Settore: | Codici provinciali |
Regione: | Bolzano |
Materia: | 1. assetto istituzionale |
Capitolo: | 1.5 partecipazione e referendum |
Data: | 18/11/2005 |
Numero: | 11 |
Sommario |
Art. 1. Presupposti. |
Art. 2. Proposta di iniziativa popolare. |
Art. 3. Raccolta e deposito delle firme. |
Art. 4. Esame di ammissibilità. |
Art. 5. Presupposti. |
Art. 6. Richiesta di referendum. |
Art. 7. Quesito referendario. |
Art. 8. Commissione per i procedimenti referendari. |
Art. 9. Esame di ammissibilità. |
Art. 10. Raccolta e deposito delle firme. |
Art. 11. Esame di procedibilità. |
Art. 12. Indizione del referendum. |
Art. 13. Proclamazione dei risultati. |
Art. 14. Esito ed efficacia. |
Art. 15. Referendum propositivo. |
Art. 16. Referendum consultivo facoltativo. |
Art. 17. Rimborso delle spese. |
Art. 18. Disciplina della votazione. |
Art. 19. Disposizioni finanziarie. |
§ 1.5.2 – L.P. 18 novembre 2005, n. 11.
Iniziativa popolare e referendum.
(B.U. 29 novembre 2005, n. 48).
CAPO I
INIZIATIVA POPOLARE
Art. 1. Presupposti.
1. L’iniziativa popolare delle leggi provinciali è esercitata da almeno 8.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di un comune della provincia, che hanno diritto al voto per le elezioni del Consiglio provinciale.
Art. 2. Proposta di iniziativa popolare.
1. La proposta di iniziativa popolare contiene il testo del progetto di legge, redatto nelle lingue italiana e tedesca, diviso per articoli, una relazione illustrativa sulle finalità e il contenuto e, qualora siano previste nuove o maggiori spese a carico del bilancio della Provincia, l’indicazione del relativo onere finanziario ed i modi per farvi fronte.
2. La proposta è presentata all’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale da almeno tre promotori iscritti nelle liste elettorali di un comune della provincia, che hanno diritto al voto per le elezioni del Consiglio provinciale, unitamente ai fogli per la raccolta delle firme per la vidimazione da parte del Segretario generale del Consiglio provinciale o persona da lui delegata.
3. I fogli destinati alla raccolta delle firme devono contenere il testo del progetto di legge e devono essere numerati progressivamente.
Art. 3. Raccolta e deposito delle firme.
1. L’elettore appone in calce al progetto di legge la propria firma e accanto alla stessa sono indicati per esteso nome, cognome, luogo e data di nascita e il comune nelle cui liste elettorali è iscritto.
2. La firma dell’elettore è autenticata:
a) dal notaio, dal giudice di pace, dai cancellieri e collaboratori delle cancellerie della corte d’appello e del tribunale, dai segretari della procura della Repubblica;
b) dal Presidente della Provincia, dal Presidente del Consiglio provinciale, dagli assessori provinciali, dai consiglieri provinciali, che comunicano la propria disponibilità al Presidente della Provincia;
c) dal sindaco, dal presidente e vicepresidente del consiglio circoscrizionale, dagli assessori comunali, dal presidente del consiglio comunale, dai consiglieri comunali che comunicano la propria disponibilità al sindaco, e dal segretario comunale; la competenza per l’autenticazione da parte delle suddette persone è circoscritta al comune nelle cui liste elettorali l’elettore è iscritto;
d) dal presidente e dal segretario generale della comunità comprensoriale nel cui territorio è compreso il comune nelle cui liste elettorali l’elettore è iscritto;
e) dai funzionari incaricati dal Presidente della Provincia, dal sindaco e dal presidente della comunità comprensioriale.
3. L’autenticazione può essere unica per tutte le firme contenute in ciascun foglio, con indicazione del numero di firme contenute nel foglio.
4. Raggiunto il numero minimo di firme necessarie, i promotori depositano i relativi fogli presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale.
Art. 4. Esame di ammissibilità.
1. L’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale verifica e computa le firme al fine di accertare l’ammissibilità della proposta di iniziativa popolare.
2. L’iniziativa popolare è dichiarata inammissibile, se
a) le firme non sono state depositate entro quattro mesi dalla data di restituzione dei fogli vidimati;
b) non è stato raggiunto il numero minimo di firme necessarie.
