§ 93.9.173 - Del.CIPE 29 marzo 2006, n. 98.
Primo programma delle opere strategiche (legge n. 443/2001) - Itinerario A 12 Pontina-Appia: variante alla s.s. 7 Appia, in comune di Formia.


Settore:Normativa nazionale
Materia:93. Trasporti e circolazione
Capitolo:93.9 strade
Data:29/03/2006
Numero:98

§ 93.9.173 - Del.CIPE 29 marzo 2006, n. 98.

Primo programma delle opere strategiche (legge n. 443/2001) - Itinerario A 12 Pontina-Appia: variante alla s.s. 7 Appia, in comune di Formia.

(G.U. 7 novembre 2006, n. 259)

 

IL COMITATO INTERMINISTERIALE

PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

 

     Vista la legge 21 dicembre 2001, n. 443 (c.d. «legge obiettivo»), che, all'art. 1, ha stabilito che le infrastrutture pubbliche e private e gli insediamenti strategici e di preminente interesse nazionale, da realizzare per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese, vengano individuati dal Governo attraverso un programma formulato secondo i criteri e le indicazioni procedurali contenuti nello stesso articolo, demandando a questo Comitato di approvare, in sede di prima applicazione della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;

     Vista la legge 1° agosto 2002, n. 166, che, all'art. 13, oltre a recare modifiche al menzionato art. 1 della legge n. 443/2001, autorizza limiti di impegno quindicennali per la progettazione e la realizzazione delle opere incluse nel programma approvato da questo Comitato e per interventi nel settore idrico di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;

     Visto il decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190, attuativo dell'art. 1 della menzionata legge n. 443/2001;

     Visti, in particolare, l'art. 1 della citata legge n. 443/2001, come modificato dall'art. 13 della legge n. 166/2002, e l'art. 2 del decreto legislativo n. 190/2002, che attribuiscono la responsabilità dell'istruttoria e la funzione di supporto alle attività di questo Comitato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che può in proposito avvalersi di apposita «struttura tecnica di missione»;

     Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, recante il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità, come modificato, da ultimo, dal decreto legislativo 27 dicembre 2004, n. 330;

     Visto l'art. 11 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, recante «Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione», secondo il quale, a decorrere dal 1° gennaio 2003, ogni progetto di investimento pubblico deve essere dotato di un codice unico di progetto (CUP);

     Visto l'art. 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e visti in particolare:

     i commi 134 e seguenti, ai sensi dei quali la richiesta di assegnazione di risorse, per le infrastrutture strategiche che presentino un potenziale ritorno economico derivante dalla gestione e che non siano incluse nei piani finanziari delle concessionarie e nei relativi futuri atti aggiuntivi, deve essere corredata da un'analisi costi-benefici e da un piano economico-finanziario redatto secondo lo schema tipo approvato da questo Comitato;

     il comma 176, che rifinanzia l'art. 13 della legge n. 166/2002;

     il comma 177 - come modificato e integrato dall'art. 1, comma 13, del decreto-legge 12 luglio 2004, n. 168, convertito nella legge 30 luglio 2004, n. 191, nonchè dall'art. 16 della legge 21 marzo 2005, n. 39 - che reca precisazioni sui limiti di impegno iscritti nel bilancio dello Stato in relazione a specifiche disposizioni legislative;

     Visto il decreto legislativo 17 agosto 2005, n. 189, che apporta modifiche ed integrazioni al citato decreto legislativo n. 190/2002;

     Vista la legge 23 dicembre 2005, n. 266, e visti in particolare:

     l'art. 1, comma 78, che autorizza un contributo annuale di 200 milioni di euro per quindici anni, a decorrere dall'anno 2007, per interventi infrastrutturali, prevedendo, tra l'altro, il finanziamento di opere strategiche di preminente interesse nazionale di cui alla citata legge n. 443/2001;

     l'art. 1, comma 78, lettera l) che autorizza, nell'ambito di tale stanziamento, un finanziamento per la «realizzazione del tratto Lazio-Campania del corridoio tirrenico, viabilità accessoria della pedemontana di Formia, in misura non inferiore all'1% delle risorse disponibili»;

