§ 4.3.3 - L.R. 28 luglio 1988, n. 57.
Ulteriori modifiche e integrazioni alla Legge Regionale 26 luglio 1983, n. 54 e successive modifiche e integrazioni.


Settore:Codici regionali
Regione:Abruzzo
Materia:4. assetto e utilizzazione del territorio
Capitolo:4.3 cave e torbiere
Data:28/07/1988
Numero:57


Sommario
Art. 1.      E' approvata la disciplina delle attività di cava, dopo l'adozione dei Piani paesistici secondo quanto definito nelle allegate schede prescrittive. Ha validità fino all'adozione del Piano cave [...]
Art. 2.      (Omissis)
Art. 3.      (Omissis)
Art. 4.      (Omissis)
Art. 5.      Oltre ai compiti indicati dall'art. 4 della legge regionale 23 ottobre 1987, n. 67 , il Comitato tecnico regionale per le cave deve, in sede di esame dei progetti, assicurare il rispetto della [...]
Art. 6.      Limitatamente all'apertura di cave, le funzioni di cui all'art. 82 del decreto del Presidente della Repubblica n. 616/1977, sono esercitate dalla Regione attraverso le procedure previste dalla [...]
Art. 7.      Tutte le cave sono soggette al regime autorizzatorio o concessorio previsto dalla legge regionale 26 luglio 1983, n. 54 e successive modificazioni e integrazioni, con le eccezioni previste [...]
Art. 8.      Per la realizzazione della seconda fase del Piano previsto dall'art. 3 della legge regionale 26 luglio 1983, n. 54 e successive modifiche e integrazioni, viene autorizzata la spesa di lire [...]
Art. 9.  (Norma finanziaria).
Art. 10.  (Urgenza).


§ 4.3.3 - L.R. 28 luglio 1988, n. 57.

Ulteriori modifiche e integrazioni alla Legge Regionale 26 luglio 1983, n. 54 e successive modifiche e integrazioni.

(B.U. n. 22 dell'8 agosto 1988).

 

Art. 1.

     E' approvata la disciplina delle attività di cava, dopo l'adozione dei Piani paesistici secondo quanto definito nelle allegate schede prescrittive. Ha validità fino all'adozione del Piano cave definitivo e comunque non oltre il 31 dicembre 1989.

 

     Art. 2.

     (Omissis) [1].

 

     Art. 3.

     (Omissis) [2].

 

     Art. 4.

     (Omissis) [3].

 

     Art. 5.

     Oltre ai compiti indicati dall'art. 4 della legge regionale 23 ottobre 1987, n. 67 , il Comitato tecnico regionale per le cave deve, in sede di esame dei progetti, assicurare il rispetto della normativa del Piano cave e dei Piani paesaggistici. Ogni deroga deve essere adeguatamente motivata.

 

     Art. 6.

     Limitatamente all'apertura di cave, le funzioni di cui all'art. 82 del decreto del Presidente della Repubblica n. 616/1977, sono esercitate dalla Regione attraverso le procedure previste dalla legge regionale 23 ottobre 1987, n. 67. I provvedimenti emanati in attuazione dell'art. 5 della citata legge regionale n. 67/1987 sono comprensivi dell'autorizzazione prevista dall'art. 7 della legge 29 giugno 1939, n. 1497 quando la cava ricade in zona soggetta a vincoli ambientali, salvo sempre il pieno rispetto delle disposizioni stabilite dalla legge 8 agosto 1985, n. 431.

 

     Art. 7.

     Tutte le cave sono soggette al regime autorizzatorio o concessorio previsto dalla legge regionale 26 luglio 1983, n. 54 e successive modificazioni e integrazioni, con le eccezioni previste dall'art. 2 della legge stessa.

     (Omissis) [4].

 

     Art. 8.

     Per la realizzazione della seconda fase del Piano previsto dall'art. 3 della legge regionale 26 luglio 1983, n. 54 e successive modifiche e integrazioni, viene autorizzata la spesa di lire 600.000.000 (seicentomilioni).

 

     Art. 9. (Norma finanziaria).

     (Omissis).

 

     Art. 10. (Urgenza).

     (Omissis).

 

SCHEDA 1

GHIAIE E SABBIE DELLE ALLUVIONI ATTUALI

 

Criteri e Prescrizioni.

     Idraulica: l'attività di escavazione è consentita esclusivamente nei tratti di alveo pensili e con tendenza ad abbondante sedimentazione attuale, per il periodo necessario al raggiungimento delle quote e delle stazioni prefissate, ivi compresi i tratti di immissione nei bacini lacustri artificiali qualora anche essi soggetti a deposizione.

     Idrogeologia: l'attività di cava non deve indurre modificazioni quantitative e qualitative sulle acque sotterranee tali da comprometterne le utilizzazioni, anche potenziali.

     Uso e copertura del suolo: data la posizione delle cave in esame sul fondo degli alvei esse non interessano aree di particolare utilizzo colturale nè di altro tipo; non vanno pertanto adottati criteri e prescrizioni particolari.

 

Modalità di coltivazione

     Le scarpate, sia in fase di scavo che di abbandono, devono avere pendenze che, in relazione alle caratteristiche geotecniche del materiale, ne garantiscano la stabilità.

     Lo scavo deve lasciare il fondo e le sponde con superfici regolari in accordo armonioso con i tratti di monte e di valle. Esso deve procedere fino al raggiungimento delle quote prefissate in modo regolare ed uniforme lasciando un profilo di fondo senza variazioni di pendenza e sezioni di deflusso di calcolata ampiezza.

