§ 4.4.1184 - D.G.R. 30 luglio 1999, n. 6/44590 .
Approvazione del piano della riserva naturale regionale «Sorgente Funtanì» (art. 14 della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86).


Settore:Codici regionali
Regione:Lombardia
Materia:4. assetto del territorio
Capitolo:4.4 tutela dell'ambiente
Data:30/07/1999
Numero:6


Sommario
Art. 1 - Vincolistica generale 
Art. 2 - Regolamentazione delle attività antropiche 
Art. 3 - Regolamentazione degli accessi e della percorribilità 
Art. 4 - Interventi di conservazione e ripristino 
Art. 5 - Individuazione delle aree da acquisire 
Art. 6 - Revisioni del piano 


§ 4.4.1184 - D.G.R. 30 luglio 1999, n. 6/44590 .

Approvazione del piano della riserva naturale regionale «Sorgente Funtanì» (art. 14 della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86).

(B.U. 19 ottobre 1999, n. 42, I S.S.)

 

La Giunta regionale

Visto il titolo II, capo I, della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 «Piano generale delle aree regionali protette», che stabilisce il regime delle riserve naturali regionali ed in particolare l'art. 14 che prevede, per ciascuna di esse, la formazione di un piano, determinandone i contenuti e le modalità di approvazione;

Vista la Delib.C.R. 5 febbraio 1985, n. III/1904, che determina il regime proprio della riserva naturale «Sorgente Funtanì» e stabilisce i termini e le modalità di redazione del piano di gestione;

Visto il piano della riserva naturale «Sorgente Funtanì» inviato dal comune di Vobarno in data 20 maggio 1999 (prot. Ambiente ed Energia n. 26506 del 20 maggio 1999);

Vista la nota inviata dalla provincia di Brescia (prot. Ambiente ed Energia n. 23988 del 12 maggio 1999) nella quale la Commissione Ambiente Naturale della provincia di Brescia ha espresso parere favorevole al piano della riserva naturale «Sorgente Funtanì»;

Preso atto che il dirigente del Servizio proponente ha verificato, attraverso il competente ufficio, che i contenuti e le modalità di redazione del piano sono conformi alle disposizioni della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 e rileva inoltre che il piano stesso:

- prevede la verifica e l'aggiornamento, con scadenza quinquennale, in relazione alla evoluzione delle condizioni naturalistiche della riserva naturale;

- propone modificazioni dei confini dell'area tutelata, cui si dovrà dare seguito con le procedure di cui all'art. 12 e per gli effetti di cui all'art. 2, comma 2, della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86;

Assunte come proprie le predette considerazioni e valutazioni;

Dato atto che la presente deliberazione non è soggetta a controllo ai sensi dell'art. 17, comma 31 della L. 15 maggio 1997, n. 127;

A voti unanimi espressi nelle forme di legge

Delibera

 

 

1) di approvare il piano della riserva naturale regionale «Sorgente Funtanì», costituito dai seguenti elaborati, che sono parte integrante e sostanziale del presente atto:

a) Studio degli aspetti naturalistici del territorio corredato dalle relative carte tematiche e comprendente

documentazione fotografica;

relazione geologica;

ricerca faunistica;

ricerca geobotanica;

tav. A - Inquadramento territoriale 1886;

tav. B - Inquadramento territoriale;

tav. C - Estratto di P.R.G. vigente;

tav. D - Catasto austriaco 1851;

tav. E - Catasto italiano 1899;

tav. F - Catasto contemporaneo;

tav. G - Copertura del suolo;

tav. H - Distribuzione flora;

tav. I - Zone geologiche-sezioni ;

b) Relazione generale;

c) Proposta di modifica dei confini (tav. I);

d) Previsioni di piano (tav. 29);

e) Copertura del suolo (tav. 3).

2) Di stabilire che il piano è soggetto a verifica con scadenza quinquennale.

3) Di pubblicare gli elaborati di piano, di cui alle precedenti lettere b), c), d) ed e), sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

4) Di avviare con successivo provvedimento la procedura per la modifica della delimitazione della riserva naturale, come stabilito dall'art. 12 e per gli effetti di cui all'art. 2, comma 2, della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86.

 

 

Comune di Vobarno (BS)

PIANO DELLA RISERVA NATURALE

«SORGENTE FUNTANÌ»

RELAZIONE GENERALE

RISERVA NATURALE PARIZIALE BIOLOGICA "SORGENTE FUNTANÌ"

Comune di Vobarno (BS)

PIANO DELLA RISERVA NATURALE

(art. 14 della L.R. 30 novembre 1983, n. 86)

 

 

 

 

 

INDICE 

1. RELAZIONE GENERALE AL PIANO 

 

1.1 

Premessa 

1.1.1 

Inquadramento 

1.1.2 

Istituzione e regime di tutela della riserva naturale 

1.1.3 

Sintesi degli studi interdisciplinari 

1.2 

Obiettivi del piano 

1.3 

Criteri e metodi di redazione del piano 

1.4 

Modifica dei confini 

1.5 

Riferimenti progettuali 

 

2. RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE (3) 

 

2.1 

Tav. 1 Proposta di modifica dei confini 

2.2 

Tav. 2 Previsioni di piano 

2.3 

Tav. 3 Copertura del suolo 

 

3. NORME DI ATTUAZIONE 

 

Art. 1 - 

Vincolistica generale 

Art. 2 - 

Regolamentazione delle attività antropiche 

Art. 3 - 

Regolamentazione degli accessi e della percorribilità 

Art. 4 -  

Interventi di conservazione e ripristino 

Art. 5 - 

Individuazione delle aree da acquisire 

Art. 6 - 

Revisioni del piano 

1. Relazione generale al Piano

1.1 Premessa

La sorgente di origine carsica «Funtanì» di Nalmase assume rilevanza naturalistica e scientifica per la presenza di una malacofauna rappresentativa della quasi totalità delle specie di molluschi d'acqua sorgiva viventi in Lombardia.

Gli endemismi faunistici individuati devono la loro sopravvivenza alla quantità e costanza del profilo fisico-chimico delle acque.

In considerazione del ruolo determinante di tali aspetti, l'attività gestionale si propone la conservazione come tale della sorgente, attraverso una attenta tutela ed una funzionale pianificazione delle attività umane e degli interventi di ripristino ambientale sul territorio circostante sottoposto alla regolamentazione regionale.

1.1.1 Inquadramento territoriale

La riserva naturale «Sorgente Funtanì» è situata nel territorio del comune di Vobarno, in provincia di Brescia, ed all'interno della Val Degagna.

Il biotopo si trova sulla riva destra del torrente Agna a circa 1.5 chilometri a nord della confluenza di tale corso d'acqua con il Fiume Chiese, principale elemento idrografico della Val Sabbia.