     Vista la delibera 21 dicembre 2001, n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51/2002, supplemento ordinario), con la quale questo Comitato, ai sensi del richiamato art. 1 della legge n. 443/2001, ha approvato il 1° Programma delle opere strategiche, che all'allegato 1 include, nell'ambito dei «Sistemi stradali e autostradali» del corridoio plurimodale Tirreno-Nord Europa, l'intervento «Pontina-A12-Appia» per un importo stimato di 1.136,205 euro;

     Vista la delibera 27 dicembre 2002, n. 143 (Gazzetta Ufficiale n. 87/2003, errata corrige in Gazzetta Ufficiale n. 140/2003), con la quale questo Comitato ha definito il sistema per l'attribuzione del CUP, che deve essere richiesto dai soggetti responsabili di cui al punto 1.4 della delibera stessa;

     Vista la delibera 25 luglio 2003, n. 63 (Gazzetta Ufficiale n. 248/2003), con la quale questo Comitato ha formulato, tra l'altro, indicazioni di ordine procedurale riguardo alle attività di supporto che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è chiamato a svolgere ai fini della vigilanza sull'esecuzione degli interventi inclusi nel 1° Programma delle infrastrutture strategiche;

     Vista la delibera 27 maggio 2004, n. 11 (Gazzetta Ufficiale n. 230/2004), con la quale questo Comitato ha approvato lo schema tipo di piano economico-finanziario ai sensi del richiamato art. 4, comma 140, della legge n. 350/2003, prevedendo che di norma - a corredo della richiesta di finanziamento a carico delle risorse dell'art. 13 della legge n. 166/2002, come sopra rifinanziato - venga presentato il piano sintetico, ma esplicitando che questo Comitato stesso, in sede di approfondimento, può richiedere la presentazione del piano analitico completo;

     Vista la delibera 29 settembre 2004, n. 24 (Gazzetta Ufficiale n. 276/2004), con la quale questo Comitato ha stabilito che il CUP deve essere riportato su tutti i documenti amministrativi e contabili, cartacei ed informatici, relativi a progetti di investimento pubblico, e deve essere utilizzato nelle banche dati dei vari sistemi informativi, comunque interessati ai suddetti progetti;

     Visto il decreto emanato dal Ministro dell'interno il 14 marzo 2003, di concerto con il Ministro della giustizia e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, e s.m.i., con il quale - in relazione al disposto dell'art. 15, comma 5, del decreto legislativo n. 190/2002 - è stato costituito il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere;

     Vista la sentenza n. 303 del 25 settembre 2003 con la quale la Corte costituzionale, nell'esaminare le censure mosse alla legge n. 443/2001 ed ai decreti legislativi attuativi, si richiama all'imprescindibilità dell'intesa tra Stato e singola regione ai fini dell'attuabilità del programma delle infrastrutture strategiche interessanti il territorio di competenza, sottolineando come l'intesa possa anche essere successiva ad un'individuazione effettuata unilateralmente dal Governo e precisando che i finanziamenti concessi all'opera sono da considerare inefficaci finchè l'intesa non si perfezioni;

     Vista la nota 5 novembre 2004, n. COM/3001/1, con la quale il coordinatore del predetto Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere espone le linee guida varate dal Comitato nella seduta del 27 ottobre 2004;

     Vista la nota 22 febbraio 2006, n. 143, con la quale il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso, tra l'altro, la relazione istruttoria della «Variante alla S.S. 7 Appia in comune di Formia», proponendo l'approvazione in linea tecnica e con prescrizioni del progetto preliminare e l'assegnazione di un finanziamento di 18,48 milioni di euro;

     Vista la nota 21 marzo 2006, n. 218, con la quale il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso un aggiornamento della suddetta relazione istruttoria con la quale propone, tra l'altro, di destinare al finanziamento della progettazione definitiva il contributo di cui al citato art. 1, comma 78, lettera l), della legge n. 266/2005;

     Considerato che questo Comitato ha conferito carattere programmatico al quadro finanziario riportato nell'allegato 1 della suddetta delibera n. 121/2001, riservandosi di procedere successivamente alla ricognizione delle diverse fonti di finanziamento disponibili per ciascun intervento;

     Considerato che l'intervento è incluso - tra le opere da realizzare a carico delle risorse destinate all'attuazione del Programma - nel piano decennale della viabilità 2003/2012 sul quale questo Comitato si è pronunziato con delibera 18 marzo 2005, n. 4 (Gazzetta Ufficiale n. 165/2005);