 

Tecniche di ripristino

     Deve essere garantita la stabilità delle sponde nei confronti dell'erosione da parte del corso d'acqua; potranno pertanto rendersi necessarie, in relazione ai materiali presenti e alle caratteristiche idrauliche della corrente, opere di protezione longitudinale. Per uniformità con i tratti adiacenti, le sponde dovranno eventualmente venire rinverdite e fissate con specie erbacee, arbustive ed arboree autoctone.

 

Elaborati di progetto.

     Inquadramento geologico:

     - carta litologica e geomorfologica a scala almeno 1:2000 dell'area di influenza della cava accompagnata da relazione illustrativa.

     Studio idraulico:

     - stima delle portate di massima piena, medie, minime;

     - calcolo idraulico, per le sezioni significative, del massimo battente idrico, della velocità di fondo, delle dimensioni dei clasti fluitabili;

     - studio geomorfologico dell'alveo (curva di fondo, ipsografica etc.) e rilievo topografico con profilo longitudinale e sezioni trasversali per un tratto di almeno 5 km. a monte e a valle;

     - individuazione, mediante sopralluoghi, delle caratteristiche evolutive del corso d'acqua per un tratto di sufficiente ampiezza a cavallo dell'area di interesse ed in particolare dei tratti di sedimentazione;

     - valutazione, sulla base della composizione litologica e della morfologia del bacino, della quantità di trasporto solido al fondo.

     Studio idrogeologico:

     - definizione dei rapporti fiume-falda;

     - individuazione delle aree di alimentazione degli acquiferi, della profondità della superficie piezometrica, della direzione del flusso e della presenza di pozzi di cui segnalare l'utilizzo;

     - predisposizione, nel caso di cava a monte di aree di prelievo, di un programma di controllo degli effetti indotti comprendente misure in pozzi già esistenti ed in piezometri da installare allo scopo.

     Piano di coltivazione:

     - rilievo planoaltimetrico con sezioni a scala 1:500 dell'area d'estrazione;

     - valutazione della consistenza del giacimento;

     - programma delle fasi temporali di sfruttamento e delle modalità dello stesso;

     - localizzazione delle discariche e relative modalità d'accumulo.

     Progetto di ripristino:

     - carta dell'uso attuale del suolo a scala 1:2000 dell'area d'influenza della cava;

     - carta e sezioni 1:500 indicanti la morfologia dell'area a coltivazione ultimata e a ripristino eseguito;

     - indicazione delle opere e dei lavori da compiere (movimenti terre, drenaggi, semine e piantumazioni, etc.) dei tempi e delle relative località d'esecuzione.

     Documentazione fotografica:

     - panoramiche a colori della zona di sfruttamento che evidenzino gli aspetti del paesaggio in cui è inserita la cava con particolare riferimento alle emergenze agro-forestali e ai beni naturali e storico-ambientali;

     - particolari a colori dei fenomeni geologici, morfologici, idrogeologici di particolare rilievo.

 

 

SCHEDA 2

GHIAIE E SABBIE DELLE ALLUVIONI RECENTI E TERRAZZATE DEI PALEOCONOIDI E DEI

DEPOSITI FLUVIOLACUSTRI

 

Criteri e Prescrizioni.

     Idraulica: per le cave nelle alluvioni recenti e nei bordi dei terrazzi non devono esserci modificazioni delle sponde e del fondo che alterino in modo dannoso il deflusso delle acque di piena; sono ammessi, previa verifica idraulica, gli scavi in idonee sezioni allo scopo di favorire l'effetto di lacinazione e, sia pure raramente, la funzione di cassa di espansione. Per le cave ubicate altrove sono da escludere interferenze con l'idrografia di superficie.

     Idrogeologia: sono da escludere cave che inducano abbassamenti della superficie piezometrica con compromissione delle utilizzazioni, anche potenziali, della zona oppure che costituiscono un rischio per l'inquinamento della falda. Per questo ultimo motivo sono in linea generale da interdirsi le cave che si spingano al di sotto del livello freatico. E' anzi necessario mantenere la profondità di escavazione ad almeno due metri rispetto al massimo livello raggiunto dalla falda.

     Uso e copertura del suolo: le cave dovranno essere situate in zone con vegetazione di pregio non particolare dal punto di vista forestale e naturalistico.

     Modalità di coltivazione.

     Oltre a quanto previsto nel D.P.R. n. 128 del 9 aprile 1958 valgono le seguenti norme:

     - il terreno agrario deve venire rimosso e riutilizzato per il recupero della cava. Per contenere il degrado delle caratteristiche di tale terreno occorre procedere con la scopertura per lotti semestrali o annuali; così dopo lo scavo del I lotto il terreno di copertura del II può essere asportato ed impiegato per ricoprire l'area già sfruttata e così di seguito;

     - al fine di evitare o contenere allagamenti del fondo cava ed evitare gli eventuali conseguenti inquinamenti da diserbanti e/o fertilizzanti dilavati dai campi limitrofi, è necessario regimare le acque con fossi di guardia sul perimetro esterno della cava e con canalette alla base delle scarpate.