Il toponimo «Agna», nome del torrente che l'attraversa, deriva probabilmente dalla radice «annia, torrente degli ontani» a testimonianza delle alnete presenti lungo tutto il corso d'acqua.

L'area è inserita nella zona montuosa delle Prealpi Bresciane a sud del massiccio intrusivo dell'Adamello ed è costituita dal dosso montuoso boschivo detto «Misole», situato a nord-ovest della località Nalmase e ad est del monte Sercine.

Ad est l'area è delimitata dal corso del torrente Agna e dalle sue alluvioni ghiaioso-sabbiose formanti i terrazzi inferiori rialzati di pochi metri rispetto all'alveo attuale, testimonianze dell'ultima fase erosiva Olocenica, legata probabilmente ad una variazione del livello di base del torrente Agna (rappresentata dal fiume Chiese).

La parte centrale è occupata dal dosso «Misole» che si eleva dalla quota media di m 300 alla quota della vetta pari a m 620 s.l.m.

Il limite occidentale è rappresentato da una incisione valliva che separa il dosso dal monte Sercine (m 820 s.l.m.).

A nord l'area è delimitata dalla Val Venadro e a sud da una piccola vallecola vicina alla cascina Natalone.

Vi scorrono torrenti a regime fortemente condizionato dalle precipitazioni stagionali.

La zona di interesse naturalistico presenta pendenze elevate ed è quasi completamente coperta da bosco, tranne in corrispondenza delle alluvioni terrazzate a prato e della zona della cascina Natalone, appena al di fuori del limite dell'area di maggiore pregio naturalistico.

La zona di riserva propriamente detta è di proprietà del comune di Vobarno, ha una estensione di ha 2.72.50 e si sviluppa tra una quota minima di m 270 fino ad una quota di m 320 s.l.m.

La zona di rispetto proposta dalla Regione ha una estensione di ha 57.87.36 e si sviluppa tra una quota di m 320 e m 610 s.l.m.

Il comune di Vobarno ne possiede ha 18.09.20, mentre la superficie residua è di proprietà privata. Sono in acquisizione ulteriori aree per una superficie complessiva di ha 1.08.50.

Nella riserva è incluso un rustico con stalla e fienile abbandonato, di proprietà comunale, mentre ad ovest della riserva si snoda una strada a fondo naturale che origina dalle ultime case della frazione di Nalmase e lambisce la zona del rustico.

Nella fascia di rispetto sono presenti tre residenze secondarie ed una cascina con residenza per il personale conduttore dell'azienda Natalone.

La zona di riserva e la fascia di rispetto sono attraversate in direzione nord-sud da una condotta artificiale in cemento, a tratti a cielo aperto.

Le cartografie di riferimento sono la tav. 1:25000 IGM F 48 IV NO e la Carta Tecnica Regionale.

1.1.2 Istituzione e regime di tutela della riserva naturale

La «Sorgente Funtanì» è stata inserita nel primo elenco dei biotopi e geotopi approvato con Delib.C.R. 3 dicembre 1981, n. III/471 ai sensi dell'art. 4, ultimo comma, della L.R. 27 luglio 1977, n. 33.

Con la successiva Delib.C.R. 5 febbraio 1985, n. III/1904 la Regione ha istituito l'area in riserva naturale, essendo stata promulgata la L.R. 30 novembre 1983, n. 86, che nell'allegato A-b elenca la «Sorgente Funtanì» tra le riserve naturali.

La citata deliberazione istitutiva ha affidato la gestione della riserva al comune di Vobarno, attribuendo alla riserva naturale le seguenti finalità:

a) tutelare le caratteristiche naturali e paesaggistiche dell'area ed in particolare garantire la qualità e quantità delle acque sorgive nonché la conservazione delle rare fonti di vita animale ivi presenti;

b) disciplinare e controllare la fruizione del territorio a fini scientifici, didattici e ricreativi.

La riserva naturale è classificata «parziale di interesse biologico».

1.1.3 Sintesi degli studi interdisciplinari

I riferimenti progettuali assunti nella formulazione del piano di gestione derivano dalle indicazioni fornite da indagini scientifiche eseguite in periodi successivi e relative a diversi aspetti di rilevanza naturalistica.

I risultati di tali studi sono riportati nelle seguenti pubblicazioni:

- C.N.R., Programma di ricerca territoriale sulle aree naturali da proteggere. 1971.

- PEZZOLI E., GIUSTI F., Nuovi dati sulla distribuzione geografica e sulla posizione sistematica di Paladichia vobarnensis. 1975. Natura Bresciana.

- ASSOCIAZIONE SPELEOLOGICA BRESCIANA. Funtanì. 1983.

- PEZZOLI E., Il biotopo Funtanì di Nalmase: un esempio di gestione di natura. 1983. Notiziario Società Italiana di Malacologia.

- REGIONE LOMBARDIA. Riserve naturali della Lombardia. 1987.

- PEZZOLI E., I molluschi crenobionti e stigobionti presenti nell'Italia settentrionale: censimento delle stazioni ad oggi segnalate. 1988. Natura Bresciana.

Le indagini scientifiche sono state integrate da una serie di studi interdisciplinari propedeutici alla redazione del piano di gestione e finalizzati ad una ricognizione delle caratteristiche peculiari del biotopo.

- Geologia e idrogeologia (N. Dotti).

Lo studio geologico ha evidenziato l'esistenza di una formazione triassica costituita da dolomie bianco-grigiastre e nocciola e da calcari dolomitici chiari. In genere la roccia si presenta fratturata e diaclasata, raramente compatta. La stratificazione è per lo più indistinta e massiccia.

Nella zona di Carvanno è possibile anche osservare la facies eteropica della Dolomia principale dove la facies tipica bianco-nocciola è nettamente subordinata e limitata a sottili orizzonti intercalati nei prevalenti litotipi grigio scuri e bituminosi che presentano fratture variabili a causa di forti ondulazioni e ripiegamenti.

Affiorano inoltre, anche se in modo subordinato, altri litotipi della serie triassica-giurassica grazie all'assetto particolare dei traverteni di Carvanno, la cui deposizione è legata alla risalita di acque termominerali attraverso un sistema di faglie poste a monte della superficie relitta di Carvanno.

Dal punto di vista strutturale, l'area in esame è posta tra la linea tettonica delle Giudicarie e la linea di Ballino-Garda, a sud della linea della Val Trompia e ad est della linea del sovrascorrimento di Tremosine, che risulta parallela alla sponda sinistra del lago di Garda.

In particolare, l'area di interesse naturalistico è sita in corrispondenza di un sovrascorrimento di dolomia principale, al di sopra del più recente calcare di Zu.

Altra unità importante è quella della Corna, formazione calcarea a stratificazione per lo più indistinta, che costituisce la parte superiore del monte Cingolo, da dove in fascia continua passa poi sulla sinistra della Val Degagna a formare le cime dell'arco montuoso monte Forametto e monte Spino.