     Considerato che, con delibera adottata in data odierna, n. 75, questo Ministero ha proceduto alla quantificazione delle risorse da ritenere allocabili da questo Comitato stesso, previa specificazione della quota destinata per legge dal citato art. 1, comma 78, della legge n. 266/2005 ad alcuni interventi in percentuale non puntualmente determinata e riservandosi di finalizzare in modo più circostanziato le risorse destinate dalla norma richiamata ad opere inserite nel Programma delle infrastrutture strategiche;

     Considerato che l'opera di cui trattasi è compresa nell'Intesa generale quadro tra Governo e regione Lazio, sottoscritta il 20 marzo 2002, nell'ambito dei corridoi autostradali e stradali con la dizione «Adeguamento della tratta S.S. 148 Pontina fino al raccordo con la S.S. 7 Appia come completamento del corridoio tirrenico meridionale»;

     Considerato che il CUP assegnato al progetto è il seguente: F32C05000310001;

     Udita la relazione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;

     Acquisita in seduta l'intesa del Ministro dell'economia e delle finanze;

     Prende atto delle risultanze dell'istruttoria svolta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed in particolare: sotto l'aspetto tecnico-procedurale:

     che l'intervento riguarda la realizzazione della variante stradale, denominata «Pedemontana di Formia», alla statale S.S. 7 Appia per il tratto che, partendo dal territorio di Gaeta in località Puntone, attraversa l'abitato di Formia e termina in località Santa Croce, in corrispondenza dello svincolo per Cassino e Napoli;

     che l'intero intervento è localizzato nella regione Lazio per una estensione complessiva di circa 11 Km, suddivisa in 5 tratte, ed interessa i territori comunali di Gaeta e Formia in provincia di Latina;

     che le recenti modificazioni introdotte negli strumenti di pianificazione del sistema trasportistico nazionale e regionale hanno posto l'esigenza di rendere il tracciato stradale della Pedemontana di Formia congruente con il tracciato del Corridoio tirrenico meridionale, progetto inserito nel 1° Programma delle infrastrutture strategiche, e che è stata sviluppata la progettazione di una strada di categoria A (riconducibile alla tipologia «autostrada extraurbana», di cui al decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 5 novembre 2001), avente doppia carreggiata separata da spartitraffico e con due corsie per ogni senso di marcia larghe 3,75 metri e corsia di emergenza larga 3,00 metri per un ingombro totale della piattaforma di 25,50 metri;

     che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti specifica che il progetto è stato redatto dall'ATI Politecnica Soc. coop. a r.l. e SATPI Consulting Inginering S.r.l., che è risultata aggiudicataria della gara disposta con delibera di Giunta 10 dicembre 1996, n. 9700, dalla regione Lazio, che ha anche stipulato con l'ANAS, il 15 settembre 1997, apposita convenzione relativa al cofinanziamento delle progettazioni incluse nella programmazione triennale della viabilità;

     che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dà conto delle alternative esaminate, specificando che il tracciato prescelto rappresenta un'ottimizzazione dell'alternativa ritenuta di minor impatto e in parte recepita in un progetto del 1999 e evidenziando che l'opera - se nel breve termine si configura quale variante alla S.S. 7 Appia per l'aggiramento del centro urbano di Formia - a medio termine è inquadrabile come prosecuzione del futuro itinerario autostradale costiero (cioè del citato corridoio tirrenico meridionale);

     che il progetto prevede complessivamente, su entrambe le carreggiate la presenza di una galleria naturale di 5,338 km di lunghezza, quattro gallerie artificiali per una lunghezza totale di 1,104 km, ponti per una lunghezza complessiva di 0,165 km ed uno sviluppo in sede naturale di 4,439 km;

     che l'ANAS S.p.a., nella qualità di soggetto aggiudicatore, con nota 4 agosto 2004, prot. n. DPP/Seg/004229, ha presentato a tutte le Amministrazioni ed enti interessati il progetto preliminare dell'intervento in oggetto, approvato dal proprio consiglio di amministrazione con delibera 3 giugno 2004, n. 68, e corredato dello Studio di impatto ambientale (SIA), per la sua approvazione secondo le procedure previste del decreto legislativo n. 190/2002;

     che comunicazione al pubblico dell'avvio del procedimento di VIA è avvenuto tramite pubblicazione di apposito avviso su giornali quotidiani, locali e nazionali;

