificazioni;

e) devono essere elaborati appositi documenti e materiali - utilizzando la collaborazione dell'Agenzia nazionale della rete comunitaria "Eurydice" e della rete del Consiglio d'Europa "Eudised" - al fine di diffondere gli studi e le ricerche di maggior rilievo elaborati a livello internazionale sulle principali problematiche che investono il dibattito nel settore didattico-pedagocigo (a titolo di esempio si indicano: valutazione del sistema scolastico e principali indicatori; continuità tra scuola materna, elementare e media; raccordo tra scuola e mondo del lavoro; formazione a carattere tecnico - professionale successiva alla secondaria);

f) per quanto riguarda la gestione delle disponibilità finanziarie (Rubrica 17), si invia a quanto stabilito al precedente punto 1.15., salvo le ulteriori disposizioni di cui appresso:

- Cap. 5202: "Indennità e rimborso spese di trasporto per missioni all'estero". Deve essere privilegiata la partecipazione a visite, riunioni, incontri e seminari riferiti ai programmi e progetti internazionali nel settore dell'istruzione, all'interno degli organismi internazionali a carattere bilaterale o multilaterale, come pure le visite le riunioni e i seminari rivolti a promuovere ed attuare l'attività istituzionale. Una quota dello stanziamento va destinata ai progetti elaborati d'intesa con gli altri Uffici centrali;

- Cap. 5203: "Posti di assistente di lingue straniere istituiti nelle scuole italiane......". Occorre perseguir, per quanto possibile, l'obbiettivo della reciprocità riguardo all'entità del compenso attribuito agli assistenti stranieri in servizio in Italia all'interno di progetti di scambio;

- Cap. 5231: "Spese per la preparazione e l'organizzazione di attività e manifestazioni.....". Con i fondi a disposizione vanno finanziate con priorità le iniziative relative alla preparazione e organizzazione di attività e manifestazioni di contenuto pedagogico educativo di carattere internazionale, ovvero derivanti dalla adesione dell'Italia ad organismi internazionali o dall'attuazione di accordi culturali bilaterali. Alle esigenze di rappresentanza va riservata una quota della disponibilità del capitolo non superiore al 10%. Alle rimanenti esigenze potrà farsi fronte soltanto in via subordinata e residuale;

- Cap. 5275: "Spese per la compartecipazione dell'Italia alla realizzazione di programmi comunitari". I fondi disponibili saranno utilizzati per integrare i finanziamenti disposti dall'Unione Europea in favore del nostro Paese per l'attuazione dei programmi comunitari nel settore della formazione. Le priorità concernono il programma Socrates in cui sono confluiti tutti i precedenti programmi riguardanti l'istruzione, il sostegno alla rete di informazione "Euryduce", nonché la partecipazione alle manifestazioni internazionali collegate con i programmi dell'Unione Europea.

 

 

2.8. Direzione Generale della Scuola Media non Statale; obiettivi da perseguire, programmi da attuare e gestione delle disponibilità finanziarie:

a) per quanto riguarda la revisione dei percorsi formativi, la sperimentazione e l'innovazione pedagogico-didattica si rinvia al precedente punto 1.2.. In particolare si rende necessario sviluppare e potenziare progetti di sperimentazione e innovazione coordinati al livello nazionale con l'intento di migliorare l'offerta formativa allo scopo di rafforzare la formazione generale e la professionalità di base degli studenti e di favorire l'introduzione di nuove metodologie didattiche da indirizzare in particolare a potenziare l'autonoma iniziativa degli allievi;

b) promuovere l'ulteriore sviluppo e diffusione dei progetti sperimentali coordinati al livello nazionale in particolare quello relativo al liceo linguistico europeo, al fine di migliorare la conoscenza e la diffusione della cultura, delle lingue e della storia di popoli europei tra i giovani e favorire quindi il processo di integrazione in atto;

c) elaborare studi e ricerche finalizzati all'approfondimento della valutazione dei requisiti formativi e degli standard di qualità delle scuole sottoposte a vigilanza;