     Il fondo cava, nel caso di cave a fossa, deve essere conformato con una zona più depressa alla quale adurre le acque nel caso di forti piogge;

     - il fronte di scavo, in relazione alle caratteristiche dei materiali ed ai mezzi di scavo impiegati, non deve superare i 5-10 m.; oltre tale valore si farà ricorso a più gradoni di altezza massima 5 m. e con una pedata di almeno 3 m.;

     - le pendenze temporanee, salvo prescrizioni più severe derivanti dalle verifiche geotecniche, non devono superare il valore di 5/3, ad eccezione delle scarpate in corrispondenza dei confini con le proprietà circostanti dove esse devono corrispondere con le pendenze di finitura;

     - le pendenze di finitura, a meno anch'esse di prescrizioni più rigide, devono avere valori massimi di 2/3;

     - la profondità di massima raggiungibile è tale da garantire almeno 2 m. di spessore di materiale ghiaioso al di sopra del livello più elevato della superficie piezometrica;

     - nel caso di cave lungo le scarpate di terrazzo, il sistema di drenaggio delle acque superficiali deve comprendere un fosso di guardia intorno alla cava e fossi al suo interno con convogliamento all'esterno verso la rete idrografica naturale, previa presedimentazione al fine di limitare l'apporto di materiale limoso nei corsi d'acqua;

 

Tecniche di ripristino.

     Cave con fondo al di sopra della falda idrica: Come criterio generale si prescrive il completo ritombamento delle cave a fossa, almeno per quelle di superficie inferiore a 2 ha e per quelle di nuova concessione che ricadono nelle aree soggette a vincolo di Categoria A secondo il Piano paesistico regionale e precedentemente non soggette a regolamentazione.

     In questo caso il recupero deve permettere il riutilizzo dell'area a scopo agricolo. Per le altre cave il ritombamento può essere parziale consentendo il recupero dell'attività agricola a fondo ribassato, l'impianto di attività artigianali industriali, sportive, od altro, oppure la localizzazione di discariche quando la profondità è sufficiente.

     Vanno comunque osservate le seguenti modalità particolari di ripristino:

     - il materiale di ritombamento deve essere conforme alle caratteristiche previste dal D.P.R. 915 del 10 settembre 1982 e dalla deliberazione del 27 luglio 1984 del Comitato Interministeriale;

     - le scarpate, a fronte unico per altezze fino ai 10 m. altrimenti a gradoni di 5 m. con pedata di 3 m., con pendenza massima di 2/3 e comunque in accordo con le verifiche geotecniche, vanno ricoperte con uno spessore di almeno 30 cm. di terreno agrario adeguatamente concimato e restituite all'utilizzo colturale, altrimenti rinverdite con specie erbacee, arbustive o arboree autoctone;

     - il fondo cava, nel caso di ritombamento parziale, va ricoperto con uno strato di almeno 1 m. di terreno agrario, conformato con pendenze di 2/1000 verso i bordi;

     - il drenaggio delle acque deve comprendere un fosso di guardia al perimetro esterno, un fosso alla base delle scarpate e altre canalizzazioni sulle scarpate nel caso di profondità superiori a 10 m.;

     - per il riutilizzo come discarica controllata valgono le norme e le modalità specifiche che ne regolano l'attività, volte in particolare a garantire l'impermeabilizzazione del fondo cava al fine di assicurare la non dispersione del percolato.

     Cave con fondo interessante la falda idrica: il ripristino riguarda esclusivamente le cave esistenti o abbandonate poiché per questa categoria non è previsto il rilascio di nuove concessioni.

     Le cave di superficie inferiore ai 2 ha devono essere completamente ritombate ai fini di un recupero agrario dell'area.

     Quelle di maggior superficie, se il battente idrico è di almeno 3/4 m. e le acque sono ben ossigenate, possono essere utilizzate come bacini per la pesca sportiva.

     Se invece il battente idrico è inferiore, possono essere recuperate ad un parziale uso agricolo dopo che si sia effettuato l'approfondimento di una parte del bacino e utilizzando il materiale estratto, si sia ottenuto l'innalzamento del fondo della restante area.

     Il recupero a fini turistici-ricreativi e/o naturalistici è in questi casi sempre possibile.

     Per il ripristino di queste cave devono essere rispettate le seguenti norme:

     - le scarpate emerse vanno ripristinate come nel caso delle cave con fondo al di sopra della falda idrica;

     - le scarpate sommerse vanno riprofilate con deboli pendenze [1/3] per una fascia di almeno 15 m. dalla zona di battigia; al di là di tale fascia comunque non devono superare il valore di 2/3;

     - la zona di battigia deve essere suborizzontale e larga non meno di 10 m.

     Cave lungo i bordi dei terrazzi: Per la sistemazione delle scarpate vale quanto detto sopra ponendo una particolare attenzione al raccordo e all'adattamento planimetrico del fronte cava finale con quello naturale nelle zone contigue.

 

Elaborati di progetto.

     Inquadramento geologico: risultati dell'indagine geognostica;

     - carta litologica e geomorfologica a scala almeno 1:2000 dell'area d'influenza della cava;

     - relazione, con sezioni geologiche, illustrante le caratteristiche stratigrafiche, granulometriche dei terreni presenti ed i loro mutui rapporti.

     Studio idrogeologico: indagini rivolte a individuare le aree di alimentazione degli acquiferi, la profondità della superficie piezometrica, la direzione del flusso, i rapporti idrografia superficiale-falda, la presenza di pozzi e/o sorgenti dei quali fornire le caratteristiche;

     - predisposizione di un programma di controllo degli effetti indotti comprendente misure e prelievi in pozzi già esistenti e in piezometri da installare allo scopo;

     - analisi del reticolo idrografico superficiale;

     - carta cartografica 1:25000 con delimitazione delle aree di alimentazione della falda, rappresentazione del reticolo e dei bacini idrografici, ubicazione dei pozzi e delle sorgenti;

     - carta idrogeologica 1:2000 con freatimetria, direzione del flusso, caratteristiche di permeabilità.