     che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ha trasmesso, in data 7 giugno 2005, il parere favorevole, con prescrizioni, della Commissione speciale VIA, che si è pronunziata anche sulla base di elementi integrativi richiesti e forniti dal soggetto aggiudicatore;

     che anche il Ministero per il beni e le attività culturali, con nota 5 luglio 2005, si è espresso favorevolmente, con prescrizioni e raccomandazioni, sul progetto;

     che la regione Lazio con delibera di giunta 24 gennaio 2006, n. 47, ha espresso parere favorevole all'approvazione condizionato all'ottemperanza, delle prescrizioni indicate nella delibera stessa;

     che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone le prescrizioni e raccomandazioni da formulare in sede di approvazione del progetto; sotto l'aspetto attuativo:

     che, come esposto, il soggetto aggiudicatore è stato individuato in ANAS S.p.a.;

     che la modalità prevista di affidamento dei lavori è l'appalto integrato o il General Contractor;

     che i tempi di realizzazione sono stimati in 2.190 giorni naturali consecutivi e che l'opera potrà essere aperta al traffico al termine del 6° anno; sotto l'aspetto finanziario:

     che il costo complessivo del progetto, desumibile dal quadro economico, è pari a 439.157.500,00 euro, di cui 320.062.535,74 per lavori a base d'asta (inclusi oneri della sicurezza) e 119.094.964,26 per somme a disposizione;

     che il computo metrico estimativo e la stima di progetto sono stati redatti utilizzando prezzi unitari desunti dall'applicazione delle analisi ANAS per il compartimento della viabilità per il Lazio aggiornate al 2002 e dall'elenco «prezzi manutenzioni» del 2004, mentre per alcuni prezzi non inclusi nei citati elenchi sono state effettuate apposite analisi;

     che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti specifica che, a seguito delle prescrizioni della regione Lazio soprattutto in ordine alla declassifica della strada (che viene ricondotta alla categoria B), il costo complessivo dell'intervento potrà essere compiutamente determinato solo in sede di progettazione definitiva, ma sarà comunque contenuto nel limite sopra indicato in relazione alla prevista riduzione della sezione stradale di progetto, con riflessi sull'onere per la realizzazione dei lavori;

     che il piano economico-finanziario non evidenzia un «potenziale ritorno economico» derivante dalla gestione dell'opera, trattandosi di strada extraurbana principale, come tale non assoggettata a tariffa;

     che l'analisi costi-benefici sviluppata dalla Politecnica evidenzia risultati positivi;

     che è previsto che l'opera venga realizzata, per il 95,8%, a carico delle risorse destinate all'attuazione del Programma;

     che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti propone, da ultimo, di destinare al finanziamento della progettazione definitiva il contributo previsto alla lettera l), art. 1, comma 78, della legge n. 266/2005, in misura non inferiore all'1% delle risorse disponibili, riservandosi di richiedere il finanziamento residuo in fase di approvazione del progetto definitivo;

 

     Delibera:

 

     1. Approvazione progetto preliminare.

     1.1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 3 e dell'art. 18 del decreto legislativo n. 190/2002 è approvato, in linea tecnica, con le prescrizioni e raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il progetto preliminare della «Variante alla S.S. 7 Appia in comune di Formia» ed è altresì riconosciuta la compatibilità ambientale dell'opera.

     Ai sensi dell'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327/2001, come modificato - da ultimo - dal decreto legislativo n. 330/2004, è apposto il vincolo preordinato all'esproprio per i beni ricadenti nelle aree interessate.

     E' conseguentemente perfezionata, ad ogni fine urbanistico ed edilizio, l'intesa Stato-regione sulla localizzazione delle opere.

     1.2. Il soggetto aggiudicatore è individuato in ANAS S.p.a.

     1.3. Ai sensi dell'art. 3, comma 3, del decreto legislativo n. 190/2002, l'importo di 439.157.500 euro rappresenta il «limite di spesa» dell'intervento ed è fissato in relazione all'ammontare del quadro economico dell'opera sintetizzato nella precedente «presa d'atto». Detto importo è comprensivo dell'onere per opere e misure compensative dell'impatto territoriale e sociale: le relative iniziative, che secondo il Ministero istruttore debbono corrispondere al 3% del costo dell'opera, debbono essere peraltro puntualmente indicate ed essere ritenute proponibili dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

     1.4. Le prescrizioni di cui al punto 1.1, proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nella relazione istruttoria e alle quali resta subordinata l'approvazione del progetto in questione, sono riportate nell'allegato che forma parte integrante della presente delibera.