Altra particolarità tettonica riscontrabile nell'area è la finestra di Eno dove affiora il calcare di Zu sul quale è sovrascorsa la Dolomia principale.

Nell'area si ha una netta prevalenza di terreni permeabili per fratturazione o carsismo.

Le formazioni a litologia calcarea, che affiorano estesamente, sono caratterizzate da faglie e fratture che permettono l'infiltrazione delle acque superficiali.

La circolazione idrica sotterranea risulta pertanto molto irregolare, attraverso fessure, vuoti carsici e giunti di stratificazione; le acque si raccolgono in profondità fino al raggiungimento di un livello impermeabile.

Localmente si possono avere manifestazioni sorgentizie, quale quella del biotopo del «Funtanì».

Attraverso studi specifici si potranno valutare l'effettivo bacino di alimentazione di tale sorgente e l'influenza delle piogge stagionali sul regime idrico.

- Climatologia (A. Arzuffi, R. Ferlinghetti)

I caratteri climatici dell'area del «Funtanì» sono illustrati dal termondogramma di Salò, località posta a circa 5 chilometri in direzione sud-est della Riserva.

Dal profilo climatico di Salò si può osservare che la temperatura media del mese più freddo (gennaio) è compresa tra 0 e 6 °C rendendo usuale il verificarsi di gelate.

Il regime delle precipitazioni è caratterizzato da un netto sdoppiamento della stagione piovosa in due massimi, primaverile e autunnale e due minimi invernale ed estivo.

Il minimo principale è riscontrabile nel periodo invernale, mentre le precipitazioni medie annuali sono di mm 1122.

Durante l'inverno, inoltre, non si può distinguere una reale stagione secca, in quanto il minimo delle precipitazioni è pressoché contemporaneo al minino delle temperature.

- Componenti vegetazionali e floristiche (A. Arzuffi, R. Ferlinghetti)

Il profilo vegetazionale, pur presentando una sensibile impronta antropica, ben si collega a quello potenziale naturale. La flora, pur non presentando elementi di eccezionalità, annovera diverse specie a distribuzione sud-est europea, che hanno nelle Prealpi Bresciane il limite occidentale di distribuzione.

Nella riserva è rilevante il numero di specie protette dalla legislazione regionale e provinciale; in particolare sono numerose le orchidee spontanee, alcune delle quali (Serapias vomeracea, Orchis purpurea, Ophrys) assai rare nella fascia prealpina.

L'indagine fioristica svolta negli anni 1990-1991 ha permesso di riscontrare le seguenti presenze:

(* specie protette)