3. Se l’iniziativa popolare è risultata ammissibile, il Presidente del Consiglio provinciale assegna il progetto di legge alla commissione legislativa competente per materia. Trascorsi sei mesi dall’assegnazione senza che la commissione legislativa abbia concluso la trattazione del progetto di legge, lo stesso è iscritto al primo punto dell’ordine del giorno della seduta successiva del Consiglio provinciale, il quale deve concludere la trattazione entro i successivi sei mesi.
CAPO II
REFERENDUM ABROGATIVO
Art. 5. Presupposti.
1. Il referendum per l’abrogazione totale o parziale di una legge provinciale è indetto quando lo richiedano almeno 13.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di un comune della provincia, che hanno diritto al voto per le elezioni del Consiglio provinciale. Le firme, raccolte nel termine di quattro mesi dalla restituzione dei fogli vidimati, vanno depositate presso la Ripartizione provinciale Servizi centrali.
2. Il referendum abrogativo non può essere richiesto per le leggi tributarie e di bilancio, per la disciplina degli emolumenti spettanti al personale ed agli organi della Provincia, e per le disposizioni che riguardano questioni attinenti ai diritti e alla tutela dei gruppi linguistici.
Art. 6. Richiesta di referendum.
1. La richiesta di referendum va promossa da almeno 30 elettori iscritti nelle liste elettorali di un comune della provincia, che hanno diritto al voto per l’elezione del Consiglio provinciale, ed è presentata alla Ripartizione provinciale Servizi centrali.
2. Nella richiesta sono indicati nome, cognome e domicilio dei singoli promotori, la cui firma va autenticata, e il nominativo di colui al quale vanno inviate le comunicazioni previste dal procedimento.
3. La richiesta di referendum non può essere presentata nei dodici mesi che precedono la fine della legislatura del Consiglio provinciale e nei sei mesi successivi all’elezione del nuovo Consiglio provinciale.
Art. 7. Quesito referendario.
1. Il quesito referendario va redatto nelle lingue italiana e tedesca, completando la formula “Volete che sia abrogata ...” con la data, il numero ed il titolo della legge. In caso di abrogazione parziale, va indicato anche il numero degli articoli o dei commi, sui quali si chiede il referendum. Il quesito può contenere anche una sintesi dell’oggetto del referendum.
2. In caso di referendum per l’abrogazione di parti di uno o più articoli di legge, va trascritto anche il testo letterale delle disposizioni delle quali si propone l’abrogazione.
Art. 8. Commissione per i procedimenti referendari.
1. Entro 15 giorni dalla presentazione di richiesta di referendum è istituita la Commissione per i procedimenti referendari, la quale delibera sull’ammissibilità del referendum, riesamina i voti contestati e proclama il risultato dei referendum. La commissione è composta:
a) da un magistrato del Tribunale di Bolzano;
b) da un magistrato della Sezione di controllo della Corte dei conti avente sede a Bolzano;
c) da un magistrato della Sezione autonoma per la provincia di Bolzano del Tribunale regionale di giustizia amministrativa.
2. I componenti della Commissione per i procedimenti referendari sono individuati mediante sorteggio, a cura del Direttore della Ripartizione provinciale Servizi centrali, di un membro effettivo e di un membro supplente nell’ambito di ciascuna delle tre terne di nomi, proposti dai presidenti rispettivamente del Tribunale di Bolzano, della Sezione di controllo della Corte dei Conti avente sede a Bolzano e della Sezione autonoma per la provincia di Bolzano del Tribunale regionale di giustizia amministrativa.
3. Le funzioni di segretario della Commissione per i procedimenti referendari sono svolte dal Direttore della Ripartizione provinciale Servizi centrali o da persona da lui delegata.
4. La Commissione per i procedimenti referendari elegge nel proprio seno il Presidente, che convoca e dirige le sedute, ed il suo sostituto. Essa delibera in presenza di tutti i componenti e a maggioranza di voti.
5. Ai membri della Commissione per i procedimenti referendari competono le indennità di cui alla
Art. 9. Esame di ammissibilità.
1. La Commissione per i procedimenti referendari procede all’esame di ammissibilità entro 60 giorni dalla data di presentazione della richiesta di un referendum. Se dichiara ammissibile la richiesta, può essere avviata la raccolta delle firme. Se accerta che il quesito contrasta con le disposizioni della presente legge, dichiara l’inammissibilità del referendum.