     Le raccomandazioni proposte dal citato Ministero sono del pari riportate in detto allegato: il soggetto aggiudicatore, qualora ritenga di non poter dar seguito a qualcuna di dette raccomandazioni, fornirà al riguardo puntuale motivazione in modo da consentire al citato Ministero di esprimere le proprie valutazioni e di proporre a questo Comitato, se del caso, misure alternative.

 

     2. Finalizzazione contributo.

     2.1. Il contributo quindicennale previsto dall'art. 1, comma 78, lettera l) della legge n. 266/2005 e fissato in 1,650 milioni di euro nella tabella 1 allegata alla delibera n. 75/2006, è finalizzato al finanziamento della progettazione definitiva dell'intervento approvato al punto 1 della presente delibera. Il contributo - suscettibile di sviluppare un finanziamento, in termini di volume di investimento, di 18,456 Meuro - è quantificato tenendo conto anche degli oneri derivati da eventuali finanziamenti necessari.

     2.2. La decisione sull'assegnazione di contributi per la realizzazione dell'opera, a valere sulle risorse destinate all'attuazione del Programma, viene rinviata alla fase di esame del progetto definitivo e verrà assunta sulla base del costo definitivo dell'opera, come rideterminato - entro il «limite di spesa» sopra stabilito - a seguito del recepimento delle prescrizioni della regione Lazio ed in particolare alla prevista riduzione della sezione stradale.

 

     3. Disposizioni finali.

     3.1. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvederà ad assicurare, per conto di questo Comitato, la conservazione dei documenti componenti il progetto preliminare approvato con la presente delibera.

     3.2. La Commissione VIA procederà - ai sensi dell'art. 20, comma 4, del decreto legislativo n. 190/2002 - a verificare l'ottemperanza del progetto definitivo alle prescrizioni del provvedimento di compatibilità ambientale e ad effettuare gli opportuni controlli sull'esatto adempimento dei contenuti e delle prescrizioni di detto provvedimento.

     Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in sede di approvazione della progettazione definitiva, provvederà alla verifica di ottemperanza alle prescrizioni che debbono essere recepite in tale fase.

     Il soggetto aggiudicatore procederà alla verifica delle prescrizioni che debbono essere attuate nelle fasi successive, fornendo assicurazione al riguardo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e curando, tra l'altro, che le prescrizioni da assolvere nella fase di cantierizzazione siano inserite nel capitolato speciale di appalto e poste a carico dell'esecutore dei lavori.

     3.3. Il suddetto Ministero provvederà a svolgere le attività di supporto intese a consentire a questo Comitato di espletare i compiti di vigilanza sulla realizzazione delle opere ad esso assegnati dalla normativa citata in premessa, tenendo conto delle indicazioni di cui alla delibera n. 63/2003 sopra richiamata.

     3.4. Questo Comitato si riserva, in fase di approvazione del progetto definitivo dell'opera e in adesione alle richieste rappresentate nella citata nota del coordinatore del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, di dettare prescrizioni intese a rendere più stringenti le verifiche antimafia, prevedendo, tra l'altro, lo svolgimento di accertamenti anche nei confronti degli eventuali subcontraenti e subaffidatari, indipendentemente dall'importo dei lavori, e forme di monitoraggio durante la realizzazione dei lavori.

 

 

     Allegato

     Prescrizioni e raccomandazioni proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti

 

     1. Prescrizioni.

     Di seguito si riportano le prescrizioni da risolvere nella redazione del progetto definitivo, organizzate per argomenti di ambito.

     1.1. Carattere generale.

     Sviluppare gli interventi di mitigazione e le opere di compensazione, così come proposti nello Studio d'Impatto Ambientale esaminato e sue integrazioni, ed integrarli alla luce delle presenti prescrizioni dettagliandone la localizzazione, la tipologia, le modalità di esecuzione e i costi analitici. Il progetto definitivo inoltre deve prevedere la destinazione del 3% dell'importo complessivo dei lavori alla realizzazione di interventi di compensazione ambientale da definire e concordare con gli enti territoriali interessati.