ADIANTACEAE

Adiantum capillus-veneris

HIPOLEPIDACEAE

Pteridium aquilinum

ASPLENIACEAE

Asplenium trichomanes

Asplenium ruta-muraria

Phyllitis scolopendrium

ATHYRIACEAE

Athyrium distentifolium

Polystichum aculeatum

ASPIDIACEAE

Dryopteris filix-mas

POLYPODIACEAE

Polyodium vulgare

PINACEAE

Picea excelsa

Larix decidua

Pinus nigra

Pinus sylvestris

CUPRESSACEAE

Cupressus sempervirens

Thuja orientalis

Juniperus communis

SALICACEAE

Salix alba

Salix appendiculata

Salix cinerea

Salix caprea

Salix eleagnos

Populus tremula

Populus nigra

JUGLANDACEAE

Juglans regia

BETULACEAE

Betula pendula

Alnus glutinosa

Alnus incana

CORYLACEAE

Carpinus betulus

Ostrya carpinifolia

Corylus avellana

FAGACEAE

Fagus sylvatica

Castanea sativa

Quercus cerris

Quercus robur

Quercus pubescens

ULMACEAE

Ulmus glabra

Ulmus minor

MORACEAE

Ficus carica

URTICACEAE

Unica dioica

Parietaria officinalis

SANTALACEAE

Thesium bavarum

ARISTOLOCHIACEAE

Asarum europaeum

Aristolochia pallida

POLYGONACEAE

Polygonum aviculare

Rumex obtusifolius

PHYTOLACCACEAE

Phytolacca americana

CARYOPYLLACEAE

Areanaria serpyllifolia

Stellaria media

Lychnis flos-cuculi

Lychnis viscaria

Silene nutans

Silene vulgaris

Silene alba

Saponaria ocymoides

Saponaria officinalis

Petrorhagia saxifraga

* Dianthus sylvestris

* Dianthus monspessulanus

RANUNCOLACEAE

Helleborus foetidus

* Helleborus niger

Anemone nemorosa

Hepatica nobilis

Clematis vitalba

Clematis recta

Ranunculus acris

Ranunculus nemorosus

Ranunculus bulbosus

Ranunculus arvensis

Ranunculus reptans

* Aquilegia atrata

Thalictrum aquilegifolium

BERBERIDACEAE

Berberis vulgaris

GUTTIFERAE

Hypericum montanum

Hypericum perforatum

PAPAVERACEAE

Chelidoniurn majus

CRUCIFERAE

Alliaria petiolata

Rorippa sylvestris

Cardamine bulbifera

Cardamine pentaphyllos

Cardamine amara

Cardamine impatiens

Cardamine hirsuta

Arabis turrita

Capsella bursa-pastoris

Biscutella laevigata

Lepidium virginicum

CRASSULACEAE

Sedum rupestre

Sedum sexangulare

ROSACEAE

Aruncus dioicus

Filipendula vulgaris

Filipendula ulmaria

Rubus ulmifolius

Rubus caesius

Rosa pendulina

Rosa canina

Agrimonia eupatoria

Sanguisorba minor

Geum urbanum

Potentilla tabernaemontani

Potentilla erecta

Potentilla reptans

Potentilla caulescens

Potentilla alba

Potentilla micrantha

Fragaria vesca

Pyrus pyraster

Malus domestica

Sorbus torminalis

Sorbus aria

Amelanchier ovalis

Crataegus monogyna

Prunus spinosa

Prunus domestica

Prunus avium

LEGUMINOSAE

Laburnum anagyroides

Lembotropis nigricans

Cytisus sessifolius

Chamaecytisus purpureus

Chamaecytisus hirsutus

Genista germanica

Argyrolobium zanoni

Robinia pseudoacacia

Astragalus glycyphyllos

Vicia villosa

Vicia hirsuta

Vicia sativa

Lathyrus vernus

Lathyrus pratensis

Lathyrus latifolius

Ononis spinosa

Melilotus officinalis

Medicago lupulina

Medicago sativa

Trifolium montanum

Trifolium repens

Trifolium pratense

Trifolium medium

Trifolium rubens

Dorycnium pentaphyllum

Lotus corniculatus

Athyllis vulneraria

Coronilla emerus

Coronilla vaginalis

Coronilla varia

Hippocrepis comosa

Onobrychis arenaria

GERANIACEAE

Geranium sanguineum

Geranium nodosum

Gerianum molle

Geranium colombinum

Geranium robertianum

LINACEAE

Linum catharticum

EUPHORBIACEAE

Mercurialis perennis

Mercurialis ovata

Euphorbia dulcis

Euphorbia carniolica

Euphorbia flavicoma

Euphorbia nicaeensis

Euphorbia cyparissias

Euphorbia amygdaloides

RUTACEAE

Dictamnus albus

POLYGALACEAE

Polygala chamaebuxus

Polygala nicaeensis

Polygala vulgaris

ANACARDIACEAE

Cotinus coggygria

ACERACEAE

Acer campestre

Acer pseudoplatanus

BALSAMINACEAE

Impatiens parviflora

AQUIFOLIACEAE

* Ilex aquifolium

CELASTRACEAE

Euonymus europaeus

BUXACEAE

Buxus sempervirens

RHAMNACEAE

Rhamnus saxatilis

Frangula alnus

VITACEAE

Vitis vinifera

MALVACEAE

Malva sylvestris

THYMELACEAE

* Daphne mezereum

* Daphne laureola

VIOLACEAE

Viola suavis

Viola alba

Viola hirta

Viola mirabilis

CISTACEAE

Heliantheum nummularium

Heliantheum oelandicum

Fumana procumbens

CORNACEAE

Cornus sanguinea

Cornus mas

ARALIACEAE

Hedera helix

UMBELLIFERAE

Astrantia major

Eryngium amethystinum

Anthriscus nitida

Pimpinella saxifraga

Aegopodium podagraria

Trinia glauca

Angelica sylvestris

Angelica archangelica

Peucedanum oreoselinum

Peucedanum cervaria

Pastinaca sativa

Laserpitium latifolium

Daucus carota

ERICACEAE

Erica carnea

Calluna vulgaris

PRIMULACEAE

Primula vulgaris

* Cyclamen purpurascens

Anagallis arvensis

OLEACEAE

Fraxinus ornus

Fraxinus excelsior

Ligustrum vulgare

GENTIANACEAE

Centaurium erythraea

* Gentiana clusii

APOCYNACEAE

Vinca minor

ASCLEPIADACEAE

Vincetoxicum hirundinaria

RUBIACEAE

Asperula cynanchica

Asperula taurina

Galium odoratum

Galium verum

Galium album

Galium lucidum

Cruciata laevipes

CONVOLVULACEAE

Convolvulus arvensis

BORAGINACEAE

Buglossoides purpurocaerulea

Echium vulgare

Pulmonaria officinalis

Symphytum tuberosum

Myosotis arvensis

Myosotis scorpioides

Omphalodes verna

VERBENACEAE

Verbena officinalis

LABIATAE

Ajuga reptans

Teucrium chamaedrys

Teucrium montanum

Melittis melissorhyluum

* Lamium orlava

Lamium album

Lamium purpureum

Lamiastrum galeobdolon

Stachys officinalis

Stachys recta

Glechoma hederacea

Prunella grandiflora

Prunella vulgaris

Melissa officinalis

Calamintha nepeta

Cliniopodium vulgare

Origanum vulgare

Thymus pulegioides

Mentha arvensis

Mentha spicata

Horminum pyrenaicum

Salvia glutinosa

Salvia pratensis

SOLANACEAE

Solanum nigrum

Solanum dulcamara

SCROPHULARIACEAE

Cymbalaria muralis

Veronica serpyllifolia

Veronica acinifolia

Veronica arvensis

Veronica persica

Veronica chamaedrys

Veronica urticifolia

Melampyrum cristatum

Melampyrum nemorosum

Melampyrum italicum

Rhinanthus alectorolophus

OROBANCHACEAE

Orobanche alba

GLOBULARIACEAE

Globularia punctata

Globularia cordifolia

Globularia nudicaulis

PLANTAGINACEAE

Plantago major

Plantago holosteum

Plantago lanceolata

Plantago argentea

CAPRIFOLIACEA

Sambucus nigra

Viburnum lantana

Viburnum opulus

Lonicera xylosteum

Lonicera caprifolium

ADOXACEAE

Adoxa moscatellina

VALERIANACEAE

Valeriana tripteris

Valeriana officinalis

DIPSACACEAE

Succisa pratensis

Knautia drymeia

Knautia illirica

Scabiosa graminifolia

Scabiosa gramuntia

CAMPANULACEAE

* Campanula rapunculus

* Campanula sibirica

* Campanula spicata

* Campanula trachelium

* Campanula carnica

Phyteuma scheuchzeri

COMPOSITAE

Eupatorium cannabinum

Aster bellidiastrum

Conyza canadensis

Erigeron annuus

Bellis perennis

Inula salicina

Inula hirta

Inula ensifolia

Inula conyza

Buphthalmum salicifolium

Galinsoga parviflora

Achillea millefolium

Leucanthemum vulgare

Tenacetum corymbosum

Artemisia vulgaris

Artemisia verlotorum

Artemisia alba

Artemisia campestris

Tussilago farfara

Senecio inacquidens

Arctium lappa

Arctium nemorosum

Cirsium vulgare

Cirsium pannonicum

Cirsium erisithales

Centaurea scabiosa

Centaurea alba

Centaurea bracteata

Centaurea nigriscens