2. La Ripartizione provinciale Servizi centrali comunica ai promotori la decisione della Commissione per i procedimenti referendari sull’ammissibilità del referendum e, nel caso in cui il referendum sia stato dichiarato ammissibile, invita gli stessi a presentare, per la vidimazione, i fogli destinati alla raccolta delle firme.
Art. 10. Raccolta e deposito delle firme.
1. Per la vidimazione dei fogli, la raccolta e l’autenticazione delle firme si applicano le disposizioni di cui agli articoli 2 e 3.
Art. 11. Esame di procedibilità.
1. Entro 30 giorni dalla consegna dei fogli contenenti le firme la Commissione per i procedimenti referendari verifica:
a) la regolarità delle firme raccolte, conteggiando anche le firme dei promotori;
b) se la legge o le singole disposizioni di legge oggetto del referendum siano state nel frattempo abrogate o modificate.
2. Nel caso in cui non sia stato raggiunto il numero minimo di firme valide necessarie o la legge o singole disposizioni di legge da sottoporre a referendum siano state nel frattempo abrogate o modificate nei loro contenuti essenziali, la Commissione dichiara l’improcedibilità del referendum.
3. Nel caso in cui la legge o singole disposizioni di legge da sottoporre a referendum siano state nel frattempo abrogate parzialmente o modificate in parti non essenziali, sono sottoposte a referendum le disposizioni che sono rimaste in vigore o hanno subito modifiche solo marginali. In tal caso la Commissione adegua o riformula il quesito.
Art. 12. Indizione del referendum.
1. Ricevuta la comunicazione relativa alla decisione sulla procedibilità della richiesta di referendum abrogativo, il Presidente della Provincia indice il referendum, fissando la data per lo svolgimento dello stesso in una domenica entro i successivi sei mesi. Nel relativo decreto è riportato anche il quesito da sottoporre agli elettori.
2. Lo svolgimento del referendum può essere rinviato di sei mesi nel caso in cui sia prevedibile che entro questo periodo vengano indetti altri referendum provinciali o referendum statali cui abbinarlo.
3. Il decreto di cui al comma 1 è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione e dello stesso è data notizia mediante manifesti da affiggersi, a cura dei comuni, almeno 30 giorni prima della data di votazione.
4. La Ripartizione provinciale Servizi centrali garantisce un’informazione oggettiva ed equilibrata sull’oggetto della votazione e la pubblicizza sui mezzi di informazione locali.
5. Ogni attività ed operazione relativa allo svolgimento del referendum è sospesa nei dodici mesi che precedono la fine della legislatura del Consiglio provinciale e nei sei mesi successivi all’elezione del nuovo Consiglio provinciale.
6. Se prima della data prevista per lo svolgimento del referendum sia intervenuta l’abrogazione o una sostanziale modifica della legge o di singole disposizioni di legge cui si riferisce il referendum, il Presidente della Provincia, sentita la Commissione di cui all’articolo 8, dichiara che il referendum non ha luogo.
Art. 13. Proclamazione dei risultati.
1. Sulla base dei verbali di scrutinio trasmessi da tutti gli uffici elettorali di sezione della provincia, la Commissione per i procedimenti referendari accerta il numero degli elettori partecipanti alla votazione e, previa verifica dei voti validi favorevoli e di quelli contrari nonché previo riesame dei voti contestati, procede alla proclamazione del risultato conseguito dal referendum. I promotori del referendum possono prendere visione del relativo verbale ed estrarne copia.
2. Il risultato del referendum è favorevole all’abrogazione nel caso in cui alla votazione abbia partecipato il 40 per cento degli aventi diritto alla votazione e sia stata raggiunta la maggioranza dei voti validi favorevoli all’abrogazione.
Art. 14. Esito ed efficacia.
1. Qualora il risultato del referendum sia favorevole all’abrogazione della legge o di singole disposizioni di una legge, il Presidente della Provincia, con decreto da pubblicarsi nel Bollettino Ufficiale della Regione, ne dichiara l’avvenuta abrogazione. L’abrogazione ha effetto il giorno successivo a quello della pubblicazione del decreto.
2. Qualora il risultato del referendum sia contrario all’abrogazione, la Commissione per i procedimenti referendari ne dà notizia nel Bollettino Ufficiale della Regione. Per i successivi cinque anni non può essere riproposta la medesima richiesta di referendum.
CAPO III
REFERENDUM PROPOSITIVO E CONSULTIVO
Art. 15. Referendum propositivo.