     Contenere il Progetto di monitoraggio ambientale, secondo le Linee guida redatte dalla Commissione speciale VIA, a partire dalle informazioni portate nello Studio di Impatto Ambientale e sue successive integrazioni. Il PMA dovrà essere legato al Progetto definitivo prevedendone il costo dell'attuazione nel relativo quadro economico.

     Approfondire lo studio della rete elettrica che alimenta il sistema «galleria» nelle condizioni ordinarie di funzionamento;

     Approfondire lo studio dei sistemi di ventilazione in galleria.

     Riportare nel computo metrico estimativo generale un apposito capitolo di spesa per l'esecuzione delle opere prescritte nel SIA.

     Anticipare, per quanto possibile, la realizzazione delle opere di mitigazione ambientale rispetto al completamento dell'infrastruttura.

     Redigere gli elaborati, anche successivi al progetto definitivo, in conformità alle specifiche del Sistema Cartografico di Riferimento.

     Ottimizzare il progetto di illuminotecnica con i requisiti di massima efficienza energetica d'esercizio.

     Prevedere un'attenta progettazione degli attraversamenti o delle interferenze con 1'attuale viabilità comunale, anche in rapporto ad eventuali opere complementari.

     Sviluppare il progetto definitivo prevedendo la definizione delle varianti di tracciato per quanto compatibili con le caratteristiche della strada, che si renderanno necessarie a seguito delle indagini archeologiche, di tutte le opere complementari e dei loro impatti, delle opere di riqualificazione, di ripristino ambientale e di compensazione, da sottoporre alla preventiva autorizzazione del Ministero dei Beni e della Attività Culturali -- Direzione generale per i beni culturali e paesaggistici, sentite le Soprintendenze di settore territorialmente competenti.

     1.2. Relative a flora fauna e insediamenti agricoli.

     Prevedere il ripristino della vegetazione con specie delle serie autoctone, mediante la raccolta in loco di sementi, talee ecc. da sviluppare presso vivai specializzati.

     Dimensionare e localizzare in dettaglio i sottopassi faunistici, in funzione dei singoli contesti ambientali, in ogni tratto di percorso in rilevato ed in particolare nelle zone di transizione tra ecosistema agricolo ed ecosistema delle praterie e dei cespuglieti.

     Realizzare rilievi di dettaglio lungo i corsi d'acqua inteneriti, per individuare le aree da potenziare e quelle da riqualificare, ed approfondire il progetto di ripristino e riqualificazione, differenziando la tipologia di intervento e le specie da impiegare in funzione delle diverse realtà morfologiche e vegetazionali esistenti.

     Nel punto in cui è previsto lo sbocco della canna di ventilazione della galleria (ZPS «Parco Naturale dei Monti Aurunci), integrare la valutazione di incidenza con una stima approfondita delle potenziali interferenze o disturbi indotti sulla fauna e sulla vegetazione per la fase di cantiere, al fine di quantificare correttamente le misure di contenimento e mitigazione degli impatti ed inoltre verificare 1'altezza della canna.

     Per le opere di sistemazione a verde, ripristino ambientale e rinaturalizzazione previste, fare ricorso prevalentemente a tecniche di ingegneria naturalistica, dando la priorità nella individuazione di tali opere ad interventi di riqualificazione paesaggistico-ambientale di aree gia compromesse.

     1.3. Relative a idraulica, idrogeologia, geologia, geotecnica.

     Per gli aspetti relativi all'ambiente idrico predisporre sistemi di trattamento delle acque di piattaforma in modo tale da garantire condizioni di sicurezza dall'infiltrazione di inquinanti anche nel caso di incidente rilevante, con particolare riguardo ai corsi d'acqua.

     Realizzare tutte le ulteriori indagini e gli approfondimenti di natura geologica, geotecnica ed idrogeologica indicati nel progetto preliminare, nello studio di Impatto Ambientale e sue integrazioni nonchè quelli connessi all'ottemperanza alle presenti prescrizioni tenendo adeguatamente conto dei relativi esiti nella redazione del progetto definitivo; in particolare approfondire le conoscenze relative all'andamento della falda specialmente nell'intorno della Sorgente Mazzoccolo.

     Per la Galleria Campese approfondire il progetto con lo studio dell'influenza della galleria sulle oscillazioni del livello della falda.