Centaurea triumfetti

Carlina vulgaris

Cichorium intybus

Lapsana communis

Aposeris foetida

Tragopogon pratensis

Scorzonera austriaca

Scorzonera hirsuta

Hypochoeris radicata

Leontodon hyspidus

Picris hieracioides

Picris echioides

Taraxacum officinale

Sonchus oleraceus

Crepis biennis

Crepis froelichiana

Hieracium pilosella

Hieracium sylvaticum

LILIACEAE

Tiofeldia calyculata

Veratrum nigrum

Anthericum ramosum

Hemerocallis fulva

Colchicum autumnale

* Erythronium Dens-canis

Ornithogalum umbellatum

Allium cirrhosum

Allium angulosum

Allium ericetorum

Allium ursinum

Polygonatum odoratum

Asparagus tenuifolius

* Ruscus aculeatus

AMARYLLIDACEAE

* Galanthus nivalis

DIOSCORACEAE

Tamus communis

IRIDACEAE

* Iris graminea

Crocus biflorus

* Gladiolus palustris

JUNCACEAE

Juncus inflexus

GRAMINACEAE

Briza media

Dactylis glomerata

Poa annua

Poa compressa

Poa trivialis

Poa pratensis

Poa nemoralis

Festuca gigantea

Festuca heterophylla

Festuca valesiaca

Sesleria varia

Melica ciliata

Melica uniflora

Melica nutans

Lolium perenne

Bromus erectus

Bromus inermis

Bromus racemosus

Brachypodium sylvaticum

Brachypodium pinnatum

Hordeum

Murinum

Agropyron caninum

Avenula pubescens

Arrhenatherum eliatus

Danthoninia decumbens

Holcus lanatus

Holcus mollis

Koeleria macrantha

Trisetum flavescens

Agrostis tenuis

Calamagrostis arundinacea

Avenella flexuosa

Molinia arundinacea

Arundo donax

Hierochloe australis

Phalaris canariensis

Anthoxanthum odoratum

Phleum pratense

Stipa pennata

Achnatherum calamagrostis

Oryza sativa

Digitaria sanguinalis

Setaria viridis

Chrysopogon gryllus

Bothriochloa ischaemon

ARACEAE

Arum maculatum

Arum italicum

CYPERACEAE

Carex baldensis

Carex contigua

Carex mucronata

Carex umbrosa

Carex fritschii

Carex montana

Carex caryophyllea

Carex tomentosa

Carex humilis

Carex digitata

Carex sylvatica

Carex alba

Carex panicea

Carex lepidocarpa

Carex flacca

Holoschoenus australis

Schoenus nizricans

ORCHIDACEAE

* Ophrys sphecodes

* Ophrys fuciflora

* Ophrys insectifera

* Serapias vomeracea

* Orchis morio

Orchis ustulata

* Orchis tridentata

* Orchis purpurea

* Orchis mascula

* Gymnadenia conopsea

* Listera ovata

* Epipactis helleborine

* Cephalanthera longifolia

Nelle aree pianeggianti la vegetazione erbacea è costituita da prati polifiti di origine antropica insediati su suoli piuttosto profondi e ricchi in argilla.

Questi prati rientrano nella classe vegetazionale Molino-arrhenatheretea, ordine Arrhenatheretalia, alleanza Arrhenatherion, con specie caratteristiche quali Achillea millefolium, Avena pubescens, Bellis perennis, Dactylis glomerata, Leucanthemum vulgare, Trifolium repens, ecc.

La presenza a volte dominante di Arrhenatherum elatius, emicriptofita diffusa nell'Europa submeridionale, permette di collocare questi prati da sfalcio tra gli arrenatereti.

In condizioni di maggiore aridità, determinate da un aumento delle pendenze e/o da una maggiore esposizione, le praterie assumono carattere di maggiore xericità e risultano costituite da specie provenienti dai Seslerio-Cariceti, dai Festuco-Brometea e dagli orti boschivi (Geranium sanguineum).

Rilevanti sono anche le specie caratteristiche del Scorzoneretalia villosae horvatic, ordine tipico dei territori carsici dell'Adriatico orientale e delle Alpi sudorientali, il cui limite occidentale non è ancora ben definito.

Assai limitata, invece, è la componente meridionale dei Thero-Brachypodietea.

La corologia dei concorsi xerofili presenta una netta impronta termofila e submediterranea, con una infiltrazione di elementi orientali in percentuale assai maggiore rispetto a quelli stenomediterranei.

Queste cenosi prative hanno un limitato valore economico; venivano adibite alla funzione di pratipascolo, ma presentano un elevato interesse naturalistico per la ricchezza di specie, soprattutto a distribuzione orientale, rare nelle Prealpi lombarde.

La vegetazione arborea rientra nella classe Querco-Fagetea, che costituisce la classe forestale naturale della zona.

Le cenosi arboree della riserva si collocano negli ordini Fagetalia sylvaticae e Quercetalia pubescentis. Il primo riunisce i boschi europei di faggio e di altre latifoglie mesofile, mentre il secondo raccoglie i querceti misti termofili sopramediterranei.

Specie caratteristiche sono: Quercus pubescens, Arabis turrita, Cephalanthera longifolia, Sorbus aria, Sorbus torminalis, Cornus mas, Tanacetum corymbosum, Buglossoides purpureocoerulea, Fraxinus ornus, Quercus cerris, ecc.

In condizioni fresche si insediano i querceti mesofili e i castagneti, ai quali si unisce in condizioni microclimatiche il faggio.

I cedui mesofili, invece, sono ben rappresentati nelle vallecole e nelle forre incise dal torrente Agna.

- Fauna (A. Arzuffi, R. Ferlinghetti)

a) Mammalofauna

Le segnalazioni reperite in letteratura, gli avvistamenti personali e le interviste agli abitanti del luogo hanno permesso di individuare, tra gli insettivori, il Riccio, il Toporagno comune e la Talpa europea; tra i chirotteri il Pipistrello nano; tra i lagomorfi la Lepre comune; tra i roditori il Ghiro moscardino, l'Arvicola terrestre, l'Arvicola campestre, il Topo selvatico, lo Scoiattolo europeo; tra i carnivori la Volpe, la Faina, la Donnola, il Tasso, la Martora; tra gli artiodattili il Capriolo, il Cervo e il Camoscio.

b) Avifauna

Nel biotopo considerato e nell'area circostante ecologicamente simile sono presenti le specie di uccelli tipiche delle zone pedemontane con vegetazione meso-termofila.

L'inventario dell'avifauna avvistata comprende le seguenti specie:

Nibbio bruno, Poiana, Gheppio, Falco pellegrino, Fagiano comune, Colombaccio tortora, Cuculo, Barbagianni, Civetta, Allocco, Gufo comune, Assiolo, Succhiacapre, Rondone, Upupa, Torcicollo, Allodola, Rondine, Balestruccio, Prispolone, Ballerina gialla, Ballerina bianca, Scricciolo, Pettirosso, Usignolo, Codirosso, Saltimpalo, Codirossone, Merlo, Capinera, Luì piccolo, Luì verde, Luì bianco, Canapino, Occhiocotto, Biagia rossa, Pigliamosche, Codibugnolo, Cincia bigia, Cincia mora, Cinciarella, Cinciallegra, Picchio muratore, Averla piccola, Averla capirossa, Ghiandaia, Cornacchia grigia, Cornacchia nera, Storno, Passera d'ltalia, Passera mattugia, Fringuello, Verzellino, Verdone, Cardellino, Fanello, Ciuffolotto, Zigolo giallo, Zigolo muciatto, Strillozzo.

c) Invertebrati

Nella provincia di Brescia, dopo la zona del sistema idrografico Oglio-Iseo, piuttosto povera di stazioni di molluschi idrobioidei a causa della pesante influenza del Glaciale Quaternario camuno e la altrettanto povera Val Trompia (sovra alluvionata del fluvioglaciale), verso oriente si incontrano delle importanti «zone di rifugio» con entità stigobionti «relitte» come l'altopiano di Cariadeghe, la parte inferiore della valle del Chiese, con in particolare la Val Degagna e zone della Valvestino.

Il ramo della Val Degagna è da considerarsi una delle più importanti «vallate di rifugio» dell'arco alpino per la sua alta concentrazione di stazioni «relitte» con entità stigobionti.