d) proseguire nella elaborazione di iniziative rivolte all'inserimento della scuola secondaria non statale nelle intese con enti ed altri organismi del più ampio contesto del rapporto tra scuola e mondo del lavoro;

e) avviare un piano di verifica, che in prospettiva deve avere il carattere dell'organicità, dell'andamento funzionale-didattico delle scuole secondarie legalmente riconosciute pareggiate a quelle scuole magistrali convenzionate;

f) attivare iniziative volte alla promozione e alla verifica delle attività di formazione nel settore delle istituzioni scolastiche non statali legalmente riconosciute nei limiti degli stanziamenti (L. 200.000.000) indicati nella direttiva relativa al Piano Nazionale di Aggiornamento;

g) portare a conclusione il lavoro avviato dall'apposito gruppo di lavoro interdirezionale che ha il compito di elaborare gli atti normativi previsti dal decreto legislativo n. 297 del 1994 e con lo scopo di definire, tra l'altro, per quanto riguarda le scuole materne, le scuole elementari, le scuole di istruzione secondaria di I e II grado, non statali;

- condizioni e modalità per la stipula delle convenzioni nonché requisiti degli enti gestori e del personale docente;

- assetto didattico e organizzativo;

- condizioni per l'autorizzazione al funzionamento;

h) per quanto riguarda la gestione delle disponibilità

finanziarie (Rubrica 8), si rinvia a quanto stabilito al precedente punto 1.15.

 

 

2.9. Ufficio Studi, Bilancio e Programmazione; obiettivi da perseguire e programmi da attuare:

a) svolgere funzioni di supporto alle decisioni del Ministro, ai sensi del D.M. 28 novembre 1991, in merito all'attuazione degli indirizzi e degli obiettivi di governo contenuti nella presente direttiva. In particolare, nel 1996 vanno promossi e realizzati proditoriamente studi e ricerche sui seguenti temi:

- lo stato di attuazione della carta dei servizi e del progetto educativo di istituto;

- i profili delle figure di sistema per la formazione del personale scolastico;

- i modelli di organizzazione dell'insegnamento aperto e a distanza, anche con l'ausilio delle tecnologie multimediali;

- l'apertura delle scuole alle esigenze giovanili;

- i rapporti scuola lavoro, con particolare riferimento alle attività realizzate a livello regionale e provinciale;

b) concorrere, sulla base delle modalità indicate dal Gabinetto, alla predisposizione, monitoraggio ed alla valutazione del Piano Nazionale di Aggiornamento per l'anno 1996. L'attività di monitoraggio e di valutazione deve essere rivolta all'attuazione dei piani provinciali, anche per facilitare il raccordo con i programmi e i programmi e i progetti formativi realizzati a livello nazionale;

c) proseguire le iniziative rivolte alla realizzazione del progetto sperimentale sui flussi informativi relativi ai piani provinciali di aggiornamento, nonché le iniziative ai progetti speciali per la formazione dei docenti di lingue straniere e di materie scientifiche;

d) favorire, con la collaborazione degli IRRSAE e della Biblioteca di Documentazione Pedagogica, lo scambio, in ambito nazionale; di esperienze e di materiali didattici, anche a carattere multimediale;

e) collaborare, secondo diverse modalità (commissioni, gruppi di lavoro, riunioni) con gli altri Ministeri interessati alle iniziative rivolte ad affrontare le problematiche sul disagio giovanile e sull'integrazione degli alunni handicappati;

f) promuovere, diffondere e valutare le attività relative ai progetti di educazione alla salute ("Progetto Arcobaleno" per la scuola materna; "Progetto Ragazzi 2000" per la scuola elementare e media; "Progetto Giovani" per la scuola secondaria superiore); collaborare con organismi internazionali e con il Ministero della Sanità all'attuazione del progetto "Health Promiting School"; collaborare con il Ministero della Sanità per la pubblicazione e la diffusione di un periodico sull'educazione alla salute;