     Studio idraulico: lo studio idraulico va eseguito nel caso di cave ubicate in prossimità dei corsi d'acqua di fondovalle. Esso comprende:

     - stima delle portate di massima piena;

     - calcolo idraulico del massimo battente idrico, della velocità al fondo, delle dimensioni dei clasti fluitabili;

     - individuazione, mediante sopralluoghi, delle caratteristiche evolutive del corso d'acqua per un tratto di sufficiente ampiezza a cavallo dell'area d'interesse.

     Studio geotecnico: verifiche di stabilità a breve e lungo termine delle scarpate di scavo sulla base dei parametri di resistenza desunti da prove in posto e/o in laboratorio su campioni prelevati nei sondaggi e tenendo conto delle condizioni idrogeologiche.

     Indagini sull'uso e copertura del suolo: dovrà essere eseguito lo studio della vegetazione presente nell'area di cava e circostante con riporto delle unità individuate su cartografia 1:2000. Tali unità dovranno indicare: le eventuali aree boscate, suddivise in base alle principali specie esistenti ed alle forme di governo, le eventuali aree a pascolo o a prato con indicazione delle principali specie erbacee che le caratterizzano; le eventuali aree coltivate con indicazione della presenza di colture erbacee o di colture arboree di pregio.

     La relazione che accompagnerà la cartografia dovrà comprendere: l'inquadramento climatico e pedologico dell'area, la descrizione delle unità di vegetazione individuate, con l'evidenziazione delle specie di particolare pregio naturalistico, l'indicazione dell'eventuale fauna meritevole di rilievo.

     Piano di coltivazione:

     - rilievo planoaltimetrico con sezioni a scala 1:500 dell'area d'estrazione;

     - valutazione della consistenza del giacimento;

     - programma delle fasi temporali di sfruttamento e delle modalità dello stesso;

     - localizzazione delle discariche e relative modalità d'accumulo.

     Progetto di ripristino:

     - carta dell'uso attuale del suolo a scala 1:2000 dell'area d'influenza della cava;

     - carta della destinazione d'uso del suolo a scala 1:2000 della stessa area;

     - carta e sezioni 1:500 indicanti la morfologia dell'area a coltivazione ultimata e a ripristino eseguito;

     - progetto esecutivo delle opere e dei lavori da compiere (movimenti terre, drenaggi, semine e piantumazioni, etc.), dei tempi e delle relative modalità d'esecuzione.

     Documentazione fotografica:

     - panoramiche a colori della zona di sfruttamento che evidenzino gli aspetti del paesaggio in cui è inserita la cava con particolare riferimento alle emergenze agro-forestali e ai beni naturali e storico-ambientali;

     - particolari a colori dei fenomeni geologici morfologici, idrogeologici di particolare rilievo.

 

 

SCHEDA 3

GHIAIE E SABBIE NEI DEPOSITI COLLINARI

 

Criteri e Prescrizioni.

     Idrogeologia: sono da escludere cave che inducano abbassamenti della superficie piezometrica con compromissione delle utilizzazioni, anche potenziali, della zona, oppure che costituiscano un rischio per l'inquinamento della falda. Per questo ultimo motivo sono in linea generale da interdirsi le cave che si spingono al di sotto del livello freatico. E' anzi necessario mantenere la profondità d'escavazione ad almeno 2 m. rispetto al livello massimo raggiunto dalla falda.

     Idraulica: la cava non deve interferire con le eventuali vie di scorrimento delle acque superficiali, provenienti dai rilievi soprastanti.

     Uso e copertura del suolo: le cave dovranno essere situate in zone con vegetazione di pregio non particolare dal punto di vista forestale e naturalistico.

 

Modalità di coltivazione.

     Oltre a quanto previsto nel D.P.R. n. 128 del 9 aprile 1958 valgono le seguenti prescrizioni:

     - la coltivazione deve avvenire dall'alto verso il basso per fette discendenti lasciando una scarpata finale stabile e gradonata;

     - I gradoni devono avere altezza massima di 7 m. con larghezza della pedata di almeno 3 m. e pendenza in relazione alle caratteristiche di addensamento e di cementazione del materiale, non superiori a 2/3.

 

Tecniche di ripristino.

     Il recupero più conveniente delle cave in oggetto è quello d'uso botanico-forestale e naturalistico. Il rinverdimento dell'area, che spontaneamente avverrebbe dopo molti decenni, deve venire artificialmente favorito mediante l'impiego anche di tecniche particolari.

     Le opere di ripristino dovranno essere effettuate progressivamente al procedere della coltivazione, dopo aver rimodellato adeguatamente il fronte di scavo; le specie da impiegare per il recupero dovranno essere analoghe a quelle esistenti nell'area circostante. Dovranno essere attuate le tecniche di ripristino ambientale (inerbimenti forzati con sementi, cellulosa, fertilizzante e resine viniliche, riporto di terreno, messa a dimora di talee o fitocelle, ecc.) più idonee a favorire un rapido sviluppo della vegetazione.

     Vanno inoltre realizzate idonee opere di canalizzazione al fine di raccogliere ed allontanare in modo razionale le acque superficiali limitando l'azione del ruscellamento diffuso.

 

Elaborati di progetto.