Il «Funtanì» di Nalmase, ubicato nella regione carsica della Valle Degagna è un corso idrico sotterraneo che ospita una malacofauna con rari molluschi stigobionti e crenobionti quali:

Bythinella schmidti

Belgrandiella saxatilis

Paladilhiopsis concii

Paladilhiopsis comucopia

Paladilhiopsis vobarnensis.

Il condotto carsico inaccessibile di questa sorgente ospita una grande popolazione dell'Ellobiidae troglobio zospeum cariadeghense, come evidenziato dalla quantità di nicchi fluitati all'esterno durante le piene.

Sono pure presenti Anfipodi niphargus e Gemmarus balcanicus.

1.2 Obiettivi dei piano

In ottemperanza alla Delib.C.R. 5 febbraio 1985, n. III/1904 sono stati assunti i seguenti obiettivi di piano:

1) conservare e migliorare le caratteristiche peculiari della «Sorgente Funtanì» al fine di garantire il profilo qualitativo e la quantità delle acque sorgive e tutelare le specifiche forme di vita animale ivi presenti;

2) regolamentare le attività antropiche interne e fornire indicazioni sulle attività esterne alla riserva;

3) restaurare e potenziare le cenosi forestali caratteristiche;

4) disporre operazioni di ripristino, compreso il recupero del rustico di proprietà del comune di Vobarno, da utilizzare in parte per la promozione di attività didattiche e scientifiche volte anche alla formazione di studenti su tematiche relative alla tutela e gestione dell'ambiente naturale ed alla acquisizione di metodologie di osservazione e indagine;

5) predisporre le condizioni per disciplinare e controllare la fruizione dell'area protetta.

1.3 Criteri e metodi di redazione del piano

Il piano della riserva naturale «Sorgente Funtanì» è redatto sulla base delle informazioni ottenute dagli studi interdisciplinari che hanno permesso una conoscenza integrata della riserva naturale e la definizione dei contenuti e delle strategie del piano di gestione.

Il piano è composto da:

1) studi specialistici relativi alle componenti geologiche, botaniche, forestali e zoologiche caratterizzanti il biotopo;

2) rappresentazioni cartografiche allegate agli studi interdisciplinari e comprendenti:

Tav. A - Inquadramento territoriale 1886

Tav. B - Inquadramento territoriale

Tav. C - Estratto di P.R.G. vigente

Tav. D - Catasto austriaco 1851

Tav. E - Catasto italiano 1899

Tav. F - Catasto contemporaneo

Tav. G - Copertura del suolo

Tav. H - Distribuzione flora

Tav. I - Zone geologiche - sezioni

3) relazione generale al piano che definisce lo stato della riserva nel contesto fisiografico, naturalistico e normativo attuale, fissando gli obiettivi ed illustrando le scelte per quanto attiene le proposte di modifica dei confini, gli interventi di conservazione e ripristino, la regolamentazione degli accessi e della percorribilità, la regolamentazione delle attività antropiche e l'acquisizione delle aree;

4) carte tematiche che illustrano le proposte di modifica dei confini, le previsioni di piano e la copertura del suolo;

5) norme di attuazione e regolamentazione delle attività antropiche e didattico-ricreative;

6) programma degli interventi prioritari.

1.4 Modifica dei confini

La riserva è attualmente suddivisa in tre appezzamenti: il primo, di forma allungata, rappresenta il 60% dell'intera riserva naturale e si estende per lo più sulla destra orografica della strada di penetrazione in senso sud-nord; il secondo è costituito da un lembo isolato di forma anch'esso allungata in senso sud-nord parallelo al torrente Agna.

La riserva si completa con un terzo lembo di piccole dimensioni situato a nord.

La zona di rispetto nella parte più esterna ad ovest è definita da confini poco identificabili e le aree sono di scarso interesse naturalistico.

Nella parte ad est si ritiene che il confine che corre lungo la strada comunale rappresenti una corretta delimitazione.

Le modifiche dei confini che si intendono operare sono illustrate nella tav. 1 «Proposta di modifica dei confini».

1.5 Riferimenti progettuali

Le caratteristiche di naturalità della riserva saranno tutelate e migliorate attraverso la definizione delle attività agro-forestali e zootecniche ammissibili, nonché attraverso la realizzazione di interventi di conservazione e ripristino ambientale.

- Attività agro-zootecniche

Le attività agro-zootecniche sono esercitate ai margini della fascia di rispetto della riserva e non rivestono carattere intensivo.

Nell'area della riserva, come nell'area di rispetto, sarà ammesso solo lo sfalcio periodico dei prati e l'eventuale mantenimento di attività ortofrutticole private che non prevedano l'impiego di fitofarmaci.

- Interventi forestali

Sia nelle aree di proprietà pubblica che in quelle private gli interventi forestali dovranno privilegiare la conversione di boschi cedui in fustaie.

I proprietari potranno continuare ad utilizzare i boschi cedui, ma dovranno rilasciare il numero di matricine ed osservare il turno di taglio definiti dall'art. 2, punto 4 delle Norme di attuazione.

Il verde privato delle residenze interne alla riserva o situate nelle immediate vicinanze sarà armonizzato con l'ambiente naturale circostante evitando l'utilizzo di essenze estranee che possano risultare predominanti rispetto a quelle caratterizzanti il biotopo.

- Interventi di conservazione e ripristino

Dovrà essere attuato un piano di manutenzione del sentiero principale che costeggia a nord l'area della riserva, con ripulitura delle scarpate, addolcendone le pendenze, contenendo gli smottamenti e con installazione di canaletti di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche.

Dovranno essere ripuliti dai rovi infestanti i sentieri, solo parzialmente individuabili nell'area di rispetto, che collegano cime o frazioni del comune di Vobarno.

Verrà recuperato un edificio rurale di proprietà comunale, che sarà parzialmente posto a servizio della riserva.

Dovrà essere realizzato un collegamento dal sentiero di cornice della riserva al rustico che consenta l'accesso, limitatamente ai mezzi autorizzati, per le operazioni di ristrutturazione e per quelle successive di manutenzione.

- Accessi e percorribilità

Per un proficuo uso didattico-ricreativo della riserva saranno regolamentati gli accessi e la percorribilità.

Per valorizzare gli aspetti didattito-naturalistici sarà predisposto un percorso ed una guida naturalistica che permetta di evidenziare i principali aspetti geomorfologici e biologici della riserva. Gli accessi alla riserva lungo il sentiero comunale ed i percorsi natura saranno segnalati da cartelli illustrativi, con indicazione delle strutture didattiche e ricreative.

