Settore: | Normativa nazionale |
Data: | 18/11/1983 |
Numero: | 645 |
Sommario |
Art 1. L'esercizio degli impianti di produzione, distribuzione e utilizzazione di calore installati negli edifici di cui all'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 28 giugno 1977, n. 1052, [...] |
Art. 2. Il territorio nazionale è suddiviso in sei zone climatiche così individuate |
Art. 3. L'esercizio degli impianti di cui all'art. 1 e la durata giornaliera di attivazione dei medesimi sono consentiti nei seguenti periodi e nelle seguenti misure massime |
Art. 4. Gli impianti di riscaldamento di tipo a pannelli radianti incassati nell'opera muraria possono restare accesi anche durante l'orario compreso tra le ore 23 e le ore 5. Tali impianti non possono [...] |
Art. 5. In deroga a quanto previsto dall'art. 3, il presidente della giunta regionale e, nel territorio della regione autonoma Trentino-Alto Adige, i presidenti delle giunte provinciali di Trento e [...] |
Art. 6. Entro quindici giorni dalla data iniziale del periodo di cui al primo comma dell'art. 3, il sindaco rende noti la zona climatica in cui è inserito il comune, il periodo di accensione degli [...] |
Art. 7. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana |
§ 98.1.18592 - Legge 18 novembre 1983, n. 645. [1]
Disposizioni per l'esercizio degli impianti di riscaldamento.
(G.U. 19 novembre 1983, n. 318)
L'esercizio degli impianti di produzione, distribuzione e utilizzazione di calore installati negli edifici di cui all'art. 3 del
Le disposizioni della presente legge non si applicano:
a) agli edifici adibiti a ricovero o cura di minori e anziani;
b) agli edifici classificati nella categoria E3 del
c) alle sedi delle rappresentanze diplomatiche e di organizzazioni internazionali, che non siano ubicate in stabili condominiali.
Le disposizioni della presente legge non si applicano, per quanto concerne la durata giornaliera di attivazione degli impianti, agli edifici classificati nelle categorie E2 ed E5 del
Su iniziativa del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, il Ministro degli affari esteri promuove le opportune intese con le rappresentanze diplomatiche e le organizzazioni internazionali allo scopo di limitare i consumi energetici.
Il territorio nazionale è suddiviso in sei zone climatiche così individuate:
zona A: comuni cui corrisponde un numero di gradi-giorno non superiore a 600;
zona B: comuni cui corrisponde un numero di gradi-giorno maggiore di 600 e non superiore a 900;
zona C: comuni cui corrisponde un numero di gradi-giorno maggiore di 900 e non superiore a 1.400;
zona D: comuni cui corrisponde un numero di gradi-giorno maggiore di 1.400 e non superiore a 2.100;
zona E: comuni cui corrisponde un numero di gradi-giorno maggiore di 2.100 e non superiore a 3.000;
zona F: comuni cui corrisponde un numero di gradi-giorno maggiore di 3.000.
Il valore dei gradi-giorno che individua la zona climatica di appartenenza di ogni comune è riportato nella tabella allegata.
Per i comuni non indicati nella tabella si adotta, con la procedura di cui all'art. 2 del decreto ministeriale 10 marzo 1977, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 36 del 6 febbraio 1978, il valore del comune riportato sulla tabella che sia più vicino in linea d'aria e sullo stesso versante, rettificato in aumento o in diminuzione di una quantità pari ad un centesimo del numero di giorni di durata convenzionale del periodo di riscaldamento per ogni metro di quota sul livello del mare in più o in meno. Qualora la differenza di livello non superi i 100 metri, non si apporta alcuna rettifica al valore del comune di riferimento.
La suddivisione del territorio nazionale in zone climatiche ed il valore dei gradi-giorno per ciascuna zona possono essere modificati con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato.
L'esercizio degli impianti di cui all'art. 1 e la durata giornaliera di attivazione dei medesimi sono consentiti nei seguenti periodi e nelle seguenti misure massime:
zona A: dal 1° dicembre al 15 marzo, ore 6 giornaliere;
zona B: dal 1° dicembre al 31 marzo, ore 8 giornaliere;
zona C: dal 15 novembre al 31 marzo, ore 10 giornaliere;
zona D: dal 1° novembre al 15 aprile, ore 12 giornaliere;
zona E: dal 15 ottobre al 15 aprile, ore 14 giornaliere;
zona F: nessuna limitazione.
È consentito il frazionamento dell'orario giornaliero di riscaldamento in due o più sezioni.
La durata di attivazione degli impianti non ubicati nella zona F deve essere comunque compresa tra le ore 5 e le ore 23 di ciascun giorno.
Gli impianti di riscaldamento di tipo a pannelli radianti incassati nell'opera muraria possono restare accesi anche durante l'orario compreso tra le ore 23 e le ore 5. Tali impianti non possono essere messi in funzione se non provvisti di apparecchiature di termoregolazione del tipo prescritto dalla
Negli impianti di riscaldamento con produzione congiunta di acqua calda, la disciplina di cui ai precedenti articoli va riferita esclusivamente alla sezione di impianto che riguarda il riscaldamento degli ambienti.