g) coordinare, sostenere e monitorare l'attuazione dei piani provinciali di prevenzione della dispersione scolastica e dell'insuccesso formativo, come previsto dalla C.M. n. 257 del 1994; predisporre gli atti per l'istituzione ed il funzionamento dell'Osservatorio nazionale previsto dall'art. 1, comma 3 bis, della legge 8 agosto 1994, n. 496;

h) proseguire le iniziative rivolte a qualificare gli interventi riguardanti l'integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap, con particolare riferimento alla formazione e all'aggiornamento del personale direttivo e docente, come pure l'attività dell'Osservatorio istituito con D.M. 16 maggio 1990; sviluppare l'attività di monitoraggio e valutazione delle esperienze in atto;

i) coordinare sostenere e monitorare le attività di Educazione Stradale, per la Protezione Civile, nonché le iniziative per la promozione della lettura e della prevenzione del pregiudizio nell'ambito dell'educazione interculturale;

l) curare le attività connesse con le problematiche delle pari opportunità fra uomo e donna;

m) assicurare il coordinamento per l'elaborazione delle proposte degli Uffici Centrali in ordine alla previsione e all'assestamento del bilancio del Ministero, fornendo, altresì, assistenza e consulenza agli Uffici centrali e periferici e nelle altre sedi, anche esterne, ove se ne manifesti la necessità;

n) curare l'emanazione - d'intesa con gli Uffici centrali interessati - di istruzioni e disposizioni in materia di bilanci, di gestione, e di contabilità delle istituzioni scolastiche;

o) predisporre le proposte per la ristrutturazione del bilancio della Pubblica Istruzione e delle istituzioni scolastiche ed educative, in armonia con i principi stabiliti dal decreto legislativo n. 29 del 1993, dal D.P.R. n. 367 del 1994 e delle altre norme innovative in materia;

p) avviare le iniziative di verifica di flussi di spese a livello centrale e periferico anche al fine di acquisire informazioni utili per supportare le decisioni in materia finanziaria.

q) attuare tutte le attività di competenza, che siano trasversali ai diversi settori dall'Amministrazione, in collaborazione con gli Uffici centrali interessati;

 

 

2.10. Ispettorato per l'Istruzione Artistica; obiettivi da perseguire, programmi da attuare e gestione delle disponibilità finanziarie:

a) procedere alla riorganizzazione dell'Ispettorato;

b) perseguire l'attività di riqualificazione degli Istituti di alta cultura;

c) monitorare e verificare la rispondenza alle specifiche esigenze dell'Istruzione artistica dei progetti di sperimentazione e innovazione in atto;

d) attivare specifiche iniziative rivolate all'orientamento dei giovani in relazione ai possibili socchi professionali in conformità a quanto previsto al precedente punto 1.3, e promuovere congiuntamente alle Direzioni Generali interessate corsi post-secondari da selezionare in funzione della peculiarità del settore, utilizzando anche le opportunità offerte dai fondi strutturali dell'Unione Europea;

e) avviare iniziative di specializzazione nelle Istituzioni di alta cultura;

f) promuovere la attivazione e la partecipazione a manifestazioni artistiche anche attraverso una più organica informazione sulle attività in corso;

g) adeguare la normativa secondaria alle peculiarità del settore evidenziate negli accordi contrattuali;

h) collaborare - all'interno dell'apposito gruppo di lavoro interdirezionale - con la Direzione Generale della Scuola Media non Statale, alla elaborazione degli atti normativi previsti dal decreto legislativo n. 297 del 1994 con lo scopo di definire, tra l'altro, per quanto riguarda le scuole materne, le scuole elementari, le scuole di istruzione secondaria di I e II grado, non statali;

- condizioni e modalità per la stipula delle convenzioni, nonché requisiti degli enti gestori e del personale docente;

- assetto didattico e organizzativo;

- condizioni per l'autorizzazione al funzionamento;

i) per quanto riguarda la gestione delle disponibilità finanziarie (Rubrica 9), si rinvia a quanto stabilito al precedente punto 1.15.