 

 

2. Rappresentazioni grafiche

c) 2.1 Tav. 1 Proposta di modifica dei confini

d) 2.2 Tav. 2 Previsioni di piano

e) 2.3 Tav. 3 Copertura del suolo

 

 

3. Norme di attuazione

Art. 1 - Vincolistica generale

Nella riserva propriamente detta e nella fascia di rispetto individuate nella tav. 2 «Previsioni di piano» è vietato:

1) realizzare nuovi edifici; sono ammesse opere di manutenzione ordinaria e straordinaria;

2) realizzare insediamenti produttivi, anche di carattere zootecnico;

3) costruire infrastrutture in genere, fatto salvo quanto stabilito dal piano in funzione delle finalità della riserva e direttamente eseguito dall'ente gestore o dallo stesso autorizzato;

4) aprire nuove strade, asfaltare, ampliare oppure operare la trasformazione d'uso di quelle esistenti;

5) coltivare cave od estrarre inerti ed esercitare qualsiasi attività che determini modifiche sostanziali della morfologia del suolo;

6) attuare interventi che modifichino il regime o la composizione delle acque, fatto salvo quanto previsto dal piano e direttamente eseguito dall'ente gestore ovvero dallo stesso espressamente autorizzato;

7) impiantare pioppeti artificiali od altre colture arboree a rapido accrescimento;

8) raccogliere, asportare o danneggiare la flora spontanea, fatte salve le attività previste dal piano e dalla ricerca scientifica, eseguite direttamente dall'ente gestore ovvero dallo stesso autorizzate;

9) mutare la destinazione a bosco dei suoli;

10) effettuare tagli dei boschi, se non autorizzati dall'ente gestore ai sensi della L.R. 27 gennaio 1977, n. 9;

11) effettuare qualsiasi intervento che comporti un mutamento di destinazione colturale ovvero una trasformazione d'uso dei boschi, fatto salvo quanto previsto dal piano e direttamente eseguito dall'ente gestore ovvero dallo stesso autorizzato ai sensi della L.R. 27 gennaio 1977, n. 9;

12) effettuare tagli di piante arboree isolate o inserite in filari, nonché di siepi arboree ed arbustive situate lungo il margine di strade, corsi d'acqua o coltivi, se non autorizzati dall'ente gestore ai sensi della L.R. 27 gennaio 1977, n. 9;

13) costruire recinzioni fisse delle proprietà, se non con siepi a verde e con specie tipiche della zona, previamente autorizzate dall'ente gestore;

14) esercitare il prelievo venatorio ai sensi dell'art. 43 della L.R. 16 agosto 1993. n. 26;

15) introdurre cani;

16) introdurre specie animali o vegetali estranee;

17) svolgere attività pubblicitaria, organizzare manifestazioni folkloristiche o sportive, effettuare il campeggio;

18) realizzare discariche di rifiuti, ovvero depositi permanenti o temporanei di materiali dismessi, anche se in forma controllata;

19) transitare con mezzi motorizzati, fatta eccezione per i mezzi di servizio o per quelli occorrenti all'attività agricola o forestale;

20) effettuare studi e ricerche che comportino prelievi in natura o altre deroghe ai divieti, se non autorizzati dall'ente gestore;

21) esercitare ogni altra attività, anche di carattere temporaneo, che comporti alterazioni alla qualità dell'ambiente incompatibili con le finalità della riserva.

     Art. 2 - Regolamentazione delle attività antropiche

1) Le attività antropiche consentite sono le utilizzazioni forestali, il pascolo, la raccolta dei funghi e dei frutti del sottobosco, le attività agricole attualmente già esercitate, l'orticoltura famigliare, la ricerca scientifica e le attività didattico-ricreative.

2) La raccolta dei funghi e dei frutti del sottobosco è consentita nel limite delle leggi vigenti.

Per quanto riguarda la raccolta dei funghi e dei frutti del sottobosco, in relazione a articolari condizioni ecologiche dell'ecosistema forestale, è facoltà dell'ente gestore porre ulteriori limitazioni.

3) Il pascolo potrà essere esercitato, in forma controllata, nelle aree non boscate individuate dalla tav. 3) «Copertura del suolo». Nel caso in cui, per siccità o carenza di foraggio, sia necessario ricorrere al pascolo nelle radure del bosco, l'autorizzazione potrà essere rilasciata dall'ente gestore della riserva.

4) Le utilizzazioni forestali ammissibili, sia nei boschi comunali che in quelli privati, comprese le utilizzazioni per uso civico, vanno desunte dalla tav. 3) «Copertura del suolo».

Nei boschi cedui mesofili (Fagetalia sylvaticae, Quercetalia robori petraeae, Tilio-acerion) i turni di taglio non dovranno essere inferiori a 25 anni, da elevare a 30 nei cedui termofili (Quercetalia pubescenti-petraeae).

Il numero delle matricine da riservare nei tagli dovrà essere di almeno 250 per ettaro nei boschi in discrete e buone condizioni ed almeno di 350 per ettaro in quelli più degradati.

Le matricine dovranno essere scelte non solo tra le piante nate da seme ma anche tra i Polloni, purché siano di buono sviluppo e portamento.

Sono da evitare soggetti filati che non sarebbero in grado di sopportare il repentino diradamento.

Vanno conservate tutte le matricine dei turni precedenti, allontanando solo quelle di forma irregolare o eccessivamente ramose. Queste, peraltro, andranno comunque rispettate in quei soprassuoli dove non sia possibile assicurare una adeguata matricinatura e dove, con la disseminazione, siano indispensabili per diffondere le specie.

Le piante di faggio, di castagno, di cerro, di rovere, di roverella, aventi caratteristiche di monumentalità e non compromesse da forme patologiche, dovranno essere rispettate.

Inoltre, solo in caso di necessità documentata, sarà possibile creare percorsi di servizio esclusivamente per le attività silvo-colturali e antincendio, previo progetto esecutivo volto a ricercarne la compatibilità e l'integrazione con il contesto naturale.

5) La ricerca scientifica è promossa dall'ente gestore della riserva nel rispetto delle seguenti norme:

a) l'osservazione scientifica è libera;

b) le ricerche scientifiche che non prevedano danneggiamenti, asportazioni e modifiche di materiali, sono sempre ammesse;

c) rientrano nelle attività di ricerca l'applicazione in prima persona di un ricercatore o di un gruppo di ricercatori, il coinvolgimento di terzi sotto la responsabilità di un ricercatore (ad esempio per tesi di laurea o di dottorato);

d) è da considerare ricercatore chiunque sia ufficialmente inserito nell'organico di un ente istituzionalmente dedito alla ricerca scientifica e che, in esso, svolga attività di ricerca;

e) il ricercatore che intenda svolgere attività scientifica è tenuto a farne richiesta all'ente gestore, precisando in un apposito documento le finalità della ricerca, la descrizione delle attività di campagna, le caratteristiche quali-quantitative dell'eventuale materiale da prelevare, le precauzioni previste per ridurre al minimo gli impianti, il calendario di massima, l'elenco e la qualifica del personale coinvolto;

f) l'autorizzazione a svolgere attività di ricerca è rilasciata dall'ente gestore, che ha facoltà di sospendere l'autorizzazione o di revocarla, qualora il ricercatore non attui le precauzioni prescritte o violi le norme in vigore nella riserva, per le quali non sia prevista deroga nell'autorizzazione;

g) l'ente gestore valuta le proposte di ricerca pervenute stabilendo, qualora si verifichino sovrapposizioni di temi o di calendario, le misure più opportune;

h) i campioni prelevati su autorizzazione, ove per necessità di ricerca non siano destinati a distruzione, devono essere depositati presso la direzione della riserva, ovvero presso una struttura museale, informando di ciò l'ente gestore;

i) a ricerca compiuta i risultati delle indagini devono essere trasmessi all'ente gestore per fini didattici. Dopo la pubblicazione dei lavori, l'ente gestore potrà utilizzare il materiale edito, citandone i riferimenti bibliografici.