     Inquadramento geologico: risultati dell'indagine geognostica;

     - carta litologica e geomorfologica a scala almeno 1:2000 dell'area d'influenza della cava;

     - relazione, con sezioni geologiche, illustrante le caratteristiche stratigrafiche, granulometriche dei terreni presenti ed i loro mutui rapporti.

     Studio idrogeologico:

     - indagini rivolte ad individuare la presenza di falda sotterranea, in particolare in relazione ad eventuali utilizzazioni in atto o potenziali, e a caratterizzarne la piezometria;

     - analisi del reticolo idrografico superficiale;

     - carta corografica 1:25000 con delimitazione delle aree di alimentazione della falda, rappresentazione del reticolo e dei bacini idrografici, ubicazione dei pozzi e/o delle sorgenti;

     - carta idrogeologica 1:2000 con freatimetria, direzione del flusso, caratteristiche di permeabilità.

     Studio geotecnico:

     - verifiche di stabilità a breve e a lungo termine delle scarpate di scavo sulla base dei parametri di resistenza desunti da prove in posto e/o in laboratorio su campioni prelevati nei sondaggi e tenendo conto delle condizioni idrogeologiche.

     Indagini sull'uso e copertura del suolo:

     - dovrà essere eseguito lo studio della vegetazione presente nell'area di cava e circostante con riporto delle unità individuate su cartografia 1:2000. Tali unità dovranno indicare: le eventuali aree boscate, suddivise in base alle principali specie esistenti ed alle forme di governo; le eventuali aree a pascolo o a prato con indicazione delle principali specie erbacee che le caratterizzano; le eventuali aree coltivate con indicazione della presenza di colture erbacee o di colture arboree di pregio.

     La relazione che accompagnerà la cartografia dovrà comprendere: l'inquadramento climatico e pedologico dell'area, la descrizione delle unità di vegetazione individuate, con l'evidenziazione delle specie di particolare pregio naturalistico, l'indicazione dell'eventuale fauna meritevole di rilievo.

     Piano di coltivazione:

     - rilievo planoaltimetrico con sezioni a scala 1:500 dell'area d'estrazione;

     - valutazione della consistenza del giacimento;

     - programma delle fasi temporali di sfruttamento e delle modalità dello stesso;

     - localizzazione delle discariche e relative modalità d'accumulo.

     Progetto di ripristino:

     - carta dell'uso attuale del suolo a scala 1:2000 dell'area d'influenza della cava;

     - carta della destinazione d'uso del suolo a scala 1:2000 della stessa area;

     - carta e sezioni 1:500 indicanti la morfologia dell'area a coltivazione ultimata e a ripristino eseguito;

     - progetto esecutivo delle opere e dei lavori da compiere (movimenti terre, drenaggi, semine e piantumazioni, etc.), dei tempi e delle relative modalità d'esecuzione.

     Documentazione fotografica:

     - panoramiche a colori della zona di sfruttamento che evidenzino gli aspetti del paesaggio in cui è inserita la cava con particolare riferimento alle emergenze agro-forestali e ai beni naturali e storico-ambientali;

     - particolari a colori dei fenomeni geologici morfologici, idrogeologici di particolare rilievo.

 

 

SCHEDA 4

PIETRISCO NELLE CONOIDI E NELLE FASCE DI DETRITO

 

Criteri e Prescrizioni.

     Idrogeologia: sono da evitare cave che interferiscano con il flusso sotterraneo delle acque soprattutto se ciò compromette le utilizzazioni anche potenziali della zona oppure se costituisce un rischio per l'inquinamento della falda.

     Idraulica: la cava non deve interferire con le eventuali vie di scorrimento delle acque superficiali, provenienti dai rilievi soprastanti.

     Uso e copertura del suolo: le cave dovranno essere situate in zone con vegetazione di pregio non particolare dal punto di vista forestale e naturalistico.

 

Modalità di coltivazione.

     Oltre a quanto previsto nel D.P.R. n. 128 del 9 aprile 1958 valgono le seguenti prescrizioni:

     - la coltivazione deve avvenire dall'alto verso il basso per fette discendenti lasciando una scarpata finale stabile e gradonata;

     - i gradoni devono avere altezza massima di 7 m. con larghezza della pedata di almeno 3 m. e pendenza in relazione alle caratteristiche di addensamento e di cementazione del materiale, non superiori a 2/3.

 

Tecniche di ripristino.

     Il recupero più conveniente delle cave in oggetto è quello d'uso botanico-forestale e naturalistico. Il rinverdimento dell'area, che spontaneamente avverrebbe dopo molti decenni, deve venire artificialmente favorito mediante l'impiego anche di tecniche particolari.

     Le opere di ripristino dovranno essere effettuate progressivamente al procedere della coltivazione, dopo aver rimodellato adeguatamente il fronte di scavo; le specie da impiegare per il recupero dovranno essere analoghe a quelle esistenti nell'area circostante. Dovranno essere attuate le tecniche di ripristino ambientale (inerbimenti forzati con sementi, cellulosa, fertilizzante e resine viniliche, riporto di terreno, messa a dimora di talee o fitocelle, ecc.) più idonee a favorire un rapido sviluppo della vegetazione.

     Vanno inoltre realizzate idonee opere di canalizzazione al fine di raccogliere ed allontanare in modo razionale le acque superficiali limitando l'azione del ruscellamento diffuso.

 

Elaborati di progetto.

     Inquadramento geologico:

     - risultati dell'indagine geognostica;

     - carta litologica e geomorfologica a scala almeno 1:2000 dell'area d'influenza della cava;

     - relazione, con sezioni geologiche, illustrante le caratteristiche stratigrafiche, granulometriche dei terreni presenti ed i loro mutui rapporti.