 

 

2.11. Ispettorato Educazione Fisica; obiettivi da perseguire, programmi da attuare e criteri di gestione delle disponibilità finanziarie:

a) consolidare le iniziative di promozione delle attività sportive scolastiche, ivi compresa l'organizzazione delle manifestazioni conclusive annuali sia dei Giochi della Gioventù che dei Campionati Studenteschi, anche d'intesa con il C.O.N. I.;

b) porre allo studio ulteriori iniziative, elaborando anche ipotesi di modifiche normative, per accrescere il ruolo dell'attività sportiva all'interno del curriculum e del sistema educativo sostenendo, in particolare, le iniziative sperimentali finalizzate alla realizzazione di progetti in cui l'educazione motoria, fisica e sportiva, assumano carattere di continuità e gradualità di apprendimento;

c) proseguire la collaborazione in atto con il C.O.N. I. per sviluppare ed allargare le iniziative comuni rivolte a sostenere la pratica sportiva nel rispetto delle rispettive funzioni e competenze;

d) sviluppare ulteriori intese con il C.O.N. I. e gli enti locali al fine di ampliare il numero delle convenzioni per l'uso prioritario da parte delle scuole degli impianti sportivi di proprietà degli enti locali medesimi;

e) consolidare le iniziative connesse all'attività sportiva scolastica internazionale derivanti dagli impegni assunti in seno alla Federazione Internazionale dello Sport Scolastico (I.S.F.), procedendo al riguardo, ove occorra, d'intesa con la Direzione Generale per gli Scambi Culturali in modo da garantire i necessari finanziamenti;

f) proseguire ed ampliare l'attività di formazione in servizio nei confronti del personale docente anche a seguito delle modifiche di ordinamento intervenute riguardanti l'educazione fisica e sportiva nel settore dell'istruzione secondaria di primo e secondo grado. In tale sede sarà opportuno sensibilizzare il personale docente verso le attività in ambiente naturale, l'educazione alla legalità e al fair-flay; evidenziando i momenti interdisciplinari dell'insegnamento di educazione fisica;

g) per quanto riguarda la gestione delle disponibilità finanziarie (Rubrica 10) si rinvia a quanto stabilito al precedente punto 1.15, salvo le ulteriore disposizioni di cui appresso:

- Cap. 3052. La ripartizione dello stanziamento tra i Provveditori agli Studi va fatta per una quota in base a criteri oggettivi (quali la popolazione scolastica di ciascuna provincia) e per la parte residua tenendo conto della qualità dei progetti presentati dai Provveditori agli Studi medesimi. Una quota della disponibilità va comunque assegnata alle attività sportive a carattere internazionale.

 

 

2.12. Ispettorato Pensioni; obiettivi da perseguire e programmi da attuare:

a) porre in essere tutte le iniziative volte ad assicurare il coordinamento normativo, nonché l'interpretazione e l'attuazione delle disposizioni nel settore pensionistico;

b) predisporre schemi di strumenti normativi rivolti a dare unitarietà ed organicità alle disposizioni che regolano la materia delle pensioni;

c) al fine di venire incontro alle esigenze del personale interessato, proseguire le iniziative intraprese rivolte a semplificare le procedure, a rendere meno onerosi gli adempimenti a carico degli interessati, anche attraverso modifiche delle norme di legge in vigore;

d) porre in atto tutte le necessarie misure ed iniziative per proseguire il lavoro rivolto a smaltire l'arretrato in materia di computo e riscatto di servizi pre-ruolo e periodi universitari e ricongiunzione dei servizi del personale e a prevenire il suo riprodursi, secondo le indicazioni contenute nella direttiva del Ministro 19 gennaio 1996, n. 28;

e) procedere alla liquidazione degli interessi legali e rivalutazione monetaria in favore del personale della scuola in quiescenza utilizzando le procedure informatiche mediante adeguata preparazione del personale;

f) organizzare - secondo le linee del Piano Nazionale Annuale di Aggiornamento di cui all C.M. n. 131 del 1995 e utilizzando i relativi fondi - corsi di aggiornamento per il personale addetto al settore delle pensioni, a seguito della legge di riforma generale 8 agosto 1995 n. 335;