1. Il referendum propositivo si promuove mediante la presentazione, da parte di 13.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di un comune della provincia, che hanno diritto al voto per le elezioni del Consiglio provinciale, di apposita richiesta alla Ripartizione provinciale Servizi centrali, contenente il progetto di legge, diviso per articoli, redatto nelle lingue italiana e tedesca, al quale è anteposta la formula “Volete che sia approvato il seguente progetto di legge ...”, una relazione illustrativa delle finalità e del contenuto e l’indicazione del relativo onere finanziario e dei modi per farvi fronte, qualora siano previste nuove o maggiori spese a carico del bilancio provinciale.
2. Il referendum propositivo non è ammesso per le leggi tributarie e di bilancio, per la disciplina degli emolumenti spettanti al personale ed agli organi della Provincia, nonché per disposizioni che riguardano questioni attinenti ai diritti e alla tutela dei gruppi linguistici.
3. Per quanto riguarda la promozione, la raccolta delle firme, l’esame di ammissibilità e di procedibilità, lo svolgimento, il quorum di partecipazione e la verifica del risultato del referendum nonché per quanto non espressamente previsto, si applicano le disposizioni previste per il referendum abrogativo.
4. La Commissione per i procedimenti referendari, dopo aver accertato la regolarità delle firme raccolte entro il termine di tre mesi dalla restituzione dei fogli vidimati, sospende ogni ulteriore attività ed operazione relativa allo svolgimento del referendum per un periodo di 180 giorni, nei quali il Consiglio provinciale può tradurre in legge provinciale la proposta referendaria. In tal caso, la Commissione dichiara l’improcedibilità del referendum. In caso contrario il referendum ha ulteriore corso.
5. Qualora il risultato del referendum sia favorevole all’emanazione della legge, il Presidente della Provincia promulga la stessa.
6. Qualora il risultato del referendum sia contrario all’emanazione della legge, la Commissione per i procedimenti referendari ne dà notizia nel Bollettino Ufficiale della Regione. Per i successivi cinque anni non può essere riproposta la medesima richiesta di referendum.
Art. 16. Referendum consultivo facoltativo.
1. Il Consiglio provinciale può deliberare, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, l’indizione di un referendum consultivo su un disegno di legge, prima che esso sia definitivamente approvato.
2. Si applicano, per quanto compatibili, le disposizioni relative al referendum abrogativo.
3. Ferma restando la natura non vincolante del referendum consultivo, il Consiglio provinciale deve deliberare in ordine al disegno di legge sottoposto a referendum entro sei mesi dalla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione dell’esito del referendum, se positivo.
CAPO IV
DISPOSIZIONI FINALI
Art. 17. Rimborso delle spese.
1. Ai promotori di iniziative popolari e di referendum spetta, su richiesta e a titolo di rimborso spese, una somma di euro 0,50 per ogni firma valida fino al raggiungimento del numero necessario per la validità della proposta, sempreché la competente commissione legislativa del Consiglio provinciale accerti la competenza provinciale nella materia oggetto dell’iniziativa popolare o la Commissione per i procedimenti referendari dichiari l’ammissibilità del referendum.
2. La relativa richiesta va presentata a secondo della competenza all’Ufficio di Presidenza del Consiglio provinciale o alla Ripartizione provinciale Servizi centrali. Nella domanda va indicato il nome del delegato a riscuotere la somma complessiva, con effetto liberatorio.
Art. 18. Disciplina della votazione.
1. Hanno diritto di partecipare ai referendum tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali di un comune della provincia, che hanno diritto al voto per le elezioni del Consiglio provinciale.
2. Per quanto non espressamente previsto dalla presente legge, trova applicazione la normativa in materia di elezione del Consiglio provinciale.
Art. 19. Disposizioni finanziarie.
1. Il rimborso delle spese ai promotori di iniziative popolari grava sul bilancio del Consiglio provinciale.
2. Sono a carico del bilancio provinciale:
a) il rimborso delle spese ai promotori di referendum;
b) i compensi ai componenti della Commissione per i procedimenti referendari;
c) le spese per lo svolgimento delle operazioni attinenti ai referendum, comprese quelle sostenute dai comuni per il funzionamento delle sezioni elettorali.
3. Alla copertura di eventuali spese ai sensi del comma 2 si provvede con appositi stanziamenti a carico dell’UPB 01110 del bilancio di previsione per l’esercizio 2005 e seguenti, integrabili ai sensi dell’articolo 18 della