     Studio idrogeologico:

     - indagini rivolte ad individuare la presenza di una falda sotterranea, in particolare in relazione ad eventuali utilizzazioni in atto o potenziali, e a caratterizzarne la piezometria;

     - analisi del reticolo idrografico superficiale;

     - carta corografica 1:25000 con delimitazione delle aree di alimentazione della falda, rappresentazione del reticolo e dei bacini idrografici, ubicazione dei pozzi e/o delle sorgenti;

     - carta idrogeologica 1:2000 con freatimetria, direzione del flusso, caratteristiche di permeabilità.

     Studio geotecnico:

     - verifiche di stabilità a breve e a lungo termine delle scarpate di scavo sulla base dei parametri di resistenza desunti da prove in posto e/o in laboratorio su campioni prelevati nei sondaggi e tenendo conto delle condizioni idrogeologiche.

     Indagini sull'uso e copertura del suolo:

     - dovrà essere eseguito lo studio della vegetazione presente nell'area di cava e circostante con riporto delle unità individuate su cartografia 1:2000. Tali unità dovranno indicare: le eventuali aree boscate, suddivise in base alle principali specie esistenti ed alle forme di governo; le eventuali aree a pascolo o a prato con indicazione delle principali specie erbacee che le caratterizzano; le eventuali aree coltivate con indicazione della presenza di colture erbacee o di colture arboree di pregio.

     La relazione che accompagnerà la cartografia dovrà comprendere: l'inquadramento climatico e pedologico dell'area, la descrizione delle unità di vegetazione individuate, con l'evidenziazione delle specie di particolare pregio naturalistico, l'indicazione dell'eventuale fauna meritevole di rilievo.

     Piano di coltivazione:

     - rilievo planoaltimetrico con sezioni a scala 1:500 dell'area d'estrazione;

     - valutazione della consistenza del giacimento;

     - programma delle fasi temporali di sfruttamento e delle modalità dello stesso;

     - localizzazione delle discariche e relative modalità d'accumulo.

     Progetto di ripristino:

     - carta dell'uso attuale del suolo a scala 1:2000 dell'area d'influenza della cava;

     - carta della destinazione d'uso del suolo a scala 1:2000 della stessa area;

     - carta e sezioni 1:500 indicanti la morfologia dell'area a coltivazione ultimata e a ripristino eseguito;

     - progetto esecutivo delle opere e dei lavori da compiere (movimenti terre, drenaggi, semine e piantumazioni, etc.), dei tempi e delle relative modalità d'esecuzione.

     Documentazione fotografica:

     - panoramiche a colori della zona di sfruttamento che evidenzino gli aspetti del paesaggio in cui è inserita la cava con particolare riferimento alle emergenze agro-forestali e ai beni naturali e storico-ambientali;

     - particolari a colori dei fenomeni geologici morfologici, idrogeologici di particolare rilievo.

 

 

SCHEDA 5

ARGILLE NEI RILIEVI COLLINARI

 

Criteri e Prescrizioni.

     Geotecnica: le cave non devono essere localizzate in pendii instabili, o che comunque possano diventare instabili a seguito dell'attività di coltivazione.

     Idrogeologia: sono da escludere cave che inducano abbassamenti della superficie piezometrica con compromissione delle utilizzazioni, anche potenziali, della zona, oppure che costituiscano un rischio per l'inquinamento della falda. Per questo ultimo motivo sono in linea generale da interdirsi le cave che si spingono a profondità tali da interessare eventuali livelli, sabbiosi o di altra natura, acquiferi. Il fianco da mantenere rispetto a questi ultimi sarà valutato di volta in volta in relazione alla struttura del sottosuolo e alle caratteristiche idrogeologiche locali.

     Idraulica: la cava non deve interferire con le eventuali vie di scorrimento delle acque superficiali, provenienti dai rilievi soprastanti.

     Uso e copertura del suolo: le cave dovranno essere situate in zone con vegetazione di pregio non particolare dal punto di vista forestale e naturalistico.

 

Modalità di coltivazione.

     Oltre a quanto previsto nel D.P.R. n. 128 del 9 aprile 1958, la coltivazione deve avvenire, quando possibile, per fette discendenti, iniziando dalla sommità del rilievo collinare al fine di evitare le condizioni di instabilità. Altrimenti occorre procedere a gradoni con fronti di altezza non superiore ai 6 m. con pendenze contenute, di volta in volta fissate dalle verifiche geotecniche.

     Già in fase di coltivazione vanno realizzati fossi di guardia tutt'intorno alla cava e canalette lungo i gradoni e alla base delle scarpate che provvedano alla raccolta e all'allontanamento delle acque da immettere nella rete idrica naturale. Tali fossi di scolo devono avere pendenze ben studiate in modo da evitare sia dannose erosioni che altrettanto pericolosi interrimenti che ne diminuirebbero sensibilmente la funzione.

 

Tecniche di ripristino.

     Il ripristino di queste cave, oltre al recupero ambientale e paesaggistico, può permettere il recupero colturale almeno delle aree di fondo cava.

     Le opere di ripristino dovranno essere effettuate progressivamente al procedere della coltivazione, dopo aver rimodellato adeguatamente il fronte di scavo con pendenze contenute o con gradoni o gradini che ne assicurino la stabilità.