 

 

2.13. Servizio per la Scuola Materna; obiettivi da perseguire, programmi da attuare e gestione delle disponibilità finanziarie:

a) proseguire le attività collegate con il funzionamento dell '"Osservatorio permanente per le problematiche della scuola materna", anche con compiti di monitoraggio relativi all'aggiornamento, alla sperimentazione e all'attuazione di progetti rivolti a prevenire le situazioni di disagio giovanile e di devianza, a rimuovere le cause della dispersione scolastica e a favorire l'inserimento di alunni immigrati;

b) proseguire nelle attività di sperimentazione con riferimento in particolare al progetto "Ascanio" rivolto ed aggiornare i percorsi formativi della scuola materna e ai progetti sperimentali "congiunti " con la scuola elementare;

c) si rinnova l'incarico di costituire un "gruppo di studio" per approfondire le questioni riguardanti "la valutazione" nella scuola materna e per esaminare l'opportunità di redigere un documento al riguardo da far circolare nelle scuole;

d) collaborare - all'interno dell'apposito gruppo i lavoro interdirezionale - con la Direzione Generale della Scuola Media non Statale, alla elaborazione degli atti normativi previsti dal decreto legislativo n. 297 del 1994 con lo scopo di definire, tra l'altro, per quanto riguarda le scuole materne, le scuole elementari, le scuole di istruzione secondaria di I e II grado, non statali:

- condizioni e modalità per la stipula delle convenzioni. nonché requisiti degli enti gestori e del personale docente;

- assetto didattico e organizzativo;

- condizioni per l'autorizzazione al funzionamento;

e) per quanto riguarda la gestione delle disponibilità finanziarie (Rubrica 3), si rinvia a quanto stabilito al precedente punto 1.15 e a quanto previsto dalla direttiva 26 febbraio 1996, n. 88 per la gestione del cap. 1461 con riferimento in particolare ai criteri di utilizzo delle disponibilità e al soddisfacimento delle esigenze dell' E.S.M.A.S..

 

 

III Norme finali

3.1. Relazione finale

Alla fine dell'anno e comunque entro il 15 gennaio 1997 ciascun Direttore Generale o Capo di ispettorato o Servizio deve trasmettere al Gabinetto una relazione sull'azione svolta. La relazione va articolata in due parti; la prima, riferita alle norme comuni della presente direttiva e all'attività amministrativa di questo Ministero considerata nel suo complesso, dovrà contenere sommarie valutazioni di carattere generale sui punti più significativi; l'altra, specifica, riferita al settore amministrativo, facendo riferimento in modo puntuale alle disposizioni contenute nella presente direttiva, dovrà contenere informazioni essenziali sugli obiettivi conseguiti e sulle iniziative attuate. La seconda parte della relazione dovrà anche includere un succinto resoconto delle attività svolte dai gruppi di lavoro interdirezionali facenti capo a ciascun Ufficio.

 

 

3.2. Proposte per il 1997

Le proposte per la direttiva dell'anno 1997 devono essere formulante in modo sintetico improrogabilmente entro 20 giorni dall'approvazione del bilancio di previsione dello Stato per l'esercizio 1997. Con riferimento a quanto previsto al precedente punto 2.1 lett. h), la Direzione Generale del Personale formulerà a parte al Ministro, per tempo e comunque nei successivi 20 giorni, concrete proposte sulla ripartizione degli stanziamenti dei capitoli comuni a più uffici centrali, in modo che ciascun Ufficio possa esercitare in concreto dall'inizio dell'esercizio gli autonomi poteri di spesa previsti dal comma 2 dell'art. 3 e dagli artt. 16 e 17 del decreto legislativo n. 29 del 1993 e dall'art. 3 del D.P.R. 20 aprile 1994, n. 367. A tal fine la Direzione Generale del Personale medesima è invitata a convocare tempestivamente, d'intesa con l'Ufficio Studi, Bilancio e Programmazione, apposita Conferenza di servizio.