6) A fini didattici sarà predisposto del materiale informativo da consultare presso il centro visite che verrà allestito nel rustico di proprietà del comune di Vobarno, sito in punto centrale nell'area di riserva.

Si predisponga, inoltre, un sistema di segnalazione «discreto» per arbusti, fiori, piante, a partire dall'ingresso lungo i percorsi e nelle zone maggiormente atte alla osservazione.

Le visite sono consentite tutti i giorni, per la durata dell'intero anno, compatibilmente alle attività di manutenzione svolte nella riserva.

I visitatori sono invitati a seguire le seguenti raccomandazioni:

- prestare attenzione alla segnaletica di orientamento o di avvertimento ed attenersi alle indicazioni;

- evitare l'escursione in caso di maltempo.

Durante la visita devono essere rispettate le norme in vigore nella riserva; in caso di infrazione il responsabile, oltre ad incorrere nelle sanzioni previste, sarà allontanato.

L'ente gestore ha la facoltà di sospendere le visite per motivi di sicurezza o particolari esigenze di tutela.

Le visite e le attività didattiche saranno organizzate e potranno essere condotte da operatori dall'ente gestore, previo preavviso.

     Art. 3 - Regolamentazione degli accessi e della percorribilità

Considerata l'incompatibilità fra traffico carrabile e finalità della riserva, l'accesso motorizzato nell'area protetta è così regolamentato:

a) è vietato per tutte le strade,

b) è consentito solo sulla strada di accesso alla riserva, limitatamente ai Proprietari dei fabbricati esistenti.

Il piano prevede un unico ingresso pedonale alla riserva, caratterizzato dalla collocazione di un manufatto corredato da:

a) segnaletica didattica con pianta della riserva naturale, percorsi pedonali, vincoli ed attività non consentite;

b) cestini rifiuti, due panchine in legno coperte per la sosta.

La tav. 2 «Previsioni di piano» individua l'accesso e le infrastrutture di supporto alla fruizione della riserva, quali parcheggi e aree attrezzate di sosta, che dovranno essere realizzate nel rispetto dei valori ambientali e paesistici dell'area.

     Art. 4 - Interventi di conservazione e ripristino

Sarà cura dell'ente gestore provvedere agli interventi manutentivi e di ripristino riguardanti alcuni sentieri e strade, le zone pascolive degradate, la potatura dei castagni.

I percorsi sono individuati nella tav. 2 «Previsioni di piano».

Questi saranno percorribili solo da mezzi autorizzati e dovranno essere assoggettati alla regimazione dei flusso delle acque, oltre che al consolidamento della sede nei tratti più degradati dall'erosione e dal ristagno delle acque, escludendo ogni forma di ampliamento.

Sarà recuperato l'edificio rurale di proprietà comunale, che verrà parzialmente posto al servizio della riserva. Lo stesso sarà collegato alla viabilità esistente con un breve tratto di sentiero di nuova realizzazione che sarà percorso solamente dai mezzi autorizzati.

Per quanto riguarda prati e coltivi abbandonati, colonizzati da alberi, arbusti e suffrutici (Prunetalia, Quercetalia pubescenti petraeae), si prevede una loro riconversione a bosco ceduo per evoluzione naturale o mediante impianto di essenze autoctone di latifoglie (Rovere, Roverella, Castagno, Frassino, Noce, Ciliegio, ecc.).

Per quanto riguarda le piante colpite da forme patologia potranno essere effettuati interventi compatibili con le finalità di tutela dell'ambiente naturale.

Le pozze d'acqua esistenti dovranno essere mantenute efficienti attraverso periodici interventi di manutenzione.

     Art. 5 - Individuazione delle aree da acquisire

Al fine di rendere più organica la gestione del biotopo e adeguare la realizzazione delle finalità istitutive, l'ente gestore intende acquisire in uso alcuni appezzamenti di proprietà della Prebenda Parrocchia di Vobarno situati nella fascia di rispetto, sulla sponda sinistra del torrente Agna e nelle vicinanze di una seconda sorgente (tav. 2 «Previsioni di piano»).

I rispettivi mappali sono:

1971 mq 330 bosco ceduo

3268 mq 4240 prato

3385 mq 2300 bosco ceduo

3386 mq 3980 prato.

     Art. 6 - Revisioni del piano

L'ente gestore provvede con cadenza quinquennale ad una valutazione complessiva dello stato di fatto della riserva e della attuazione del piano di gestione.

Eventuali modifiche determinate da una evoluzione delle condizioni naturalistiche della riserva possono portare a modifiche del piano stesso non individuabili o prevedibili in sede di prima definizione.

Tale atto è da considerarsi variante a tutti gli effetti e pertanto è soggetto alla approvazione degli organi regionali competenti.

 

 

4. Programmi degli interventi prioritari

La Delib.C.R. 5 febbraio 1985, n. III/1904 prevede che l'ente gestore provveda alla realizzazione del piano ed alla gestione della riserva con i contributi assegnati dalla Regione in base ai piani di riparto annuali previsti dall'art. 40 della L.R. n. 86 del 1983, nonché con risorse proprie ed altri finanziamenti attivabili.

Le spese da sostenere per gli interventi prioritari risultano così articolate:

acquisizione delle aree 

L. 

55.000.000 

sfalcio annuale 

L. 

5.000.000 

sentiero di collegamento con il rustico comunale  

L. 

50.000.000 

realizzazione delle aree di sosta  

L. 

10.000.000 

predisposizione e posa in opera di segnaletica e cartellonistica didattica 

L. 

2.000.000 

ripulitura del sottobosco, sramatura dei tronchi e pulitura delle sponde del torrente 

L. 

10.000.000 

recupero del rustico di proprietà comunale 

L. 

250.000.000 

ripristino scarpate sentiero principale 

L. 

10.000.000 

Totale 

L. 

392.000.000