     Eseguire degli studi approfonditi circa la realizzazione del tracciato e le possibili interferenze con le numerose falde acquifere, presenti in particolare nei tratti II, III e IV, con un elevato rischio di alterazione della qualità delle acque di falda.

     1.4. Rumore.

     Integrare le indagini già effettuate sul rumore con una ulteriore campagna di misure diurne e notturne che completi il quadro di riferimento per l'esatta individuazione dei ricettori sensibili, in particolare per la fase di esercizio, e verificare meglio il dimensionamento e le misure di contenimento degli impatti acustici, limitandone l'impiego solo laddove effettivamente necessarie; prevedere le opere di mitigazione del rumore adottando opportune soluzioni tecniche per le pavimentazioni e comunque adottare barriere a basso impatto; ottimizzare la progettazione per perseguire la loro maggiore efficacia con la loro migliore qualità estetico-architettonica e funzionale.

     Approfondire l'elaborazione degli interventi di mitigazione per le vibrazioni ai sensi della Normativa UNI 9614.

     1.5. Carattere paesaggistico-architettonico.

     Dettagliare le tipologie adottate per le opere accessorie anche in riferimento alla loro immagine (strutture di contenimento, rivestimenti, ecc.).

     Approfondire e completare la definizione progettuale delle opere al fine di cogliere la portata reale delle previste opere di scavo e riporto e quindi l'impatto reale sul paesaggio.

     1.6. Carattere localizzativo-progettuale.

     Ottimizzare le interferenze del tracciato con i perimetri delle aziende agricole in modo da salvaguardare quanto più possibile la continuità e la funzionalità; adottare le soluzioni progettuali in grado di mantenere il collegamento tra aree agricole già funzionalmente connesse; garantire l'accesso a fondi agricoli interferiti dalla nuova infrastruttura.

     Ottimizzare, nella fase di progettazione definitiva, il tracciato dal punto di vista paesaggistico per quanto compatibile con le caratteristiche della strada, per quanto riguarda soluzioni meno impattanti rispetto all'adozione di viadotti, rilevati e scavi a mezza costa.

     Nella zona prossima al Santuario di Santa Maria della Noce dovrà prevedere una diversa soluzione progettuale relativamente alla realizzazione del camino di evacuazione dei fumi della galleria, eventualmente spostandolo in altro sito.

     Nel IV tratto, alle pendici di Monte Campese dovrà individuare una diversa soluzione progettuale del tracciato viario, per quanto compatibile con le caratteristiche della strada, evitando di dover realizzare il rilevato, di elevato sviluppo verticale, così come previsto nel progetto presentato.

     Rielaborare il progetto dello svincolo di collegamento con l'attuale tracciato della S.S. 7 Appia.

     Assicurare un miglior collegamento con la rete preesistente verso il centro intermodale di Gaeta.

     Ridurre la sezione stradale, adottando, nello sviluppo della progettazione definitiva, come carattistiche della strada, quelle di classe B extraurbana del decreto ministeriale 5 novembre 2001 in luogo di quelle utilizzate per la progettazione preliminare.

     1.7. Carattere archeologico.

     Compatibilmente con le condizioni geomorfologiche del terreno, effettuare preliminarmente prospezioni geofisiche, onde procedere successivamente ad indagini archeologiche mirate;

     Nelle successive fasi di sviluppo della progettazione, in considerazione delle rilevanti valenze archeologiche che possono interessare alcune aree di progetto, dedicare ed individuare nel progetto un impegno finanziario finalizzato al completamento del quadro conoscitivo dei dati archeologici, per le fasi di acquisizione dei dati, analisi, indagini dirette sul terreno, coordinato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.

     1.8. Cantiere.

     Prevedere che nei capitolati d'appalto siano inserite le prescrizioni relative alla mitigazione degli impatti in fase di costruzione e quelle relative alla conduzione delle attività di cantiere.

     Predisporre quanto necessario perchè sia adottato, prima della data di consegna dei lavori, un Sistema di Gestione Ambientale dei cantieri secondo i criteri di cui alla nonna ISO 14001 o al Sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001).