Il presente provvedimento sarà trasmesso, per il tramite della Ragioneria Centrale, alla Corte dei Conti per il visto e la registrazione.

Il Ministro

 

 

Allegato A

Cap. 1019 - A.F. 1996

 

 

 

 

Piano di ripartizione dei fondi del Cap. 1019 alle Direzioni Generali, ai vari Uffici del Ministero 

e agli Uffici Periferici, per le missioni ordinarie. 

 

Stanziamento di bilancio: 

L. 

18.120.000.000 [1] 

 

Quota riservata all'aggiornamento 

L. 

6.580.000.000 

 

 

Somma disponibile 

L. 

11.540.000.000 

 

 

 

 

Ufficio centrale 

 

Somma assegnata a.f. 1995 

 

Somma richiesta a.f. 1996 

 

Somma proposta a.f. 1996 

Note 

Dir. Generale personale 

L. 

700.000.000 

L. 

700.000.000 

L. 

700.000.000 

In relazione alle esigenze 

 

 

 

 

 

 

 

(anche per 

 

 

 

 

 

 

 

funzionari frequentanti 

 

 

 

 

 

 

 

corsi della S.S.P.A.) 

Dir. Gen. Istr. 

 

 

 

 

 

 

 

Elementare 

L. 

220.000.000 

L. 

220.000.000 

L. 

220.000.000 

 

Dir. Gen. Istr.i° grado 

L. 

350.000.000 

L. 

250.000.000 

L. 

250.000.000 

 

Dir. Gen. Istr. Classica 

L. 

220.000.000 

L. 

220.000.000 

L. 

220.000.000 

 

Dir. Gen. Istr. Tecnica 

L. 

450.000.000 

L. 

470.000.000 

L. 

470.000.000 

 

Dir. Gen. Istr 

 

 

 

 

 

 

 

Professionale 

L. 

350.000.000 

L. 

350.000.000 

L. 

300.000.000 

 

Dir. Gen.  

 

 

 

 

 

 

 

Scambi culturali 

L. 

350.000.000 

L. 

350.000.000 

L. 

300.000.000 

 

Dir. Gen. Istr.  

 

 

 

 

 

 

 

Media non Statale 

L. 

500.000.000 

L. 

770.000.000 

L. 

300.000.000 

 

Ispett. Istr. Artistica 

L. 

400.000.000 

L. 

300.000.000 

L. 

300.000.000 

 

Ispett. Educ. Fisica 

L. 

40.000.000 

L. 

40.000.000 

L. 

40.000.000 

 

Ispett. Pensioni 

L. 

20.000.000 

L. 

30.000.000 

L. 

30.000.000 

 

Servizio scuola 

 

 

 

 

 

 

 

materna 

L. 

50.000.000 

L. 

80.000.000 

L. 

80.000.000 

 

Ufficio studi e prog. 

L. 

300.000.000 

L. 

500.000.000 

L. 

300.000.000 

[1]Si propone un 

 

 

 

 

 

 

 

finanziamento pari a quello 

 

 

 

 

 

 

 

dell'esercizio 

 

 

 

 

 

 

 

precedente 

Gabinetto on. Ministro 

L. 

36.000.000 

L. 

 

L. 

36.000.000 

 

Segreteria sottosegret 

L. 

17.000.000 

L. 

 

L. 

17.000.000 

 

Segreteria sottosegret 

L. 

17.000.000 

L. 

 

L. 

17.000.000 

 

Uffici ced. 

 

 

 

 

 

 

[1]Indennità speciale 

Monteporzio 

L. 

350.000.000 

L. 

 

L. 

100.000.000 

art. 8 D.Lgs. 7.6.45 n. 320 

Uffici periferici 

L. 