     Dopo aver riportato terreno agrario per uno spessore di 1 m. sul fondo e di 20-30 cm. sulle scarpate, si procede alla ricostituzione del cotico erboso e alla piantumazione di specie analoghe a quelle esistenti nell'area circostante. E' da prevedere l'impiego di specie arbustive ed erbacee resistenti in condizioni di idromorfia che forniscano un'adeguata protezione al terreno ed abbiano una positiva azione di consolidamento. Oltre ai fossi di guardia intorno alla cava e a quelli lungo i vari gradoni e alla base delle scarpate, occorre regolarizzare nell'ambito delle scarpate stesse il flusso delle acque superficiali con fossi rompitratta e fascinate.

 

Elaborati di progetto.

     Inquadramento geologico:

     - risultati dell'indagine geognostica;

     - carta litologica e geomorfologica a scala almeno 1:2000 dell'area d'influenza della cava;

     - relazione, con sezioni geologiche, illustrante le caratteristiche stratigrafiche, granulometriche dei terreni presenti ed i loro mutui rapporti.

     Studio idrogeologico:

     - indagini rivolte ad evidenziare le caratteristiche piezometriche, la presenza di livelli acquiferi, la localizzazione di pozzi e sorgenti di cui verificare le caratteristiche;

     - predisposizione di un programma di controllo degli effetti indotti comprendente misure e prelievi in pozzi già esistenti e in piezometri da installare allo scopo;

     - analisi del reticolo idrografico superficiale;

     - carta corografica 1:25000 con delimitazione delle aree di alimentazione della falda, rappresentazione del reticolo e dei bacini idrografici, ubicazione dei pozzi e/o delle sorgenti;

     - carta idrogeologica 1:2000 con freatimetria, direzione del flusso, caratteristiche di permeabilità.

     Studio geotecnico:

     - sulla base della situazione piezometrica riscontrata e dei valori di resistenza dei terreni desunti da prove in posto e da analisi di laboratorio condotte sui campioni indisturbati, occorre verificare di stabilità a breve e a lungo termine sia dell'intero versante sovrastante la cava che del fronte della stessa.

     Indagini sull'uso e copertura del suolo:

     - dovrà essere eseguito lo studio della vegetazione presente nell'area di cava e circostante con riporto delle unità individuate su cartografia 1:2000. Tali unità dovranno indicare: le eventuali aree boscate, suddivise in base alle principali specie esistenti ed alle forme di governo; le eventuali aree a pascolo o a prato con indicazione delle principali specie erbacee che le caratterizzano; le eventuali aree coltivate con indicazione della presenza di colture erbacee o di colture arboree di pregio.

     La relazione che accompagnerà la cartografia dovrà comprendere l'inquadramento climatico e pedologico dell'area, la descrizione delle unità di vegetazione individuate con l'evidenziazione delle specie di particolare pregio naturalistico, l'indicazione dell'eventuale fauna meritevole di rilievo.

     Piano di coltivazione:

     - rilievo planoaltimetrico con sezioni a scala 1:500 dell'area d'estrazione;

     - valutazione della consistenza del giacimento;

     - programma delle fasi temporali di sfruttamento e delle modalità dello stesso;

     - localizzazione delle discariche e relative modalità d'accumulo.

     Progetto di ripristino:

     - carta dell'uso attuale del suolo a scala 1:2000 dell'area d'influenza della cava;

     - carta della destinazione d'uso del suolo a scala 1:2000 della stessa area;

     - carta e sezioni 1:500 indicanti la morfologia dell'area a coltivazione ultimata e a ripristino eseguito;

     - progetto esecutivo delle opere e dei lavori da compiere (movimenti terre, drenaggi, semine e piantumazioni, etc.), dei tempi e delle relative modalità d'esecuzione.

     Documentazione fotografica:

     - panoramiche a colori della zona di sfruttamento che evidenzino gli aspetti del paesaggio in cui è inserita la cava con particolare riferimento alle emergenze agro-forestali e ai beni naturali e storico-ambientali;

     - particolari a colori dei fenomeni geologici, morfologici, idrogeologici di particolare rilievo.

 

 

SCHEDA 6

  MATERIALI LAPIDEI DEI RILIEVI COLLINARI E MONTUOSI; ROCCE CARBONATICHE,

ARENARIE, GESSI, TRAVERTINI

 

Criteri e Prescrizioni.

     Geolitologia: sono da evitarsi localizzazioni in roccia interessata da vaste e/o diffuse cavità di origine carsica così come in versanti con roccia avente stratificazione a franapoggio con pendenza inferiore a quella del pendio, o comunque in condizioni di precaria stabilità.

     Idrogeologia: le cave non devono ricadere in zone con sorgenti utilizzate o potenzialmente utilizzabili; l'attività di cava non deve indurre modificazioni qualitative o quantitative sulle acque sotterranee o comunque interferire con il flusso sotterraneo delle acque in misura tale da comprometterne le utilizzazioni anche potenziali.

     Idraulica: la cava non deve interferire con le eventuali vie di scorrimento delle acque superficiali, provenienti dai rilievi soprastanti.

     Uso e copertura del suolo: le cave dovranno essere situate in zone con vegetazione di pregio non particolare dal punto di vista forestale e naturalistico.

 

Modalità di coltivazione.