     Dettagliare la cantierizzazione adottando i seguenti criteri:

     subordinare l'eventuale localizzazione di pozzi per uso potabile ad una verifica della compatibilità dell'intervento con lo stato di vulnerabilità delle risorse idriche sotterranee, escludendo la collocazione di cantieri e dei depositi nelle zone di tutela assoluta (v. art. 21 del decreto legislativo n. 152/1999);

     individuare le aree destinate al deposito temporaneo del terreno vegetale, specificando le procedure atte a mantenere nel tempo la vegetabilità;

     analizzare il rumore e le vibrazioni dei cantieri ed individuare i livelli di emissione nei confronti dei ricettori sensibili circostanti.

     Realizzare la galleria naturale con tecniche di scavo che contestualmente permettano anche l'esecuzione di indagini (dirette o indirette) atte «a caratterizzare» la situazione geologica e geotecnica che non sia definibile prima in fase antecedente all'esecuzione, dei lavori.

     Durante la fase di scavo delle gallerie prevedere la sigillatura e impermeabilizzazione al contorno e sui fronti di scavo in modo da contenere l'effetto di richiamo per depressione idraulica.

     Assicurare la salvaguardia qualitativa delle falde acquifere captate, in particolare dei pozzi pubblici e privati destinati ad uso idropotabile prossimi al tracciato, e idrogeologicamente a valle dello stesso, per un significativo intorno.

     Prevedere misure atte a limitare i disturbi e le interferenze sulla fauna dei corsi d'acqua prossimi al Cantiere industriale «Balzorile» e al Campo base «Acquatraversa».

     Controllare costantemente le aree interferite oggetto di scavo, prestando particolare cura nelle lavorazioni in corrispondenza dei siti archeologici n. 5, n. 6, n. 37, n. 39, n. 50, sotto il controllo delle competenti Soprintendenze.

     Indicare le aree che si vorranno utilizzare per i cantieri, depositi di materiali, aree di stoccaggio, strade e parcheggi di servizio. Dovranno, altresì, essere previsti sia il programma degli interventi che le attività di rinaturalizzazione e ripristino delle aree oggetto della cantierizzazione. In particolare, in merito alle aree da individuare per lo stoccaggio provvisorio dei detriti, per le quali si dispone espressamente divieto che siano destinate a stoccaggio definitivo, si ritiene che debbano essere individuate le modalità e la tempistica al fine di sottoporre a verifica l'effettiva possibilità di conferire i detriti direttamente nella cave abbandonate, per le quali si richiedono indicazioni progettuali inerenti alle attività di recupero.

 

     2. Raccomandazioni.

     Assicurare che il realizzatore dell'infrastruttura possegga o acquisisca, per le attività di cantiere, anche dopo la consegna dei lavori e nel più breve tempo possibile, la Certificazione ambientale ISO 14001 o la Registrazione ai sensi del Regolamento CE 761/2001 (EMAS).

     Definire le caratteristiche di ciascun intervento di mitigazione in relazione alla verifica degli impatti secondari determinanti da questi stessi interventi.

     Estendere la riqualificazione dei corsi d'acqua interferiti, almeno a tratti di 15-20 metri a monte e a valle dei punti di attraversamento.

     Studiare e limitare le interferenze con gli agglomerati industriali esistenti ed in corso di realizzazione.

     Al fine delle verifiche di cui all'art. 20, comma 4, del decreto legislativo n. 190 del 20 agosto 2002, integrare il progetto definitivo con tavole dettagliate, planimetrie, profili, sezioni, nelle quali vengano indicate ed evidenziate le opere, le particolarità progettuali, le misure mitigatrici e compensative con le quali sono state rispettate, applicate ed ottemperate le prescrizioni di cui al presente parere, con relativa legenda esplicativa e con esaustiva descrizione in una relazione specifica.

     Integrare il progetto definitivo con una relazione dettagliata del progettista, resa ai sensi e per gli effetti dell'art. 4, comma 1, del decreto legislativo n. 190 del 20 agosto 2002, nella quale si attesti che il progetto definitivo è conforme al progetto preliminare approvato; che sono state recepite, rispettate ed attuate le prescrizioni del CIPE, riportandone gli estremi della delibera di approvazione, con particolare riferimento alle compatibilità ambientali ed alla localizzazione dell'opera, descrivendo ed elencando le opere e misure mitigatrici e compensative dell'impatto ambientale, territoriale e sociale.

     Laddove l'infrastruttura si sovrappone ad una tessitura agraria ben definita e in discordanza, sostituire, per quanto possibile, la soluzione in rilevato con la soluzione in viadotto.