Le centrali termiche di riscaldamento, senza produzione combinata, a servizio di uno o più edifici a mezzo di circuito primario, possono restare in funzione anche nell'orario compreso tra le ore 23 e le ore 5 al solo scopo di alimentare gli edifici di cui alle deroghe previste dal secondo comma dell'art. 1 per la produzione di acqua calda per usi igienico-sanitari, nonché per mantenere la temperatura dell'acqua nel circuito primario al valore necessario a garantire il funzionamento dei circuiti secondari nei tempi previsti.
Negli impianti riscaldati con calore proveniente da produzione combinata di elettricità e calore in forma di acqua calda, surriscaldata od a vapore, l'interruzione oraria non è mai richiesta nemmeno per la sezione di impianto che riguarda il riscaldamento ambientale, sempre che le centrali di scambio termico dei singoli edifici (sottocentrali) siano provviste di apparecchiature di termoregolazione del tipo prescritto dalla
Gli impianti alimentati con gas combustibile distribuito da reti possono rimanere in servizio ininterrottamente, senza interruzione giornaliera, purché corredati da apparecchiature di termoregolazione del tipo prescritto dalla
In deroga a quanto previsto dall'art. 3, il presidente della giunta regionale e, nel territorio della regione autonoma Trentino-Alto Adige, i presidenti delle giunte provinciali di Trento e Bolzano, su proposta del sindaco, sentito il prefetto competente per territorio, possono aumentare i periodi di durata e le ore di esercizio degli impianti di riscaldamento, sia per i centri abitati sia per i singoli immobili. Il provvedimento ha validità stagionale.
Il sindaco, su conforme delibera, immediatamente esecutiva, della giunta comunale, può altresì autorizzare, per un periodo non superiore a quindici giorni, la modificazione della durata e degli orari giornalieri di esercizio degli impianti di cui al primo comma dell'art. 1, per comprovate esigenze ovvero per straordinarie situazioni climatiche.
Entro quindici giorni dalla data iniziale del periodo di cui al primo comma dell'art. 3, il sindaco rende noti la zona climatica in cui è inserito il comune, il periodo di accensione degli impianti e le ore giornaliere di attivazione dei medesimi.
In tutti gli edifici di cui al primo comma dell'art. 1, l'amministratore e, dove questo manchi, gli utenti sono tenuti ad esporre, presso ogni impianto centralizzato di produzione, distribuzione e utilizzazione di calore, una tabella contenente:
a) l'indicazione del periodo di cui al primo comma del presente articolo e dell'orario scelto ai sensi del terzo comma dell'art. 3;
b) le generalità e il domicilio del gestore dell'impianto, o la denominazione della ditta incaricata della gestione del medesimo, ovvero, dove questi manchino, le generalità degli utenti.
Il gestore, ovvero, dove questo manchi, tutti gli utenti sono tenuti al rispetto dell'orario e del periodo prescelto, nonché alla conservazione per almeno tre anni dei documenti relativi agli acquisti di gasolio effettuati dopo il 1° ottobre 1979.
Chiunque violi le disposizioni di cui al secondo e al terzo comma è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da lire centomila a lire un milione, commisurata alla potenza dell'impianto. Alla stessa sanzione sono soggetti i fornitori che omettono o rifiutano di rilasciare la documentazione relativa agli acquisti di cui al terzo comma.
La sanzione amministrativa è applicata dal prefetto a seguito di rapporto degli organi di polizia amministrativa del comune. I relativi proventi sono devoluti al comune anche al fine di provvedere alle maggiori spese derivanti dal servizio di vigilanza.