     La coltivazione deve avvenire in accordo con le norme stabilite dal D.P.R. n. 128 del 9 aprile 1958. Essa procederà per gradoni dall'alto verso il basso con scarpate di altezza non superiore a 20 metri e che sia in accordo, di volta in volta, con le caratteristiche litologiche e geomeccaniche della roccia, con il tipo di attrezzature utilizzate e con le modalità di recupero ambientale più idonee per il reinserimento della cava nel paesaggio circostante. I gradoni devono avere una larghezza di almeno 5 metri. Agli effetti di un pronto recupero ambientale dovrà essere effettuata la coltivazione della cava per lotti, o procedendo dall'alto verso il basso, lasciando via via le scarpate coltivate stabili e pronte per il ripristino, o aprendo strade e gradoni ad un lato dell'area e procedendo al recupero, appena finito lo sfruttamento di una zona.

 

Tecniche di ripristino.

     Il ripristino di queste cave deve permettere il loro armonioso reinserimento ambientale, paesaggistico e naturalistico; il rinverdimento del fronte cava è, per il raggiungimento di questo fine, uno dei fattori determinanti.

     Il fondo cava può essere recuperato all'utilizzo botanico-forestale, come il fronte, oppure all'uso turistico-ricreativo, o per altri scopi.

     Gli interventi previsti per la sistemazione delle cave in oggetto sono i seguenti:

     - rimodellamento delle scarpate con pendenze tali da garantirne la sicurezza;

     - riporto di materiale anche grossolano ai piedi delle scarpate alte e pendenti, al fine di parziale mascheramento;

     - riporto di terreno vegetale per uno spessore di 20 cm. sulle scarpate in roccia dove le pendenze lo permettano;

     - esecuzione di viminate e fascinate al fine di trattenere il materiale riportato;

     - semina manuale a spaglio di specie erbacee nei tratti di media e bassa pendenza;

     - semina potenziata nelle zone ad elevata pendenza;

     - piantagione di specie arboree sulle superfici piane e di piante rampicanti e decombenti rispettivamente alla base e alla sommità delle scarpate;

     - realizzazione di un'adeguata rete di drenaggio delle acque superficiali;

     - sistemazione del fondo cava in funzione dello specifico utilizzo cui esso è destinato.

 

Elaborati di progetto.

     Inquadramento geologico:

     - indagine geognostica consistente in rilievi geofisici e sondaggi geognostici al fine di verificare le condizioni di fratturazione della roccia e la presenza di eventuali cavità sotterranee;

     - rilievo geologico-strutturale di superficie a scala 1:2000.

     Studio idrogeologico:

     - indagine rivolta ad individuare la presenza e le caratteristiche del flusso idrico sotterraneo, l'esistenza di sorgenti e/o pozzi e a ricostruirne il bacino d'alimentazione anche con l'impiego di sostanze coloranti e/o di traccianti;

     - analisi del reticolo idrografico superficiale;

     - carta corografica 1:25000 con delimitazione delle aree di alimentazione della falda, rappresentazione del reticolo e dei bacini idrografici, ubicazione dei pozzi e delle sorgenti;

     - carta idrogeologica 1:2000 con freatimetria, direzione del flusso, caratteristiche di permeabilità.

     Studio geotecnico:

     - analisi delle condizioni di stabilità del fronte cava e del versante, sulla base delle caratteristiche geomeccaniche della roccia desunte da prove e misure effettuate sia sul posto che in laboratorio.

     Indagini sull'uso e copertura del suolo:

     - dovrà essere eseguito lo studio della vegetazione presente nell'area di cava e circostante con riporto delle unità individuate su cartografia 1:2000. Tali unità dovranno indicare: le eventuali aree boscate, suddivise in base alle principali specie esistenti ed alle forme di governo, le eventuali aree a pascolo o a prato con indicazione delle principali specie erbacee che le caratterizzano; le eventuali aree coltivate con indicazione della presenza di colture erbacee o di colture arboree di pregio.

     La relazione che accompagnerà la cartografia dovrà comprendere: l'inquadramento climatico e pedologico dell'area, la descrizione delle unità di vegetazione individuate, con l'evidenziazione delle specie di particolare pregio naturalistico, l'indicazione dell'eventuale fauna meritevole di rilievo.

     Piano di coltivazione:

     - rilievo planoaltimetrico con sezioni a scala 1:500 dell'area d'estrazione;

     - valutazione della consistenza del giacimento;

     - programma delle fasi temporali di sfruttamento e delle modalità dello stesso;

     - localizzazione delle discariche e relative modalità d'accumulo.

     Progetto di ripristino:

     - carta dell'uso attuale del suolo a scala 1:2000 dell'area d'influenza della cava;

     - carta della destinazione d'uso del suolo a scala 1:2000 della stessa area;

     - carta e sezioni 1:500 indicanti la morfologia dell'area a coltivazione ultimata e a ripristino eseguito;

     - progetto esecutivo delle opere e dei lavori da compiere (movimenti terre, drenaggi, semine e piantumazioni, etc.), dei tempi e delle relative modalità d'esecuzione.

     Documentazione fotografica:

     - panoramiche a colori della zona di sfruttamento che evidenzino gli aspetti del paesaggio in cui è inserita la cava con particolare riferimento alle emergenze agro-forestali e ai beni naturali e storico-ambientali;

     - particolari a colori dei fenomeni geologici, morfologici, idrogeologici di particolare rilievo.

 

 

 


[1] Articolo modificativo dell'art. 2 della L.R. n. 67/87.

[2] Articolo abrogativo dell'art. 18 della L.R. n. 67/87.

[3] Articolo integrativo dell'art. 3 della L.R. n. 67/87.

[4] Commi 2° e 3° abrogati con art. 8 L.R. 15 febbraio 1995, n. 8.