6.000.000.000 

L. 

6.000.000.000 

L. 

6.500.000.000 

 

Polizza assicurativa (uso Proprio mezzo 

 

 

 

 

 

 

 

di trasp.) 

L. 

400.000.000 

L. 

 

L. 

400.000.000 

 

Fondo di riserva 

L. 

764.800.000 

L. 

 

L. 

960.000.000 

 

Totale 

L. 

11.534.800.000 

L. 

10.280.000.000 

L. 

11.540.000.000 

 

[1] In caso di riduzione dello stanziamento si intendono rideterminate le assegnazioni in base alla percentuale di riduzione dello stanziamento stesso.

 

 

Allegato B

Cap. 1130 - Spese d'ufficio - Prospetto di ripartizione dello stanziamento E.F. 1996

Stanziamento di bilancio [1] 

 

 

 

L. 

23.105.000.000 

Amministrazione Periferica per 

 

 

 

L. 

22.270.000.000 

contributo ordinario (Spese 

 

 

 

 

 

riscaldamento, elettricità, 

 

 

 

 

 

acqua, pulizia, ecc.) 

 

 

 

 

 

Amministrazione centrale 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- D.G. Personale - Div XV e Uff. I di Rag. per 

 

 

 

 

 

manutenzione attrezzature servizio  

 

 

 

 

 

documentazione 

L. 

120.000.000 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- D.G. Personale - Div XVIII per servizio 

 

 

 

 

 

documentazione 

L. 

600.000.000 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- D.G. Personale - quota riservata per ulteriori 

 

 

 

 

 

esigenze in corso d'esercizio per il servizio 

 

 

 

 

 

documentazione 

L. 

50.000.000 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Direzioni Generali, Ispettori e Servizio 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Ufficio Studi, Bilancio e Programm.ne 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- Div. Istruzione Elementare 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- D.G. Istruzione Media I Grado 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- D.G. Istruzione Classica 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- D.G. Istruzione Tecnica 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- D.G. Istruzione Professionale 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- D.G. Scambi Culturali 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- D.G. Media non Statale 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- Ispettorato Istruzione Artistica 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- Ispettorato Educ. Fisica e Sportiva 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- Ispettorato Pensioni 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- Servizio Scuola Materna 

L. 

5.000.000 

 

 

 

- Servizio Statistico 

L. 

5.000.000 

 

 

 

 

L. 

835.000.000 

 

L. 

835.000.000 

Totale ripartito 

 

 

 

L. 

23.105.000.000 

[1] In caso di riduzione dello stanziamento si intendono rideterminate le assegnazioni in base alla percentuale di riduzione dello stanziamento stesso.

 

 

Allegato C

Cap. 1206 - Provvidenze a favore del personale dipendente - Prospetto di ripartizione dello stanziamento E.F. 1996

Stanziamento di bilancio [1] 

L. 

364.420.000 

Direzione Generale del Personale e AA.GG e Ammi.vi 

L. 

52.755.000 

Servizio per la Scuola Materna 

L. 

23.836.000 

Direzione Generale Istruzione Elementare 

L. 

93.200.000 

Direzione Generale Istruzione Secondaria di I Grado 

L. 

91.912.000 

Direzione Generale Istruzione Classica 

L. 

19.731.000 

Direzione Generale Istruzione Tecnica 

L. 

40.986.000 

Direzione Generale Istruzione Professionale 

L. 

25.749.000 

Ispettorato Istruzione Artistica 

L. 

6.476.000 

Ispettorato Educazione Fisica 

L. 

9.775.000 

Totale 

L. 

364.420.000 

[1] Ridotto complessivamente dal 4,1% (1,173%) ai sensi dell'art. 2 del D.L. 28 febbraio 1996, n. 93, ed ai sensi dell'art. 2, comma 1, del D.L. 30 dicembre 1995, n. 574, convertito con modificazioni nella legge 1° marzo 1996, n. 105.