Per le violazioni di cui al quarto comma si applicano le disposizioni della
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserta nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Allegato
Comune |
Provincia |
Quota m.s.l.m. |
Durata convenzionale del periodo di riscaldamento in giorni |
Gradi giorno |
Agrigento |
- |
230 |
120 |
970 |
Alassio |
Savona |
5 |
150 |
1.020 |
Alessandria |
- |
95 |
180 |
2.550 |
Amatrice |
Rieti |
955 |
180 |
3.040 |
Ancona |
- |
16 |
150 |
1.590 |
Aosta |
- |
583 |
180 |
2.750 |
Arezzo |
- |
296 |
170 |
1.950 |
Ariano Irpino |
Avellino |
780 |
180 |
2.440 |
Atri |
Teramo |
442 |
160 |
2.240 |
Auronzo |
Belluno |
864 |
210 |
3.960 |
Avellino |
- |
350 |
150 |
1.940 |
Bari |
- |
5 |
120 |
1.100 |
Belluno |
- |
383 |
195 |
3.000 |
Benevento |
- |
135 |
120 |
1.710 |
Bergamo |
- |
249 |
180 |
2.370 |
Bertinoro |
Forlì |
220 |
160 |
2.150 |
Biella |
Vercelli |
420 |
180 |
2.670 |
Bologna |
- |
55 |
180 |
2.170 |
Bolzano |
- |
262 |
195 |
2.580 |
Bormio |
Sondrio |
1.225 |
200 |
3.310 |
Bressanone |
Bolzano |
559 |
200 |
3.400 |
Cagliari |
- |
4 |
120 |
920 |
Camerino |
Macerata |
671 |
180 |
2.380 |
Caserta |
- |
68 |
130 |
1.220 |
Catania |
- |
10 |
120 |
690 |
Chieti |
- |
330 |
160 |
2.000 |
Como |
- |
201 |
180 |
2.400 |
Corleone |
Palermo |
542 |
130 |
1.340 |
Cosenza |
- |
237 |
130 |
1.020 |
Courmayeur |
Aosta |
1.224 |
210 |
3.620 |
Crotone |
Catanzaro |
8 |
120 |
930 |
Desenzano |
Brescia |
66 |
160 |
2.130 |
Desulo |
Nuoro |
891 |
160 |
2.250 |
Dobbiaco |
Bolzano |
1.243 |
240 |
5.300 |
Edolo |
Brescia |
699 |
190 |
2.760 |
Enna |
- |
931 |
160 |
2.080 |
Fabriano |
Ancona |
325 |
160 |
2.140 |
Firenze |
- |
50 |
180 |
1.800 |
Floresta |
Messina |
1.275 |
190 |
2.750 |
Foligno |
Perugia |
234 |
150 |
1.750 |
Foggia |
- |
76 |
120 |
1.380 |
Foppolo |
Bergamo |
1.508 |
240 |
5.100 |
Forlì |
- |
34 |
160 |
1.960 |
Gallipoli |
Lecce |
12 |
120 |
790 |
Genova |
- |
19 |
120 |
1.240 |
Gorizia |
- |
84 |
180 |
2.300 |
Iesi |
Ancona |
97 |
150 |
1.580 |
Imperia |
- |
22 |
120 |
1.120 |
Isola del Cantone |
Genova |
298 |
160 |
2.370 |
Ivrea |
Torino |
245 |
180 |
2.310 |
Lacedonia |
Avellino |
736 |
160 |
2.220 |
L'Aquila |
- |
714 |
180 |
2.670 |
La Spezia |
- |
3 |
150 |
1.390 |
Lecce |
- |
51 |
120 |
1.030 |
Livorno |
- |
3 |
120 |
1.360 |
Lucera |
Foggia |
235 |
150 |
1.520 |
Macomer |
Nuoro |
563 |
150 |
1.610 |
Melfi |
Potenza |
531 |
160 |
1.800 |
Messina |
- |
3 |
120 |
330 |
Milano |
- |
121 |
180 |
2.340 |
Milazzo |
Messina |
1 |
120 |
320 |
Mineo |
Catania |
511 |
150 |
1.430 |
Mores |
Sassari |
366 |
130 |
1.350 |
Napoli |
- |
10 |
130 |
880 |
Norcia |
Perugia |
604 |
160 |
2.460 |
Ortisei |
Bolzano |
1.234 |
210 |
3.990 |
Padova |
- |
12 |
180 |
2.340 |
Palermo |
- |
14 |
120 |
690 |
Pavullo nel Frignano |
Modena |
682 |
180 |
2.750 |
Perugia |
- |
493 |
150 |
2.190 |
Pesaro |
- |
11 |
150 |
2.030 |
Pescara |
- |
4 |
150 |
1.600 |
Pescopagano |
Potenza |
954 |
160 |
2.980 |
Piacenza |
- |
61 |
180 |
2.540 |
Pienza |
Siena |
491 |
160 |
2.230 |
Pisa |
- |
5 |
150 |
1.380 |
Porretta Terme |
Bologna |
349 |
180 |
2.600 |
Potenza |
- |
819 |
150 |
2.500 |
Ravenna |
- |
4 |
150 |
2.160 |
Recoaro |
Vicenza |
450 |
180 |
2.960 |
Reggio Calabria |
- |
15 |
120 |
380 |
Rieti |
- |
405 |
160 |
2.200 |
Riposto |
Catania |
7 |
120 |
400 |
Roma |
- |
20 |
150 |
1.440 |
Salò |
Brescia |
75 |
160 |
2.420 |
Sassari |
- |
225 |
120 |
1.180 |
Sestola |
Modena |
1.020 |
180 |
3.290 |
Siena |
- |
322 |
170 |
2.000 |
Siracusa |
- |
17 |
105 |
620 |
Sondrio |
- |
307 |
180 |
2.480 |
Taranto |
- |
15 |
120 |
1.010 |
Tarvisio |
Udine |
732 |
200 |
3.750 |
Teramo |
- |
265 |
160 |
1.530 |
Torino |
- |
239 |
180 |
2.570 |
Trento |
- |
194 |
180 |
2.570 |
Treviso |
- |
15 |
180 |
2.160 |
Trieste |
- |
2 |
180 |
1.960 |
Tropea |
Catanzaro |
61 |
120 |
550 |
Udine |
- |
119 |
190 |
2.240 |
Urbino |
Pesaro |
485 |
180 |
2.360 |
Venezia |
- |
1 |
180 |
2.110 |
Verghetto |
Forlì |
812 |
180 |
2.550 |
Verona |
- |
59 |
150 |
2.050 |
[1] Abrogata dall'art. 37 della